martedì 8 febbraio 2011

Riunione in Regione su lavori del nodo ferroviario genovese e tempi di percorrenza

Nodo di Genova: chi ben comincia…
Dal settembre 2010, come sappiamo, sono entrati nel vivo i lavori per il potenziamento del nodo ferroviario genovese, opera davvero epocale che dovrebbe risolvere (almeno questo è l’auspicio) molti dei problemi che affliggono la circolazione ferroviaria del Capoluogo e della stessa Liguria.
Se il 2010 è stato dedicato in gran parte all’avvio dei diversi cantieri, il 2011 vedrà proseguire l’attività a Brignole, a Principe e a Fegino, dove sono già visibili i primi interventi sull’infrastruttura.
E’ chiaro che un’operazione di questa portata non potrà non avere ripercussioni sul servizio, ce ne rendiamo conto e anche eventuali disagi vanno messi nel conto di un’opera che, potenzialmente potrà davvero migliorare la circolazione, separando le percorrenze lunghe e medio-brevi grazie al maggior numero di linee disponibili.
Non abbiamo tuttavia mancato di chiedere a Trenitalia e a RFI il massimo impegno per limitare il più possibile tali disagi, auspicando un coinvolgimento di tutti gli enti gestori di trasporti pubblici (dal Comune, alla Provincia, alla Regione) per trovare forme di integrazione tra i diversi mezzi atti a sopperire alle eventuali interruzioni di servizio ferroviario.
Tra le scadenze da tenere d’occhio, in particolare, c’è la chiusura, prevista per settembre, della galleria tra Recco e Santa Margherita per ben 85 giorni.
Un poco più in là nel tempo (fine 2012 – inizio 2013) ci sarà un’altra chiusura “importante”, quella della stazione di Sampierdarena, che comporterà l’interruzione di alcune relazioni nord-sud e verrà compensata in parte dalla ripristinata linea del Campasso.
Circa le tempistiche, recentemente messe in discussione per alcuni presunti ritardi accumulati rispetto alla tabella di marcia, sono state ammesse alcune criticità nella fase iniziale che però, si assicura, verranno riassorbite nel prosieguo dei lavori.

Tempi di percorrenza
La questione dei tempi di percorrenza, più volte sollevata nel corso degli ultimi mesi e anni da comitati e associazioni di pendolari di tutta Italia, è approdata ormai al livello nazionale. Recentemente è stata depositata una interpellanza da parte dell’on.le Ermete Realacci dove si chiede, esattamente come da noi richiesto mesi addietro, di portare la questione del meccanismo individuato dal cosiddetto “Catalogo” al riesame della Conferenza Stato-Regioni per capire meglio il processo di determinazione dei corrispettivi dovuti dalle Regioni a Trenitalia per i servizi di trasporto regionale.

In questa occasione Vesco ha affermato la fondatezza di tale richiesta, impegnandosi a portare al tavolo delle Regioni la questione. “E’ a livello nazionale che occorre agire per rinegoziare le clausole del contratto di servizio” afferma Vesco, che sottolinea come già all’epoca l’impostazione del “Catalogo” non fosse stata da lui condivisa, al pari dei Pendolari che sin da subito ne avevano sottolineato le criticità anche gravi e previsto le conseguenze che poi si sono puntualmente verificate.

Un contributo molto importante alla discussione è giunto da un esperto, Gabriele Bariletti, che ha osservato come il costo orario viene computato tenendo conto di una velocità commerciale “media” nazionale di 60 km/ora, mentre in Liguria tale velocità commerciale effettiva è di 42 km/ora.

Non sarebbe lecito richiedere, almeno fino a quando i treni vanno a questa media, uno “sconto” sul corrispettivo pagato dalla Regione?

Certo, se si fosse inserita la clausola che legava almeno una quota del pagamento del corrispettivo alle prestazioni, così come avevamo proposto nel famoso (e sempre attuale) documento dei 20 punti, questo non sarebbe successo.

I Pendolari del Ponente hanno presentato, analogamente a noi, uno studio sui tempi di percorrenza effettuato da un ricercatore universitario che ha mostrato un notevole decadimento delle prestazioni sui treni della linea Genova-Ventimiglia.

