domenica 29 giugno 2008

Torna l'IC Pass, una buona notizia per migliaia di pendolari, ma tanti sono i problemi ancora sul tappeto

Torna la IC Pass per i pendolari dei treni e la vendita riprenderà dal primo luglio. Si tratta delle tessere IC Pass Lguria, applicate ai titolari degli abbonamenti a tariffa regionale e delle carte di ammissione ai servizi Intercity scontate dell'80%. L'accordo è stato raggiunto tra l'Assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco e la direzione passeggeri di Trenitalia che consente la revoca della sospensione della vendita di agevolazioni per l'accesso ai servizi Intercity.

Quando, il 15 maggio scorso, la Card fu ritirata alla chetichella dalla vendita in biglietteria, ne richiedemmo a gran voce il ripristino e subito la Liguria, insieme ad altre regioni del nord, si mosse facendo pressioni nei confronti di Trenitalia.

Il suo ritorno in biglietteria è un fatto molto positivo perché, ricordiamolo, permette ai titolari di abbonamento regionale di accedere ai treni IC, realizzando un consistente risparmio sul prezzo dell’abbonamento. Altro vantaggio non trascurabile consiste nel fatto che solo i titolari di abbonamenti regionali possono usufruire dei bonus che la stessa Regione concede agli abbonati utilizzando le sanzioni comminate a Trenitalia in caso di disservizi quali ritardi, scarsa pulizia, soppressioni, ecc.

Restano, certo, i molti problemi che affliggono il trasporto ferroviario, dai pesanti ritardi che anche gli IC accumulano spesso e volentieri (sabato mattina ero in stazione a Chiavari, verso le 11.30, e ho notato ben due treni che avevano rispettivamente 2ore e mezza e più di un’ora di ritardo), alla scarsa pulizia, alla mancanza di una politica che metta davvero il trasporto pubblico al centro delle priorità di governo.

Prova ne è che il recente DL proposto dal Governo per tagliare l’ICI trova le risorse tagliando proprio la gran parte degli stanziamenti previsti per il trasporto pubblico. A questo punto farei due conti: sarà meglio per le famiglie non pagare l’ICI o sobbarcarsi i costi sempre più alti dovuti all’aumento dei carburanti?

Esercizio: cerchiamo di quantificare quanto ci costerebbe di più usare l’auto invece che il treno per i nostri spostamenti abituali. Io, ad esempio, ad oggi tra costo di benzina e autostrada (non ho problemi di parcheggio, e non terrò conto dell’usura dell’auto), spenderei circa 270 euro mensili per percorrere 50 km (andata e ritorno) contro 55 euro dell’abbonamento ferroviario + 10 euro mensili di IC Pass.

Infine, tra le tante segnalazioni, vorrei qui ricordare:
Quelle inerenti il nuovo orario ferroviario che fa distinzione tra la stazione di Principe di superficie e quella sotterranea, come fossero entità separate e non lo stesso snodo ferroviario: chi guarda l’orario di Principe sotterranea non vede i treni di Principe di superficie…pazzesco no? E tutto questo quando si parla di integrazione tra diversi mezzi di trasporto: non riusciamo neppure ad integrare i due piani di una stazione!

Il fenomeno della chiusura delle carrozze per varie cause (carenza di personale, guasti a porte e climatizzazione, ecc. si sta ripresentando con frequenza preoccupante e rivela la cronica carenza di personale viaggiante; tutto questo quando sono sempre di più le persone che scelgono il treno per effettuare i loro spostamenti;

I frequenti malfunzionamenti dei sistemi di climatizzazione, che se in inverno possono essere in parte rimediati tenendosi il cappotto, in estate e dentro vagoni con finestrini sigillati causano frequenti malori e svenimenti, per non parlare del disagio dovuto al caldo e all’aria viziata;

Gli amici della linea dell’Acquese continuano a segnalare disservizi molto pesanti, l’ultimo in ordine di tempo si è verificato il 24 giugno sulla linea da Acqui per Genova e si è ripercosso anche sulla linea da Acqui per Alessandria. Il treno 11399 in partenza da Acqui per Genova si è fermato per guasto al locomotore tra Acqui e Visone, bloccando la linea essendo a binario unico. Solo grazie all'intervento del locomotore del treno 10272 proveniente da S. Giuseppe per Alessandria alle 7.27 si è potuta sbloccare la situazione.
Risultato:
- linea per Genova interrotta per circa 2 ore in pieno orario pendolare (per fortuna a Genova oggi si festeggiava il Santo Patrono!)
- due treni della linea da Acqui per Alessandria ritardati rispettivamente di 34 e 50 minuti per permettere il soccorso.
Al pomeriggio il treno 11396 in partenza da Genova per Acqui alle 17.04 è arrivato con 31 minuti di ritardo (sempre per un guasto al locomotore!) e per finire il treno 10441 in partenza da Torino per Acqui è arrivato con 15 minuti di ritardo.
“Credo che ogni commento sia superfluo sulla regolarità del trasporto ferroviario di oggi sulle linee dell'acquese, quanto ancora dovremo tirare la corda prima che si spezzi? Qualcuno dei dirigenti di Trenitalia quando pubblicamente sfodera percentuali di puntualità del 94% mi chiedo se conosce la realtà quotidiana della circolazione dei treni. E' ora che le Regioni e gli Enti Locali intervengano pesantemente per fare in modo di evitare che la situazione collassi, e con questo andazzo ci manca poco.” è l’amaro commento di Alfio Zorzan, Presidente dell’Associazione Pendolari dell'Acquese.

