Dal settembre 2010, come sappiamo, sono entrati nel vivo i lavori per il potenziamento del nodo ferroviario genovese, opera davvero epocale che dovrebbe risolvere (almeno questo è l’auspicio) molti dei problemi che affliggono la circolazione ferroviaria del Capoluogo e della stessa Liguria.
Se il 2010 è stato dedicato in gran parte all’avvio dei diversi cantieri, il 2011 vedrà proseguire l’attività a Brignole, a Principe e a Fegino, dove sono già visibili i primi interventi sull’infrastruttura.
E’ chiaro che un’operazione di questa portata non potrà non avere ripercussioni sul servizio, ce ne rendiamo conto e anche eventuali disagi vanno messi nel conto di un’opera che, potenzialmente potrà davvero migliorare la circolazione, separando le percorrenze lunghe e medio-brevi grazie al maggior numero di linee disponibili.
Non abbiamo tuttavia mancato di chiedere a Trenitalia e a RFI il massimo impegno per limitare il più possibile tali disagi, auspicando un coinvolgimento di tutti gli enti gestori di trasporti pubblici (dal Comune, alla Provincia, alla Regione) per trovare forme di integrazione tra i diversi mezzi atti a sopperire alle eventuali interruzioni di servizio ferroviario.
Tra le scadenze da tenere d’occhio, in particolare, c’è la chiusura, prevista per settembre, della galleria tra Recco e Santa Margherita per ben 85 giorni.
Un poco più in là nel tempo (fine 2012 – inizio 2013) ci sarà un’altra chiusura “importante”, quella della stazione di Sampierdarena, che comporterà l’interruzione di alcune relazioni nord-sud e verrà compensata in parte dalla ripristinata linea del Campasso.
Circa le tempistiche, recentemente messe in discussione per alcuni presunti ritardi accumulati rispetto alla tabella di marcia, sono state ammesse alcune criticità nella fase iniziale che però, si assicura, verranno riassorbite nel prosieguo dei lavori.
Tempi di percorrenza
La questione dei tempi di percorrenza, più volte sollevata nel corso degli ultimi mesi e anni da comitati e associazioni di pendolari di tutta Italia, è approdata ormai al livello nazionale. Recentemente è stata depositata una interpellanza da parte dell’on.le Ermete Realacci dove si chiede, esattamente come da noi richiesto mesi addietro, di portare la questione del meccanismo individuato dal cosiddetto “Catalogo” al riesame della Conferenza Stato-Regioni per capire meglio il processo di determinazione dei corrispettivi dovuti dalle Regioni a Trenitalia per i servizi di trasporto regionale.
In questa occasione Vesco ha affermato la fondatezza di tale richiesta, impegnandosi a portare al tavolo delle Regioni la questione. “E’ a livello nazionale che occorre agire per rinegoziare le clausole del contratto di servizio” afferma Vesco, che sottolinea come già all’epoca l’impostazione del “Catalogo” non fosse stata da lui condivisa, al pari dei Pendolari che sin da subito ne avevano sottolineato le criticità anche gravi e previsto le conseguenze che poi si sono puntualmente verificate.
Un contributo molto importante alla discussione è giunto da un esperto, Gabriele Bariletti, che ha osservato come il costo orario viene computato tenendo conto di una velocità commerciale “media” nazionale di 60 km/ora, mentre in Liguria tale velocità commerciale effettiva è di 42 km/ora.
Non sarebbe lecito richiedere, almeno fino a quando i treni vanno a questa media, uno “sconto” sul corrispettivo pagato dalla Regione?
Certo, se si fosse inserita la clausola che legava almeno una quota del pagamento del corrispettivo alle prestazioni, così come avevamo proposto nel famoso (e sempre attuale) documento dei 20 punti, questo non sarebbe successo.
I Pendolari del Ponente hanno presentato, analogamente a noi, uno studio sui tempi di percorrenza effettuato da un ricercatore universitario che ha mostrato un notevole decadimento delle prestazioni sui treni della linea Genova-Ventimiglia.
Noi abbiamo presentato i primi risultati di una serie di confronti che stiamo conducendo utilizzando gli orari storici, e che hanno mostrato come anche sul Levante certi treni impieghino più tempo rispetto a dieci e più anni fa.
E’ importante sottolineare che i nostri confronti sono stati fatti “a parità di fermate”. Abbiamo cioè visto i tempi impiegati dai treni regionali per effettuare lo stesso numero di fermate sulla stessa linea, e i risultati parlano chiaro. Se poi si guarda all’estero, le differenze (negative per noi) sono ancora più eclatanti.
Ci sono più passeggeri? Forse. Ma è anche vero che i tempi di sosta nelle stazioni, anche in quelle minori, sono stati aumentati e non è raro fermarsi a Nervi o a Brignole 7-10 minuti.
E’ per dare la precedenza agli IC? Bene, ma allora perché si sono tolti i binari di precedenza in tante stazioni (Pieve, Bogliasco, Lavagna, ecc.), ingessando ancora di più la linea?
I treni sono più vecchi, i tempi di incarrozzamento sono ancora alti in molte stazioni (marciapiedi bassi e pianali dei treni alti) ma tutto ciò non lo diciamo da ieri, sono cose ampiamente risapute da anni e anni.
Le cause sono tante, ma il risultato è questo: molti treni regionali vanno più lenti rispetto a 10 e più anni fa.
Per il nuovo direttore regionale di Trenitalia, Enrico Melloni, dal 2006 (anno di partenza del “Catalogo”) a oggi la velocità commerciale media in Liguria è cresciuta di circa il 2% (restando comunque ferma al 42%, come si è visto). Nei primi mesi del 2011 vi è stato, ad oggi, un ulteriore leggero aumento. Dal 2000 poi vi è stato un incremento della circolazione e delle fermate, soprattutto sul nodo.
Dal nostro punto di vista, tuttavia, potremmo osservare che sono stati spesi molti soldi per ammodernare le linee, e anche in quel caso ci fu detto che i nuovi sistemi avrebbero migliorato la circolazione.
Quello che in realtà è successo è sotto gli occhi di tutti, e i tagli effettuati dal Governo alle risorse del trasporto pubblico locale non migliorano di certo le cose. Il risultato è che ora si iniziano a tagliare i treni.
Concludendo, valutiamo positivamente la disponibilità espressa da Vesco a portare la questione all’attenzione della conferenza Stato-Regioni, e auspichiamo che tale azione, congiunta a quella parlamentare intrapresa dall’on.le Ermete Realacci possa riaprire i giochi sul Contratto di Servizio, e anche sul tema delle risorse che se prima erano poche lo sono ancor più adesso, dopo i tagli.