domenica 31 agosto 2008

Obliteratrici rotte? Viaggiatori sequestrati e multati

Un altro incredibile episodio, riportato da un quotidiano oggi, domenica 31 agosto, costituisce un ennesimo esempio di come un servizio pubblico possa essere mal gestito e quanto regole assurde e ancora più assurde loro applicazioni possano trasformare le vittime dei disservizi in colpevoli, che dopo aver pagato il biglietto devono anche pagare una multa.

I fatti: nella stazione di Sarzana l’obliteratrice è rotta già da diversi giorni. Il personale della stazione ne è al corrente, e rassicura i viaggiatori dicendo che anche i controllori sono avvisati. Tutto bene, fino a che accade che un controllore, evidentemente non informato, di fronte ai biglietti non timbrati esige multe da 50 euro, come prevede il nuovo, famigerato regolamento. A nulla valgono le rimostranze e le spiegazioni dei passeggeri, e non serve chiedere al controllore di controllare (è il caso di dire) telefonando alla stazione di Sarzana, perché si rifiuta e rifiuta anche di dare il numero ai passeggeri perché chiamino di tasca loro. E’ irremovibile, vuole i documenti e si accinge a elevare delle multe a tutti, blindando il treno per evitare fughe.

Trenitalia si è scusata per il comportamento, promette che non verranno elevate multe anche a coloro che hanno fornito i documenti, ma certo è un episodio sgradevole e che non getta buona luce sull’accoglienza turistica della nostra regione. Del resto, anche multare famiglie intere di stranieri che non avevano obliterato il biglietto, servendosi addirittura di moduli prestampati in lingue varie, non sembra essere un normale servizio di controlleria. Non sarebbe meglio che i cartelli in lingua straniera fossero messi, ben in vista, nelle stazioni, invece che lasciarle in abbandono? Sarebbe un servizio utile di informazione, non possiamo pretendere che tutti sappiano i nostri usi e costumi in fatto di biglietti. All’estero vi sono paesi dove non occorre obliterare, così come a volte vi sono tornelli tipo metrò che “obbligano” invece a passare il biglietto e non lasciano dubbi sulla necessità di obliterarlo, appunto.

Di certo, questi episodi, che ormai si ripetono con eccessiva frequenza, danneggiano in modo considerevole il turismo, che è una voce così importante per la nostra regione, e questo non può lasciare indifferente tutti gli enti preposti alla sua tutela e valorizzazione, a cominciare dai Comuni fino alle Provincie, e alla Regione: il trasporto pubblico ferroviario non è una variabile indipendente dello sviluppo turistico, e anche per questo motivo non si può lasciare che la sua gestione e i relativi regolamenti nei confronti egli utenti siano ad esclusiva discrezione di chi eroga il servizio, ma vanno al più presto integrati nel Contratto di Servizio, con paletti severi e multe altissime in caso di inottemperanza.

E per finire, quando il nostro paese sarà un paese normale, dove i furbi e i portoghesi sono multati, mentre le persone oneste non avranno nulla da temere? Oggi, purtroppo non è così, sarà per questo che i furbi aumentano, e vessano sempre più gli onesti? Dobbiamo ammettere che chi è forte vince, ed è tutelato, mentre chi è debole o semplicemente segue le regole viene penalizzato?

venerdì 29 agosto 2008

21205 chi l'ha visto

Arrivo bello fresco in stazione dopo aver corso dal lavoro per prendere il treno delle 13.20 che mi avrebbe portato a Sestri Levante. Entro in stazione alle 13.10. Leggo il tabellone: non c'è....Un annucio, un cartello! Niente!!! Treno sparito, scomparso. Complimenti!
Mi fiondo, si fa per dire, sul 13.49, ovviamente colmo di gente. Dato che alla fine stavo soffocando dal caldo mi sono accorto di alcune cosette.
Mettendo la testa fuori dal finestrino a Lavagna ho notato come il controllore non sia neppure sceso per controllare se tutte le persone fossero sbarcate. Ha guardato dal fiestrino del locomotore, poi pronti via. Mah...Però era tutto dritto, in fin dei conti io dall'ultima carrozza vedevo lui. A Cavi di Lavagna medesima scena.....Solo che lì si era in curva.....Fino a quando non accade qualcosa di grave si andrà avanti sperando in Dio? Bel modo di condurre i treni!

