giovedì 28 maggio 2009

Tutti d'accordo nel respingere il ricatto di Trenitalia

Si è svolto ieri pomeriggio a partire dalle ore 17.00 presso la Regione Liguria l’atteso incontro tra l’Ass. ai Trasporti Enrico Vesco e le Associazioni di Pendolari, Consumatori, Sindacati sul tema della recente rottura della trattativa con Trenitalia per il rinnovo del Contratto di Servizio, contratto largamente scaduto da quasi due anni e non ancora rinnovato.

Presenti molti rappresentanti delle diverse categorie, l’Ass. Vesco ha ribadito la difficoltà del momento ed il clima non certo disteso tra la Regione e Trenitalia, che allontana al momento ogni possibilità di accordo.

La trattativa, riferisce l’Assessore, si è interrotta allorquando Trenitalia , dopo aver proposto un investimento di 50 milioni di euro per 3 anni per l’acquisto di nuovi rotabili (giudicato insufficiente dalla Regione Liguria), si è ripresentata la volta dopo non con una offerta migliore, bensì con la quota di investimenti ridotta a 10 milioni di euro! Una vera e propria provocazione di fronte alla quale giustamente Vesco ha detto no.

Di fronte a questo impasse, pensiamo sia giusto fare sentire la nostra voce e stigmatizare con fermezza il fare arrogante del monopolista Trenitalia che, forte della recente leggina che gli consegna l’esclusiva del trasporto regionale per il prossimi 12 anni, si crede legittimata a fare la voce grossa e strangolare le Regioni chiedendo prezzi altissimi per un servizio di qualità scadente.

Tra le iniziative allo studio, di intensità crescente e condotte congiuntamente tra tutte le associazioni presenti, vi sono:

  • manifestazioni presso le principali stazioni alle quali inviteremo a partecipare lo stesso Assessore Vesco e il Presidente Burlando;
  • la “renitenza” al controllo del biglietto/abbonamento;
  • lo sciopero del biglietto, soluzione estrema ma possibile data la gravità della situazione.

Se dovessimo arrivare a questa decisione, studieremo le cautele e le precauzioni necessarie onde evitare quanto più possibile il pericolo di incorrere in sanzioni. Per questo abbiamo chiesto aiuto e sostegno alla Regione e ai Sindacati dei lavoratori, con i quali abbiamo in più di una occasione solidarizzato nella difesa delle loro rivendicazioni.

Vi sono poi anche altre proposte quali un “immobility day” (tutti a Genova in auto invece che utilizzando il treno) e un evento teatrale di parole e musica con artisti di spicco del panorama genovese.

Le organizzazioni sindacali hanno inoltre lanciato l’idea di una ulteriore consultazione tra associazioni e Trenitalia, per approfondire le ragioni della rottura: fermo restando il fermo appoggio alla linea di condotta decisa dalla Regione, stiamo valutando anche l’eventualità di compiere questo passaggio, in un estremo tentativo di comprendere fino in fondo i fatti e le eventuali possibilità di azione.

Le risorse: il piatto piange
Dei famosi 430 milioni aggiuntivi (per tre anni) stanziati dal Governo ancora non si sa nulla di certo, non sono stati ripartiti tra le varie regioni e quindi si può solo ipotizzare che in Liguria ne arriveranno circa 24 (al lordo dell’IVA).

E qui sta il primo problema: se il contratto è minimo per 6 anni, chi ci dà la certezza che questi soldi saranno messi a disposizione anche per i tre anni successivi? Il Governo dovrebbe a questo punto dare assicurazioni in proposito, altrimenti le Regioni si troverebbero a sottoscrivere un contratto non sapendo con certezza di avere la corrispondente copertura, e commetterebbero un atto illegittimo.


Trenitalia propone una clausola di “livello minimo di servizio” in caso di carenza di risorse: ma questo significherebbe un bel taglio di un terzo (dicasi un terzo!) del servizio.

