lunedì 31 agosto 2009

Viareggio, due mesi dopo: aumenta il tragico conteggio delle vittime, ma ancora nessun responsabile

Due mesi esatti dopo la terribile notte del 29 giugno, giunge la notizia di una ennesima vittima, la trentesima. Uccisa dalle bruciature che le hanno devastato l’80% della superficie corporea, è morta a 45 anni anche Marina Galano. Altri feriti gravi lottano da più di due mesi nei reparti grandi ustionati degli ospedali.

Colpisce come, a differenza dei primi giorni, la notizia scivola via sui giornali quasi in sordina, un tragico aggiornamento di un episodio consegnato alla storia come “il più grave incidente ferroviario del dopoguerra”.

Non è stata neppure l’occasione, questa ennesima vittima, per riferire di qualche sviluppo delle inchieste che, si era detto nei giorni immediatamente successivi all’accadimento, avrebbero fatto piena luce appurando responsabilità e cause, ricostruendo la concatenazione di errori, omissioni, complicità forse, che hanno permesso il verificarsi di un evento tanto grave e luttuoso.

Cosa si è fatto fino ad oggi? Quale è lo stato delle indagini? Quali le responsabilità emerse?
L’indomani della tragedia dicemmo che si stava già verificando il rimpallo delle responsabilità: il gestore dell’infrastruttura (RFI), Trenitalia, Divisione Cargo, il vettore che utilizzava i carri, e così via…in una sarabanda di nomi e di sigle che si ramificano e si rincorrono fino in America, quasi a far perdere le loro tracce.

Si lavora per ricostruire, si contano i danni, ma i responsabili intanto non saltano fuori: chi potrà mai ripagare quei morti, chiedere perdono ai superstiti? Sgomberate le macerie di case e negozi, restano quelle, irrimediabili, delle vite di intere famiglie, falcidiate in un attimo perché, forse, qualcuno ha falsificato delle dichiarazioni, qualcuno non ha fatto i dovuti controlli, qualcuno ha barattato la vita di 30 persone con qualche migliaio di euro.

Lo si è detto all’inizio, bastava controllare meglio una saldatura: questo però nessuno lo dice più, si parla della tragedia come fatalità, incidente. Ma non è stato un incidente, non almeno nel senso di evento non prevedibile. Era prevedibile eccome, in assenza di adeguati controlli.

Di tutto questo non si parla più, i vertici delle ferrovie sono a tutt’oggi al loro posto e anzi, ministri e alti funzionari di Stato si erano affrettati a confermar loro stima e immutata fiducia. Certo la colpa non dev’essere loro, le regole sono state tutte applicate e quindi, si, ecco, è stata una fatalità o, al più, si devono cambiare le regole, ma prima ancora quelle europee. Ecco fatto, tutto a posto. Nessuno ha visto che bombe chimiche andavano (e, per quanto ne sappiamo, ancora vanno) su e giù per la penisola su carrette vecchie e decrepite che i tedeschi o i francesi buttano e noi compriamo invece che rottamarle, poi gli si rifà un po’ il trucco e oplà, pronte per partire.

Solo che qui ci sono 30 morti (e speriamo di fermarci qui con il conteggio), e non è ancora emersa nessuna responsabilità. Che sia colpa delle persone che abitavano troppo vicine ai binari?

venerdì 28 agosto 2009

I Pendolari del Nord-Ovest incontrano Bersani

Il trasporto pubblico locale è alla deriva, e ha perduto di vista il suo scopo, ossia l'essere un pezzo importante del welfare: questo è l’allarme che i Pendolari del Nord-Ovest hanno lanciato a Pierluigi Bersani, candidato segretario del PD presente a Genova in occasione della Festa Democratica.

“Siamo qui innanzi tutto come cittadini, oltre che come pendolari” esordiscono i rappresentanti degli utenti di Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna: “e rivendichiamo il nostro diritto ad una mobilità sostenibile e dignitosa, degna di un Paese civile. Non basta l’Alta Velocità per dire che il Paese ha raggiunto gli standard europei, perché il 95% degli utenti viaggia attualmente su linee a media e breve distanza, e sono questi collegamenti ad essere stati completamente abbandonati: senza una visione integrata del sistema della mobilità, si andrà presto al collasso”.



Sonia Zarino (Pendolari Liguri) chiede al candidato segretario del PD un impegno concreto per la ripresa degli investimenti nel trasporto regionale, che avrebbe anche una funzione di rilancio dell’economia;

Cesare Carbonari (Pendolari Piemontesi) illustra l’aggravamento costante dei livelli di servizio che milioni di passeggeri sono obbligati ogni giorno a sopportare, consegnando a Bersani una raccolta fotografica eloquente del degrado raggiunto dai treni per i pendolari;

Giorgio Dahò (Pendolari Lombardi) pone l’accento sulla mancanza di concorrenza e sulla necessità di arrivare a gare che mettano le Regioni in condizione di scegliere il servizio alle condizioni più vantaggiose;

Giuseppe Poli (Pendolari Emilia-Romagna) ribadisce l’importanza di un rapido rinnovo dei rotabili e di una costante programmazione degli interventi di manutenzione degli stessi;

Emblematicamente viene poi mostrata una foto che Paolo Marchi, dei Pendolari Liguri, ha scattato poche ore prima: una porta di regionale sbarrata con un’asse di legno. La domanda che viene posta provocatoriamente è: ma siamo ancora in un paese civile?

Intanto i pendolari stanno pensando di organizzarsi in un movimento nazionale in grado di colloquiare con i maggiori vertici istituzionali, e lanciano l'appello all'unità con tutti i comitati attivi sul territorio italiano per la tutela degli interessi comuni che, sostengono, non sono interessi particolaristici, ma riguardano l'intero Paese che non può prescindere da un sistema della mobilità efficiente, moderno, sostenibile ed economico.

Sono questioni pesanti quelle poste al candidato Pierluigi Bersani, questioni alle quale non si sottrae e alle quali risponde con molta chiarezza. “E’ vero”, dice, “l’Alta Velocità da sola non basta. Ha richiesto un fiume di denaro, (molto di più di quanto previsto, ndr.) e il risultato è che il trasporto locale è stato depauperato in modo inaccettabile. Occorre investire molto in questo settore, anche in funzione anti-crisi. L’economia verde, che è forse l’unica via d’uscita per tornare a crescere e dare lavoro alla gente, comprende a pieno titolo il settore del trasporto pubblico, occorre pertanto perseguire convintamene questa strada.”

Prendiamo atto di questo importante impegno che ci auguriamo troverà un seguito nella prosecuzione di una forte ed incisiva azione parlamentare del PD e ringraziamo Pierluigi Bersani per aver voluto incontrare dei rappresentanti di istanze sicuramente molto sentite a livello territoriale. Il nostro ringraziamento va inoltre al Segretario Regionale del PD, On.le Mario Tullo, componente della Commissione Trasporti della Camera e propiziatore dell’incontro, così come a quanti hanno partecipato, come il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e il candidato alla segreteria regionale Lorenzo Basso.

mercoledì 26 agosto 2009

Pierluigi Bersani incontra a Genova i Pendolari

Domani, 27 agosto, Pierluigi Bersani incontrerà a Genova i Pendolari di varie regioni per ascoltarne le problematiche e le proposte in merito alla difficile situazione del trasporto pubblico che si protrae ormai da anni e richiede soluzioni urgenti.

Mezzi obsoleti, investimenti ridotti all’osso e dismissioni di intere linee considerate “minori” stanno mettendo in ginocchio il sistema del trasporto ferroviario locale e di medio raggio, del quale chiediamo il rilancio e il potenziamento, essendo quello che movimenta la stragrande maggioranza degli utenti, circa il 95% del totale che usa il treno.