Cronache di ordinaria insicurezza

Cronaca di un viaggiatore del 27 agosto u.s.:
All’altezza di Moneglia, chi viaggiava sulla prima carrozza ma non solo, ha sentito un gran frastuono e colpi sotto il pavimento (come se si trattasse di ostacoli presenti sulla linea) , talmente violenti che tutti siamo sobbalzati temendo un deragliamento ( in prima istanza non si riesce mai ad inquadrare correttamente il problema) ; successivamente siamo riusciti a giungere a Sestri Lev. dove il treno si e’ fermato ed il capotreno , con il macchinista [ che nel frattempo aveva raccattato pezzi del locomotore (un pezzo di isolatore spezzato ed una matassa di avvolgimento in rame) in coda al treno] hanno dichiarato “defunto” il treno travasandoci sul I.C. 654.
Oggi (28 agosto, ndr), sempre 11258 , a Levanto , nel corso della regolare sosta , scende il macchinista e rileva fumo e puzza di bruciato dal locomotore ( il viaggio , comunque , e’ proseguito regolarmente).
La riflessione finale a tutti questi episodi e’ solo una : TRENITALIA sta attendendo , inerme , che si verifichi l’irreparabile oppure c’e’ da sperare in una ripresa con maggiori garanzie sulla sicurezza del viaggiatore ?

Le macchinette

Vorrei segnalarvi che sul Nuovo Levante di oggi si parla di questo problema. Personalmente avevo già scritto un pezzo sul degrado quasi un anno fa sempre sullo stesso settimanale. Ho ripreso l'argomento in piena estate. Quello che è accaduto oggi è solo conseguenza di una gestione meramente numerica delle FS.
Mi sono chiesto. E se i malviventi fossero stati ancora nei paraggi? Oltre a non poter prelevare un biglietto, ho rischiato anche altro.
Ma le telecamere di sorveglianza funzioneranno?? Ovviamente si saranno messe ad andare giusto quando ero con la testa nella macchinetta per controllare secondo le richieste dell'operatore della Polfer. Ah propoisto. A quest'ultimo ho chiesto come dovessi fare se fossi voluto salire su un convoglio "lo dica al controllore, tanto saprà già tutto". Certo come no!

C'è un'altra idea che vorrei lanciare e che francamente non so se sia già stata sviscerata.
Perchè Trenitalia non mette le obliteratrici sui treni??? O meglio, io a Battipaglia su un treno fs (tratta Salerno - Battipaglia) ho timbrato in vagone....Sonia non so se hai fatto bene a darmi il permesso di parlare!! Perchè me ne vengono in mente troppe!!!

giovedì 28 agosto 2008

Il degrado delle stazioni: Riva Trigoso in mano ai vandali


Un amico di Riva Trigoso ci scrive che ieri sera è andato in stazione per acquistare un abbonamento dalla portentosa emettritrice automatica. Ecco cosa la descrizione dell'episodio: "Arrivo e la trovo tutto aperta, come da foto. Oh belin! Prendo il telefono e chiamo la polizia, mi passano dopo 800 squilli la polfer di Genova. Mi dicono che probabilmente è stata scassinata in un minuto e mezzo come Moneglia e Riomaggiore (inutile dirti che sentivo l'operatore malissimo). Mi ha chiesto di controllare se ci fossero soldi e biglietti, perchè non poteva passare nessuno. Gli ho risposto che non mi pareva normale chiederlo a me........Come siamo ridotti."