La Regione è disposta a mettere in campo, occorre dirlo, una cifra considerevole: 100 milioni di euro annui, a fronte però di un impegno forte di Trenitalia in investimenti e migliorie del servizio, oltre al blocco tariffario per almeno due anni.

Una richiesta più che ragionevole dunque, alla quale però Trenitalia risponde picche, ossia con la miseria di 10 milioni di euro per investimenti (in sei anni!), e nessuna garanzia circa il blocco delle tariffe.

Circa il famoso “catalogo” Vesco è stato chiaro: “abbiamo respinto la logica del catalogo”. Sulla stessa linea vi sono anche quasi tutte le altre regioni italiane, che non a caso non hanno ancora firmato (eccettuata l’Emilia Romagna) il rinnovo del contratto. Vesco punta a formare una alleanza tra regioni per portare avanti iniziative comuni e incontrerà a tale scopo gli assessori ai trasporti di Piemonte, Lombardia e Veneto.

Da ultimo, ma non ultimo, Vesco ci ha informato che verrà richiesto al più presto un incontro con Moretti, per vedere di riaprire la difficile trattativa.

Sarà per questo molto importante partecipare il più possibile alle iniziative che verranno messe in atto per manifestare il nostro dissenso nei confronti di Trenitalia per il suo modo di fare arrogante e ricattatorio: siamo tutti chiamati in prima persona a difendere il nostro diritto alla mobilità e a farlo in modo civile ma fermo, da cittadini consapevoli nonché contribuenti e quindi azionisti della stessa Trenitalia, che è nostra, così come Moretti è un nostro dipendente, con tutto il rispetto.

martedì 26 maggio 2009

La Regione convoca i Pendolari sul nuovo Contratto di Servizio

Domani, a partire dalle ore 17.00, la Regione Liguria, nella persona dell'Ass.re Vesco incontrerà i pendolari sullo scottante tema del rinnovo del Contratto di Servizio per illustrare lo stato della trattativa che è momentaneamente bloccata a seguito del respingimento della bozza proposta da Trenitalia.

Sarà una importante occasione per fare il punto della situazione e per mettere a punto una serie di iniziative da portare avanti allo scopo di sensibilizzare Governo e Trenitalia sulla necessità di ottenere contratti di servizio in grado di rispondere davvero alle esigenze dei pendolari in termini di puntualità, efficienza, pulizia, e con adeguate garanzie prestazionali.

martedì 19 maggio 2009

regionale + supplemento

Mi duole dirvelo.
Ma da fonti false e per nulla attendibili si è saputo che verosimilmente i regionali cambieranno tariffe. Un ritocco in alto sia chiaro. I vertici aziendali, saputo che la maggior parte dei treni regionali, che sono stati ristilizzati e riarredati, con tremendi e svirgolati posti a sedere stanno dando un insospettabile e non ancora conteggiato vantaggio ai passeggeri. Questi vagoni, essendo praticamente sigillati, grazie alla geniale idea di mettere ampie vetrate senza reali finestrini apribili, ed essendo in buona parte privi di aria condizionata sempre non funzionante, consentono al viaggiatore di effettuare gratuitamente una sauna. Non solo, si può fraternizzare discorrendo, tra una boccheggiata e l'altra, della genialità del progetto di quel tipo di carrozze. Ma ancor meglio è il fatto di poter perdere peso viaggiando. Un metodo per essere in forma in vista della prova costume. E quindi via al progetto "regionale+supplemento sauna".

ps
Ma lasciare due finestrini normali senza far soffocare la gente anche senza mettere l'aria condizionata sembrava sciocco vero?

