lunedì 29 novembre 2010

Ferrovie, tagli e aumenti paiono ineluttabili. Ma ridurre i tempi di percorrenza attualmente “gonfiati” potrebbe far spendere molto meno alla Regione

L’effetto della manovra economica voluta da Tremonti si farà presto sentire anche in Liguria. Viene confermata la previsione di una pesante penalizzazione del trasporto pubblico locale, con consistenti aumenti tariffari e tagli al servizio.

L’Ass. Vesco, nel corso di un incontro con i Pendolari e i Consumatori, ha illustrato quali saranno le conseguenze nei prossimi mesi:

Aumento degli abbonamenti del 20% dal primo gennaio
Aumento dei biglietti singoli del 30% sempre dal primo gennaio
Taglio di alcuni treni a “domanda debole” (invernali, festivi, notturni)

L’elenco esatto dei treni soppressi verrà definito nei prossimi giorni, ma si può già dire con certezza che una coppia di treni Genova-Bologna e Bologna-Genova verrà limitata a La Spezia, mentre verrà del tutto soppresso uno dei rari interregionali Genova-Milano ancora superstiti.

La Carta Tutto Treno viene mantenuta, ma per una buona fetta di utenti riduce di molto la sua efficacia e convenienza: nelle tratte Sestri Levante-Genova e Savona-Genova, il costo dell’abbonamento IC sarà inferiore alla combinazione abbonamento regionale + carta e servirà “solo” per chi desideri potersi servire indifferentemente dell’uno o dell’altro mezzo di trasporto.

L’Ass. Vesco ha tracciato un quadro molto sconsolato della situazione, lamentando la scarsa collaboratività da parte di Trenitalia a fare la sua parte di sacrifici (cosa che francamente non ci aspettavamo).
L’aumento dei biglietti e degli abbonamenti dovrebbe fruttare, stimano gli uffici, circa 8 milioni di euro di introito, che insieme ai 4 dovuti a “efficientamenti” da parte di Trenitalia (che ne vorrebbe dare solo 2) e all’impiego di circa 800 mila euro dalle penali ridurrebbero (si fa per dire) a 10 milioni il fabbisogno rimanente. Questa sarebbe, così, l’entità dei tagli.

Alcune controproposte
Siamo consapevoli che il consistente taglio al trasporto pubblico è frutto di una decisione del governo, una decisione, miope perché finanziare la mobilità sostenibile è un investimento da sostenere, non un costo da tagliare. Tuttavia pensiamo che la Regione possa e debba cercare di ridurre al minimo i disagi per i cittadini, e per questo abbiamo cercato di trovare delle soluzioni alternative ai tagli e agli aumenti puri e semplici.
A Vesco, insieme ad altri comitati ed associazioni, abbiamo proposto un documento molto articolato, con diverse proposte che però non si è ritenuto di accogliere per “motivi tecnici”.
Riteniamo però che due richieste, in particolare, siano ad oggi perseguibili nell’immediato, ossia:

  • la sostituzione dei treni soppressi con autobus (specie in orario notturno)
  • la riduzione dei tempi di percorrenza per abbassare i costi del servizio, dal momento che oggi più un treno è lento, più la regione paga.
  1. Vesco ha riferito di treni con pochissime persone a bordo (30 – 40). Ora, a parte che si potrebbe opinare sul perché vi siano così poche persone a bordo (difficoltà di acquisto dei biglietti la sera e nei festivi, poche coincidenze con altri mezzi pubblici, ecc.) è vero che si potrebbe comunque fornire un servizio molto meno costoso mettendo dei bus sostitutivi, opportunamente segnalati sull’orario ufficiale e facenti le stesse fermate dei treni soppressi. Attendere due ore di notte, in stazione, non pare essere una prospettiva incoraggiante per coloro che si dovessero trovare a dover prendere un treno in orario “a domanda debole” (ma non inesistente!).
  2. Sembra un controsenso, ma è proprio così (e chi segue questa newsletter lo sa da almeno tre anni): più un treno è lento, più la regione paga. Sì, perché il nuovo contratto “a catalogo” contiene questa perversa norma che penalizza due volte gli utenti: la prima perché incoraggia l’allungamento artificiale dei tempi di percorrenza (e basta leggere il libro “Fuori Orario” per rendersi conto di quanto questa pratica sia diffusa) e la seconda perché a pagare di più sono gli utenti, tramite aumenti tariffari. Insomma, come avemmo a dire tempo fa, si paga di più per avere un disservizio!
    Ecco perché si impone che la prevista revisione del Contratto di Servizio contempli in primis la riduzione dei tempi di percorrenza dei treni: si avrebbe già un consistente risparmio che forse renderebbe inutile tagli e aumenti così consistenti!