Prima e dopo: le prime carrozze ristrutturate con i soldi delle multe a Trenitalia

Genova Brignole, 16 giugno 2008: ci sono tutti, l'Ass.Vesco e Trenitalia, i Consumatori e i Pendolari. Tutti a visitare i primi due convogli totalmente rimessi a nuovo grazie all'utilizzo dei 400.000 euro provenienti dalle sanzioni per ritardi e disservizi che la Regione ha comminato a Trenitalia e che grazie al protocollo firmato con Pendolari, Consumatori e Sindacati sono stati destinati al "revamping" di una decina di treni che entro l'estate verranno rimessi in circolazione.


Soddisfazione da parte nostra, anche se vi è la consapevolezza del molto lavoro ancora da fare. oggi ci godiamo questa importante vittoria, confidando che con la collaborazione instaurata tra cittadini e istituzioni si potranno ottenere ulteriori risultati.




prima.... ....dopo!



mercoledì 25 giugno 2008

Trenitalia e la teoria delle catastrofi: così si spiegano i ritardi

L’Italia, si sa, è la patria della fantasia, una dote di cui Trenitalia è di certo ben fornita, e di cui fa uso specie quando si tratta di giustificare nei confronti degli utenti disservizi più o meno gravi.
E’ capitato, ad esempio, che ieri sera l’IC per Firenze delle 18.52 è arrivato nella stazione di Genova Principe, ha caricato i passeggeri e poi è stato fermo per più di mezz’ora, dopo aver annunciato che il ritardo era dovuto ad una misteriosa coincidenza con un altro misterioso treno.

La verità è che abbiamo aspettato tutto quel tempo, fermi sull’IC per Firenze, perché il macchinista doveva arrivare a bordo del treno in arrivo, ed era in ritardo a causa, udite udite, del blocco dei binari attuato la mattina da un gruppo di pendolari che protestavano a Roma contro l'aumento (del doppio) del prezzo del biglietto. Evidentemente in tutta Genova non c’era disponibile un solo macchinista, magari uno reperibile, niente, che potesse far partire il treno in orario. Nessuno aveva previsto, dalla mattina, che si potesse verificare la necessità di sostituire qualche macchinista “preso” nell’ingorgo a centro-Italia.

Certo, era molto più semplice dire che era tutta colpa dei pendolari che, si badi bene, a Roma Tiburtina hanno occupato i binari la mattina, e morta lì! Ma come fa, direte voi, un evento che si è verificato tanto lontano e a tante ore di distanza, a ripercuotersi a 1000 km di distanza? Ecco che, con la famosa teoria delle catastrofi, tutto è chiaro: è stato il battito d’ali delle farfalle-pendolari a Roma e far scoppiare la tempesta-ritardi a Genova Principe. Questa la verità fatta circolare tra i passeggeri dell’IC per Firenze. Non ci sfiora neppure per un attimo l’idea che il problema sia la scarsità del personale viaggiante, scarsità che in estate, come da noi più volte paventato, si acutizza in modo particolare a causa delle ferie.

La tempesta ha sconvolto a tal punto l’organizzazione di solito efficientissima di Trenitalia che nessuno ha avvertito i passeggeri diretti fino a La Spezia di non prendere l’IC per Firenze, restando magari sul locale, né più tardi li si è avvertiti dei locali successivi, e dei relativi binari a cui recarsi. A proposito, di monitor sui binari neppure l’ombra, anzi sì, hanno piazzato degli enormi schermi ultrapiatti che però serviranno, così pare, per trasmettere degli spot pubblicitari…
Risultato: arrivati a Chiavari con un’ora e dieci di ritardo, appuntamenti saltati e nervi a fior di pelle. Ma, si sa, contro la teoria delle catastrofi, che si può fare? A questo punto ci si deve solo augurare che Moretti non prenda mai il raffreddore: uno starnuto e crolla tutta la baracca.

domenica 15 giugno 2008

Cambio di orario meno traumatico del previsto e, domani, visita alle prime carrozze ristrutturate con i soldi delle sanzioni a Trenitalia

Oggi, 15 giugno, è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario e i tagli annunciati da Trenitalia sono stati per fortuna molto più limitati di quelli annunciati e paventati. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’azione delle Regioni interessate, che sollecitate dai Comitati dei Pendolari, dalle Associazioni dei Consumatori e da tutte quelle forze che riconoscono come di fondamentale importanza il trasporto pubblico ferroviario, hanno opposto una ferma opposizione alla realizzazione di quel piano di ridimensionamento del servizio.