Occorrono nuovi investimenti, ma non bastano, perché è necessario rivedere la pianificazione della mobilità e potenziare le sinergie tra i diversi mezzi di trasporto, su ferro, gomma, acqua, integrandoli funzionalmente e anche per via tariffaria. Solo così si possono attivare quelle economie di scala che garantiscono l’ottimizzazione delle risorse e quindi la sostenibilità dell’insieme.

Accanto a questi interventi di lungo periodo sono necessari e fattibili anche una serie di provvedimenti che mirano ad alleviare i gravi disagi che ogni giorno i pendolari e gli utenti in genere lamentano.

1) I ritardi e le soppressioni improvvise sono quanto di più odioso, oltre che frequenti, da sopportare. Sarebbe buona norma perciò introdurre maggiore flessibilità concedendo, in caso di forte ritardo, la possibilità di salire a bordo del primo treno utile per la propria destinazione, senza ulteriori formalità, spese o perdite di tempo agli sportelli, dato che la “colpa” non è dell’utente ma del disservizio.

2) Le biglietterie sono sempre più rare, sostituite da emettitrici automatiche spesso rotte o da punti vendita chiusi la sera o nei giorni festivi: eppure chi sale senza biglietto anche in questi casi viene multato. Ci pare molto semplice ed elementare che venga ripristinata la possibilità, che già c’era tempo fa, di effettuare il biglietto in treno, avvisando subito il personale di bordo.



Sono semplici esempi (ma ve ne sono altri) di come già ora, pur che vi sia la volontà, sia possibile alleviare i tanti disagi patiti dagli utenti. Viaggiare in treno, così come su qualsiasi mezzo pubblico, è un diritto, non lo dimentichiamo: tutti noi paghiamo già, con le tasse (non proprio tutti, ma questo è un altro discorso!) ben il 65% del costo del servizio, coperto dai biglietti per il restante 35%. Il trasporto pubblico è dunque un vero e proprio componente del welfare, anche se farebbe comodo a molti che lo dimenticassimo e ci arrangiassimo ognuno per nostro conto, sobbarcandoci costi molto più elevati e rischi maggiori anche per la nostra incolumità.



Investire e credere nel trasporto pubblico è dunque una scelta importantissima, perché attiene a molti aspetti tra loro complementari: una mobilità più sostenibile per l’ambiente, una migliore qualità della vita, un notevole risparmio per le famiglie, e, non ultimo, una grande opportunità di rilancio per l’economia.



Chiederemo pertanto al candidato segretario del PD, Pierluigi Bersani, di inserire tra i punti salienti del suo programma anche un impegno forte in favore del trasporto pubblico e della ferrovia in particolare, privilegiando il servizio di media-breve percorrenza che come abbiamo ricordato è quello che trasporta il 95% dei passeggeri, ed è quello che può davvero dare risposte efficaci alla domanda di mobilità che va crescendo tra i cittadini, siano essi lavoratori, studenti, turisti, ecc.

martedì 25 agosto 2009

Reg 33829

Mi devono spiegare perché il regionale suddetto arriva, da orario, alle 19.09 a Genova Brignole e parte, da orario, alle 19.20....sono 11 minuti di sosta in stazione!!!! Questo è uno dei tanti casi di sosta ipertrofica per assorbire i ritardi intermedi. Ora, con il nuovo contratto, noi tutti paghiamo a ore di servizio, quindi quanto più il treno sta sui binari, tanto più costa. Diminuire i tempi di percorrenza diventa dunque essenziale, altrimenti li gonfieranno ancora perché a loro conviene!!!!
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Viareggio, un mese dopo

da Assemblea 29 giugno

Breve resoconto dell’incontro di giovedì 20 agosto al Dlf di Viareggio

Anche l’ultimo incontro è stato, come quelli precedenti, partecipato (50-60 presenze).
Abbiamo informato (e diffuso) sulle ultime iniziative: - le lettere-richiesta inviate al Sindaco Lunardini e all’A.D. Moretti su amianto e riduzione velocità dei treni merci; - i presìdi del 15 agosto per la reintegrazione di Dante De Angelis tenuti al binario 1 della stazione e in passeggiata.
Come abbiamo già scritto i presìdi sono stati partecipati e visibili attraverso il volantinaggio, l’affissione degli striscioni e i comizi volanti che spiegavano la vicenda di Dante, all’insegna del fatto che “la sicurezza non va in ferie” (Dante fu licenziato il giorno di ferragosto dello scorso anno).
Il 26 ottobre a Roma si terrà il processo per la sua reintegrazione e la proposta è di essere presenti, come Assemblea 29 giugno, al processo.
Abbiamo discusso di prossime iniziative e impegni: un appuntamento a due mesi dalla strage e la costituzione del Gruppo di lavoro (Gdl) sulla sicurezza in ferrovia.
Per sabato 29 agosto abbiamo ritenuto giusto dare l’appuntamento alle ore 23 in via Ponchielli per non dimenticare mai questa strage annunciata. I macchinisti fischieranno 3 volte all’ora dell’inizio della strage passando da Viareggio.
Per il Gdl abbiamo proposto la 1^ riunione (aperta) mercoledì 9 settembre ore 17.30 nei locali del Dlf di Viareggio.
Nel corso della riunione abbiamo presentato un esperto su quanto avvenuto il 29 giugno.
Fabrizio D’Errico, ingegnere del Politecnico di Milano, in qualità di metallurgista, cioè competente della materia, si è reso disponibile, come perito, a sostenere le parti offese.
Ha spiegato che 5 anni fa (!), in qualità di perito d’ufficio, si occupò di un incidente simile a quello di Viareggio e da allora … si è ripetuto, nonostante le “raccomandazioni” e i suggerimenti scientifici affinché fossero fatte migliorie e modifiche necessarie.
E’ stata anche discussa la possibilità di essere presenti (o di inviare proposte sulla normativa riguardanti la circolazione dei treni in generale e dei treni merci in particolare) a Bruxelles dove l’8 e il 9 settembre si terrà una Conferenza sulla sicurezza del trasporto ferroviario organizzata dalla Commissione europea.

lunedì 24 agosto 2009

A voi

Venerdì scorso (il 21/8) salgo a Genova Brignole sul 11281 delle ore 13.20. Non c'è molta gente, ma il caldo non manca ed il condizionamento è un sogno. Fortunatamente si aprono i finestrini. Passano pochi istanti ed il moto del treno unito alla lettura di un libro interessantissimo, mi fanno piombare in un sonno fanciullesco. Verso Recco una puzza di freni arrostiti invade la carrozza. Purtroppo è un evento non troppo isolato e pur respirando male e sentendo bruciore ai polmoni, cerco di tenere duro. Altri fanno la medesima cosa. Giunti alla stazione di Chiavari una donna appena scesa, inizia ad urlare in maniera coincitata "Al fuoco, al fuoco". A quel punto mi sporgo e vedo fuoriscire dalla carrozza in cui ero, ma soprattutto in quella retrostante, nuvole di fumo denso. Il controllore accorre dalla testa, fanno così anche due agenti della polfer (forse volevano arrestare il fumo....). Arriva anche il macchinista: guardano, fanno test e si affannano. Bloccano e sbloccano i freni fino a quando non ristabiliscono la normalità.
Poco dopo il controllore passa e chiede lumi su quanto sia successo...a noi...Gentilmente, alcuni passeggeri assieme al sottoscritto spieghiamo come si sentisse odore fin da Recco. Lui si scusa e spiega che quando si scorgono questo genere di problemi bisogna subito avvisare il capotreno e di passare parola a tutti i viaggiatori. Per questo mi prodigo a citarvi questo episodio affinchè anche voi possiate essere solerti nell'aiutare il personale.
Se il messaggio è arrivato e non vuoi leggere le mie considerazioni ulteriori, ti prego di non procedere oltre con la lettura, diversamente qui sotto verrai messo a parte di quello che penso.


