Torna la IC Pass per i pendolari dei treni e la vendita riprenderà dal primo luglio. Si tratta delle tessere IC Pass Lguria, applicate ai titolari degli abbonamenti a tariffa regionale e delle carte di ammissione ai servizi Intercity scontate dell'80%. L'accordo è stato raggiunto tra l'Assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco e la direzione passeggeri di Trenitalia che consente la revoca della sospensione della vendita di agevolazioni per l'accesso ai servizi Intercity.
Quando, il 15 maggio scorso, la Card fu ritirata alla chetichella dalla vendita in biglietteria, ne richiedemmo a gran voce il ripristino e subito la Liguria, insieme ad altre regioni del nord, si mosse facendo pressioni nei confronti di Trenitalia.
Il suo ritorno in biglietteria è un fatto molto positivo perché, ricordiamolo, permette ai titolari di abbonamento regionale di accedere ai treni IC, realizzando un consistente risparmio sul prezzo dell’abbonamento. Altro vantaggio non trascurabile consiste nel fatto che solo i titolari di abbonamenti regionali possono usufruire dei bonus che la stessa Regione concede agli abbonati utilizzando le sanzioni comminate a Trenitalia in caso di disservizi quali ritardi, scarsa pulizia, soppressioni, ecc.
Restano, certo, i molti problemi che affliggono il trasporto ferroviario, dai pesanti ritardi che anche gli IC accumulano spesso e volentieri (sabato mattina ero in stazione a Chiavari, verso le 11.30, e ho notato ben due treni che avevano rispettivamente 2ore e mezza e più di un’ora di ritardo), alla scarsa pulizia, alla mancanza di una politica che metta davvero il trasporto pubblico al centro delle priorità di governo.
Prova ne è che il recente DL proposto dal Governo per tagliare l’ICI trova le risorse tagliando proprio la gran parte degli stanziamenti previsti per il trasporto pubblico. A questo punto farei due conti: sarà meglio per le famiglie non pagare l’ICI o sobbarcarsi i costi sempre più alti dovuti all’aumento dei carburanti?
Esercizio: cerchiamo di quantificare quanto ci costerebbe di più usare l’auto invece che il treno per i nostri spostamenti abituali. Io, ad esempio, ad oggi tra costo di benzina e autostrada (non ho problemi di parcheggio, e non terrò conto dell’usura dell’auto), spenderei circa 270 euro mensili per percorrere 50 km (andata e ritorno) contro 55 euro dell’abbonamento ferroviario + 10 euro mensili di IC Pass.
Infine, tra le tante segnalazioni, vorrei qui ricordare:
Quelle inerenti il nuovo orario ferroviario che fa distinzione tra la stazione di Principe di superficie e quella sotterranea, come fossero entità separate e non lo stesso snodo ferroviario: chi guarda l’orario di Principe sotterranea non vede i treni di Principe di superficie…pazzesco no? E tutto questo quando si parla di integrazione tra diversi mezzi di trasporto: non riusciamo neppure ad integrare i due piani di una stazione!
Il fenomeno della chiusura delle carrozze per varie cause (carenza di personale, guasti a porte e climatizzazione, ecc. si sta ripresentando con frequenza preoccupante e rivela la cronica carenza di personale viaggiante; tutto questo quando sono sempre di più le persone che scelgono il treno per effettuare i loro spostamenti;
I frequenti malfunzionamenti dei sistemi di climatizzazione, che se in inverno possono essere in parte rimediati tenendosi il cappotto, in estate e dentro vagoni con finestrini sigillati causano frequenti malori e svenimenti, per non parlare del disagio dovuto al caldo e all’aria viziata;
Gli amici della linea dell’Acquese continuano a segnalare disservizi molto pesanti, l’ultimo in ordine di tempo si è verificato il 24 giugno sulla linea da Acqui per Genova e si è ripercosso anche sulla linea da Acqui per Alessandria. Il treno 11399 in partenza da Acqui per Genova si è fermato per guasto al locomotore tra Acqui e Visone, bloccando la linea essendo a binario unico. Solo grazie all'intervento del locomotore del treno 10272 proveniente da S. Giuseppe per Alessandria alle 7.27 si è potuta sbloccare la situazione.
Risultato:
- linea per Genova interrotta per circa 2 ore in pieno orario pendolare (per fortuna a Genova oggi si festeggiava il Santo Patrono!)
- due treni della linea da Acqui per Alessandria ritardati rispettivamente di 34 e 50 minuti per permettere il soccorso.
Al pomeriggio il treno 11396 in partenza da Genova per Acqui alle 17.04 è arrivato con 31 minuti di ritardo (sempre per un guasto al locomotore!) e per finire il treno 10441 in partenza da Torino per Acqui è arrivato con 15 minuti di ritardo.
“Credo che ogni commento sia superfluo sulla regolarità del trasporto ferroviario di oggi sulle linee dell'acquese, quanto ancora dovremo tirare la corda prima che si spezzi? Qualcuno dei dirigenti di Trenitalia quando pubblicamente sfodera percentuali di puntualità del 94% mi chiedo se conosce la realtà quotidiana della circolazione dei treni. E' ora che le Regioni e gli Enti Locali intervengano pesantemente per fare in modo di evitare che la situazione collassi, e con questo andazzo ci manca poco.” è l’amaro commento di Alfio Zorzan, Presidente dell’Associazione Pendolari dell'Acquese.
