domenica 13 luglio 2008

Sarà il caro-petrolio a salvarci?

A volte cambiare abitudini in fatto di mobilità può essere anche piacevole, a patto che vi siano valide alternative: il trasporto pubblico è molto più economico rispetto al trasporto privato, è più ecologico, diminuisce il volume di traffico e i costi sociali provocati dagli incidenti. Certo, occorre smettere di urbanizzare la luna e tornare a concentrarsi sulle aree già edificate per riabilitarle e dotarle di servizi efficienti. La sfida? Rendere l’uso dell’auto una scelta, non un obbligo causato dalla carenza di servizi pubblici.

Non so voi, ma per me è diventata quasi una abitudine controllare, la sera, il nuovo record raggiunto dal barile di petrolio. Su, su, sempre più su, passata da tempo la quota psicologica del 100 dollari a barile, nel giro di poche sedute di borsa lo scatto verso l’alto è stato talmente forte e repentino da innescare dinamiche pericolose sui mercati. Venerdì a Londra il Brent con consegna agosto ha toccato il massimo storico a 147,25 dollari al barile superando il precedente massimo a 146,96 dollari. In crescita anche a New York dove sul circuito elettronico il greggio e' salito a 146,90 dollari. I grafici degli analisti prefigurano il raggiungimento di quota 150 $ a metà luglio, 170 $ a settembre e 200 a gennaio 2009.
Certo, quando in tempi non sospetti denunciammo questa dinamica (allora appena iniziata), molti pensarono al solito allarmismo di chi, da anni, sostiene la necessità che il Paese, e la Liguria in particolare, tornino ad investire seriamente sul trasporto pubblico, ferrovia in primis.

Il prezzo dei carburanti per autotrazione segue, anzi pedina, il lievitare dei prezzi del petrolio, tanto che se ne prevede per fino anno l’aumento fino a toccare i 2 euro al litro (quasi 4000 delle vecchie lire!).

La gente intanto ha già iniziato a tagliare le spese e nelle grandi città il consumo di carburanti è crollato, con punte negative di -30%. A livello nazionale, nel mese di maggio 2008, la vendita di verde è calata del 9,1% rispetto a maggio 2007 e il gasolio del 3,5%. Non solo. Nei primi cinque mesi dell'anno le pompe hanno erogato 164mila tonnellate di combustibile in meno, rispetto all'anno precedente.
30% in meno a Genova, 20% a Torino, Firenze e Bologna, 15% di calo nei distributori pugliesi, 12% in quelli di Palermo, 10% a Roma e Napoli, 7% a Milano.

Vladimiro Polchi, su La Repubblica del 22 giugno, scrive:
Meno benzina, meno auto. "I continui rialzi hanno spinto un automobilista su dieci, circa 2 milioni di persone, a non utilizzare più l'auto - sostiene Carlo Pileri, presidente dell'associazione consumatori Adoc - mentre 6 milioni, circa uno su cinque, la utilizzano solo una volta alla settimana. In totale, 8 milioni di automobilisti hanno modificato radicalmente le loro abitudini. E prevediamo che entro fine anno circa la metà degli italiani userà la macchina sporadicamente".

Diminuisce il numero delle auto (10% di immatricolazioni in meno nei primi cinque mesi dell'anno) cresce l'utilizzo dei mezzi pubblici. "Nelle grandi aree urbane, quello della benzina è un consumo comprimibile - afferma Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo - a differenza del gasolio, utilizzato massicciamente dai mezzi di lavoro. Si cerca di non uscire in macchina se non è indispensabile e aumenta il ricorso agli autobus. A Milano, negli ultimi 12 mesi, si è avuto un incremento del 10-15% dei passeggeri dei mezzi pubblici, complice il caro benzina e l'introduzione del ticket d'ingresso". Secondo Martinello, "l'aumento dei prezzi della benzina danneggia i consumatori, ma ha un effetto collaterale positivo". Quale? "Meno inquinamento". Effetto collaterale confermato da una recente ricerca del centro studi Promotor (Csp): dall'inizio dell'anno i minori consumi di benzina hanno giovato all'ambiente, portando a un risparmio di anidride carbonica di mezzo milione di tonnellate. La diminuzione è pari a quella che si avrebbe se settecentomila pendolari decidessero di passare dall'auto al treno. "I minori consumi sono dovuti in parte a comportamenti diversi da parte degli automobilisti dettati dai prezzi - afferma Gian Primo Quagliano del Csp - in parte al rinnovo del parco macchine, che favorisce sempre di più il gasolio, che è meno inquinante". La conseguenza? 544mila tonnellate in meno di CO2.