Per quanto mi riguarda sono rimasto sdegnato dal comportamento del capotreno. Non si possono delegare sempre altri a fare il proprio lavoro. Lui ha detto di aver avuto grossi problemi in testa treno tali da non potersi distaccare. Ma lui è pagato per garantire che tutto funzioni e non solo la testa e non deve affidarsi a pochi volenterosi che magari possono creare solo allarmismo. Per risolvere certe situazioni ci vuole gente preparata, non ferrovieri improvvisati. Senza contare che raggiungere il capotreno non è che sia una delle cose più semplici del mondo. Buona parte delle porte che precludono l'accesso tra un vagone e l'altro sono apribili solo se si è figli di Maciste. Quindi è necessaria una discreta forma fisica, non avere alcun bagaglio ingombrante da lasciare incustodito altrimenti se ne trovano 3 o 4, bambini al seguito o anziani, non avere problemi di deambulazione e sperare che il capotreno sia davvero in testa al treno. Francamente a chi mi fa arrivare sempre in ritardo al lavoro per motivi misteriosi, a chi mi fa pagare una cifra iperbolica per poi viaggiare nello sporco, a chi mi tratta come un criminale se dimentico di obliterare, a chi mi sopprime sempre i treni ogni piè sospinto, a chi impiega più di un'ora per fare 50km pur avendo una corsia dedicata, dare un aiuto mi sembra inutile oltre che irritante. Tutto questo è semplicemente vergognoso.
Senza contare che la protesta dovrebbe arrivare dall'interno e non dall'esterno! Che se veramente a livello sindacale ci fosse una reale volontà di far lavorare meglio i ferrovieri dovrebbero unitariamente prendere posizione e fare in modo che l'azienda scenda a patti, che si renda conto ed ammetta la debacle di questo servizio e reinvesta in ogni settore.

giovedì 20 agosto 2009

Dolcemente Vomitare

Con questo post voglio pubblicamente ringraziare colui o coloro i quali hanno deciso, sul treno 11258 che a Sestri Levante passa alle 7.01 ed è diretto a Savona, di vomitare in due carrozze. Inutile dire che oltre al normale sporco, alle carrozze chiuse, questo è veramente troppo!

mercoledì 19 agosto 2009

Sala d'aspetto Genova Principe

Volevano chiuderla, è piena di gente...chissà dove ci saremmo seduti dopo una giornata massacrante se non ci fosse stato questo spicchio di ospitalità...forse sul marciapiede? Tra l'altro anche il bar è pieno....
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Porte rotte e bagni sbarrati sul treno delle 7.42 da Lavagna per Ventimiglia

Treno affollato da turisti e pendolari, saliamo e notiamo già una porta sbarrata con un bastone. Accanto, un bagno per disabili con la porta rotta. Numerose porte di interconnessione hanno l'apertura automatica non funzionante e per aprirle occorre una forza notevole, non oso pensare in caso di incidente o di incendio cosa potrebbe accadere... Su 5 bagni, 1 solo è accessibile. Alcune tipe stanno con i piedi sui sedili. Non c'è l'ombra di un controllore.
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martedì 18 agosto 2009

Il Lecce-Torino arriva tre ore dopo: senza condizionatori e coi bagni out

per la serie "viaggi allucinanti": posti prenotati inesistenti, finestrini chiusi senza aria condizionata, toilettes inagibili, ritardi abissali...e questa sarebbe l'Italia delle vacanze in treno?

da La Stampa

di G.L.

Passi il ritardo di 2 ore e 25 minuti. Passi pure la mancanza di posti a sedere prenotati per l’assenza di una carrozza. E passino persino il mancato funzionamento dell’aria condizionata e l’impossibilità di aprire i finestrini. Ma quando le toilette del treno sono così inagibili da imporre la sosta di 20 minuti (a Piacenza) è davvero troppo. Soprattutto se l’altoparlante continua a urlati addosso che il treno sta per ripartire e tu non fai neppure in tempo a concederti la pausa pipì. Eppure è questa l’odissea dei viaggiatori del Lecce-Torino, arrivato ieri sera a Porta Nuova alle 20.50 invece che alle 18.25. «Un’esperienza da terzo mondo - sbotta indignata Marina Roncaglio - adulti stravaccati nei corridoi, bambini e anziani a rischio disidratazione. Più che un viaggio è stato un calvario...». Al danno, poi, si è aggiunta anche la beffa perché non ci sarà alcun rimborso. Il motivo? La causa del ritardo è legata all’allarme bomba (poi rivelatasi fasullo) sui binari nei pressi di Ancona. Le Ferrovie dello Stato si cospargono il capo cenere e chiedono scusa. Hanno pure rifornito di acqua minerale gli sfortunati passeggeri all’altezza di Bologna. Peccato, però, che poi a molti sia stata negato l’accesso alla toilette.

Assalto in stazione, biglietterie chiuse

da Il Corriere della Sera

di Carlo Baroni

Garibaldi a Ferragosto: aperti solo due distributori automatici. Proteste dei viaggiatori

MILANO - Dicono che ci devi pensare prima. Dicono che si può fare anche su Inter­net. Dicono che le ferrovie non sono più quelle di una volta. Hanno ragio­ne, sono così moderne che adesso, qualche volta, non ci sono più nem­meno le biglietterie aperte. Al loro po­sto hanno messo quelle automatiche: solo due, che qualcuna di più poi ma­gari non si forma neanche la coda. Succede il giorno di Ferragosto, nel­la seconda stazione di Milano, Porta Garibaldi. Quella frequentata da mi­gliaia di viaggiatori: già perché anche il 15 agosto c'è qualcuno che si ostina a scegliere il treno per andare in va­canza.
Ma le code non sono per salire sui vagoni ma davanti alle uniche due biglietterie automatiche aperte. Ser­pentoni che neanche per il derby. Un problema, soprattutto, per le persone anziane che non si racca­pezzano con quei tasti da digitare che basta sbagli una volta e devi ri­cominciare tutto da capo, manco fosse una puntata del «Miliona­rio». Gli uomini in divisa Trenita­lia ti guardano con l’aria di chi «vorrei aiutarti, ma non so come». Una soluzione, del resto, ci sareb­be. Il biglietto si può sempre fa­re in treno, alla faccia delle code. Peccato che ci sia un sovraprezzo di 5 euro. E per che cosa? Mica è una multa. Ti sembrerebbe quasi di pagare un privilegio. I dirigenti delle ferrovie lo chia­mano «contenimento dei costi». Per lasciare aperte le biglietterie ci vuole il personale, la gente non la­vora gratis e poi è pure un festivo. E allora diamo addosso all’utente, tanto fra un anno sarà ancora qui. Davanti alla stessa biglietteria auto­matica, a tirare gli stessi moccoli.

sabato 15 agosto 2009

Dante De Angelis sia reintegrato sul posto di lavoro

Riceviamo e pubblichiamo l'appello a favore di Dante De Angelis, macchinista licenziato da Trenitalia proprio un anno fa, il giorno di Ferragosto, per aver denunciato carenze nella sicurezza dei treni. Alla luce dei tanti fatti emersi in questi mesi, e culminati nella strage di Viareggio, non possiamo che constatare come l'allarme lanciato da Dante fosse non solo utile, ma necessario.
Per questo è infondata ed ingiusta la causa di licenziamento, e per questo anche noi chiediamo che venga reintegrato.