Resta purtroppo ancora sul tappeto la questione del ritiro dal commercio dell’IC Pass, che in Emilia è stato reintrodotto e che in Liguria, si dice, verrà reintrodotto dal mese di luglio. Speriamo che tale notizia sia vera, e che questa importante agevolazione tornerà ad essere disponibile per i migliaia di pendolari che la utilizzano.

Tornando un momento sulle novità dell’orario, e riservandoci un esame più approfondito di eventuali criticità che si dovessero riscontrare nei prossimi giorni, notiamo che tra quelli da noi in precedenza segnalati sono stati effettimanente soppressi l’ICplus 627/628 Ventimiglia-Milano delle 12.58 e l’ICplus Milano-Ventimiglia 609/610 delle 13.10.
Soppresso anche il 627 Grosseto-Milano che arrivava a Genova Brignole alle 20.06 e fermava in numerose località della Liguria.
Sul fronte dei regionali, vi sono alcuni tagli sulla linea di Arquata, per sopperire i quali la Provincia di Genova sta valutando di rinforzare il servizio su gomma con i mezzi ATP.

Più in generale, possiamo dire che ancora una volta il nuovo orario è stato calato dall’alto senza che i pendolari potessero prenderne visione con un congruo anticipo nelle fasi precedenti la sua entrata in vigore. Questo, è vero, è dovuto anche al fatto che le modifiche si susseguono fino all’ultimo giorno, tanto che le stazioni questa mattina erano sprovviste dei nuovi pannelli con gli orari corretti, e neppure i pannelli elettronici funzionavano a dovere, dando a volte indicazioni errate ai viaggiatori.

Non ci sembra normale, del resto, che modifiche di tale importanza vengano decise un giorno prima della loro entrata in vigore, poiché si preclude ai viaggiatori e soprattutto ai pendolari la possibilità di programmare con certezza i loro spostamenti. Si pensi a colui che acquista un biglietto e, ancor più, un abbonamento, e che non sa a priori se il servizio da lui acquistato potrà essere fruito con le modalità (leggi orari) da lui prescelti. Molti pendolari basano sugli orari del treno i loro ritmi quotidiani e non si può pensare di cambiare le loro condizioni di viaggio dall’oggi al domani.

Ci auguriamo che in occasione del prossimo cambio di orario le bozze verranno presentate all’attenzione dei Comitati con un congruo anticipo, in modo da poterne valutare tutte le implicazioni, e fornire poi eventuali suggerimenti e richieste in tempo utile.

Domani sopralluogo alle prime carrozze ristrutturate con i soldi delle sanzioni a Trenitalia
E ora una buona notizia: lunedì 16 giugno sarà possibile visitare, con l'Assessore Enrico Vesco, alcune composizioni del materiale rotabile che ha completato il revamping e dovrebbero essere pronte per riprendere il regolare servizio sulle linee liguri. Sicuramente ricorderete che tale intervento rientra tra quelli definiti nel protocollo di intesa sottoscritto in data 7/8/2007 da Pendolari, Associazioni di Consumatori, Sindacati e Regione Liguria. L'appuntamento pertanto è alle ore 17.30 sul marciapiede del primo binario di Genova Brignole.

Botte e insulti alla passeggera, controllore razzista nei guai

Parma 14 giugno: Ghanese perseguitata: «Questo governo manderà via tutti quelli come te»
Un viaggio lungo che stava per finire nel peggiore dei modi. L’ha vissuto una donna, di origini ghanese, salita sul treno a Palermo per raggiungere Parma. Una notte passata serenamente, poi alle porte del Ducato l’inizio di un incubo.Sono circa le 10 del mattino, lei esce dallo scompartimento per mettere le valigie vicino all’uscita ma incappa in un controllore che non dimenticherà facilmente. L’accusa di non avere il biglietto, le dice che deve andarsene subito e quanto il treno ferma a Reggio Emilia, le prende una borsa e la getta fuori dalla carrozza.La donna è sconvolta, non capisce il perché dell’aggressione. Scende, recupera il bagaglio, risale sul treno e il locomotore riparte. Ma il controllore non si placa. Lei gli mostra il biglietto, lui lo accartoccio e lo getta via. Poi chiama la polizia ferroviaria per avvisare che aveva fermato una passeggera «pazza» senza biglietto che era andata in escandescenza.La donna scende a Parma e viene interrogata. La sua vera storia la racconta lì, agli agenti della polfer. Dice che è stata aggredita senza motivo, insultata e chiamata «negra». «Adesso questi che stanno al governo li manderanno via tutti quelli come te», gli dice il controllore. E lei resta lì, attonita. Senza ancora rendersi conto del motivo per cui lui la insulta con disprezzo.Nella valigia gettata fuori dal treno c’erano oggetti fragili, danneggiati dopo la botta col marciapiede. Il biglietto non si trova più, accortocciato e gettato dal dipendente Fs. Gli agenti a quel punto restano sconcertati e i sospetti si concrentano sul controllore. La versione della donna viene verificata e i riscontri di verosimiglianza si trovano.Forse ha ragione lei, pensano alla polfer, perché alcuni testimoni effettivamente confermano i dettagli raccontati dalla passeggera.E così nell’occhio del ciclone ci finisce lui. E’ un bolognese, cinquantenne, denunciato a piede libero per vari reati. Dovrà rispondere di abuso d’ufficio, violenza privata, danneggiamento, ingiuria, percosse.Le indagini verranno condotte dalla procura di Reggio Emilia, luogo dove tecnicamente si è verificato il fatto contestato al controllore Fs.