Usare un po’ di più i mezzi pubblici non fa solo bene alle tasche e all’ambiente, ma anche alle finanze dello Stato (e cioè, nuovamente alle nostre tasche), dato che è rilevante anche il costo sociale degli incidenti stradali, pari a 35 miliardi di euro: 2,5 punti di Pil. Sono i dati del "Rapporto Automobile 2008", presentato a Roma da Censis e Automobile Club d'Italia.

Se il numero dei mezzi circolanti è cresciuto del 14,5%, le strade sono state incrementate di pochissimo (+4%). E aumentano anche i costi. Un parco macchine sottoutilizzato quale è quello italiano (nel 15% delle famiglie italiane il numero di auto+moto è superiore al numero di patentati) costa dai 3,5 ai 4 miliardi l'anno. Ancor più elevato il costo degli incidenti stradali: 35 miliardi di euro, pari a circa 2,5 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Ma anche il costo sociale non è da meno: ogni giorno in Italia si verificano 652 incidenti stradali (dati Istat), che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di 912.

Resta una domanda inquietante: cosa si è fatto e cosa si sta facendo per soddisfare questa crescente domanda di mobilità pubblica? Risposta: si tagliano risorse al trasporto pubblico!
Si, perché il DL presentato per abolire l’ICI dal Governo Berlusconi necessita di 3 miliardi di euro per reperire i quali verranno tagliate, tra le moltissime voci, anche quelle per infrastrutture e trasporto locale. Verrà ricapitalizzata a fondo perduto Alitalia (300 milioni) sapendo in partenza che è spacciata, verranno tagliati 1,4 mld per infrastrutture al Sud, e saranno del pari aboliti i 17,5 mln di euro già destinati alla sicurezza stradale, così come i 77 mln per potenziare le autostrade del mare e ben 113 mln per il trasporto pubblico locale e i 162 mln di euro in tre anni per la linea ferroviaria Roma-Pescara.

Ci auguriamo che presto ci si renda conto dell’urgenza di impostare una seria politica di rilancio del trasporto pubblico, che resta una priorità nazionale e che l’attuale congiuntura economica rischia di trasformare in una crisi con un alto potenziale di destabilizzazione della società.

Pendolari e Associazioni dei Consumatori incontrano i vertici di Regione Liguria e Trenitalia: un bilancio positivo ed alcuni importanti impegni per i

Al vertice promosso dalla Regione Liguria hanno partecipato il Presidente Claudio Burlando, l’Assessore ai Trasporti Enrico Vesco, l’Amministratore Delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, il Direttore della Divisione Regionale Passeggeri, Giancarlo Laguzzi, il Direttore Regionale Liguria, Silvano Roggero, e numerosi rappresentanti dei Comitati dei Pendolari e delle Associazioni dei Consumatori, tra i quali ricordiamo il Coordinamento dei Pendolari Liguri, il Comitato dei Pendolari della Valle Scrivia, l’Associazione dei Pendolari dell’Acquese, il Comitato dei Pendolari Genova-Milano, il Comitato per Granara e, tra le associazioni dei consumatori, Federconsumatori, Altroconsumo, ACU, Assoutenti, Casa del Consumatore, Movimento Difesa del Cittadino.