La sicurezza non va in ferie !
Reintegrare Dante al suo posto di lavoro !
Ad anno dal licenziamento di Dante,
Sabato 15 agosto presidio al binario 1
della stazione di Viareggio dalle ore 17.00 alle ore 19.30
e in piazza Margherita dalle ore 21.30 alle ore 24.00


Dante De Angelis, macchinista delle ferrovie e Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (Rls), è stato licenziato un anno fa, il giorno di ferragosto. Da allora ne rivendichiamo la reintegrazione al suo posto di lavoro.
E’ stato cacciato dalle ferrovie per aver difeso, in questi anni, la sicurezza e la salute di ferrovieri e viaggiatori. Le ultime battaglie da ferroviere sono state: - aver denunciato guasti a treni per viaggiatori nel luglio 2008 ed aver strappato risultati importanti contro le “porte killer”, porte che si chiudono improvvisamente e che, purtroppo, hanno causato morti e feriti gravissimi tra viaggiatori e ferrovieri.
Riaverlo al suo posto di lavoro è, non solo, il fatto di sancire un sacrosanto diritto sindacale, ma riconquistare un compagno di lavoro utile a quanti hanno a cuore la sicurezza in ferrovia.

Dopo la strage annunciata del 29 giugno:

c’è bisogno di organizzarsi e mobilitarsi per difendere (e farlo meglio di prima) la salute e la sicurezza in ferrovia e in ogni luogo di lavoro.
C’è bisogno di sostenere, in ogni forma possibile, le famiglie delle vittime e quanti hanno subìto danni fisici, materiali e morali da questa immane tragedia.
C’è bisogno di ricostruzione, di risarcimenti, di verità e giustizia.
C’è bisogno della massima unità da parte di tutti i colpiti dalla strage.
Consapevoli che la potente controparte (ferrovie e società varie) è già al lavoro sin dal 30 giugno (!)
Con l’unità e la mobilitazione si realizzano risultati che, senza, saranno decisamente inferiori.
C’è bisogno della presenza dei rappresentanti dei familiari e dei comitati costituiti in ogni commissione che tratta la strage del 29 giugno. Per ascoltare quanto viene detto, far sentire la propria voce ed affermare la propria volontà.
Sarebbe inaccettabile che in tali commissioni (da quelle locali a quella nazionali) fosse esclusa la presenza e la voce dei diretti interessati.

Viareggio, 13 agosto 2009 Assemblea 29 giugno
Fotoc. in propr. assemblea29giugno@gmail.com

giovedì 13 agosto 2009

Frode nel cemento delle gallerie: un altro dirigente indagato

Proseguono le indagini sul cemento taroccato usato per le gallerie tra Andora e San Lorenzo: sequestrati centinaia di documenti e progetti e un nuovo indagato.

da Il Secolo XIX

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sui materiali utilizzati per il raddoppio ferroviario nel ponente.
Entra nel vivo l’inchiesta sulla frode per il cemento impiegato nella realizzazione delle gallerie del raddoppio ferroviario tra Andora e San Lorenzo, dopo un nuovo sopralluogo della polizia giudiziaria lunedì pomeriggio nel cantiere.


Un secondo dirigente indagato, il sequestro di centinaia di faldoni contenenti planimetrie, progetti, tabelle e documentazione amministrativa, comprese le fatture delle forniture. Oltre a controlli effettuati a campione dall’ufficio della direzione lavori, e acquisiti dagli inquirenti. E’il bilancio dei nuovi accertamenti da cui è emerso come il materiale impiegato, in alcuni casi, non è quello previsto dal progetto. Quindi meno sicuro, in quanto non adatto al contesto geomorfologico in cui è stato “piazzato”, in base ad una classificazione che non sarebbe stata rispettata al momento della posa dei “conci”. Una sorta di piastrelle di grosse dimensioni, lunghe tra i due e i tre metri e larghe poco più di un metro e mezzo che formano gli anelli di rivestimento delle gallerie.

Sopralluoghi, perquisizioni e sequestri sono stati effettuati lunedì pomeriggio ad Andora tra il cantiere e lo stabilimento di produzione dei conci che la Ferrovial Agroman (la ditta spagnola che si è aggiudicata l’appalto delle Ferrovie italiane per effettuare i lavori) ha in loco. Gli agenti della polizia giudiziaria di Savona, coordinati dal procuratore capo Francantonio Granero titolare dell’inchiesta, si sono recati anche negli uffici amministrativi della sede dell’azienda ad Imperia. Tra gli indagati il responsabile legale B.R.I. di Madrid, presente al recente sopralluogo.

L’ipotesi principale di lavoro della magistratura -la frode in pubbliche forniture nel materiale impiegato per il rivestimento delle gallerie nel raddoppio ferroviario- è stata avvalorata dagli esiti dei primi test di verifica. In alcuni punti delle gallerie prese in esame, cemento e calcestruzzo, non avrebbero la “resistenza” prevista per quel determinato punto di galleria che invece, in base ai progetti, necessita di altro tipo di materiale più consistente.

E’quanto accertato dagli stessi responsabili della direzione dei lavori, ufficio che fa capo ad una società di progettazione e di ingegneria partecipata dalle Ferrovie, titolare dell’appalto integrato con Ferrovial. Secondo le prime verifiche a campione sarebbe emerso come su circa una sessantina di anelli- in un anello ci sono circa dieci conci- all’interno della galleria tra Andora e San Lorenzo in otto casi sono state ravvisate difformità.

Infatti in base alle tabelle sulla consistenza il materiale utilizzato nel cantiere è stato classificato come ”1”, “2” e “4”. Più cresce il numero più è resistente il cemento armato. In base alle verifiche sarebbe stato ravvisato l’utilizzo nella galleria di conci inidonei o non corrispondenti al progetto. Tipo classe “2” invece che della “4” più resistente, e viceversa. Errori materiali. Da qui la possibile frode nella fornitura del materiale non tanto dal punto di vista economico, ma per la sicurezza. In quanto il committente, le Ferrovie per il pagamento non distingue sulla classificazione. Nelle prossime ore le verifiche proseguiranno anche fuori provincia per monitorare anche le forniture di ulteriori componenti, come le griglie di armature in ferro dentro i conci.

mercoledì 12 agosto 2009

Costretta a viaggiare sola, di sera, in uno scompartimento vuoto perché in compagnia del suo cane: derubata di tutto

La recente presentazione al pubblico dell’opuscolo della Polfer sul come difendersi dai furti in occasione dei viaggi in treno riporta l’attenzione su un problema che, pur in calo come dimostrano le statistiche, continua a destare una comprensibile preoccupazione.

In estate ci si muove di più, ma il fenomeno è rilevante soprattutto sui treni notturni a lunga percorrenza, ed è in questi casi che si dovrebbe rinforzare maggiormente la sorveglianza, dato che non sempre è possibile per i passeggeri usufruire di cabine chiudibili dall’interno.

A dimostrazione di ciò, vediamo cosa è accaduto ad una ragazza che, in virtù del recente regolamento su come far viaggiare i cani a seguito del padrone, si è trovata sola in uno scompartimento di coda.

A fine luglio Anna (nome di fantasia), decide di recarsi a Milano insieme al suo cane di grossa taglia, e per farlo sceglie l’Intercity delle 19.25 da Chiavari. Paga il biglietto per sé e per il suo cane, sale a bordo e viene invitata a recarsi nell’ultima carrozza, come appunto prescrive il nuovo regolamento. Quale sia la logica di tale regola, non è dato saperla, o almeno io non la capisco. La sola cosa che mi viene in mente è che si vogliano così “concentrare” delle possibili fonti di insetti in un solo vagone per poi procedere alla pulitura dello stesso, senza preoccuparsi di pulire a fondo gli altri vagoni, ciò che denoterebbe un ben strano concetto di pulizia.

Fatto sta che la giovane si accomoda nell’ultimo vagone, che è completamente vuoto come spesso accade nelle ore serali. Comprensibilmente intimorita dall’essere l’unica occupante del vagone di coda, e nonostante la presenza rassicurante del suo fido compagno di viaggio, la giovane decide di chiudersi alla bell’e meglio dentro lo scompartimento, ma non essendo la porta dotata di fermo, essa riesce unicamente a tirare l’anta scorrevole.