Noi abbiamo presentato i primi risultati di una serie di confronti che stiamo conducendo utilizzando gli orari storici, e che hanno mostrato come anche sul Levante certi treni impieghino più tempo rispetto a dieci e più anni fa.
E’ importante sottolineare che i nostri confronti sono stati fatti “a parità di fermate”. Abbiamo cioè visto i tempi impiegati dai treni regionali per effettuare lo stesso numero di fermate sulla stessa linea, e i risultati parlano chiaro. Se poi si guarda all’estero, le differenze (negative per noi) sono ancora più eclatanti.

Ci sono più passeggeri? Forse. Ma è anche vero che i tempi di sosta nelle stazioni, anche in quelle minori, sono stati aumentati e non è raro fermarsi a Nervi o a Brignole 7-10 minuti.
E’ per dare la precedenza agli IC? Bene, ma allora perché si sono tolti i binari di precedenza in tante stazioni (Pieve, Bogliasco, Lavagna, ecc.), ingessando ancora di più la linea?

I treni sono più vecchi, i tempi di incarrozzamento sono ancora alti in molte stazioni (marciapiedi bassi e pianali dei treni alti) ma tutto ciò non lo diciamo da ieri, sono cose ampiamente risapute da anni e anni.

Le cause sono tante, ma il risultato è questo: molti treni regionali vanno più lenti rispetto a 10 e più anni fa.

Per il nuovo direttore regionale di Trenitalia, Enrico Melloni, dal 2006 (anno di partenza del “Catalogo”) a oggi la velocità commerciale media in Liguria è cresciuta di circa il 2% (restando comunque ferma al 42%, come si è visto). Nei primi mesi del 2011 vi è stato, ad oggi, un ulteriore leggero aumento. Dal 2000 poi vi è stato un incremento della circolazione e delle fermate, soprattutto sul nodo.

Dal nostro punto di vista, tuttavia, potremmo osservare che sono stati spesi molti soldi per ammodernare le linee, e anche in quel caso ci fu detto che i nuovi sistemi avrebbero migliorato la circolazione.

Quello che in realtà è successo è sotto gli occhi di tutti, e i tagli effettuati dal Governo alle risorse del trasporto pubblico locale non migliorano di certo le cose. Il risultato è che ora si iniziano a tagliare i treni.

Concludendo, valutiamo positivamente la disponibilità espressa da Vesco a portare la questione all’attenzione della conferenza Stato-Regioni, e auspichiamo che tale azione, congiunta a quella parlamentare intrapresa dall’on.le Ermete Realacci possa riaprire i giochi sul Contratto di Servizio, e anche sul tema delle risorse che se prima erano poche lo sono ancor più adesso, dopo i tagli.

lunedì 7 febbraio 2011

Tempi di percorrenza ferroviari: ritorno al passato?

Può sembrare uno scherzo, eppure è così. La tecnologia corre veloce e moltiplica a dismisura la velocità dei nostri computer, smartphone e IPad, al punto che 10 anni costituiscono quasi un’era geologica e già si intravvedono le prossime meraviglie elettroniche ancora più potenti. Quando però si parla di treni, e in specie di treni regionali, si torna come d’incanto nel passato remoto. Non parleremo oggi della vetustà di carrozze e locomotori (fino a 30 – 40 anni) anche se questo fattore può non essere estraneo al fatto che oggi i treni regionali viaggiano mediamente più lenti rispetto a 10 anni fa.

Il tempo di percorrenza di un treno è dato dalla somma dei tempi, soste intermedie comprese, per recarsi da una stazione ad un’altra. E’ chiaro che per il passeggero, più breve è il tempo di percorrenza, ossia più veloce è il treno, e meglio è. Dal 2009, tuttavia, vi è anche un altro motivo per augurarsi che i tempi di percorrenza siano il più breve possibile, dato che il nuovo Contratto di Servizio per il trasporto regionale prevede, a livello italiano, che le regioni paghino tale servizio non più a chilometro, ma a tempo. In sostanza, più un treno “occupa” la traccia oraria, più costa.