Certo, ci immaginiamo già le rimostranze di RFI e di Trenitalia che opporrebbero “motivi tecnici” come al solito: per questo chiediamo fin d’ora che una quota delle sanzioni di quest’anno (2010) vengano destinate (il prima possibile) a un audit di un esperto indipendente che accerti la congruità o meno delle tracce imposte da RFI ai treni della Liguria. Ci saranno delle belle sorprese, chissà che la Regione non scopra di poter richiedere dei consistenti rimborsi!

domenica 28 novembre 2010

Pendolari, nuove accuse alle ferrovie "Più i treni vanno lenti, più la Regione paga"

Repubblica Genova: Pendolari, nuove accuse alle ferrovie "Più i treni vanno lenti, più la Regione paga"
Sonia Zarino: "Necessario a questo punto rivedere il contratto di servizio”

Di AVA ZUNINO
Più i treni vanno lenti, più la Regione paga: «è la contraddizione di un contratto di servizio che chiediamo alla Regione di rivedere: vogliamo sapere quanto si risparmierebbe eliminando questa clausola».
Parla Sonia Zarino, leader del Coordinamento dei pendolari liguri, che esprime tutta la preoccupazione per i tagli del governo al servizio di trasporto pubblico.

«Sarà una spirale inarrestabile, in cui ci guadagna solo Trenitalia: meno treni in circolazione e tariffe più care significa che sempre più persone sceglieranno l´auto. Questo indebolirà il servizio. La Liguria sarà sempre più isolata. Non è colpa della Regione, che subisce le decisioni del governo, ma qualcosa si può fare: ad esempio rivedere le tracce (vale a dire i percorsi, n. d. r.) dei treni, per fare in modo che Trenitalia non abbia interesse ad allungare i tempi».

Nell´incontro di venerdì pomeriggio l´assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco, ha respinto come tecnicamente inattuabili le richieste del coordinamento e degli altri comitati che chiedevano di far fronte ai tagli con l´aumento del bollo auto e dei pedaggi autostradali. «Abbiamo anche chiesto autobus sostitutivi dove verranno cancellati i treni», dice Zarino che sostiene però come un risparmio sui costi si potrebbe già attuare semplicemente rivedendo la questione dei percorsi e dei tempi dei singoli treni.

«La nostra proposta è che l´anno prossimo una parte delle penali di Trenitalia sia utilizzata per chiedere ad un organismo terzo che certifichi i tempi di percorrenza. Adesso li certifica Rfi che è "sorella" di Trenitalia», spiega Zarino. Il meccanismo, che riguarda anche tutte le altre Regioni, prevede che gli incassi di Trenitalia siano parametrati sui tempi di percorrenza dei treni: più sono lunghi più il treno viene pagato.

«In questo modo - dice Zarino - Trenitalia paga meno penali e inoltre più impiega a percorrere un certo tratto, più soldi incassa. A rimetterci sono solo i passeggeri.

Questo è il motivo per cui alcuni treni che una volta impiegavano 50 minuti ora ne impiegano 60 per lo stesso percorso ed è il motivo per cui il contratto di servizio costa di più: hanno allungato i tempi di percorrenza.

Ci sono treni che quando sono in orario si fermano anche 10 minuti a Nervi e a Brignole, che sono camere di compensazione. La Regione, che non ha suoi tecnici, si fida dei tecnici di Rfi che però è una società del gruppo di Trenitalia. Vogliamo che un soggetto indipendente dalle parti certifichi i tempi di percorrenza e vogliamo sapere quanto la Regione risparmierebbe sul contratto di servizio se le percorrenze fossero ridotte».

venerdì 26 novembre 2010

controlli controlli controlli

L'altra mattina salgo su un TAF da Sestri Levante verso Genova. Il convoglio è semivuoto, l'orario non è proprio quello da pendolari, ma più da viaggiatori estemporanei. Dopo poche fermate due gentili controllori mi bloccano ponendosi davanti al posto a sedere come se dovessi scappare da un istante all'altro e mi chiedono il biglietto. Mostro loro l'abbonamento, salutano, ringraziano e ricambio.
Dieci minuti dopo altri due, stessa scenetta. In quel frangente esclamo, del tutto spontaneamente: "ma di nuovo??". A quel punto i due dipendenti delle fu FS si scusano, salutano e si allontanano.
Tuttavia mi sono chiesto come fosse possibile che su un convoglio semivuoto ci fossero questi controlli assidui, mentre in altri serali, dove transitano personaggi di dubbia moralità  questi possano viaggiare senza problemi.
Tralascio ogni considerazione.

lunedì 22 novembre 2010

Tagli del governo al trasporto pubblico, reperimento risorse, aumenti tariffari, diminuzione del servizio: ragioniamo attorno ai soldi