sabato 14 giugno 2008

I Consiglieri Regionali dei Verdi approvano le dichiarazioni di Burlando che bacchetta Trenitalia

I Consiglieri Regionali dei Verdi, Cristina Morelli e Carlo Vasconi, accolgono favorevolmente la “crociata” del Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando contro Trenitalia

“La situazione dei treni in Liguria grida vendetta, - dichiarano Cristina Morelli e Carlo Vasconi - il comportamento di Trenitalia rispetto ai viaggiatori liguri non è più tollerabile e degno di un paese civile. La mobilità sostenibile è un argomento per noi prioritario e il trasporto ferroviario è un elemento cardine per far si che i cittadini utilizzino maggiormente i trasporti collettivi rispetto a quelli individuali. Va da sé che per promuovere l’uso del treno è fondamentale avere un servizio efficiente a partire dalla puntualità dei treni per finire alla situazione igienico sanitaria. La realtà però è ben distante dagli standard della decenza; basta salire su uno dei cosiddetti “treni dei pendolari” per rendersi conto della situazione. Tutto ciò è intollerabile, e dire che, dati alla mano, i liguri sono i principali utilizzatori di questo mezzo di trasporto. Ed il problema non deve riguardare solo i “pendolari” ma anche il settore turistico in quanto avere trasporti pubblici efficienti è anche sinonimo di buona accoglienza.

Appoggiamo con fiducia l’azione intrapresa dal Presidente Claudio Burlando affinché si possa risolvere il problema in tempi rapidi, anche se si dovesse paventare il ricorso ad una nuova gara di appalto. Ma prima di parlare di nuove gare, che prevedono tempi lunghi, riteniamo doveroso proporre:

• Un riesame, in sede di consiglio regionale, del Programma Attuattivo Regionale FAS al fine destinare copiose risorse per il rinnovo del materiale rotabile ed un piano di investimenti per acquisto nuovi treni per rendere la Liguria “indipendente” rispetto a ricatti monopolistici di Trenitalia
• Intensificare l’azione del “comitato tecnico di vigilanza” per avere un monitoraggio costante della situazione
• Il ripristino della tessera IC PASS LIGURIA che consente ai pendolari di media/lunga percorrenza ad una coerente agevolazione tariffaria.”

Visto la grave situazione in cui versa il trasporto ferroviario regionale, - concludono Cristina Morelli e Carlo Vasconi - siamo certi che, grazie ad azioni concrete che proporremo in sede di Consiglio Regionale, la maggioranza sappia cogliere nelle nostre richieste una occasione di rilancio politico come forte segnale di discontinuità circa i disservizi di mobilità cui versa la nostra regione.”

martedì 10 giugno 2008

Treni, tutti i tagli

Da Il Secolo XIX - di Daniele Grillo

L’emergenza sui tagli del trasporto regionale di Trenitalia dovrebbe rientrare grazie all’impegno assicurato dal governo, per il servizio passeggeri e i treni a lunga percorrenza si profila invece, a partire da lunedì, una situazione davvero poco rosea, con nove convogli che allo stato attuale non risultano sul nuovo orario. E non è finita qui: a rischio, ma a partire dalla fine dell’anno, c’è anche uno dei treni più utilizzati da chi deve recarsi per lavoro nella Capitale: l’Eurostar delle 5 e 58, dato a fortissimo rischio di sopravvivenza da dicembre in poi.

I treni che con l’entrata in vigore del nuovo orario estivo non compariranno sulle tabelle gialle e sui libretti degli orari sono, come annunciato dalle associazioni dei pendolari, la coppia di treni Milano-Ventimiglia (609/610) e Ventimiglia-Milano (627/628), il Venezia–Genova (358/359), il Genova– Venezia (362/363), il Roma-Nizza (366/367/368), il Nizza Roma (369/374/375), il Milano - Livorno (645), il Grosseto – Milano (672), il Genova-Torino (764) e il Torino-Genova (767). Per quanto riguarda il “pendolino” per Roma, fonti attendibili parlano dell’intenzione, a partire dalla fine dell’anno, di eliminare l’Eurostar 809 Genova Principe-Roma Ostiense delle 5 e 58, magari ritoccando l’orario di partenza dell’Intercity delle 6 e 37 (il 503 Boccanegra). In caso si procedesse alla semplice eliminazione dell’Eurostar, l’unico modo per recarsi a Roma in treno in mattinata sarebbe quella di prendere un convoglio delle due del mattino. Oppure, scegliere id prendere il sopra citato Intercity plus e arrivare a Roma soltanto intorno alle 12 o all’una.