Questo lo stato delle stazioni...alla faccia del turismo e della relativa economia, oltre che naturalmente alla faccia nostra di onesti pendolari!!!

lunedì 18 agosto 2008

Sicurezza nelle stazioni? Forse a colpi di borsetta: a Genova al posto della Polfer vogliono mettere le boutiques

La funzionalità dei presidi della Polizia Ferroviaria presenti presso le due stazioni principali di Genova è seriamente messa in discussione dai progetti che Trenitalia vorrebbe mettere in cantiere nei prossimi tempi.

Ancora una volta le politiche sulla sicurezza fatte a colpi di slogan mediatici evidenziano limiti che si ripercuotono su chi deve contare su una sicurezza seria, concreta e reale: i cittadini.

Da una parte si cerca di rassicurare l’opinione pubblica con pesanti campagne di propaganda mediatica e poi dalla Stazione di Genova Principe c’è chi pensa di far scomparire alla vista degli utenti il Posto di Polizia.

Infatti il progetto di Trenitalia ne prevede lo spostamento in un’area non appetibile alle grandi catene commerciali, ovvero nei meandri della stazione stessa, distanti dai binari, distanti dai passeggeri, distanti da dove si potrebbe perpetrare un reato….

Non meno rilevanti i problemi che stanno per arrivare per il Posto di Polizia della Stazione di Brignole. Anche in questo caso si prevede lo spostamento dell’attuale collocazione. In questo caso, anche se il presidio dovrebbe restare in prossimità dei binari ferroviari, la scelta logistica è a dir poco imbarazzante vista la scelta di locali che si sviluppano verticalmente su più piani, senza rispettare le esigenze operative specifiche dell’attività di polizia prevista.

Il tema della sicurezza riveste una importanza fondamentale per gli utenti del servizio di trasporto ferroviario, tanto che più volte è stato auspicato un maggior controllo a bordo treno così come nelle stazioni, spesso oggetti di vandalismi. I progetti di spostamento dei presidi della Polfer non sembrano andare nella direzione auspicata, poiché tali presidi risulterebbero di difficile reperimento con conseguente aumento dell’insicurezza nei punti nevralgici della stazione.

Il Compartimento Polfer di Genova è stato già sollecitato dal Silp per un intervento deciso sul Dipartimento della P.S. ma al momento i risultati non sembrano arrivare.

Si richiede a questo punto un incontro urgente con la dirigenza Trenitalia allo scopo di analizzare compiutamente le problematiche sollevate, e per ricercare soluzioni condivise che tengano conto dell’assoluta priorità di garantire la sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori negli scali ferroviari genovesi.

Genova, 18 agosto 2008


Il Segr.Gen.Prov.
SILP-CGIL
Roberto Traverso

La Presidente Regionale
Federconsumatori
Carmela Minniti

La Portavoce del Coordinamento dei Pendolari Liguri
Sonia Zarino

domenica 17 agosto 2008

La "determinazione" di Trenitalia

La determinazione di Trenitalia non si manifesta solo con le raffiche di licenziamenti del proprio personale, ma anche nei confronti della clientela. Dall'articolo di Maurizio Maggiani “Consumiamoli tutti”, ovvero come perdere i turisti per pura avidità, pubblicato sul Secolo XIX di domenica 17 agosto:

Sui treni locali che servono la linea La Spezia Genova, affollatissimi nel periodo estivo, ho notato più volte saltellare senza posa tra la calca dei passeggeri un solertissimo conduttore che ha sviluppato un sistema di controllo dei “documenti di viaggio”, dei biglietti, altamente selettivo. Munito di un frasario essenziale in perfetto inglese e dell’ausilio di foglietti esplicativi in varie lingue, esercita la sua implacabile autorità esclusivamente sui turisti stranieri, preferibilmente asiatici e tedeschi, non abituati ad obliterare i loro biglietti nelle apposite macchinette perché ignote nei loro Paesi di origine, e perché in stazione, accalcati a prendere il treno per il mare, non hanno forse il tempo e lo spirito di iniziativa di leggersi gli avvisi dell’azienda. Minacciando l’immediata espulsione dal convoglio - non sono riuscito a capire se alla fermata successiva o più appropriatamente con il treno in corsa - si fa versare 50 euro di multa cadauno. Ci sono famiglie di 4 persone che ci lasciano 200 euro di multa per 8 euro di biglietti non obliterati; famiglie che se viaggiano nei carri bestiame non devono per questo essere composte da miliardari stravaganti. Con giusto orgoglio il dipendente modello delle Ferrovie ha proclamato agli amici che in alta stagione tira su dai 700 agli 800 euro di extra, ricavati dalla legittima percentuale che l’azienda gli versa. Nessuna pietà dunque, nessuna attenuante, nessuna umanità, solo avidità, che ignoro sia generata nel conduttore per naturale disposizione, o solo dopo un corso di specializzazione a cura della sua azienda; la quale azienda