I treni regionali sono lenti perché fanno molte fermate, è la risposta che viene data di solito. E’ vero che con treni nuovi e opportunamente progettati per fare tante soste ravvicinate (tipo le metropolitane) molti minuti si potrebbero tagliare. Si, però perchè i tempi di sosta nelle stazioni minori sono state raddoppiati, portandoli da 30 secondi a 1 minuto tondo? Eppure oggi le porte si chiudono automaticamente, quindi il tempo di sosta non dovrebbe aumentare…o no?

Un semplice confronto
Dato che vogliamo vederci chiaro, abbiamo pensato di svolgere una semplice indagine, facendo un confronto tra i tempi di percorrenza dei treni regionali di diversi anni. Grazie ai colleghi pendolari che ce li hanno forniti, siamo entrati in possesso di preziosi orari storici che si sono rivelati una fonte inesauribile di informazioni.
Le analisi sono state fatte su varie linee della Liguria, prendendo in esame i treni regionali di un ipotetico giorno feriale.

Precisazione fondamentale: i confronti fatti sono a parità di fermate, ossia si sono comparati tempi di percorrenza tra treni che effettuano lo stesso numero di fermate, proprio per rispondere all’obiezione di cui sopra.

Non pretendiamo di aver effettuato una analisi esaustiva di tutte le linee e di tutti i treni. Abbiamo fatto piuttosto dei confronti a campione (e altri sono in preparazione), che mostrano comunque delle evidenze interessanti e mostrano come, nel tempo, i treni regionali abbiano subito un progressivo incremento dei tempi di percorrenza, a parità di fermate.

Tratta Sestri Levante – Genova Principe


Nelle tabelle sono indicati il tempo minimo e massimo con cui un treno effettua le stesse fermate intermedie
Nel 1986 un treno regionale che effettuava 9 fermate intermedie impiegava in media 1.02 minuti. Oggi ne impiega ben 25 di più! Un minuto in più all’anno, potremmo dire.
Al ritorno va meglio, almeno siamo tornati ai livelli del 1986. (Alla faccia del progresso tecnologico però!).
L’aumento tendenziale si riscontra all’andata anche sui treni che effettuano 10, 13, 14, 15 e 16 fermate, e al ritorno su quelli che effettuano 5, 10 12 e 18 fermate, mentre per gli altri siamo ai livelli del 1999.
Quelli che effettuano 10 fermate intermedie registrano all’andata ben 12 e 15 minuti in più rispetto al 1986, quelli che ne effettuano 13 vedono aumenti tra i 2 e i 7 minuti, quelli che ne effettuano 14 aumentano tra 5 e 7 minuti, quelli da 15 fermate aumentano tra 5 e 11 minuti tra il 1999 e il 2011. Quelli da 16 fermate, infine, aumentano tra gli 8 e i 20 minuti sempre tra il 1999 e il 2011!
Lasciamo ai lettori l’esercizio per il ritorno.

Un altro argomento che viene portato per spiegare l’allungamento dei tempi di percorrenza è il maggiore affollamento che le linee hanno subito nel corso degli anni. Anche questo argomento non ci pare suffragato, almeno per quel che riguarda i treni passeggeri, dato che se dal 1986 al 1999 vi sono stati degli incrementi numerici, mentre tra il 1999 e il 2011 registriamo un calo, seppure contenuto, nel numero di convogli passanti sulla linea.

Tratta Genova Brignole – Voltri – Arenzano – Cogoleto(confronto a cura del WWF Liguria)

clicca per ingrandire

Qui il confronto è tra gli anni 1999/2000 e 2009, e anche rispetto ad una linea analogamente conformata, ma in Svizzera.
Sono stati considerati due regionali per Savona, limitatamente alla tratta Brignole – Voltri. Come si può notare, tra il 1999/2000 e il 2009 vi sono 6 minuti in più. Analizzando meglio i parziali, si vede che l’aumento è prodotto da un aumento di sosta a Genova Principe (passata da un minuto a 3) più un aumento dei tempi di percorrenza tra Brignole e Principe, Principe e Sampierdarena e Sampierdarena e Cornigliano.

Infine, uno sguardo Oltralpe: qui per coprire una tratta analoga si impiegano “ben” 24 minuti, contro i 36 del 2009 e i 30 del 1999/2000. E non stiamo parlando di un caso isolato: se guardiamo una analoga linea nei dintorni di Vienna abbiamo la stessa performance: a parità di fermate e di chilometri percorsi, sono 25 minuti di tempo di percorrenza.