Da GenovaMilano Newsletter

1. TAGLI DEI TRASFERIMENTI DAL GOVERNO ALLE REGIONI - TRASPORTO PUBBLICO - COSA POTRA' ACCADERE IN SINTESI A GENNAIO 2011
aumento delle tariffe (biglietti e abbonamenti regionali o multiregionali) con cifre oscillanti fra il 20 e il 25%
diminuzione del servizio erogato (meno treni regionali in circolazione)


2. LA PECULIARITA' DEGLI ABBONAMENTI MULTIREGIONALI CHE NEGLI ULTIMI 3 ANNI SONO GIA' AUMENTATI COMPLESSIVAMENTE DI OLTRE IL 20%
Mentre le tariffe regionali liguri (abbonamenti e biglietti) sono ferme da 3 anni, gli abbonati multiregionali come gli abbonati Genova-Milano, hanno subito, scaglionati fra 2008, 2009 e 2010 aumenti tariffari per una cifra che supera complessivamente il 20%.
Subire nel 2011 un nuovo aumento tariffario dell'ordine del 20-25% significherebbe arrivare a cifre insostenibili finanziariamente per parecchi abbonati e sancire una ingiustizia.
Facciamo un esempio:
Con un aumento tariffario pari al 20% un abbonato Genova-Milano in un anno arriverebbe a pagare:
1.686 euro di abbonamenti ferroviari (12 mensili multiregionali a 128,00 euro ciascuno + 150 euro di carta tutto treno liguria.
360 euro di abbonamento annuale Amt-Genova (sempre che anche questo abbonamento non subisca aumenti)
300 auro di abbonamento annuale Atm-Milano (sempre che anche questo abbonamento non subisca aumenti)
per un totale di 2.346 euro all'anno!
Questa situzione, nei fatti ha già prodotto una contrazione del numero di abbonati Genova-Milano.
Ecco come 228 ex abbonati Genova-Milano hanno giustificato il fatto di non aver più rinnovato l'abbonamento fra il 2007 ed oggi:

3. GOVERNO E REGIONI CREDONO ANCORA NEL TRASPORTO PUBBLICO? QUALI RISORSE ALTERNATIVE SI POSSONO REPERIRE?
Aumentare le tariffe e tagliare il piano di esercizio significherà colpire il trasporto pubblico.
Diminuiranno gli utilizzatori del trasporto pubblico a favore del traffico privato.
Cresceranno i costi sociali (inquinamento, malattie, incidenti) a carico delle regioni e della comunità.
Non ci sono forme alternative di finanziamento del trasporto pubblico?
Sì, eccome:
addizionale sulle tasse di proprietà degli autoveicoli privati
addizionale sulle accise dei carburanti
addizionale sui pedaggi autostradali

4. SCENARI TARIFFARI 2011 DI 5 DIRETTRICI DI PENDOLARISMO




5. IN SINTESI
Chiediamo che gli aumenti tariffari degli abbonamenti multiregionali non siano superiori al 10%.
Chiediamo che la Carta Tutto Treno Liguria sia mantenuta a 150 euro.
Chiediamo che siano conservati nel piano di esercizio 2011 tutti i treni regionali utili al pendolarismo, ovvero, sia i reg Genova/Milano/Genova utilizzati dai pendolari, sia i regionali liguri che la mattina presto conducono dalle 2 riviere o dalla Valpolcevera alle stazioni di Genova Brignole e Genova PP dove i pendolari interscambiano con gli IC Genova/Milano, sia i regionali liguri che la sera (fascia 20-22) partono da Genova Brignole o Genova PP verso le due riviere o verso la Valpolcevera.

sabato 20 novembre 2010

La manovra toglie risorse al trasporto pubblico: un grave errore strategico che costerà più dei risparmi

La Regione Liguria ha annunciato che, a seguito della manovra di Tremonti, al trasporto pubblico locale verranno a mancare ben 38 milioni di euro, rendendo impossibile il mantenimento dell’attuale livello di servizio. Si profilano tagli ai treni e aumenti tariffari, con pesanti ricadute sui cittadini che vedranno diminuire l’offerta di trasporto pubblico.
Questo, oltre ad essere un problema di natura sociale, è anche una scelta economica sbagliata perché induce i cittadini a servirsi del trasporto individuale, provocando per gli Enti Locali costi sociali maggiori dei risparmi realizzati tagliando il servizio: inquinamento e relative malattie, incidenti (morti, feriti, invalidi), mancato sviluppo economico (disoccupazione).
Da qui, la nostra proposta, semplice e netta: quando c’è la crisi economica, privilegiare il trasporto pubblico non è solo necessario, ma è vantaggioso in termini economici per il pubblico ma anche per i privati cittadini.

La mobilità è una componente essenziale della vita dei cittadini, percepita sempre di più come un diritto essenziale poiché amplia le possibilità e le occasioni di crescita economica e culturale. Ogni giorno sono 15 milioni coloro che utilizzano bus, metrò, tram e treni.