Ha iniziato l’incontro il Presidente Burlando che si è soffermato sul tema del trasporto pubblico inserendolo, insieme con quelli della sanità e della casa, tra le priorità individuate dalla Giunta Regionale per il prosieguo dell’attività amministrativa. Il trasporto pubblico, nelle parole del Presidente Burlando, viene definito come un asse di spesa sul quale la regione intende sempre più impegnarsi viste anche le difficoltà economiche che, anche a causa del caro-trasporti, interessano fasce sempre più consistenti di cittadini. La Regione si impegna a mettere corposi finanziamenti su questo capitolo (i fondi FAS, individuati a tele scopo, ammontano in totale a 342 milioni di euro per la Liguria).

Burlando, rivolgendosi direttamente all’AD Soprano, mette in rilievo come gli utenti del treno si basino sull’orario per effettuare scelte non solo di viaggio, ma di vita, arrivando ad organizzare i ritmi del lavoro in base all’offerta di trasporto ferroviario. E’ quindi necessario che tale orario venga rispettato con il massimo rigore, e che inoltre tutte le variazioni stagionali vengano concordate in modo da evitare eccessivi sconvolgimenti all’utenza.

La richiesta che il Presidente rivolge all’AD Soprano è di non diminuire l’offerta di trasporto ferroviario almeno fino alla fine del 2008, in attesa di aprire una discussione con il Governo sulla Finanziaria per la destinazione di risorse a favore del trasporto regionale e di formalizzare un tavolo a tre, Regione, Governo e Trenitalia per ottenere adeguamenti finanziari nel 2009.

A fine luglio partiranno le procedure per il bando del Nodo di Genova, un’opera fondamentale che tutta la Liguria sta aspettando e che si spera procederà in tempi rapidi. Sarà possibile realizzare una vera a propria metropolitana costiera, e si potranno anche aggiungere delle stazioni soprattutto al servizio dell’area metropolitana: si parla ad esempio di Terralba, Palmaro, Teglia. Per questo è necessario che non vi siano più rallentamenti e che le procedure vengano espletate potendo disporre delle adeguate risorse.

Successivamente è intervenuta Sonia Zarino, dei Pendolari Liguri e, per l’occasione, in rappresentanza di Federconsumatori, che ha ricordato l’importanza strategica del trasporto pubblico ferroviario in una regione come la Liguria, e la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per favorirne lo sviluppo. Anche la situazione economica sfavorevole, l’aumento dei costi di trasporto privato, rendono il sostegno del trasporto pubblico una vera e propria priorità, così come il Presidente ha indicato nella sua introduzione. Il lavoro fatto fino ad oggi insieme alla Regione e alle altre Associazioni di Pendolari, Consumatori e Sindacati è una premessa importante perché questa volontà trovi una compiuta realizzazione. Condividiamo la richiesta fatta dal Presidente Burlando circa il mantenimento del servizio nel 2008, e auspichiamo che vengano scongiurati in futuro i tagli al servizio che più volte sono stati paventati. Per questo occorre che il Governo si attivi con risorse sufficienti: Trenitalia è un’azienda di diritto privato, ma appartenente di fatto al Pubblico, e se è vero che la forma giuridica scelta ne impone, giustamente, il rispetto di parametri di efficienza e di efficacia, la sua mission precipua è tuttavia quella di erogare un servizio sociale a milioni di cittadini, e questo aspetto va sempre tenuto nella massima considerazione.

Furio Truzzi, di Assoutenti, ha sottolineato come l’intenzione di portare avanti una class action volta a chiedere risarcimenti delle molte ore perse dagli utenti nel treno a causa dei ritardi, sia stata per ora congelata dal Governo, che ha rimandato l’applicazione della legge. Occorrono anche risorse fresche perché è vero che i contratti di servizio sono fermi da molti anni, e occorrono anche interventi di tipo organizzativo che si possono realizzare con un utilizzo migliore delle risorse esistenti. Un capitolo a parte meritano le stazioni, grandi e piccole, che vanno rivalorizzate per tornare ad esercitare la loro funzione sul territorio.