Quando, il 15 maggio scorso, la Card fu ritirata alla chetichella dalla vendita in biglietteria, ne richiedemmo a gran voce il ripristino e subito la Liguria, insieme ad altre regioni del nord, si mosse facendo pressioni nei confronti di Trenitalia.
Il suo ritorno in biglietteria è un fatto molto positivo perché, ricordiamolo, permette ai titolari di abbonamento regionale di accedere ai treni IC, realizzando un consistente risparmio sul prezzo dell’abbonamento. Altro vantaggio non trascurabile consiste nel fatto che solo i titolari di abbonamenti regionali possono usufruire dei bonus che la stessa Regione concede agli abbonati utilizzando le sanzioni comminate a Trenitalia in caso di disservizi quali ritardi, scarsa pulizia, soppressioni, ecc.
Restano, certo, i molti problemi che affliggono il trasporto ferroviario, dai pesanti ritardi che anche gli IC accumulano spesso e volentieri (sabato mattina ero in stazione a Chiavari, verso le 11.30, e ho notato ben due treni che avevano rispettivamente 2ore e mezza e più di un’ora di ritardo), alla scarsa pulizia, alla mancanza di una politica che metta davvero il trasporto pubblico al centro delle priorità di governo.
Prova ne è che il recente DL proposto dal Governo per tagliare l’ICI trova le risorse tagliando proprio la gran parte degli stanziamenti previsti per il trasporto pubblico. A questo punto farei due conti: sarà meglio per le famiglie non pagare l’ICI o sobbarcarsi i costi sempre più alti dovuti all’aumento dei carburanti?
Esercizio: cerchiamo di quantificare quanto ci costerebbe di più usare l’auto invece che il treno per i nostri spostamenti abituali. Io, ad esempio, ad oggi tra costo di benzina e autostrada (non ho problemi di parcheggio, e non terrò conto dell’usura dell’auto), spenderei circa 270 euro mensili per percorrere 50 km (andata e ritorno) contro 55 euro dell’abbonamento ferroviario + 10 euro mensili di IC Pass.
Infine, tra le tante segnalazioni, vorrei qui ricordare:
Quelle inerenti il nuovo orario ferroviario che fa distinzione tra la stazione di Principe di superficie e quella sotterranea, come fossero entità separate e non lo stesso snodo ferroviario: chi guarda l’orario di Principe sotterranea non vede i treni di Principe di superficie…pazzesco no? E tutto questo quando si parla di integrazione tra diversi mezzi di trasporto: non riusciamo neppure ad integrare i due piani di una stazione!
Il fenomeno della chiusura delle carrozze per varie cause (carenza di personale, guasti a porte e climatizzazione, ecc. si sta ripresentando con frequenza preoccupante e rivela la cronica carenza di personale viaggiante; tutto questo quando sono sempre di più le persone che scelgono il treno per effettuare i loro spostamenti;
I frequenti malfunzionamenti dei sistemi di climatizzazione, che se in inverno possono essere in parte rimediati tenendosi il cappotto, in estate e dentro vagoni con finestrini sigillati causano frequenti malori e svenimenti, per non parlare del disagio dovuto al caldo e all’aria viziata;
Gli amici della linea dell’Acquese continuano a segnalare disservizi molto pesanti, l’ultimo in ordine di tempo si è verificato il 24 giugno sulla linea da Acqui per Genova e si è ripercosso anche sulla linea da Acqui per Alessandria. Il treno 11399 in partenza da Acqui per Genova si è fermato per guasto al locomotore tra Acqui e Visone, bloccando la linea essendo a binario unico. Solo grazie all'intervento del locomotore del treno 10272 proveniente da S. Giuseppe per Alessandria alle 7.27 si è potuta sbloccare la situazione.
Risultato:
- linea per Genova interrotta per circa 2 ore in pieno orario pendolare (per fortuna a Genova oggi si festeggiava il Santo Patrono!)
- due treni della linea da Acqui per Alessandria ritardati rispettivamente di 34 e 50 minuti per permettere il soccorso.
Al pomeriggio il treno 11396 in partenza da Genova per Acqui alle 17.04 è arrivato con 31 minuti di ritardo (sempre per un guasto al locomotore!) e per finire il treno 10441 in partenza da Torino per Acqui è arrivato con 15 minuti di ritardo.
“Credo che ogni commento sia superfluo sulla regolarità del trasporto ferroviario di oggi sulle linee dell'acquese, quanto ancora dovremo tirare la corda prima che si spezzi? Qualcuno dei dirigenti di Trenitalia quando pubblicamente sfodera percentuali di puntualità del 94% mi chiedo se conosce la realtà quotidiana della circolazione dei treni. E' ora che le Regioni e gli Enti Locali intervengano pesantemente per fare in modo di evitare che la situazione collassi, e con questo andazzo ci manca poco.” è l’amaro commento di Alfio Zorzan, Presidente dell’Associazione Pendolari dell'Acquese.