ignora l’esistenza stessa di uno stile di comportamento che non sia vessatorio in ogni possibile modo e grado nei confronti della sua spettabile clientela.

Simile notizia è stata data sabato 16 agosto su una TV locale.

Non importa se il danno che quelle multe fanno è superiore all'incasso che apportano. Pochi, maledetti e subito.

Licenziato per aver "screditato" Trenitalia

La vicenda di Dante De Angelis, leader storico dei macchinisti e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che mette in guardia sulle condizioni dei convogli Fs e viene licenziato a Ferragosto per le dichiarazioni rese alla stampa, è il nuovo episodio sul quale ci troviamo oggi a riflettere.
Come passeggeri, oltre che come cittadini, ci chiediamo quali siano davvero le condizioni di sicurezza in cui ogni giorno viaggiamo, e se non abbiamo il diritto di essere informati compiutamente degli eventuali rischi che comporta viaggiare in treno. Ci possiamo davvero fidare delle statistiche secondo le quali le ferrovie italiane sono tra le più sicure del mondo?

Su “La Stampa” di oggi, 17 agosto, vi è un articolo sulla “Guerra dell’alta velocità” dove si descrive un Moretti (AD del gruppo FS) ossessionato dallo spettro della concorrenza dei privati e quindi impegnato in una politica di rigore che prevede il pugno di ferro contro “fannulloni” e “disfattisti”: dopo gli anni del lassismo e dello sbrago, il nuovo corso impone lo stile “legge e ordine” per rinserrare i ranghi e preparare le falangi allo scontro con le truppe dei Montezemoli e, ben nascoste nelle diverse cordate, dei cugini d’oltralpe SNCF e Deutsche Bahn.
Certo, viene da dire che quando i buoi sono scappati, si chiudono le stalle, che questi provvedimenti suonano come le grida manzoniane e che, molto probabilmente, sortiranno gli stessi effetti.
E’ abbastanza triste, sia detto per inciso, vedere come uno dei settori più strategici per il nostro Paese (come e più dell’iperprotetta Alitalia) stia finendo al centro di una lotta di potere per accaparrarsene le spoglie: dopo essere stato per anni utilizzato come serbatoio di consensi elettorali, ed essendo ormai scoppiato ed ipertrofico, il trasporto ferroviario è un vascello alla deriva. Moretti è nella ridotta e combatte strenuamente per salvare il salvabile (così almeno è convinto di fare), non esitando ad utilizzare il metodo della decimazione (colpirne uno per educarne 100), che tuttavia non servirà a ridare il morale a truppe rese esangui da gestioni che ne hanno mortificato la professionalità e premiato il clientelismo.
E' triste anche vedere come più nessuno (e meno che mai la sua dirigenza) crede nell'unica missione che davvero potrebbe salvare Trenitalia dal suo lento declino, ossia quella di tornare ad essere un'azienda al servizio dei cittadini, così come era in origine, e come è stata per un certo periodo, pur tra mille distorsioni e saccheggi, ricavando da questo orgoglio e dignità, senso di appartenenza e rinnovato spirito di servizio.