Aldo Carioti, degli Abbonati Genova-Milano, ha rilevato quali punti critici la qualità del materiale rotabile, ancora largamente insoddisfacente per le attese dell’utenza, la necessità di trovare una soluzione per garantire il trasporto universale (ossia quella tipologia di trasporto che deve essere sussidiata, poiché non commercialmente sostenibile), i cambiamenti di orario non verificati con gli utenti. Ripropone infine il tema della detraibilità del costo degli abbonamenti, la cui entità ad oggi (il 19% di, massimo, 250 euro) appare troppo esigua se raffrontata alla spesa sostenuta.

L’Assessore Enrico Vesco, intervenendo a sua volta nel confronto, ha ricordato come la Regione abbia preso l’impegno di utilizzare una buona parte dei fondi FAS sul capitolo dei trasporti, ed in particolare per l’acquisto di nuovi rotabili, che sono effettivamente obsoleti. Elenca quindi una serie di richieste fatte pervenire a Trenitalia, ed in particolare: il ripristino dell’IC Nizza-Roma, almeno fino a Genova per il momento, dato che l’aereoporto di Nizza è importante anche per il turismo ligure; nuove fermate di treni IC per la stazione di Taggia; la sosta del treno IC 504 Puccini a Levanto, per raccogliere gli utenti della Val di Vara; nuovi collegamenti con Sanremo; un servizio più in linea con le esigenze delle 5 Terre ed in particolare più soste per Vernazza, sempre superaffollata di turisti; un servizio più attento alle esigenze degli studenti del polo chiavarese, che ad oggi sono in molti casi costretti dall’orario ad arrivare con largo anticipo sull’inizio delle lezioni; un miglioramento del servizio metropolitano genovese; la possibilità di dotare la stazione di Pieve Ligure di maggiori fermate, poiché la creazione di un parcheggio di interscambio la rende più accessibile anche dalle aree vicine.

Passando al tema delle pulizie, vi è la condivisione delle strategie messe in atto da Trenitalia, ossia l’aver promosso una nuova gara visto il servizio non soddisfacente offerto dalla ditta precedente. Le nuove ditte che subentreranno dovranno rispettare la clausola sociale per tutelare gli attuali lavoratori, e occorrerà operare in modo da effettuare una corretta ripartizione delle risorse umane tra i vari impianti.

L’assessore Vesco ha proposto inoltre ai pendolari di mettere a disposizione almeno una parte dei soldi derivanti dalle penali del 2006 e del 2007 per un ammontare di 300mila euro per la realizzazione di un piano di info-mobilità “in grado di andare incontro ai notevoli flussi turistici della regione e per una maggiore efficacia dell’informazione all’utenza sia in stazione che a bordo”.
Qui si inserirebbe bene, a nostro parere, la proposta di dotare le stazioni di connettività gratuita ad internet, per poter consultare orari, offerta turistica e culturale della città, interscambio con altri mezzi di trasporto, ecc.

Inoltre Vesco ha chiesto a Trenitalia la valorizzazione dei treni storici presenti nel Museo della Spezia all’interno di un percorso di 1000 chilometri, in corrispondenza di alcune manifestazioni specifiche di tipo turistico.

Dopo il fuoco di fila delle richieste, la parola è passata all’AD Vincenzo Soprano, che ha iniziato puntualizzando la posizione dell’azienda da lui rappresentata: “rispondendo a quanto diceva Sonia Zarino, siamo una spa, e come amministratori di tale società siamo tenuti a perseguire il profitto, non facendolo contravverremmo a degli obblighi precisi” afferma Soprano. “Noi (Trenitalia, ndr) non possiamo fare scelte politiche: siamo schiacciati tra le giuste rivendicazioni degli utenti e la forma giuridica scelta per l’azienda. Il trasporto regionale incassa la metà di quanto incassa in Francia ed in Germania. Inoltre dal 2004 tutti gli investimenti sono stati messi a carico di Trenitalia ribaltando sull’azienda l’onere di trovare le risorse, che quindi non possono provenire che dall’aumento tariffario. Siamo “monopolisti in perdita” con obblighi sociali. Il percorso che ci si prospetta non può prescindere da aumenti tariffari, ma ci proponiamo anche di fornire un servizio di migliore qualità e per questo è necessario che vengano aumentati i corrispettivi per il servizio universale.”