«Ieri le autostrade, oggi le ferrovie, domani i contratti collettivi e la sanità? Non staremo buttando il bambino invece che l’acqua sporca? - è la riflessione di Sonia Zarino, portavoce dei pendolari del Levante - non possiamo non dirci preoccupati per questo continuo attacco alla mobilità sostenibile. Se il governo non metterà risorse consistenti entro fine giugno, arriveranno anche i tagli al servizio regionale, e a questo punto verrà davvero messo in pericolo il diritto alla mobilità».

Su questo punto tranquillizza tutti Enrico Vesco, assessore regionale ai Trasporti: «non abbiamo ancora la certezza che il trasporto regionale sia salvo, ma ci sono segnali molto positivi che i tagli si limitino, per così dire, al servizio passeggeri, e quindi agli Intercity». Sul tavolo pare che il governo abbia messo uno stanziamento di 200 milioni di euro. Vesco sostiene che però si siano fatti figli e figliastri, nella scelta dei tagli. «Tra le regioni più discriminate, a mio parere, ci siamo noi - dice - e ci faremo sentire nelle sedi opportune perché i treni soppressi o in via di soppressione vengano ripristinati».
La Regione Toscana ha annunciato di voler finanziare treni che non si voleva più mettere in campo. Non è la stessa politica che seguirà la Liguria. «Se noi facciamo passare la logica che la Regione paga per servizi essenziali, non andiamo più avanti. Eroghiamo già risorse, pretendiamo servizi dovuti. Non solo, perché oggi il servizio è lontano dall’efficienza e la pulizia lascia a desiderare». Su questo tema sono arrivati nuovi dati dall’ente certificatore Rina. Non evidenzierebbero miglioramenti nonostante le azioni intraprese.

La Filt Cgil punta il dito contro l’impoverimento del settore autoferrotranvieri in alcune stazioni, conseguenze di una riduzione dell’importanza di alcuni scali. «Ventimiglia e Genova Principe saranno sostanzialmente declassate a stazioni di passaggio - dice Guido Fassio, segretario provinciale del sindacato - tra addetti alle pulizie e ferrovieri, prevediamo un taglio di 80 persone». Il primo annuncio, ieri, riguarda 27 lavoratori della Pietro Mazzoni Ambiente, la ditta che ha l’appalto della pulizia dei treni. Verranno messi in cassa integrazione.

domenica 8 giugno 2008

La Liguria perde ulteriori collegamenti ferroviari. Pendolari e utenti sempre più penalizzati e tagli occupazionali

I Sindacati ferroviari denunciano il prossimo taglio dell’offerta di treni a lunga percorrenza e chiedono un incontro con i rappresentanti degli Enti locali della Liguria. I Pendolari Liguri e Federconsumatori si associano alle preoccupazioni sul prosieguo del servizio e annunciano proteste.

Dal 15 Giugno verranno tagliati i seguenti treni:

· 609/610 Milano - Ventimiglia : soppresso.
· 627/628 Ventimiglia – Milano : soppresso.
· 358/359 Venezia –Genova : soppresso.
· 362/363 Genova – Venezia : soppresso.
· 366/367/368 Roma – Nizza : soppresso.
· 369/374/375 Nizza - Roma : soppresso.
· 645 Milano - Livorno : soppresso.
· 672 Grosseto – Milano : soppresso.
· 764 Genova – Torino : soppresso.
· 767 Torino – Genova : soppresso.

Questi tagli, affermano i Sindacati, seguono l’attuale politica messa in atto da FS che ha portato a ridurre drasticamente i collegamenti con Roma sulla linea Tirrenica.

Trenitalia sostiene che alcuni treni (soprattutto il servizio notte) non sono remunerativi, senza però dire che ciò è dovuto a infelici scelte aziendali.

Se gli Enti Locali credono nel trasporto ferroviario ed intendono investire nella”cura del ferro”, prosegue il comunicato sindacale, è necessario che intervengano su Trenitalia affinché supporti questa scelta garantendo servizi a lunga percorrenza ed occupazione nel nostro territorio.

I Pendolari Liguri, insieme a Federconsumatori e alle Associazioni che aderiranno a questo appello, intendono a loro volta chiedere un incontro con gli Enti locali per chiedere come essi intendano muoversi a tutela del trasporto pubblico ferroviario.

In Emilia si è riusciti a reintrodurre l’IC Pass, speriamo di poterlo riottenere presto anche in Liguria. Nel contempo, non possiamo non dirci preoccupati per questo continuo attacco alla mobilità sostenibile, e proprio nel momento in cui la benzina subisce aumenti che mettono in ginocchio le economia familiari: quando capiremo che la mobilità pubblica e la sua efficienza è un tema centrale per lo sviluppo del Paese? Se il Governo non metterà risorse consistenti entro fine giugno arriveranno anche i tagli al servizio regionale, e a questo punto verrà davvero messo in pericolo il diritto alla mobilità per migliaia di pendolari.