lunedì 18 maggio 2009

Tuttologia

Questo tipo di argomento fa parte del pendolarismo, un po' meno inerente il braccio di ferro tra il servizio pubblico e gli utenti. Ma come tutti sappiamo i nostri viaggi sono costellati di personaggi particolari.
Voglio regalare un pensiero ad un viaggiatore che fa dei suoi discorsi il punto di forza dei suoi spostamenti, che fa del suo tono alto e penetrante un cavallo di battaglia. Lui argomenta su tutto, ed ha idee su tutto (dallo spazio alle pulci). E fin qui, a parte l'insofferenza di dover ascoltare controvoglia una persona, non c'è problema. L'attenzione però si è improvvisamente destata quando il nostro uomo ha iniziato a sparare sui comitati dei pendolari mettendo in chiaro che non servono a niente e fanno solo cavolate. (veramente le parole erano un poco diverse e maggiormente colorite)

Caro "amico" prima di pontificare come fai di solito vorrei che prendessi in mano la situazione e partecipassi in prima persona. Perchè lamentarsi è facile, mettere la faccia, spendere tempo combattere a muso duro ed argomentare su questioni che non sono proprio di nostra competenza è un altro paio di maniche. Carissimo, ti voglio ricordare, che tanti successi sono frutto di altrettante battaglie. Desidererei portassi rispetto per tutti coloro che formano dei comitati di pendolari al fine di migliorare un servizio pessimo e che si sbattono GRATIS anche per te.

ps
Se ti sei riconosciuto rifltettici

pps
Se non ti sei riconosciuto pensa che alla mattina tenere il cellulare con la suoneria al massimo e ricevere una trentina di messaggi potrebbe essere fastidioso per chi ti sta vicino, chiunque esso sia. Esiste la vibrazione.....

Gli annunci sui treni

Venerdì scorso ho assistito ad una scenetta che ha disorientato i più, lasciandomi quasi indifferente poichè ne vedo di cotte e di crude.
Convoglio diretto verso lo spezzino, parte da Brignole. Ad un certo punto la vocina automatica, con voce stentorea e chiara annuncia "Regionale XXXX per Savona ferma a Genova Brignole, Sampierdarena, Sestri Ponente" il tutto mentre si muoveva verso Sturla. Passeggeri nel panico che iniziano a lasciare i propri posti per dirigersi verso le porte, staccando completamente il cervello (dato che bastava guardare la direzione seguita dal treno) e come tante pecore spaventate da un lupo, a darsi dentro l'un con l'altra cercando una via di fuga.
Ho fatto sentire la voce, calmando gli animi....però......

sabato 16 maggio 2009

LUNEDI' 18 MAGGIO: ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI PENDOLARI A SEGUITO DELLA ROTTURA DELLE TRATTATIVE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI SERVIZIO

Cari Amici,
vista la gravità della situazione determinatasi con la rottura delle trattative tra Regione e Trenitalia per il nuovo contratto di servizio, urge la necessità di ritrovarci e concertare possibili azioni che servano ad attirare l'attenzione della collettività e delle istituzioni preposte su questo importante tema.

Invitiamo tutti coloro che desiderano contribuire impegnandosi in azioni concrete a supporto di un contratto di servizio equo ed in linea con le nostre giuste rivendicazioni a partecipare all'assemblea che si terrà lunedì pomeriggio alle ore 18.00 presso il bar della stazione Principe.

Diffondete questa notizia e partecipate numerosi!

Sonia Zarino
Presidente del Coordinamento dei Pendolari Liguri

Regioni obbligate ad affidare i servizi ferroviari senza gara

Forse vi chiedete cosa abbia mai potuto causare la rottura del negoziato tra Trenitalia e la Regione Liguria? In questo articolo trovate buona parte della risposta. La nostra Regione ad onor del vero è una di quelle che stanno combattendo contro questa distorsione della concorrenza, che se passerà avrà effetti a dir poco disastrosi sul servizio universale, ossia su tutti noi pendolari. Ad oggi, grazie ad una provvidenziale legge recentemente votata in Senato, siamo tornati ad un gestore che può dire "prendere o lasciare" e imporre le proprie esclusive convenienze, non importa se per nulla confacenti agli utenti, ossia noi, che paghiamo sempre più caro un servizio sempre più scadente.