Conclusione
Già da questi primi confronti possiamo dire che, a nostro parere, vi sia molto da lavorare per cercare di riportare entro livelli maggiormente accettabili i tempi di percorrenza, attualmente assai abbondanti.

Questo non solo aumenterebbe automaticamente la capacità della rete, liberando tracce, ma farebbe anche diminuire il costo del servizio per singolo treno, liberando risorse per migliorare il servizio stesso (o almeno, per non tagliarlo ulteriormente).

Ci auguriamo che qualche riflessione venga fatta alla luce di questi e dei successivi confronti che le diverse associazioni stanno compiendo, è un contributo fattivo che offriamo alla Regione, in modo del tutto gratuito e assolutamente costruttivo. Vorremmo poterci confrontare su questi argomenti anche con i tecnici e gli uffici regionali e di RFI per avere un proficuo scambio di idee e di informazioni, con l’unico scopo di migliorare un servizio che riveste una importanza cruciale per l’intera popolazione della Liguria.

venerdì 4 febbraio 2011

Riviere liguri: isolate e sempre più lontane dal capoluogo

Un'altra problematica molto grave è il sempre più marcato isolamento che tante località della Riviera di Levante e di Ponente dovranno subire a causa dei tagli sempre più consistenti e che oggi segnano una nuova, preoccupante escalation. Tutto questo avviene mentre si discute della futura area metropolitana genovese e mentre si fanno i lavori del nodo che aumenteranno i binari e i possibili treni (che però nessuno sa come e quando saranno acquistati)... di questo passo, il rischio è che si facciano solo delle belle parole, mentre la realtà è questa: Genova resterà sempre più isolata e poco accogliente verso i suoi territori di riferimento, che torneranno ad essere solo delle periferie dove tornare la sera, stanchi, per riposarsi dalle fatiche giornaliere. Ma attenzione: mai fare tardi, se non volete dormire in stazione!







giovedì 3 febbraio 2011

Ritardi e comunicazioni

Chiunque viaggi in treno si sarà accorto di una cosa singolare e strabiliante. Quando i treni ritardano (evento rarissimo vero?) questo non coincide mai con quello segnalato da annunci sonori o constatato sui monitor.

Capita di frequente leggere cinque minuti di ritardo, trascorsi i quali non giunge alcun treno, e si aspetta...
Ma l'ilarità, peraltro assai amara, si scatena quando a bordo di un treno fermo si apprende dalla voce diffusa in stazione che il convoglio partirà con dieci minuti di ritardo. Ok, grazie per l'annuncio, ma osservando l'orologio più di uno si accorge che i minuti sono già almeno venti!
Che unità di misura temporale usano le ferrovie?


ps
Vorrei segnalare che qualche buontempone (vandalo) stamani alle 6 mi ha strappato un sorriso. Ha alterato la scritta TRENITALIA sul locomotore, staccando la T e la gambetta inclinata della R con risultati censurabili!

mercoledì 2 febbraio 2011

Treni vecchi e fatiscenti: fiamme e fumo, per fortuna senza gravi conseguenze

Paura per un nuovo episodio inquietante su un treno regionale. Ecco la cronaca fatta da chi c'era.
"Segnalo quello che e' successo stamattina 2 Febbraio sul treno 11247 (il nostro Savona - Genova del mattino) di cui sono stato testimone. Il treno era quello trentennale bipiano. Provenienti da Savona e appena giunti alla stazione di Arenzano, nella seconda seconda carrozza, un botto, una fiammata e il successivo fumo acre per alcune decine di secondi hanno consigliato i pendolari a spostarsi in un'altra carrozza. Non c'e' stato principio d'incendio ma tanta paura nei presenti. La zona dove c'e' stata la piccola esplosione e' quella del pannello appena sopra il sedile a due posti ad inizio carrozza. Per fortuna li' non c'era seduto nessuno, altrimenti l'apertura violenta del pannello avrebbe sicuramente fatto danno. Il Controllore per la verita' e' arrivato in brevissimo tempo, ha invitato i presenti a spostarsi in altra carrozza e ha verificato che qualcosa si era rotto nel riscaldamento.

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