Non possiamo quindi che associarci alle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali, invitando a nostra volta tutti gli Enti a fare una riflessione su quanto il trasporto pubblico incida sulla mobilità dei territori e non possa essere visto, come fa attualmente l'azienda Trenitalia, unicamente in un'ottica aziendalistica di costi e benefici.
Pensiamo tra l'altro che perseguire in questa ottica sia dannoso, in termini di immagine, per la stessa Trenitalia, dato che si viene "politicamente" a trovare in una impasse costituita dalla autonegazione della sua storica vocazione sociale dovuta all'essere emanazione del Pubblico, esponendosi così agli attacchi degli ultraliberisti che non vedono l'ora di affossare tutto ciò che è pubblico.

Ieri le autostrade, oggi le ferrovie, domani i contratti collettivi e la sanità? Non staremo buttando il bambino invece che l'acqua sporca?

E' necessario l'aiuto di tutti gli Enti, nella consapevolezza che lo sviluppo ed il benessere dei territori governati passa anche (e passerà sempre più in futuro) attraverso una politica della mobilità capace di sostenere in modo incisivo le dinamiche socio-economiche. Quindi è giusto a nostro avviso che Comuni, Province, Regione, si pongano insieme nella prospettiva di essere attori effettivi di questa governace, e concorrano a individuare dei percorsi che, partendo dalle necessità dei vari territori, si traducano in azioni concrete e in sostegno alla mobilità dei cittadini, perseguendo quanto più possibile obiettivi di integrazione e di collaborazione.

domenica 1 giugno 2008

Menù di giugno per i pendolari: tagli al servizio e disagi sulle linee per lavori di manutenzione

Si avvicinano a grandi passi le scadenze previste da Trenitalia in materia di tagli al servizio ferroviario: entro fine giugno, se lo Stato non stanzierà i fondi, l'attuale servizio non verrà garantito e decine di treni saranno a rischio.
Luigi Merlo, attuale presidente dell'Autorità Portuale di Genova ed ex Assessore ai Trasporti della Liguria, stigmatizza l'insensibilità dimostrata al problema da parte dei Governi che si sono succeduti, e mette in guardia sulle drammatiche conseguenze che una ulteriore riduzione del servizio avrebbe sulla mobilità regionale e nazionale.
Anche l'attuale Assessore ai Trasporti Liguri, Enrico Vesco, critica duramente la "folle politica" di Trenitalia, che riduce il servizio proprio nel momento in cui tutte le Amministrazioni locali tentano di indirizzare il pubblico verso forme di mobilità pubblica, e richiede nel contempo al Governo di finanziare il piano industriale già presentato nel 2007 e rimasto lettera morta.

Riporto una lettera emblematica di un collega della Val Polcevera, che illustra una delle tante situazioni che si verrano a creare:

"A partire dal 15 Giugno verranno soppressi i regionali 11201 - 6103 che da Novi Ligure portano a Genova e il regionale 21100 che da Genova porta ad Arquata, essi rappresentano le prime corse del giorno. Con questa decisione non sarà più possibile per noi pendolari arrivare sul luogo di lavoro. Nel mio caso, usufruivo del 21100 da Bolzaneto alle 6:13 per arrivare ad Arquata alle 7:02, prendere il regionale 24602 alle 7:10 e scendere a Frugarolo-Boscomarengo alle 7:33. Con le modifiche annunciate l'unica soluzione possibile per recarmi sul posto di lavoro rimane quella di alzarmi alle 4:45, anziché 5:30, prendere l'autobus delle 5:20 arrivare a Ge Principe per prendere il regionale 2160 delle 6:25. Il mio guadagno si può cosi riassumere : 1) 45 minuti in meno di riposo al giorno 2) abbonamento mezzi AMT ( circa 42 euro, so non vado errato, da aggiungere ai 56,1 del treno ) Credo che il guadagno sia evidente."

Tutto questo avviene mentre si straparla di aiuti alle famiglie e si inventano palliativi come l'allungamento dei tempi del mutuo o la detassazione degli straordinari: il problema è arrivarci, al lavoro, e con questi treni diventerà sempre più difficile.
E inoltre: disagi in vista per lavori in corso su varie linee: vedi sotto il dettaglio (clicca per ingrandire)

Ferrovie, Moretti: possibili tagli ai treni. La reazione di MC

"Deve intervenire lo Stato, coprendo i costi: se non lo fa, noi non siamo in grado di continuare. In caso non dovessimo ricevere i contributi richiesti, non si chiuderanno comunque tratte, ma treni. I treni notte, ad esempio,sono tutti in perdite. E in alcune fasce orarie, dalle 10 alle 12 ad esempio, ci sono molti treni vuoti". E' quanto ha detto 'ad del Gruppo FS, Mauro Moretti a Radio Anch'io, il programma di Giorgio Zanchini in onda su Rai Radiouno.
Immediata la reazione del Movimento Consumatori (MC), associazione promotrice delle campanga campagna "Diritti sui binari". Lorenzo Miozzi, presidente di MC ha detto : "Sembra che l'idea dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato sia quella di ridurre il deficit tagliando i treni che, per un'azienda di trasporti ferroviari, è una contraddizione aberrante".
"La preoccupante cultura aziendale di Moretti - ha continuato Miozzi - è tesa a risanare puntando sull'alta velocità e semplicemente togliendo passeggeri agli aerei; via tutto il resto. Quindi, per FS, l'obiettivo non è garantire un servizio passeggeri e togliere dalla gomma una parte del traffico merci; al contrario, la strategia sembrerebbe quella di dirottare tutto su gomma e prendersi i passeggeri che già oggi sono soddisfatti e serviti dagli aerei. La prospettiva realistica è, in realtà di trovarci un'azienda pubblica che punta solo a fare concorrenza alle private, dal 2010, con la logica di queste ultime come se questo fosse il suo obiettivo. Se questo è, la scelta deve essere della politica e frutto del confronto con le parti sociali. Moretti non ha questo mandato".
Per Monica Multari, responsabile legale del settore trasporti ferroviari del Movimento Consumatori è necessario "fare chiarezza sul da farsi al più presto, in modo che non siano sempre e comunque i cittadini a pagare le conseguenze in termini di mediocrità e insufficienza del servizio ferroviario. Per questo ricordiamo che MC ha lanciato la campagna Diritti sui binari per informare i viaggiatori in treno dei loro diritti, offrire loro un servizio di consulenza legale e per sollecitare le autorità competenti a vigilare e ad intervenire affinché sia garantita la qualità dei servizi".