Sempre oggi, su Repubblica, l’ing. Soprano, AD di Trenitalia, a chi gli fa notare che vi sono altri rischi già segnalati dai viaggiatori e dai sindacati, come ad esempio le “porte tagliola”, che si chiudono inaspettatamente e hanno causato più di un incidente anche di una certa gravità, risponde che “tutte le volte che è successo è stata per incauta salita o discesa del viaggiatore mentre il treno era in movimento”, e io mi chiedo, ma quando questo incidente si è verificato contemporaneamente su 17 porte, il treno era forse in movimento? Io stessa più volte mi sono trovata in questa situazione, con la porta che improvvisamente si chiudeva e il treno era in sosta e perfettamente fermo. Ora io mi chiedo, non bisognerebbe licenziare l’ing. Soprano per le false dichiarazioni rese a mezzo stampa? O devono pagare solo i ferrovieri che denunciano i problemi di sicurezza?

mercoledì 13 agosto 2008

Licenziati 8 ferrovieri che non hanno timbrato personalmente il cartellino: una sanzione eccessiva

L’episodio che ha visto il licenziamento in tronco di 8 ferrovieri “pizzicati” a farsi timbrare il cartellino in anticipo sul termine dell’orario è una occasione per fare alcune riflessioni.

1) Che in Italia vengano da tempo immemorabile tollerate forme più o meno gravi di irregolarità, per non dire di illeciti, è cosa tristemente nota. Lo sprezzo delle regole è segno di furbizia, e solo i fessi si ostinano (per viltà? Per mancanza di creatività?) a rispettarle. Gli esempi sono davvero innumerevoli, da chi fa la spesa in orario d’ufficio a chi si dà malato e poi va a sciare, oppure partecipa a talk show in tv.

2) Che questi fenomeni determinino gravi danni per il buon funzionamento della società è altrettanto vero: in termini di mancata produttività e di aumento dei costi a carico delle tasche di tutti noi sono milioni e milioni di euro. Si pensi solo alle perdite di tempo in coda presso sportelli a mezzo servizio, o, appunto, sui mezzi di trasporto pubblici dove la carenza di personale provoca guasti e soppressioni.

3) Spesso il corporativismo e la difesa dei privilegi di alcune categorie ha fatto sì che non si reprimessero sul nascere abusi e malcostumi che poi si sono trasformati in diritti acquisiti, neppure più percepiti come azioni illegittime.

4) Il concetto di Servizio Pubblico è stato avvilito e umiliato dall’uso clientelare che se ne è fatto per decenni e decenni. Anche qui non si contano i casi in cui la meritocrazia è stata piegata alla logica degli interessi di questo o quel potente, in tutti i settori. Assunzioni, ma anche avanzamenti di carriera, aumenti di stipendio, bonus, ecc. assegnati senza altro criterio che quello del fare un favore a Tizio o a Caio, di certo non hanno migliorato il clima interno nelle varie aziende pubbliche, né incrementato la produttività o migliorato il servizio ai cittadini, che poi è davvero l’unico vero scopo dei servizi pubblici.

5) In una frase, il mezzo (l’apparato pubblico) è diventato il fine, relegando completamente in secondo piano il vero obiettivo, ossia la buona, corretta ed efficiente amministrazione della cosa pubblica.

Detto tutto questo, Trenitalia, che non è certo una azienda che fa del rigore e della qualità del servizio nei confronti della clientela un punto di eccellenza, si ritrova invece ad applicare con implacabile severità una regola giusta in generale, ma assai spropositata nel caso particolare, e che suona assai più come un’azione di forza tanto per dimostrare che qualcosa, contro i fannulloni, si fa anche in ferrovia. Probabilmente, anzi certamente, alcuni giorni di sospensione dallo stipendio avrebbero avuto un effetto molto migliore evitando di mettere sulla strada delle famiglie. Probabilmente una migliore organizzazione delle risorse umane avrebbero evitato a quegli operai dei turni supplementari, e con essi l’impazienza di fare ritorno a casa anche sorvolando sull’orario di lavoro. Probabilmente se ci fossero più risorse sui binari e meno negli uffici, anche l’efficienza complessiva e la produttività di Trenitalia aumenterebbero.