Passano i minuti, e vinta dalla stanchezza Anna si addormenta profondamente, ma al risveglio, nei dintorni di Pavia, ha una amara sorpresa: ignoti ladri l’hanno derubata di ogni suo avere. Anna è sconvolta, non si capacita di come sia potuto avvenire che né lei né il suo cane si siano accorti di quanto stava accadendo.

Certo è che i ladri hanno agito del tutto indisturbati, approfittando senza dubbio della scarsità dei passeggeri e degli ancor più scarsi controlli del personale di bordo. Hanno colpito e poi sono scesi alla prima fermata, secondo un copione ben collaudato e del quale gli stessi agenti della Polfer sono a conoscenza, come ho avuto modo di apprendere in occasioni similari cui ho purtroppo assistito.

La mamma di Anna mi ha scritto, comprensibilmente turbata da quanto accaduto a sua figlia e amareggiata per la scarsa sensibilità dimostrata dal personale viaggiante nei confronti della figlia, relegata in fondo al treno, sola e per questo molto più vulnerabile all’assalto di ladri o peggio.
Essa giustamente chiede se “era proprio necessario fare spostare una ragazza sola in uno scomparto vuoto alle otto di sera?”

Oltre alle conseguenze economiche (perdita di denaro, preziosi, cellulare) ed affettive (oggetti personali, ricordi di persone care) Anna sta subendo anche pesanti ripercussioni psicologiche, dovute al forte spavento patito in tale circostanza.

Dov’era la Polfer in quel momento? Si chiede giustamente la mamma. E anche: non si poteva applicare il regolamento con un po' più di elasticità, data l'ora? E’ vero, non è facile garantire il controllo su tutti i treni in circolazione, e tuttavia in quel caso sarebbe forse bastato permettere ad una ragazza sola di viaggiare, insieme al suo amico a quattro zampe, in un vagone un po’ più affollato.

Vademecum e manuali sono indubbiamente utili, ma se manca il buon senso e il controllo effettivo anche a bordo treno, essi servono a ben poca cosa, e rischiano di aumentare la frustrazione dei cittadini nei confronti di chi dovrebbe, non solo a parole, garantire un viaggio tranquillo e sicuro.

sabato 8 agosto 2009

Calcestruzzo “povero” nei conci:primo indagato dalla procura

Una brutta storia di frodi ai danni dei contribuenti: come al solito paghiamo cari lavori scadenti, nell'indifferenza di chi avrebbe dovuto controllare e denunciare. Poi capitano le disgrazie e le chiamiamo incidenti. E' ora di dire basta.

da il Secolo XIX
Si tratta del rappresentante legale della “Ferrovial”, un cinquantenne abitante a Madrid. Ma intanto gli accertamenti continuano e l’inchiesta sembra destinata ad ampliarsi
Da ieri mattina c’è un indagato nell’inchiesta per frode nelle pubbliche forniture aperta dalla procura della Repubblica di Savona per verificare la qualità dei materiali (cemento e acciaio) utilizzati per realizzare i “conci” utilizzati per il rivestimento della parete delle gallerie del nuovo tracciato ferroviario a monte. Si tratta del rappresentante legale in Italia della “Ferrovial Agroman”, la ditta spagnola che si è aggiudicata l’appalto per effettuare i lavori.


Ma non è l’unica novità in una inchiesta che sin dal primo momento è apparsa importante e che potrebbe avere degli sviluppi clamorosi. Oltre alle centinaia di “conci” costruiti e poi stoccati in un piazzale del cantiere di Andora in attesa di essere utilizzati, l’autorità giudiziaria ha infatti sequestrato altri manufatti che sono già stati collocati all’interno della lunga galleria ferroviaria che dovrà collegare Andora con San Bartolomeo al Mare.

E a questo punto non è escluso, anzi alla luce dei fatti appare piuttosto probabile, che gli accertamenti vengano ampliati anche ai lavori effettuati nei mesi passati nel territorio imperiese. Con un inevitabile coinvolgimento della procura della Repubblica di Imperia. Inoltre la procura della Repubblica di Savona sembra intenzionata anche a chiarire il comportamento tenuto dai responsabili delle Ferrovie, ai quali nelle settimane passate erano venuti seri dubbi sulla qualità e sulla quantità del cemento e del’acciaio utilizzato dalla ditta appaltatrice dei lavori per realizzare i “conci”. Al punto tale da spingerli a chiedere ai responsabili della ditta precise garanzie, senza però informare dei loro dubbi l’autorità giudiziaria.

Ma andiamo con ordine. Partendo proprio dalla notizia dell’iscrizione del rappresentante legale della “Ferrovial Agroman” nel registro degli indagati. Si tratta di un cinquantenne abitante a Madrid, del quale sono state rese note soltanto le iniziali, B. R. I.. Il reato ipotizzato nei suoi confronti dalla procura savonese è quello di frode nelle pubbliche forniture.
L’iscrizione del suo nome sul registro degli indagati della procura della Repubblica di Savona è avvenuta ieri mattina, pochi minuti dopo il vertice operativo che si è svolto a palazzo di giustizia. Un vertice al quale oltre al procuratore capo Francantonio Granero e al sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci, titolari dell’inchiesta, hanno preso parte anche gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della procura che giovedì avevano trascorso buona parte della loro giornata nel cantiere della “Ferrovial” di Andora dove avevano proceduto al sequestro di tutti i manufatti che nelle prossime settimane verranno sottoposti ad una serie di perizie per verificare se la loro qualità sia corrispondente a quanto previsto nel contratto di appalto.

Ma nel corso del vertice svoltosi al sesto piano del palazzo di giustizia di Savona e durato poco più di un’ora, sono emersi altri particolari che gli inquirenti sembrano intenzionati a chiarire. Quello più importante, anche per quanto riguarda gli eventuali ritardi che si potrebbero verificare nel completamento del trasferimento a monte dei binari, è quello relativo al fatto che numerosi “conci” finiti nel mirino dell’autorità giudiziaria sono già stati installati all’interno della galleria tra Andora e San Bartolomeo. «Anche questi - si limitano a sottolineare gli investigatori - saranno oggetto di una perizia che dovrà stabilire se la loro qualità sia quella prevista nell’appalto, e soprattutto se il loro utilizzo non possa rappresentare un rischio per coloro che viaggeranno in treno sotto questa galleria».

Una inchiesta clamorosa, dunque, quella condotta dalla procura della Repubblica di Savona, che sembra destinata ad allargarsi anche ad Imperia. E che potrebbe in qualche modo coinvolgere, anche se in maniera marginale, le Ferrovie. «Se i responsabili delle Ferrovie avevano dei dubbi sulla qualità dei materiali utilizzati - spiegano a palazzo di giustizia - perchè oltre a chiedere chiarimenti alla ditta appaltatrice dei lavori non lo hanno segnalato anche all’autorità giudiziaria?».

venerdì 7 agosto 2009

Il nuovo contratto di servizio: è giusto guardare al domani, ma senza dimenticare l’oggi


Claudio Burlando, Presidente della Giunta ligure, e Mauro Moretti, AD di Trenitalia, hanno firmato il documento che definisce il nuovo contratto di servizio per i prossimi 6 anni.
Il contratto, che è la risultante di un lavoro durato lunghi mesi ed estenuanti trattative, si caratterizza per le consistenti risorse messe sul piatto da Regione e Trenitalia (50 + 50 milioni) allo scopo di rinnovare il parco rotabile, che essendo molto vetusto è alla radice dei frequentissimi disservizi che caratterizzano l’attuale servizio: ritardi e soppressioni in primis, ma anche porte rotte e climatizzazione inesistente, per non citare che i principali.