Sulle carrozze ESCity: “abbiamo sbagliato a pensare che il materiale scelto fosse quello più in linea con le aspettative dei passeggeri; sul condizionamento sono stati rilevati problemi nella realizzazione degli apparecchi.”

Sulla sicurezza: “valorizziamo poco il livello di sicurezza del mezzo ferroviario, livello riconosciuto in Europa e che è costituito da dispositivi di sicurezza “attiva”, che bloccano la marcia del treno al minimo problema”.

Sulla qualità: è vero che non vi è necessariamente correlazione tra spesa e qualità del servizio, tuttavia oggi il servizio è in perdita, e occorre aumentare il ricavo. Sono anche stati realizzati diversi risparmi, nell’ultimo anno ad esempio si sono tagliati costi per 74 milioni di euro, che corrispondono, secondo Soprano, a 30 locomotive nuove per i treni regionali.

Sul trasporto universale: occorre chiarire meglio il rapporto tra socialità e “cliente Stato” e riportare la questione sul terreno della politica, che non compete a Trenitalia. Anche la durata dei contratti può tuttavia influire permettendo piani di rientro più flessibili ed economicamente sostenibili per Trenitalia. Il vero problema secondo Soprano è garantire le risorse per effettuare il servizio universale, ossia la parte sussidiata. E qui potremmo dire che aumentare la separazione tra treni “commerciali” e treni regionali gioca a svantaggio del trasporto complessivo, rendendolo sempre più in perdita, ma sarà oggetto di una news a parte.

Soprano prosegue sul tema delle pulizie, che in questi ultimi tempi hanno registrato un ulteriore serio peggioramento, confermando l’intenzione di Trenitalia di fare delle gare per individuare nuovi soggetti.

In complesso, su tutti i punti sollevati da Amministratori e Comitati l’AD Soprano dichiara di voler aprire un serio confronto, da portare avanti nei prossimi mesi a cominciare ad esempio da quelle proposte di natura organizzativa che è possibile portare avanti sin da subito: dalla connettività internet gratuita nelle stazioni, alla migliore informazione fornita ai passeggeri, alle modifiche dell’orario su segnalazione di particolari esigenze dei territori.

Prende nuovamente la parola il Presidente Burlando, che torna ad invitare Soprano a consolidare i servizi attuali almeno per l’anno in corso, rimandando la discussione sulle risorse per il 2009 ad un tavolo comprendente anche il Governo. Rispetto alla risposta data da Soprano all’osservazione sulla natura eminentemente pubblica di Trenitalia, Burlando obietta a Soprano che se è vero che la natura giuridica dell’azienda è quello di essere una spa, ciò non significa che essa non rivesta una importanza sociale, come è logico che sia per una azienda appartenente allo Stato, e non possa quindi ricevere adeguate risorse per la sua sopravvivenza, come d’altronde il piano industriale presentato l’anno scorso al Governo in carica aveva fatto.

Burlando torna anche sul tema delle stazioni abbandonate che costellano la nostra Regione, e portando ad esempio quanto si è fatto nelle 5 Terre afferma l’intenzione della Regione di promuovere uno studio di recupero e rilancio in chiave turistica di queste importanti strutture, che devono non solo vendere i biglietti, ma diventare dei veri e propri centri di informazione turistica, con compiti di indirizzo e supporto dei visitatori.

Concludono la riunione gli interventi dei rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni dei Consumatori, che esprimono parere positivo sull’incontro e l’intenzione di mettersi subito al lavoro per individuare quelle azioni di miglioramento a breve termine da proporsi all’AD Soprano nel corso del prossimo incontro, così come proposto dal Presidente Burlando e dall’Ass.Vesco.