Il Paese è però ancora fortemente tarato sull’uso del veicolo privato, che resta il mezzo di trasporto preferito nonostante i costi elevati (circa il quadruplo rispetto ai mezzi pubblici) e la sempre decrescente efficacia in termini di costi/benefici (costi vivi di esercizio, aumento della congestione, difficoltà di parcheggio, incidentalità, ecc.).

Recenti ricerche dimostrano del resto come una fetta consistente di automobilisti utilizzerebbe i mezzi pubblici se rispondessero alle loro esigenze. Molti sono anche coloro che non hanno alternative all’auto perché abitano in zone di nuova urbanizzazione dove non si è pensato, a tempo debito, di pianificare la mobilità in modo adeguato.

Le politiche inerenti la mobilità devono tuttavia tenere conto di tutte le ricadute che le scelte fatte in questo campo avranno sui cittadini, con l’obiettivo di un impiego ottimale delle risorse economiche a disposizione. La trasformazione degli attuali modi di produzione e di consumo verso modelli che traguardano una società più equa richiede la trasparenza dei loro costi indotti sulla collettività, e in particolare di quelli esterni.

I costi esterni ricadono sulla collettività e non sono sostenuti da chi li ha generati.Ad esempio, i costi sociali dovuti a incidenti (5000 morti/anno in Italia), invalidità, malattie da inquinamento (8000 morti/anno in Italia, fonte OMS), sono quantificati nel 2% di PIL all’anno, e questa somma, se risparmiata sui capitoli di spesa sanitaria, sarebbe più che sufficiente a dotare il Paese di mezzi di trasporto collettivi sicuri ed efficienti.

Purtroppo, invece che curare le cause si preferisce spesso mitigare gli effetti negativi provocati dall’attuale modello di mobilità (fondato sull’uso dell’auto privata), ottenendo scarsi risultati.
Indubbiamente c’è un problema culturale, poiché da noi negli anni si è veicolata ed imposta, tramite una pubblicità martellante, una falsa idea di libertà e modernità dello stile di vita basato sull’auto.

Questo modello artificialmente imposto dal marketing a partire dagli anni ormai lontani del boom economico, sta tuttavia sempre di più mostrando i suoi limiti e prova ne sono le dosi sempre più massicce di pubblicità per la vendita di auto che ci vengono quotidianamente somministrate, a fronte di un ormai strutturale calo delle vendite (-18,89% a ottobre in Italia, il calo più forte da 12 anni a oggi).

Comincia a prendere piede l’idea che uno stile di vita desiderabile non comporti automaticamente il possesso di auto sempre più grandi e potenti, che hanno a disposizione strade libere solo negli spot, quanto piuttosto l’adozione di quei sistemi di trasporto che soddisfano le nostre necessità nel più breve tempo possibile e con il minor costo possibile per l’ambiente e la salute, oltre che per le nostre tasche.

Adottare uno stile di vita alternativo a quello automobile-centrico significa ad esempio accompagnare a piedi i figli a scuola, e aver l’occasione di parlare con loro senza essere distratti dalla guida, o perdere meno tempo in coda a patto di avere a disposizione forme di spostamento rapido come il metrò e le tramvie veloci, di poter usare in sicurezza la bici e occupare gli spazi pubblici occupati dall’auto per il gioco e la vita sociale.

La mobilità del futuro sarà sempre più fatta di soluzioni flessibili, tagliate sulle esigenze del momento, che evitino l’inutile consumo di territorio di un sistema basato su auto di proprietà che rimangono ferme in parcheggio per il 90% del tempo. A Milano le auto occupano uno spazio pari a 2.250 campi da calcio. Siamo secondi solo agli USA per n° di auto, ossia 600 ogni mille abitanti.
A sorpresa però una delle aree urbane con il più basso tasso di motorizzazione del mondo è Manhattan: 13 auto ogni 100 abitanti. Come a dire che a redditi elevati non necessariamente corrisponde un livello elevato di motorizzazione, anzi. Il Sindaco di New York Bloomberg spesso va al lavoro in metropolitana.

La sfida consiste nell’ impostare una nuova politica della mobilità smitizzando l’uso del mezzo privato quale simbolo di libertà, dato che specie nelle grandi concentrazioni urbane l’eccessivo utilizzo dell’auto porta e porterà sempre di più alla paralisi della mobilità stessa.

Occorre passare dalla monocultura dell’auto alla multi modalità, usando con intelligenza un mix di mezzi messo a nostra disposizione, ma non necessariamente di proprietà. Il car-sharing che si sta diffondendo con successo a Genova ne è un esempio efficace.