Aumentata in modo consistente anche la cifra che verrà corrisposta a Trenitalia per il servizio di trasporto, che passa dai precedenti 69 milioni di euro agli attuali 90 milioni circa, grazie alle risorse stanziate (ma non ancora ripartite) nell’ultima finanziaria.

Siamo certo soddisfatti che la Regione abbia accolto una nostra indicazione circa l’acquisto in prima persona del parco rotabile, che deve servire da premessa per una gestione più indipendente del TPL ferroviario. E’ vero che questa buona notizia è controbilanciata dalla legge che recentemente il Governo ha varato e che spegne di fatto la concorrenza per almeno 6 anni, ma intanto ci auguriamo che si prosegua con la politica di acquisto in proprio dei rotabili, possibilmente aumentando il numero di anno in anno.

Consideriamo importanti anche altri contenuti del contratto, quali
  • il mantenimento del blocco delle tariffe fino al 2010
  • la stabilizzazione del bonus per i disservizi
  • l’innalzamento dei marciapiedi dei binari, che verrà completato entro due anni, e servirà a migliorare i tempi di incarrozzamento e di conseguenza la puntualità
  • l’inasprimento delle sanzioni (tuttavia alla fine è stato introdotto un tetto per cui esse non possono superare l’1,33% del valore del contratto: peccato non venga posto un tetto ai disservizi!)

Avremmo, è vero, voluto molto di più da questo contratto, che pone buone basi per il futuro, ma che a nostro avviso lascia irrisolti gravi problemi contingenti che si potevano almeno alleviare: pensiamo alle difficoltà ad acquistare e vidimare i biglietti (e le relative multe!) o ai disagi dovuti a ritardi e soppressioni.

Anche sui tempi di percorrenza, pensiamo che avremmo dovuto pretendere qualche assicurazione in più, visto che quelli attuali sono come sappiamo del tutto ipertrofici.

Noi abbiamo proposto delle semplici e pragmatiche soluzioni, aventi costo zero, ma per il momento non abbiamo visto scritti sul contratto impegni precisi.

Il Presidente Burlando ci ha assicurato verbalmente che verrà data la possibilità agli utenti di usare tutti i tipi di treno in caso di ritardo di almeno 15 minuti, per cui confidiamo che presto anche questo aspetto verrà sancito. Ricordo che non si tratta solo di poter usare treni di categoria superiore, ma anche l’inverso, poiché se si ha un biglietto IC non si può usare un regionale. Noi vorremmo semplicemente ristabilire una flessibilità nell’uso dei trasporti che è alla base di un corretto sistema della mobilità, disincentivando da parte del gestore comportamenti poco virtuosi che scaricano sugli utenti i disservizi.

Le ingenti risorse spese per acquistare nuovi rotabili faranno sentire i loro effetti solo tra alcuni anni, quanti ne occorreranno per la consegna, così come i miglioramenti della circolazione e quindi della puntualità saranno migliorati sensibilmente dopo l’ultimazione dei lavori del nodo ferroviario genovese, opera di fondamentale importanza che avrà tuttavia un forte impatto per diversi anni a venire.

Sappiamo bene che la bacchetta magica non esiste, e tuttavia pensavamo che non sarebbe stato difficile per Trenitalia rendere un po’ meno dura la vita degli utenti tentando di alleviare i disagi dovuti a disservizi di cui essi non hanno alcuna colpa.

Due erano le cose che essenzialmente si chiedevano in questa fase:

  • Poter salire su qualunque treno in caso di ritardo di almeno 15 minuti, ristabilendo così un po’ di quella flessibilità e di integrazione modale che a nostro avviso in modo dissennato era stata eliminata;

  • Poter acquistare il biglietto in treno in caso di impossibilità di farlo a terra e di poter obliterare a mano il biglietto in caso di guasto della macchinetta, previo avvertimento del personale di bordo;

per ottenere questi semplici ma importanti risultati, bastano due ordini di servizio al personale viaggiante e di terra da parte di Trenitalia. Forti della assicurazione del Presidente Burlando non ci arrendiamo, e chiediamo fin da subito di poter riprendere la trattativa. Magari dopo Ferragosto, per concederci qualche giorno di vacanza.

giovedì 6 agosto 2009

Firmato il nuovo contratto di servizio con Trenitalia

dal sito della Regione Liguria - scarica da qui il Contratto firmato

Il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e l'Amministratore Delegato del Gruppo FS, Mauro Moretti, hanno siglato la mattina di giovedì 6 il nuovo Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario regionale che ha l'obiettivo di potenziare e migliorare la qualità del servizio offerto da Trenitalia (Gruppo FS).

L'accordo, che stabilisce l'entità del servizio da erogare, avrà una durata di sei anni - dal 2009 al 2014 .

La durata del contratto, per la prima volta pluriennale, consentirà a Trenitalia di programmare i necessari investimenti per migliorare l'offerta di trasporto.

L'accordo, oltre a fornire una risposta concreta alle attese dei viaggiatori pendolari, offre anche nuove opportunità di sviluppo all'industria elettromeccanica italiana, costituendo, in un periodo di crisi economica, un valido volano per l'occupazione.

CORRISPETTIVI
Per un volume di traffico di 7.300.000 treni/km annui, il cui costo complessivo è pari a 150 milioni di euro (adeguato negli anni al tasso di inflazione programmata), la Regione erogherà nel 2009 un corrispettivo di circa 95 milioni di euro.

INVESTIMENTI
Grazie all'impegno della Regione, che stanzierà con apposita legge 2,6 milioni di euro all'anno per 24 anni, e alla nuova capacità di autofinanziamento di Trenitalia, è previsto un investimento di 100 milioni di euro per l'acquisto di nuovi treni e per il restyling del parco rotabili esistente.
Al termine del primo biennio di validità del contratto, in relazione ad eventuali nuove risorse regionali o statali e all'andamento del bilancio economico della Direzione Regionale Liguria, sarà valutata la possibilità di ulteriori investimenti per completare il rinnovo del parco esistente e per programmare l'acquisto di nuovi treni, per il potenziamento del servizio dal 2016, dopo il completamento dei lavori del nodo ferroviario di Genova.

IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI
Al centro dell'accordo è stato posto il miglioramento della qualità del servizio, facendo tesoro delle esperienze precedenti e delle richieste degli utenti e delle Associazioni dei consumatori.

Il contratto stabilisce una serie di standard qualitativi: puntualità, affidabilità, pulizia, affollamento, confort e informazioni.

Puntualità
L'obiettivo è quello di aumentare la puntualità: nel 2009 il 90% dei treni dovrà arrivare a destino al massimo entro 5 minuti dell'orario programmato, rispetto all'89% realizzato nel 2008.

Affidabilità
La Regione non pagherà i corrispettivi per i treni cancellati per responsabilità di Trenitalia.

Pulizia
Dovranno essere soddisfatti gli standard del contratto di pulizie dei convogli.

Affollamento
Saranno garantite le composizioni dei convogli previste nel contratto.

Informazioni alla clientela
Dovranno essere fornite informazioni complete e tempestive, sia a bordo treno e sia nelle stazioni, in relazione a: orario, variazioni al servizio, tariffe e modalità di acquisto dei biglietti.

Tariffe
Le tariffe non varieranno negli anni 2009 e 2010. Successivamente saranno incrementate del 5% nel 2011. Negli anni successivi varieranno in base al tasso di inflazione reale.

SANZIONI
Il contratto prevede sanzioni nel caso di mancato raggiungimento degli standard qualitativi previsti.

MONITORAGGIO E REPORT ALLA REGIONE
La Regione organizzerà un programma di monitoraggio e di controllo del servizio dei cui risultati sarà informata la clientela.