Pur se non si possono giustificare mancanze come questa, che sono e rimangono gravi, è giusto tuttavia, a nostro giudizio, valutare il quadro generale della situazione, senza lasciarsi prendere da un clima “giustizialista” che ci porta al capo opposto del problema, senza mai arrivare all’equilibrio che deve ricercarsi nell’efficienza del servizio pubblico unita alla giusta salvaguardia e messa in valore delle persone che vi operano.
Le due cose vanno di pari passo, non vi può essere servizio pubblico efficiente e davvero in linea con le esigenze dei cittadini se a fornirlo sono persone demotivate e screditate agli occhi propri e della società. La risposta è solo questa, ridare dignità al servizio pubblico significa rimettere al centro un sistema di regole da tutti rispettate, e adeguate risorse il cui impiego vada a beneficio del servizio reso, la cui qualità, misurata sulla soddisfazione degli utenti, dev’essere d’ora in avanti il parametro fondamentale di giudizio.

Auguro personalmente che la vicenda degli 8 ferrovieri genovesi possa trovare una diversa e più favorevole soluzione, e che nel contempo si inizi a lavorare per definire quello che io chiamerei “Patto sui Servizi Pubblici” che ne rilanci su basi del tutto nuove e orientate davvero alle attese dei cittadini il ruolo e il funzionamento.

lunedì 11 agosto 2008

Genova, una nuova urbanistica anche in funzione della mobilità sostenibile

Leggevo oggi su un noto quotidiano genovese del nuovo orientamento che il Comune di Genova starebbe adottando nei confronti delle politiche urbanistiche, e mi riferisco in particolare al tema del “ricompattamento” dei tessuti urbani. Questo nuovo orientamento si configura come una netta alternativa alla pratica, molto diffusa qui e in altre grandi città negli scorsi decenni, di disseminare aree più o meno periferiche di insediamenti abitativi, commerciali, terziari, nella malcelata speranza di rivitalizzarli decongestionando nel contempo le aree centrali.

Questa pur lodevole intenzione si è scontrata ahimè con una scarsa, per non dire del tutto assente, politica dei trasporti pubblici, consegnando il tema della mobilità (dal quale pur occorreva partire!) alla casualità e al trasporto privato, che come era logico supporre ha significato porre le basi per un crescente congestionamento delle vie di comunicazione.

In realtà, se alcune esperienze europee (cito, su tutte, la Defence di Parigi) erano lì a dimostrare che è dall’organizzazione della mobilità che occorre partire prima di lanciare nuove grandi operazioni urbanistiche, in Italia non si è riuscita ad andare oltre la logica delle piccole speculazioni, i cui oneri di urbanizzazione non riuscivano per nulla a compensare le diseconomie indotte dalla carente pianificazione di infrastrutture per la mobilità e la socialità.

Ci si è trovati così di fronte a periferie sempre più isolate e difficili da gestire in termini di servizi, con alti costi quasi sempre ricadenti sulle spalle dei singoli cittadini, costretti dalla carenza di infrastrutture all’uso, sempre più costoso, dell’auto.
In alcuni casi i costi per realizzare infrastrutture si sono rivelati altissimi e a totale carico della collettività, che avrebbe potuto e dovuto saper meglio sfruttare le economie di scala muovendosi più in una logica di completamento, rispetto a quella delle realizzazione ex-novo.

Già nei mesi scorsi, commentando le dinamiche inerenti la mobilità ed in particolare la difficoltà crescente del trasporto pubblico di soddisfare le richieste di servizio provenienti dai cittadini, ebbi ad osservare come la dispersione urbana costituisca una scelta ad alto rischio, in quanto rende molto più costosi e poco efficienti i servizi di trasporto pubblico, e fa aumentare parallelamente la congestione dovuta all’aumento di autovetture circolanti.

Il modello della città policentrica, se basato esclusivamente o quasi sulla mobilità privata, porta inevitabilmente alla congestione e alla paralisi, annullando quegli ipotizzati effetti benefici che il decentramento prometteva, ma che si traducono sostanzialmente in aumento delle distanze da percorrere, senza che il traffico diminuisca di intensità.