Per fare questo occorre avere il coraggio di andare contro i luoghi comuni e i modelli cristallizzati su comportamenti che hanno ormai fatto il loro tempo per chiedere alla politica di compiere delle scelte davvero innovative, capaci di delineare un modello di sviluppo diverso e migliore, questo, sì, moderno e proiettato verso un futuro sostenibile e in grado di aprire una fase di reale e consistente sviluppo economico.

Le forze politiche che hanno davvero a cuore il miglioramento della qualità della vita dei cittadini dovrebbero io credo impegnarsi con forza a perseguire tali obiettivi con coraggio e con determinazione, non temendo di sfidare vecchi luoghi comuni per non scontentare questa o quella categoria.

Una scelta chiara sarebbe, ad esempio, dire che le corsie gialle per gli autobus sono necessarie perché aumentando la velocità commerciale dei mezzi si riducono i costi e quindi si riduce la necessità di ricorrere ai tagli del servizio. Un’altra scelta chiara sarebbe, ad esempio, dire che si possono fare corsie per pedoni e biciclette invece che posteggi per auto. Messaggi chiari, in grado di far capire alla gente cosa la politica voglia fare di concreto.

Così come molte volte è accaduto, l’iniziale diffidenza verso il cambiamento si può trasformare in condivisione e apprezzamento se le proposte sono fondate sull’analisi attenta della realtà e sono quindi realizzate con coerenza ed efficacia, portando tangibili miglioramenti nella vita delle persone.

Ecco alcune altre proposte sulle quali dovremmo chiamare la politica ad impegnarsi da subito:

  • Dare agli Enti Locali le risorse necessarie per impostare una seria politica della mobilità;
  • Finanziare il rinnovo dei parco mezzi per garantire più affidabilità, confort e inquinare meno;
  • Favorire l’ingresso di operatori privati italiani e stranieri e le iniziative di partnership o di aggregazione tra operatori sia ferroviari che automobilistici;
  • Ampliare il territorio di competenza su cui erogare il servizio integrato di TPL per migliorare le economie di scala delle Aziende ed avere, sempre nell’ambito della concorrenza per il mercato, una maggiore efficienza ed economicità;
  • Estendere i sistemi tariffari integrati regionali, che permettono ai viaggiatori di usare i diversi mezzi di trasporto della regione con lo stesso titolo di viaggio;
  • Favorire il coinvolgimento degli utenti nell’organizzazione del servizio di TPL.

E’ importante inoltre che venga al più presto delineato il Piano Regionale dei Trasporti e prenda il via l’Agenzia Regionale quale organismo di indirizzo e coordinamento per tutte le realtà operanti nel campo della mobilità.

In conclusione, scegliere di investire sulla mobilità pubblica non è da considerarsi un costo, ma un vero e proprio investimento che, se ben attuato, produrrà risparmi (minori costi sociali) e una migliore qualità della vita per tutti noi. Ecco perchè tagliare il TPL non è affatto un risparmio e di questo dobbiamo essere ben consapevoli, per non farci prendere per il naso.

lunedì 15 novembre 2010

Regionale 24482: disservizi anche gravi dovuti all’affollamento. Alcuni pendolari restano a terra, altri rischiano di restare intrappolati nelle porte