Anch’io concludo questo lungo resoconto invitando tutti coloro che hanno delle proposte a farsi avanti per arricchire il documento che verrà presentato, così come sta avvenendo per il corposo dossier che, a livello nazionale, stiamo portando avanti insieme a Federconsumatori e a molti comitati e associazioni e che verrà presentato in settembre alle Provincie, alle Regioni e al Governo, e verrà messo a disposizione di tutti gli Enti pubblici che operano sul territorio.

domenica 6 luglio 2008

Il Pres.Burlando e l’Ass. Vesco invitano Associazioni dei Pendolari e dei Consumatori ad un incontro con i vertici di Trenitalia

Lunedì 7 luglio, il Presidente Burlando e l’Ass. Vesco invitano presso la Regione Liguria Associazioni dei Pendolari e dei Consumatori ad un incontro con i vertici di Trenitalia.

Il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e l’Assessore ai Trasporti, Giovanni Enrico Vesco, hanno invitato l’Amministratore Delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano e il Direttore della Divisione Regionale Passeggeri, Giancarlo Laguzzi, ad un incontro con le Associazioni dei Pendolari e dei Consumatori Liguri per discutere delle problematiche relative al servizio di trasporto ferroviario.
L’incontro si terrà alle ore 16.30 presso la sala Auditorium al 5° piano del palazzo di p.zza De Ferrari e sarà una importante occasione di dibattito e di confronto.

Sono purtroppo molti i problemi che affliggono il trasporto ferroviario, e nonostante si possa riscontrare negli ultimi tempi una attenzione maggiore di quanta nel passato fosse dedicata a tale problematica, gli sforzi fatti hanno purtroppo risolto in minima parte le drammatiche carenze strutturali che caratterizzano il trasporto pubblico in Liguria.

Le origini della drammatica situazione in cui il TPL versa da molti anni sono note e sono sempre le stesse: scarsa considerazione del trasporto ferroviario come valida alternativa alla mobilità su gomma, conseguente scarsità di risorse e progressivo depauperamento del sistema (indebolimento delle linee, smantellamento delle stazioni, focalizzazione sulle tratte più remunerative).

Il dossier che stiamo preparando e che presenteremo dopo l’estate elencherà in modo approfondito queste problematiche di natura strutturale a livello italiano. Domani ci concentreremo più specificamente sul tema Liguria, anche alla luce dei timori espressi dal presidente Burlando circa il possibile taglio dei finanziamenti alla realizzazione del nodo di Genova e del terzo valico.

Proviamo ad elencare alcuni spunti che proporremo alla discussione, domani:

1)La cronica mancanza di materiale rotabile sufficiente a soddisfare la domanda espressa dal territorio ligure sta causando seri problemi mettendo in crisi l’erogazione del servizio soprattutto nei momenti di punta, quando l’afflusso dei viaggiatori aumenta ad esempio per motivi turistici. Ho avuto notizia dell’aggressione subita da una capotreno nei pressi delle 5 Terre ad opera di esagitati che protestavano per l’eccessivo affollamento delle 6 carrozze sulle quali venivano stipate centinaia di passeggeri: episodi del genere non sono tollerabili, così come non sono tollerabili condizioni di viaggio come quelle descritte dalla stessa capotreno. Cosa si propone di fare Trenitalia per ovviare a questa situazione, che mette a rischio oltre a tutto l’immagine di luoghi che sul turismo reggono larga parte della loro economia?

2)Tema delle pulizie: sono stati annunciate nuove gare d’appalto per scegliere le ditte che si occuperanno di questo servizio, quali sono le novità, quale lo stato dell’opera?

3)Sono stati consegnati i primi convogli restaurati con i denari provenienti dalle sanzioni a Trenitalia. Quando saranno consegnati gli altri? A quanto ammontano le sanzioni per il 2007?