Non posso quindi che concordare pienamente su questo “nuovo corso” inaugurato dal Comune di Genova, e augurarmi che tale orientamento sia di stimolo per riconsiderare tutte le scelte di futuri interventi, che a mio parere devono ora essere pianificati in quest’ottica che tenda, prima di tutto, alla razionalizzazione e ottimizzazione del tessuto esistente, rilanciandone le funzioni e riqualificandolo, ricercando l’equilibrio tra costi e benefici in funzione di un miglioramento complessivo della qualità della vita dei cittadini.

domenica 3 agosto 2008

Ben vengano le grandi opere infrastrutturali, ma intanto occorrono interventi urgenti su rotabili e stazioni

La chiamano la bella stagione, ma di certo non lo è per il trasporto ferroviario: durante i mesi estivi arrivano puntuali (questi sì) i disagi legati alla carenza di personale viaggiante e di terra, i guasti, le soppressioni, i malfunzionamenti in genere e di ogni tipo.
Quando Trenitalia minacciava tagli al servizio, e si ragionava di tre mesi in tre mesi, già paventavamo che il servizio venisse comunque ridotto a causa del periodo feriale. Le soppressioni di treni, un tempo eccezionali, vengono usate con sempre maggiore disinvoltura e si giunge a giustificarne l’uso dicendo che vi sono mezzi alternativi, ossia gli autobus, che nell’area metropolitana genovese possono essere usati con lo stesso biglietto. Ecco un modo creativo di intendere l’integrazione fra mezzi di trasporto, non per aumentare le possibilità di utilizzo, ma per sussidiare i tagli.
I sindacati dicono che nell’ultima settimana sono stati soppressi in media 12 coppie di treni al giorno: come si può constatare, se sulla carta il servizio è rimasto tale, in pratica è stato tagliato e anche pesantemente. Le sanzioni comminate per ogni treno soppresso sono evidentemente così basse che a Trenitalia conviene pagarle pur di sopprimere un convoglio.

I guasti
Carrozze e motrici vecchie e carenti di manutenzione si guastano con sempre maggiore frequenza e sono anch’esse fonte di ritardi, quasi mai gestiti in modo da limitare i disagi dei passeggeri, che sono lasciati in balia degli eventi: poche o nessuna informazione sulle alternative per proseguire il viaggio, nessun mezzo sostitutivo. Il vuoto più totale. E tutto questo in piena stagione estiva. E’ di pochi giorni fa l’episodio che ha bloccato di prima mattina la linea La Spezia-Genova all’altezza di Rapallo, causando pesanti disagi ai pendolari e ai turisti.

Le biglietterie
Sono sempre più numerose quelle chiuse e cadenti. Un tempo erano il biglietto da visita delle località turistiche, ridenti, curate. Oggi, tranne poche eccezioni, sono luoghi spettrali che mancano di qualunque servizio, dall’acqua corrente ai servizi igienici, dagli sportelli per acquistare i biglietti alle panchine.

L’elenco potrebbe continuare, mentre assistiamo al solito rimpallo di responsabilità tra Regione e Trenitalia, che accusa la carenza di risorse per il trasporto ferroviario. Siamo d'accordo che servono risorse, ci piacerebbe tuttavia vedere anche uno straccio di piano industriale complessivo, per poterne valutare i costi e i benefici. Ci pare davvero troppo facile chiedere soldi a fronte di nessun progetto, se si escludono i soliti paragoni con i costi del servizio nei paesi d'Oltralpe.
Trenitalia ha fior di professionalità al suo interno, penso che vi siano le capacità per fare una proposta seria e documentata che permetta ai vari Enti di richiedere le risorse necessarie. Noi però fino ad oggi non l'abbiamo vista.

Il nodo di Genova

In parallelo con questa débacle, dove è l’ordinaria fornitura del servizio ad essere messa in discussione, si annunciano grandi opere per le quali verranno spese centinaia di milioni di euro: il nodo di Genova è una di queste, e indubbiamente è un tassello fondamentale per una migliore riorganizzazione del trasporto regionale, in quanto permetterebbe di realizzare, nel 2015, la separazione dei flussi a breve e a lungo raggio.