Sono già diversi giorni, per non dire settimane, che la nostra mail riceve reclami e segnalazioni circa il treno regionale 24482 in servizio la mattina tra Sarzana e Savona.Trattasi di un treno molto frequentato dai pendolari del Levante ma che ultimamente “soffre” di gravi disservizi: carrozze chiuse, problemi alle porte, climatizzazione guasta. Il sovraffollamento, oltre al comprensibile disagio, rischia di causare veri e propri incidenti, e di questo sono testimonianza alcune mail come queste, giunte stamani (15 novembre) e tutte concordanti sulla stessa versione dei fatti:
  1. “scrivo per segnalare il gravissimo disservizio occorso questa mattina sul regionale 24482 Sarzana-Savona: non si poteva usufruire dell’ultima carrozza, ormai sistematicamente chiusa nonostante il gran numero di pendolari, ma anche accedere alla penultima presentava notevoli rischi.Innanzitutto le porte erano bloccate e per salire si doveva accedere dal vagone vicino inoltre, alla stazione di Rapallo, il capotreno incurante del fatto che ci fosse ancora ressa alle porte ha avviato la chiusura delle stesse rischiando di ferire quanti ancora tentavano di salire.Risultato…… alcuni passeggeri sono stati quasi stritolati (sono riusciti a salire mentre altri cercavano di tenere aperte le porte) ed altri sono rimasti a terra; la stessa scena si è ripetuta alla stazione di Santa Margherita Ligure.(…)Qui non si parla di ritardi, vagoni fatiscenti, mancanza di informazioni e soprattutto di rispetto per gli utenti, (tutti argomenti su cui volendo potremmo soffermarci per giorni), qui è la sicurezza stessa dei viaggiatori ad essere a rischio e su questa non credo si possa sorvolare…"
  2. "questa mattina abbiamo toccato il fondo. Il treno 24482 (Sarzana-Savona) è arrivato alla stazione di Rapallo con l’ultimo vagone totalmente chiuso ed il penultimo illuminato, quindi accessibile ma con le porte che non si aprivano.Il tempo di capire …. E ci siamo spostati di un vagone per salire, a questo punto il capotreno ha pensato bene di fischiare e chiudere le porte per far partire il treno. Alcuni passeggeri sono rimasti a terra, altri, tra cui la sottoscritta, tentava di liberare le persone incastrate nelle porte per evitare che venissero trascinate. Ho percorso tutto il treno per arrivare al capotreno e spiegare l’accaduto, ma non Vi riporto le risposte ….A Principe sale una collega a cui spiego l’accaduto e nota che non sono stati tolti dei blocchi; chiama subito il collega per dire come abbiano potuto far partire da Sarzana un treno in queste condizioni a discapito della sicurezza dei passeggeri. Per non parlare poi del caldo torrido sempre e solo delle ultime carrozze che peraltro sono già sovraffollate!!!! Non ne possiamo più, pensavo di fare un esposto alla Procura."
  3. "Approfitto di questa mail per segnalare ancora un disservizio, questa volta molto grave, sul regionale 24482 Sarzana-Savona. Anche stamattina è arrivato con le ultime 2 carrozza chiuse ma nella penultima era possibile sedersi perchè "aperta" dall'interno, però a Rapallo il personale che "gestisce" il treno non ha permesso a tutte le persone che erano a terra di salire chiudendo ripetutamente le porte che alcuni passeggeri tentavano di tener aperte per permettere la salita a tutti i pendolari. Inoltre a Santa Margherita per lo stesso problema una persona ha rischiato di rimanere tra le porte e soprattutto di venir trascinata perchè il treno era ormai in movimento. Tralascio il piccolo dettaglio del caldo torrido dell'ultima carrozza....sta diventando insostenibile viaggiare in questo modo. Vorrei sottolineare che quando c'è il cambio di personale a Genova-Principe tutto ritorna normale ovvero tutte le porte si aprono e soprattutto riescono a regolare la temperatura…Cosa dobbiamo fare per farci rispettare come persone e pendolari?!?!?"

Anche noi ce lo chiediamo, e chiediamo in primis l’immediato ripristino della composizione di tutte le carrozze del treno 24482, che è sempre pieno di persone e per questo deve garantire la completa disponibilità dei posti.

Chiediamo all’Assessore Vesco di farsi portavoce presso Trenitalia per scongiurare questo disservizio e per verificare che tutte le misure di sicurezza siano correttamente adottate ove salvaguardare l’incolumità dei passeggeri.

domenica 14 novembre 2010

APPELLO A TUTTI I PENDOLARI ITALIANI: FIRMATE LA PETIZIONE E DIFFONDETELA

Basta qualche minuto del vostro tempo, è importante!
FIRMATE LA PETIZIONE ON LINE
http://patto.ilpendolare.com/

VOGLIONO FAR PAGARE LA MANOVRA ECONOMICA AI PENDOLARI CON AUMENTI TARIFFARI FINO AL 30% E TAGLI FINO AL 20%
Alcune regioni, come la Lombardia, prevedono già l'arrivo di forti incrementi tariffari (20-25%), altre, come la Liguria hanno in programma un aumento del 5% per il 2011, ma alla luce di questo emendamento e dei tagli ai trasferimenti dallo stato alle regioni, dobbiamo aspettarci rincari maggiori?

MA NON SI RIDUCONO GLI SPRECHI E LE RENDITE DI POSIZIONE:
Si tagliano le risorse agli Enti Locali, ma aumentano a dismisura le spese dei Ministeri!

Aumenti tariffari e tagli riguardano TUTTI i trasporti pubblici
(BUS URBANI ED EXTRAURBANI, METRO, TRAM, TRENI) LA COSA RIGUARDA TUTTE LE REGIONI, LE PROVINCIE E I COMUNI: NESSUNO SI SENTA AL RIPARO DA QUESTA FOLLIA

Da questi aumenti non si avrà alcun beneficio, perché i nostri soldi verranno dispersi e il dissesto economico del trasporto pubblico peggiorerà.
OCCORRONO NUOVE RISORSE PER ASSICURARE IL FUNZIONAMENTO DEL TRASPORTO PUBBLICO I MODI PER TROVARE NUOVE RISORSE CI SONO, MA TOCCANO LE LOBBIES DI POTERE