4)Le stazioni stanno diventando luoghi di degrado e di desolazione, o, quando non vengono abbandonate a se stesse, vengono trasformate in un set pubblicitario o ancora in centri commerciali che poco hanno a che fare con la funzione originaria, ossia il trasporto.

o Le Grandi Stazioni come Brignole o Principe presentano schermi al plasma per la pubblicità che viene sparata a tutto volume nelle orecchie dei passeggeri i quali a fatica riescono a capire su quale binario trascinare valige e malumore, perennemente in ansia temendo di scoprire, all’ultimo minuto che il binario è stato cambiato e che tra uno spot e l’altro non hanno sentito l’annuncio.
o Gli schermi che riepilogano le partenze, per contro, sono piccolissimi e si trovano solo a Brignole, mentre a Principe occorre ancora andare nell’atrio per avere queste vitali informazioni, magari con le solite valige al seguito.
o Gli orari distinguono tra Genova Principe di superficie e GP “sotterranea” mettendo gli orari su due pannelli diversi e causando grande disorientamento tra i passeggeri, disattendendo completamente quella che dovrebbe essere una informazione corretta e completa;
o Le biglietterie svolgono un servizio limitato nel tempo, molto parzialmente surrogato dalle emettitrici automatiche, che sono spesso malfunzionanti.
o Brignole non ha sala d’aspetto degna di questo nome, e quella di Principe offre comunque un servizio molto limitato come orario.
o Non vi è alcun punto internet dove sia possibile consultare tutte le informazioni relative all’offerta complessiva di trasporto urbano ed extraurbano, né sono presenti biglietterie di vettori complementari (bus extraurbani, battelli, ecc.)
o Non vi è copertura internet in modalità wi-fi per connettersi gratuitamente ad internet tramite PC o palmare e avere informazioni aggiuntive sull’offerta di trasporti e servizi turistici urbani ed extra-urbani
o Non vi è alcun servizio di prenotazione di alberghi ed assistenza ai passeggeri come ad esempio in altre città d’arte (cito, ad esempio, Bologna e Firenze)
o Le medie e piccole stazioni sono a rischio chiusura o già chiuse, e quelle che una volta erano dei biglietti da visita per le nostre località turistiche sono ora affidate alla buona volontà di Comuni e Associazioni, che spesso faticano a tenerle in efficienza e con un minimo di decoro.

5)Si pensa veramente che il destino delle stazioni sia di essere dimesse, se non verranno utilizzate come centri commerciali? Questo vuol dire non avere fiducia nello sviluppo del trasporto ferroviario, e prepararne la riconversione: un po’ come quando gli alberghi vengono trasformati in mini-appartamenti e svenduti sia pure a caro prezzo.

E’ una scelta sbagliata anche dal punto di vista economico, dato che la domanda di trasporto pubblico è in aumento e i dati di questi giorni lo dimostrano ampiamente: il caro benzina fa precipitare le spese per auto e carburanti e volare quelle per l’utilizzo dei mezzi pubblici.

6) Occorre semmai ripensare le stazioni arrivando a connetterle in modo più organico con il tessuto urbano che le circonda, e la cui centralità costituirebbe un indubbio vantaggio, se solo venisse sfruttata in modo adeguato.


7)L’integrazione tariffaria e modale è indispensabile per un corretto utilizzo del treno, soprattutto da parte dei pendolari. Ora le politiche di Trenitalia tendono a separare rigidamente l’uso delle diverse categorie di treno, non consentendo abbonamenti omnicomprensivi che diano accesso a tutti i tipi di vettore. Il recente tentativo di sopprimere l’IC Pass è un esempio purtroppo lampante di questa politica.

Questi e altri temi saranno quelli sui quali chiederemo un confronto a Trenitalia e alla stessa Regione Liguria: ci auguriamo che dal dialogo potranno essere poste le basi per una robusta inversione di tendenza delle politiche fin qui adottate da Trenitalia, e che hanno ormai mostrato visibilmente la corda, non essendo mai state in linea con le reali necessità della Liguria.

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