Durissima presa di posizione del Presidente dell'Autorità Portuale di Genova Merlo contro il taglio dei treni

da Il Secolo XIX
Il termine del 15 giugno si avvicina e se il governo non troverà i 350 milioni di euro necessari per assicurare il trasporto pubblico locale, i pendolari liguri (così come quelli del resto d'Italia) dovranno fare i conti con i tagli previsti da Trenitalia. La "dead line" si avvicina e da ogni parte piovono proteste e interrogazioni parlamentari, anche da parte Pd. Che fanno infuriare Luigi Merlo, oggi presidente dell'Autorità portuale di Genova ma fino a gennaio assessore regionale ai trasporti. «Trovo delirante questo comportamento. Sulla questione ferrovie c'è una responsabilità bipartisan e fino all'altro giorno al governo c'eravamo noi di centrosinistra. C'erano ipotesi di lavoro che non sono andate avanti e il piano industriale di Trenitalia (6,5 miliardi di investimenti, ndr) che è stato discusso a fondo ma non approvato».Una delle ipotesi rimaste inattuate è quella che prevedeva l'impiego del tesoretto per implementare le linee a minore redditività. «Le uniche a rendersi conto di quanto sia grave la situazione sono state le Regioni che da tempo chiedono un cambio di passo - prosegue Merlo - Il problema è nel sistema degli investimenti, nel materiale rotabile, ma anche nello scenario complessivo: manca una strategia che invece hanno gli altri Paesi europei e questo si ripercuote anche sul trasporto merci». Di ritorno dal meeting delle autorità portuali di Amburgo, Merlo ha fatto i conti con i concorrenti europei che trasportano già oggi il 30% delle merci su rotaie e puntano in un breve futuro a raddoppiare questa soglia. «E la cosa da noi è impensabile» chiude Merlo.Le prime sforbiciate al servizio ferroviario in Liguria sono già state avvertite: due intercity sono stati cancellati, altri due notturni (da Torino e da Nizza) lo saranno entro breve. E mentre sul fronte del trasporto pubblico locale (i treni per i pendolari) la Regione Liguria può dire la sua e provare a trattare anche in vista di una nuova gara d'appalto, sul cosiddetto servizio universale è completamente disarmata. «Le Fs stanno facendo una politica folle ed incomprensibile, riducendo i treni e cancellando anche quelli molto reddittivi, nel momento in cui tutte le amministrazioni stanno cercando di indirizzare la gente a servirsi maggiormente del trasporto pubblico» spiega l'attuale assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Enrico Vesco. In settimana incontrerà i colleghi di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna per stabilire una linea di condotta comune, una posizione uguale per fare massa critica nei confronti di Trenitalia ed evitare il peggio.Per non subire tagli al trasporto locale, per la Liguria il governo deve trovare circa 27 milioni di euro. Discorso a parte, invece, per il servizio universale. «L'amministratore di Trenitalia Mauro Moretti aveva presentato un piano industriale serio, con miliardi di investimenti per il materiale rotabile, ma nessuno gli ha mai dato una risposta. Vediamo ora se questo governo riuscirà a tamponare la situazione».

Ferrovie di nuovo nel caos: cancellati i "treni del mare"