La rete regionale
Tuttavia preoccupa il deterioramento complessivo della rete a livello regionale, il decadimento delle stazioni, lo scollamento tra la domanda in crescita e il servizio reso quotidianamente ai cittadini.
Non vorremmo arrivare al paradosso di una linea potenziata e migliorata, sulla quale però continuassero a passare vecchie carrette cadenti e perennemente guaste: non sarebbe certo questa la soluzione del problema!
Inoltre, se il nodo di Genova è di fondamentale importanza, per il quale Regione, Provincia e Comune si sono mossi di concerto, non di meno lo sono ad esempio le piccole stazioni e l’infrastruttura nel suo complesso.
Recentemente il Presidente Burlando ha dichiarato di voler rilanciare le piccole stazioni in chiave turistica, oltre che come punti vendita di biglietti: questo è un impegno importante, che ci auguriamo avrà un seguito in tempi brevi, data l’urgenza di ridare a queste strutture un minimo di funzionalità. Anche sui binari di sorpasso, eliminati da RFI nell’ambito del progetto “Linea Snella”, e la cui scomparsa ha determinato una pesante perdita di flessibilità nell’utilizzo della rete stessa, vorremmo fossero compiuti dei passi indietro, ripristinando quanto è stato smantellato.

Il punto della situazione

Facendo seguito alle azioni poste in atto nei mesi scorsi, restano in sospeso alcune importanti questioni, che richiedono delle risposte puntuali:

  • Su richiesta dei pendolari, delle associazioni di consumatori e dei sindacati, la Regione ha messo a disposizione parte delle sanzioni comminate a Trenitalia per ripristinare una decina di convogli. Ad oggi ne abbiamo visti consegnati solo due, e vorremmo sapere quando verranno consegnati gli altri, che dovevano essere pronti entro l’inizio dell’estate;
  • Continuiamo a chiederci perché non possa la Regione acquistare i nuovi convogli e mantenerne il possesso, dandone a Trenitalia solo la gestione e la manutenzione: questo garantirebbe alla Regione una dotazione di treni dedicati al trasporto regionale;
  • Vorremmo capire cosa concretamente si intenda fare per reperire le risorse necessarie all’acquisto di nuovi rotabili, e per ripristinare quel complesso di infrastrutture ferroviarie (piccole stazioni in primis) e per la mobilità in genere che oggi appare molto sfilacciato e degradato.
  • Vorremmo avere notizie sulla sperimentazione dell’abbonamento gratuito per le forze dell’ordine, e capire in quale misura abbia contribuito ad aumentare la sicurezza sui treni;
  • Vorremmo sapere l’ammontare delle risorse delle sanzioni del 2007 e concorrere a stabilirne l’utilizzo;
  • Vorremmo sapere quando partiranno i nuovi servizi di pulizia che dovrebbero garantire un livello di igiene migliore di quello odierno, assolutamente insufficiente. In questo caso si dovrebbero studiare forme sanzionatorie molto più pesanti di quelle attuali, per scongiurare l’inadempienza agli obblighi contrattuali;
  • Il contratto di servizio è tutt’ora bloccato e si pensa fino al 2008 verrà congelato lo status quo. Vorremmo a questo punto essere maggiormente coinvolti in questa partita, e poter esaminare il documento prima della sua approvazione, soprattutto in riferimento alla Carta dei Servizi che non vorremmo fosse, come è avvenuto fin d’ora, calata dall’alto a scatola chiusa;
  • Vorremmo infine poter visionare l’orario di dicembre in anticipo sulla sua emanazione, per valutarne l’impatto sui pendolari, e sapere di eventuali modifiche previste già a settembre;

Per questo chiediamo che venga quanto prima convocato il Tavolo Regionale dove auspichiamo potremo ricevere le risposte ai quesiti sopra elencati.

Condividi