INFRASTRUTTURA
Adeguamento della sagoma delle gallerie fra Sestri Levante e La Spezia per la circolazione dei nuovi treni a doppio piano.Pianificazione dell'innalzamento delle banchine delle stazioni.

mercoledì 5 agosto 2009

Biglietterie chiuse? E l'utente paga la multa!

Lettera pubblicata su il Messaggero on line

....Arrivata ieri 2 agosto in aereo da Milano (con circa 30 minuti di ritardo), mi precipitavo alla stazione ferroviaria di Fiumicino per riuscire a prendere "al volo" il regionale 22067 delle 14.27 diretto a Poggio Mirteto. Il treno arrivava regolarmente in stazione, ma la porta del primo vagone era non funzionante, come esplicitamente dimostrato dalla presenza di una ics di nastro adesivo sul vetro...
Bel biglietto da visita per i turisti! Siamo partiti con 15 minuti di ritardo. Neppure l'ombra di un controllore almeno fino a quando non sono scesa alla Stazione Tiburtina.

Da Tiburtina faccio il biglietto per il Regionale n. 2324 delle ore 16.05, con arrivo a Chiaravalle (AN) previsto per le ore 19.57.

All'ora della partenza, del treno nemmeno l'ombra, ma un annuncio con l'altoparlante: saremmo partiti mezz'ora dopo, a causa del "ritardo nella formazione del treno". Dopodiché solo rari annunci che non facevano più riferimento ad orari, ma che avevano il pregio di tenerci tutti inchiodati sul binario senza neppure andare a fare pipì.

Quasi alle 17.00 il treno arriva e partiamo. I finestrini non erano apribili ed in alcune carrozze l'aria era rovente. La pipì tanto rinviata però, quella sì che potevamo farla. Peccato che di bagni ce ne fosse uno ogni due vagoni, e che dei due meno distanti l'uno fosse senza acqua e l'altro incrostato di feci già alla partenza, come da foto allegata.

Siamo arrivati a Chiaravalle con 1 ora e un quarto di ritardo.

Hanno viaggiato con me due anziani contadini abruzzesi andati a Tivoli per rendere omaggio ad un parente defunto. Mi hanno raccontato con le lacrime agli occhi che alla stazione di Tivoli la biglietteria era chiusa e quella automatica guasta, e che un operaio delle ferrovie li aveva rassicurati sul fatto che avrebbero potuto acquistare il biglietto sul treno.

Ebbene, senza alcuna pietà il capotreno della tratta Tivoli-Tiburtina ha fatto loro pagare un supplemento di 50 Euro (il 10% della loro pensione), minacciando in caso contrario una sanzione di 200 Euro che sarebbe stata loro recapitata in seguito a casa. Alla mia richiesta di chiarimenti in proposito, rivolta al capotreno del suddetto Roma-Chiaravalle, mi è stato risposto che queste sono le nuove regole, visto che il biglietto vale 6 mesi e può essere acquistato con varie modalità ed anticipatamente.

Tuttavia, in Toscana si paga un supplemento di 5 Euro anziché 50. Prodigi del federalismo. Morale della favola. Se dovete andare ad un funerale in treno, programmate la data delle esequie con 6 mesi di anticipo. Oppure trasportate i vostri parenti agonizzanti nel territorio della regione Toscana, così la soprattassa è ridotta. Ovviamente premunitevi con un pannolone e con una bella tanica di acqua sia per bere che per sciacquarvi le mani. Ma le vere esequie da programmare al più presto sono quelle delle ferrovie e della costellazione di società collegate, utili non solo a moltiplicare i compensi principeschi di dirigenti ed amministratori delegati, ma anche a fare da scaricabarile sulle responsabilità di questo sfascio.
Cordialmente

Giancarlo Scolari - FERROVIE ON LINE"
I binari servono per traspor­tare persone o merci. E non per far comunque cir­colare i treni"
Andate in macchina

I treni e l'affare degli appalti. Addetti alle pulizie scortati

da Il Corriere della Sera

Lavoratori a Roma aggrediti a colpi di casco. L'ad di Ferrovie Moretti: «Non accetteremo pressioni»
MILANO — Da ieri gli addetti alle pulizie dei treni in servizio nello sca­lo San Lorenzo di Roma, una sessan­tina per ogni turno, lavorano sotto scorta. Quella degli agenti della Polfer e dei responsabili della sicu­rezza di Ferrovie. Lunedì alcuni di lo­ro sono stati aggrediti da cinque uo­mini che hanno fatto irruzione nel­­l’officina: sono arrivati in sella a gros­si scooter, hanno scavalcato i tornel­li di sicurezza e si sono avventati sui primi lavoratori che si sono trovati davanti. Minacce, schiaffi, calci, poi una graticola di colpi sferrati usando i caschi da moto come armi.Chi c’era non ha molta voglia di ri­cordare, di parlare, adesso ha paura. Ma il dirigente Fs dello scalo ha de­nunciato l’aggressione alla polizia ed è stata aperta un’inchiesta. Con due punti fermi. Il primo: lo scalo sta pas­sando dal controllo della Saes del gruppo Di Stasio alla nuova azienda che ha vinto l'appalto. Secondo: l’epi­sodio è solo il più grave di una lunga serie di intimidazioni, occupazioni dei binari, scioperi bianchi, treni im­brattati che si inseriscono nello scon­tro in corso sulle gare per le pulizie dei treni. Una battaglia innanzitutto legale arrivata alle sue battute finali. Con da una parte Ferrovie e il suo amministratore delegato Mauro Mo­retti che tira dritto e avverte: «Com­batteremo gli atti violenti e le intimi­dazioni che potranno essere fatte ai lavoratori». E dall’altra le ditte che per anni hanno monopolizzato il set­tore (Mazzoni Ambiente, Di Stasio e Serfer) e che dopo essere state esclu­se per «gravi inadempienze» dei ser­vizi hanno intrapreso 31 azioni lega­li: 24 vinte per ora da Ferrovie, sette dai ricorrenti.Il risultato è che dopo 14 mesi dal cambio di rotta sugli appalti nessu­na nuova azienda è riuscita di fatto a prendere ancora pieno servizio. I tre­ni continuano a essere sporchi. E dei 55 lotti complessivamente messi a gara, una torta da 200 milioni di eu­ro, solo 12 sono stati assegnati. La prima gara è stata lanciata nel giu­gno 2008, venti lotti in cinque regio­ni: Lombardia, Liguria, Lazio, Campa­nia e Puglia (che a sua volta control­la Basilicata e Molise). Dodici con­tratti sono stati ratificati — tutti quelli della Lombardia, del Lazio e della Campania —, la consegna dei cantieri e soprattutto il passaggio dei dipendenti dalle vecchie alle nuo­ve aziende (in tutto 5.700, ad eccezio­ne dei 500 impegnati nella piccola manutenzione) è in corso. Gli altri otto lotti sono completamente bloc­cati dai contenziosi, il pronuncia­mento del Tar è atteso per fine otto­bre. La seconda gara è stata indetta invece lo scorso dicembre, 35 lotti nel resto d’Italia: è nella sua fase fina­le, a breve è attesa la graduatoria, ma anche in questo caso le battute d’ar­resto imposte dai ricorsi non si con­tano.Più le nuove aziende si preparano a subentrare alle vecchie, più cresce la tensione. Come allo scalo San Lo­renzo. E si moltiplicano le azioni di disturbo. «Ieri alcune persone sono state sorprese a Palermo mentre sta­vano per spargere immondizia su un treno diretto a Roma — afferma Franco Fiumara, direttore centrale Protezione aziendale di Ferrovie —. Nella Capitale alcuni dipendenti si sono rifiutati di rendere agibili i ba­gni di un treno diretto a Venezia e il convoglio è stato costretto a partire con tutti i servizi fuori uso e l’obbli­go di fare una tappa prolungata a Bo­logna. La settimana scorsa a Napoli per due volte sono stati incendiati giornali tra i sedili. Un vagone risto­rante è stato allagato». Venerdì, inve­ce, giorno di grande esodo per il pri­mo weekend di agosto, alcuni addet­ti alle pulizie da tre mesi senza sti­pendio hanno bloccato la stazione di Roma Termini: Trenitalia, dopo aver scoperto che i loro datori di lavoro non versavano regolarmente stipen­di e contributi, aveva sospeso i paga­menti. E a loro volta gli appaltatori si erano rivalsi sui dipendenti.Ferrovie ha deciso di pagare gli sti­pendi arretrati. Ma l’amministratore delegato Moretti va avanti. Con le nuove regole di controllo della quali­tà, le misure anti-monopolio (una ditta non può aggiudicarsi più di tre lotti nella prima gara e di cinque nel­la seconda) e l’apertura a tutte le im­prese di pulizia e non solo a quelle che si occupano di manutenzione fer­roviaria. «Abbiamo intrapreso que­sto percorso non per un semplice principio ma perché vogliamo che i nostri clienti abbiano un servizio al­l’altezza di quello che si aspettano— afferma l’ad —. Per questo continue­remo fino in fondo su questa strada e non accetteremo pressioni di ogni genere. Combatteremo gli atti violen­ti e le intimidazioni. Faremo di tutto per garantire la prosecuzione di que­sto fondamentale processo».
Alessandra Mangiarotti