TUTTI POSSONO E DEVONO ATTIVARSI NON ACCETTATE QUESTA NUOVA RUBERIA FIRMATE LA PETIZIONE ON LINE http://patto.ilpendolare.com/
Fate girare questa mail presso tutti i vostri contatti, amici, conoscenti, Facebook

Maxiemendamento del governo alla finanziaria: oltre ai tagli al programma di esercizio di treni e bus anche forti incrementi tariffari

da GenovaMilano Newsletter

Non solo tagli al trasporto pubblico locale, ma anche incrementi tariffari.
Sono in arrivo infatti possibili consistenti aumenti dei biglietti e degli abbonamenti per i treni regionali.
Nel maxi-emendamento presentato mercoledì dal governo alla Finanziaria è previsto, infatti, di destinare alcuni fondi già stanziati per le ferrovie e il trasporto pubblico locale al «sostentamento dei costi relativi al materiale rotabile per le regioni a statuto ordinario».
Tra i criteri previsti per l'assegnazione dei fondi, oltre agli investimenti e alla razionalizzazione dei servizi (leggi tagli), c'è anche quello relativo ad «aumenti tariffari negli esercizi 2010 e 2011 da cui risulti l'incremento del rapporto tra ricavi da traffico e corrispettivi».
Alcune regioni, come la Lombardia, prevedono già l'arrivo di forti incrementi tariffari (20-25%), altre, come la Liguria avevano in programma un aumento per il 2010 del 5%, alla luce di questo emendamento e ai tagli ai trasferimenti dallo stato alle regioni, dobbiamo aspettarci rincari maggiori?
Tra qualche settimana potremo trovarci ad avere meno treni in esercizio e tariffe aumentate considerevolmente.
Lo Stato e le Regioni vogliono dissuadere dall'utilizzare il trasporto pubblico?
Vogliamo città più inquinate?
L'Italia vuole pagare multe comunitarie per lo sforamento di emissioni di gas serra?
In tutta Europa si sta incentivando il trasporto pubblico, l'Italia vuole invece lanciare l'ennesima ciambella di salvataggio all'industria dell'auto?

giovedì 11 novembre 2010

Liberalizzazione?

Trenitalia si oppone a che Arenaways, una compagnia concorrente, effettui fermate intermedie tra Torino e Milano. E la concorrenza, che lo stesso Moretti dichiarava di non temere? Quando usciremo da medioevo, per entrare in Europa?
Una doccia fredda: a poche ore dalla presentazione del nuovo treno ai giornalisti, fissata per oggi, e a pochi giorni dall’apertura del servizio al pubblico prevista da lunedì 15 novembre.Ieri l’«Urs», acronimo che indica l’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, ha cassato l’impianto del servizio di trasporto passeggeri allestito sulla tratta Torino-Milano da «Arenaways», la prima azienda privata che vuole spezzare il monopolio delle Ferrovie. La bocciatura è contenuta in una nota diffusa via fax a tarda sera. In sintesi, le tracce ferroviarie richieste dal concorrente privato devono essere limitate solo ai capoluoghi di Regione: Torino e, appunto, Milano. «Lo svolgimento del servizio di trasporto passeggeri richiesto da Arenaways ha carattere “regionale” e compromette l’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico in termini di redditività dell’impresa ferroviaria Trenitalia, titolare dei contratti con le Regioni Piemonte e Lombardia», si legge nel documento. Da qui le limitazioni delle tracce solo a Torino e a Milano, saltando le fermate intermedie. E ancora: «Si dispone quanto sopra affinchè il servizio richiesto da Arenaways non abbia carattere “regionale” ma sia un servizio cosiddetto “a media e lunga percorrenza”, senza interferenza alcuna con i servizi per i quali è previsto un contributo pubblico». Conclusione: «Le parti possono richiedere il riesame della decisione a seguito di stipula del “contratto di servizio ponte” tra Trenitalia e la Regione Piemonte».Una presa di posizione destinata a suscitare nuove rimostranze da parte di «Arenaways», reduce da molti battibecchi con Fs e ormai convinta di avere le carte in regola per debuttare: domani saranno messi in vendita i biglietti.

mercoledì 10 novembre 2010

L'operazione bonus slitta a venerdì 12 novembre

Le biglietterie genovesi e liguri saranno operative per rilasciare i bonus a partire da venerdì

Nonostante quanto comunicato dalla regione Liguria (data inizio 10 novembre) stamane le biglietterie genovesi non erano ancora abilitate a rilasciare i bonus agli abbonati. Ciò a causa di un ritardo nella ricezione della normativa (arrivata solo oggi alle 12.00) e alla necessaria istruzione del personale.
Ci è stato assicurato che tutte le biglietterie genovesi e liguri saranno abilitate a rilasciare i bonus a partire da venerdì.
Per non intasare le biglietterie con code consigliamo agli abbonati di scaricare e compilare i moduli precedentemente. In questo modo le procedure saranno più veloci.