di Michele Smargiassi - La Repubblica

BOLOGNA - Ma dove diavolo sono finiti i treni con l'infradito? I treni del mare, bermuda di rigore e odorosi d'abbronzante? Dissolti. Inghiottiti da un baratro elettronico. Migliaia di convogli spariti di colpo dal nuovo orario ferroviario. L'estate arriva, ma almeno fino a ieri notte era impossibile sapere se tra due settimane riusciremo a imbarcare la suocera per Igea Marina, o a trovare una coincidenza per Ladispoli. Una catena di incidenti tecnici e burocratici al sistema informativo di Trenitalia ha tenuto nascosti per giorni tutti i treni regionali, oltre settemila, l'80 per cento del traffico nazionale, a chi volesse consultare l'orario estivo che entrerà in vigore il 16 giugno. Il "pacchetto regionali" non è stato caricato in tempo sulla piattaforma elettronica che distribuisce le informazioni sugli orari al sito Internet, al call-center telefonico, alle biglietterie umane e automatiche, ai palmari dei controllori. Effetto: ai viaggiatori è stato fornito per diversi giorni un orario lacunoso, ingannevole e inverosimile che ha sconvolto i piani delle migliaia di famiglie che aspettavano proprio il nuovo orario per organizzare le vacanze; le famiglie risparmiose o ecologiste che preferiscono il treno ad auto dalla benzina che costa come l'oro e puzza come una fogna. Avranno pensato che i tagli annunciati dalle Ferrovie siano stati più pesanti del previsto. Al forum di Repubblica. it hanno scritto lettori in ansia: mi hanno tolto otto treni su dodici, devo prendere un aereo presto e il primo treno per Milano è alle 10... Non è così, per fortuna. I treni regionali dell'estate ci saranno ancora, quasi tutti, garantisce l'azienda, e oggi, se i tecnici nella notte saranno venuti a capo del pasticcio, dovrebbero uscire dalla clandestinità. Prendiamola così: abbiamo sperimentato come sarebbe povera e paralizzata l'Italia senza i trenini locali che la retorica alto-velocista disprezza tanto. Ma nel frattempo, sono giorni di sconcerto. Perché questo black-out è infingardo. Non si presenta come un semplice ritardo informativo. I sistemi all'apparenza funzionano regolarmente e sfornano gli orari richiesti dal cliente come se fossero buoni. Ma ci sono solo alcuni treni: gli Intercity, gli Eurostar, i più costosi. Mancano i regionali, appunto. Nessuno però sente il dovere di avvertire la clientela con una scritta, un annuncio, che gli orari forniti sono ancora mostruosamente incompleti: così, per chi li consulta, sono orari effettivi. Solo che i binari appaiono semivuoti.
Interrogando l'orario online su viaggi successivi al 16 giugno, giorno del cambio, ottieni risposte desolanti o bizzarre: "nessuna proposta di viaggio" per Forte dei Marmi, Varazze, Polignano a Mare, Gallipoli, Roseto degli Abruzzi e altre decine di località balneari. Cittadine che sembrano isolate, altre raggiungibili solo una volta al giorno, Roccella Ionica servita solo da treni notturni, ad Agrigento ci arrivi da Roma ma non da Palermo, a Grosseto da Milano ma non da Firenze, Cattolica sempre solo da Milano ma non da Roma; un solo treno al giorno da Firenze a Viareggio, due soli da Milano a Cesenatico invece dei 12 abituali. Coincidenze impossibili, direttrici interrotte, itinerari tortuosi come dopo un terremoto, come se qualcuno avesse bombardato le linee, tipo autunno del '44. Per i viaggiatori esperti è ovvio che qualcosa non va, che questa è una geografia ferroviaria inverosimile. Ma come arrivare a quella vera? È ridicolo che nel 2008 possiamo prenotare un volo per Singapore con un anno d'anticipo ma non riuscire a sapere se c'è un treno per Igea Marina tra due settimane. Proviamo col call center, anche se è una linea a pagamento, 45 centesimi al minuto. L'orario che cerchi, al telefono te lo dice un risponditore automatico. Cioè non te lo dice: "Non sono state trovate soluzioni di viaggio per la sua richiesta", comunica la vocina da schiaffi dopo qualche minuto di faticoso dialogo uomo-macchina, "Trenitalia le augura buon viaggio". Abbiamo pagato una manciata di euro per un'informazione bugiarda e una presa per i fondelli. E ora? Gli uffici assistenza alla clientela (proviamo con quelli di Milano e Bologna) non rispondono mai al telefono, anche negli orari di apertura. Ma se richiami l'892021 e farfugli parole incomprensibili in risposta alle domande metalliche, la signorina elettronica s'arrende e ti passa finalmente un essere umano, l'operatore A224: "Non posso darle l'informazione che desidera", gentilissimo e affranto, "è da una settimana che aspetto gli orari dei regionali, ma non arrivano mai". Ma quegli orari esistono? Sì, esistono, rassicura l'ufficio stampa Trenitalia, s'è trattato solo di una deplorevole serie di incidente, un ritardo tecnico. Sono pronte da diversi giorni, quelle tabelle, ma nessuno le ha potute consultare, neppure gli sportelli delle stazioni. Non ci sono fascicoli cartacei, è tutto imprigionato in qualche memoria elettronica. Ieri era il 31 maggio: file di pendolari alle biglietterie per comprare l'abbonamento di giugno. Lo comprano a scatola chiusa, sulla fiducia: non sanno se i loro treni abituali ci saranno anche questa estate, se dopo il 16 avranno ancora orari compatibili col loro lavoro. Però lunedì, se non mostreranno l'abbonamento, saranno 50 euro di multa. A loro, come sempre, nessun "ritardo tecnico" è perdonato. Intanto un po' di famiglie risparmiose e ecologiste si saranno magari rassegnate a programmare in auto la gita al mare, spendendo e inquinando un po' di più.

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