martedì 4 agosto 2009

I controlli sulle gallerie

Leggendo l'intervento di Sonia, sugli ingorghi autostradali, mi sono posto alcune domande che spero possiate chiarire.
Viaggiando in autostrada noto spesso come le gallerie siano in manutenzione (il tratto Sestri Levante - La Spezia è sempre in tale condizione). Da geologo ho ritenuto che essendo la terra sempre in costante piccolo movimento fosse giusto effettuare controlli e manutenzioni continue.
E le gallerie dei treni????? Qualcuno di voi ha notato lavori all'interno di esse? Intendo a livello strutturale, non semplice cablaggio. In compenso ho provato su me stesso che appena piove, e malauguratamente si lascia un finestrino aperto, si viene non di rado inondati da un getto. Questo implica che il normale deflusso idrico è variato, e il liquido ha preso una via differente da quella pensata da chi ha progettato la struttura. A lungo andare, quel piccolo foro con relativo apporto di acqua, potrebbe peggiorare la situazione o essere indice di problemi più gravi.
Probabilmente sono io che non sono informato su tutti i lavori delle ferrovie, e non desidero creare allarmismo, ma mi pare davvero strano che, mentre la società autostrade effettua sempre dei lavori, le ex Fs risultino ad un occhio da viaggiatore, meno attive sul fronte manutenzione.
Sono qui a chiedervi se la mia sia una sensazione ogettivamente errata oppure siamo di fronte ad un abbandono nello stile "fino a quando non succede nulla va tutto bene"?

Sconfiggere il Grande Ingorgo: servono davvero nuove corsie autostradali?

Il recente episodio che ha visto migliaia di automobilisti in viaggio durante lo scorso fine settimana estivo bloccati sul nuovo passante di Mestre, suscita alcune riflessioni:

  1. Presentato come “la soluzione” ai problemi della circolazione autostradale nella zona, il passante non è altro che un bypass che collega due punti di una stessa autostrada, passando un po’ più alla larga. E’ chiaro che se ho due corsie che diventano cinque (con nuove entrate e uscite lungo il percorso) e poi tornano due, il risultato sono due colli di bottiglia alle estremità;
  2. il passante è stato molto pubblicizzato in questi mesi, si è detto che ora non ci sarebbero stati più problemi di traffico e di imbottigliamenti. Forse lo si è detto e ripetuto un po’ troppo, e in tanti vi hanno creduto, magari anche quelli che gli anni precedenti usavano altri mezzi o facevano altri percorsi. E quest’anno? Ma sì, passiamo dal passante! Risultato: tutti fermi;
  3. stando alle dichiarazioni dei malcapitati automobilisti, non vi erano indicazioni che sconsigliassero l’ingresso in autostrada, o eventuali percorsi alternativi. I famosi pannelli luminosi riportavano le solite scritte generiche, ma nessuna informazione utile in tale frangente; probabilmente anche radio 103 ha segnalato in ritardo la cosa, quando già l’ingorgone si era formato;
  4. del resto, alla società autostrade interessa non tanto che le auto scorrano bene, quanto che i pedaggi vengano pagati: dunque, venghino siori, venghino! Al massimo poi gli diamo la bottiglietta d’acqua con tante scuse. Il fenomeno è lo stesso dell’overbooking dei voli aerei o dei traghetti: vendere biglietti, poi si vedrà come fare. E tanto peggio se le persone si ritrovano a bivaccare negli aeroporti o negli scali marittimi. Tanto ormai hanno pagato! In autostrada invece devi pagare per uscire fuori, magari dopo aver impiegato 5 ore per percorrere 5 chilometri;
  5. c’è chi, il giorno dopo, si affanna a dire che occorre moltiplicare le corsie, eliminare gli imbuti…per spostarli magari un po’ più in là. Non è saggio, ed anzi altamente sconsigliato, d’altronde, dimensionare le infrastrutture basandosi sui picchi di utilizzo: è uno spreco di risorse pubbliche ingente, è come dimensionare una lavastoviglie basandosi sui piatti del pranzo di Natale;
  6. eppure siamo nella società (non oso dire civiltà) dell’informatica e delle comunicazioni: quasi tutti ormai abbiamo il navigatore satellitare fin sul telefonino, siamo iperconnessi con internet, non possiamo fare a meno di facebook…possibile che non vi sia il modo per farci sapere se ci stiamo infilando in un gigantesco ingorgone?
  7. vi sono studi che analizzano la concentrazione di traffico rilevando semplicemente la quantità di cellulari presenti in zona. Perché non prevedere un servizio di monitoraggio e segnalazione agli automobilisti su un apposito canale satellitare, rilevabile da un normale navigatore o da un cellulare in grado di connettersi al web?
  8. si potrebbero elaborare e proporre in tempo reale via web decine di diversi percorsi alternativi, meno diretti di una corsia autostradale, ma anche molto meno affollati, e forse anche meno costosi, di certo alternativi allo stare fermi per ore sotto un sole rovente. In questi casi, anche percorrere una solitaria strada di provincia potrebbe sembrare una valida alternativa, non vi pare? E, magari, si potrebbero scoprire tante cose che dall’autostrada non si vedono: una chiesetta millenaria, una trattoria che serve piatti tipici all’aperto, un museo o una pinacoteca interessanti…lontano dal panino plastificato dell’autogrill, riscopriremmo forse il significato più vero della parola “vacanza”, di cui anche viaggio è parte integrante, e non solo un vuoto spazio temporale tra Milano e Rimini.

domenica 2 agosto 2009

Bologna, 2 agosto 1980: per non dimenticare


2 agosto 1980 - Alle 10.25 una bomba esplode nella sala d'attesa della stazione di Bologna causando 85 morti e 203 feriti.

Oggi, dopo 29 anni, sono in molti a non sapere, specie tra i giovani, cosa realmente significhi questa strage e, più in generale, quella stagione maledetta che conosciamo con il nome di "strategia della tensione", quando erano le bombe a seminare sospetto, odio, morte.

Oggi che le bombe per fortuna tacciono, non dobbiamo tuttavia dimenticare chi tramò contro la democrazia perchè non è detto che oggi lo stesso disegno non possa essere perseguito, magari con altri mezzi, più sottili e meno cruenti, ma non meno pericolosi ed eversivi.


Per non dimenticare, per non abbassare mai la guardia nei confronti dei nemici della democrazia, sotto qualunque forma si presentino.

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