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moduli bonus

Poichè risulta piuttosto complesso trovare il modulo on line vi allego il link per poterlo scaricare:
BONUS

domenica 7 novembre 2010

Bonus abbonati: ecco le modalità per l'ottenimento

venerdì 29/10 u.s. la Giunta Regionale ha approvato la delibera con la quale si stabiliscono le modalità e i criteri per l'ottenimento del bonus.

Beneficiari:

  • Titolari di abbonamento a tariffa 40/9/A o 40/9/B.
  • Titolari residenti in Liguria di abbonamento mensile o annuale con applicazione sovraregionale della tariffa 40, con origine o destinazione in Liguria.

Sconto del 10% sul rinnovo dell'abbonamento annuale

Condizioni: possesso di 4 abbonamenti mensili del 2009 o di abbonamento annuale con decorrenza nel 2009.
Tempi: dal 10 novembre 2010
Modalità: il titolare munito di documento d'identità valido dovrà presentare, presso una biglietteria Trenitalia posta sul territorio regionale, apposita domanda corredata in originale dei 4 abbonamenti mensili o dell’abbonamento annuale e della relativa fotocopia.
La biglietteria sconta il 10% del prezzo dell'abbonamento 2010 all’atto del rinnovo, oppure rimborsa il 10% del prezzo dell'abbonamento 2010, se già acquistato.

Abbonamento mensile gratuito per dicembre 2010

Condizioni: possesso di 4 abbonamenti mensili del 2009 o di abbonamento annuale con decorrenza nel 2009.
Tempi: dal 10 novembre 2010
Modalità: il titolare munito dl documento d'identità valido dovrà presentare, presso una biglietteria Trenitalia posta sul territorio regionale, apposita domanda corredata in originale dei 4 abbonamenti mensili o dell’abbonamento annuale e della relativa fotocopia. La biglietteria rilascia l‘abbonamento gratuito per il mese di dicembre 2010.

Il modulo di domanda può essere ritirato in biglietteria o scaricato dai siti della Regione Liguria o di Trenitalia.

Alla presentazione degli abbonamenti mensili o dell'abbonamento annuale, e delle relative fotocopie, il personale della biglietteria accerterà la conformità della fotocopia con gli originali, che restituirà al titolare. (Nota: questo serve, o meglio serviva, per consentire di chiedere anche la detrazione fiscale prevista nella Finanziaria 2008 dall'allora governo Prodi per gli abbonati dei mezzi pubblici, detrazione non rinnovata ahimè dall'attuale governo. Ora tanto varrebbe consegnare direttamente gli originali, per semplificare le cose...).


Per raggiungere i 4 abbonamenti mensili richiesti non concorrono il mensile o i mensili gratuiti fruiti nel 2009.


Qualora i mensili risultino di tariffa o chilometraggio diverso l'utente può richiedere a scelta un abbonamento uguale ad uno di quelli presentati. Se l'utente richiede un abbonamento a tariffa o chilometraggio maggiore di quelli presentati deve produrre una copia dell’abbonamento del mese precedente al fine di attestare la necessità di cambiamento.

Considerata l'alta affluenza in biglietteria nei giorni di fine e inizio mese, in corrispondenza con il rinnovo degli abbonamenti, si raccomanda di richiedere il bonus con sufficiente anticipo rispetto all’inizio di validità. A tale scopo si applica la deroga all'anticipo massimo di 7 giorni per il rilascio degli abbonamenti.

L’iniziativa ha termine il 31 dicembre 2010.

Si raccomanda come di consueto a Trenitalia di dare ampia visibilità e pubblicità all'iniziativa presso gli utenti tramite locandine affisse in stazione e annunci sonori, così come è avvenuto gli scorsi anni.

venerdì 5 novembre 2010

Il giallo: Bordighera - I terreni franati sono delle Ferrovie?

Bordighera (Imperia) - Si infittisce il mistero sulla proprietà delle aree attorno alla linea ferroviaria franata su un treno in transito.
Il quotidiano Il Secolo XIX pubblica oggi un articolo in cui sarebbe stato accertato che le aree "incriminate" sarebbero di proprietà delle stesse Ferrovie e non di un imprenditore privato. I mappali controllati dai giornalisti del Decimonono parlerebbero chiaro: solo una parte esigua del terreno franato appartiene ad un soggetto diverso dalle Ferrovie Italiane. Un particolare importante per lo sviluppo delle indagini e per l´attribuzione delle responsabilità mentre l´assessore regionale ai trasporti, Enrico Vesco, chiede l´accelerazione dei lavori per far ripartire al più presto la linea Torino-Ventimiglia. Intanto c´è attesa per i primi avvisi di garanzia per disastro ferroviario colposo e per lesioni personali gravi.

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