da Il Sole 24 Ore di mercoledì 6 maggio 2009

Regioni obbligate ad affidare i servizi ferroviari senza gara
di Pivetti Morena
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ROMA - Scarsa puntualità dei treni dei pendolari, cancellazioni di corse, pulizie inadeguate e sovraffollamento? Addio alle mega-multe, come quella da oltre tre milioni e mezzo che a Trenitalia ha appioppato di recente la Giunta del Veneto guidata dal Governatore Giancarlo Galan. Troppi i disservizi subiti da migliaia di viaggiatori nel 2008. La Campania e il Friuli, che hanno appena rinnovato i contratti di servizio per i collegamenti ferroviari con la società del Gruppo Fs, e via via le Regioni che le seguiranno, si ritrovano tra le mani un'arma spuntata: in caso di mancato rispetto della puntualità, affidabilità e pulizia pattuite, le sanzioni non potranno superare l'1% del valore totale.
È questo uno dei possibili effetti delle disposizioni contenute nel decreto legge incentivi (articolo 7, comma 3-ter, decreto 5 del 2009). Il decreto incentivi consente infatti di assegnare senza gara la gestione dei treni dei pendolari pur in contrasto con la riforma del trasporto locale del 1997 (legge 422) che prevede l'asta obbligatoria, stabilendo in sei anni più sei rinnovabili la durata minima dei contratti di servizio «comunque affidati». Quindi anche di quelli che le Regioni stanno firmando ora. Il Veneto commina multe tanto pesanti perché applica le clausole dell'appalto vinto dalle Ferrovie nel dicembre del 2005. Con l'affidamento diretto, invece, l'azienda pubblica, più forte contrattualmente della controparte regionale, è in grado di imporre le proprie condizioni: comprese le sanzioni limitate all'1 per cento.
Per «blindare» con una solida base legislativa l'addio alla concorrenza sui binari locali per i prossimi 12 anni la settimana scorsa la commissione Industria del Senato ha poi approvato un emendamento al disegno di legge sviluppo, che di fatto reintroduce, dopo più di dieci anni, l'affidamento diretto. Così l'Italia, che aveva fatto da battistrada nella liberalizzazione ferroviaria, si accoda a disposizioni assai più miti.
«Questo è un vulnus molto forte - ha tuonato il presidente dell'Autorità per la concorrenza e il mercato, Antonio Catricalà - ai principi della legge sui servizi pubblici locali. Rischiamo di tornare indietro di vent'anni». Catricalà chiede contratti di servizio seri «non come ora che vengono scritti dalle Ferrovie» e controlli altrettanto seri da parte delle Regioni. Ma i potenziali beneficiari dell'apertura del mercato, i governi locali (tranne Veneto ed Emilia Romagna che hanno già fatto le gare) e i possibili concorrenti privati, preferiscono il monopolista pubblico o non lo contrastano, e a pagare, insiste ancora l'Antitrust, che riceve continue segnalazioni e proteste, saranno i pendolari.
Alla base del silenzioso via libera delle Regioni c'è il denaro. Lo Stato non ne ha, loro neppure. Con un contratto di 12 anni le Fs promettono di autofinanziare l'acquisto di nuovi treni: quei famosi mille convogli che l'amministratore delegato, Mauro Moretti, annuncia da anni.
Ma non ci si ferma ai treni locali. Sempre con l'emendamento al disegno di legge 1195 i senatori Cursi e Vetrella (entrambi del Pdl) che avevano già tentato di smontare le «lenzuolate» dell'ex ministro Bersani con la reintroduzione dell'agente monomandatario per le assicurazioni cercano di chiudere alla competizione anche il «servizio universale», ovvero i treni a media e lunga percorrenza, mettendo forti limitazioni all'ingresso di nuovi operatori. In contrasto, ancora una volta, con le convinzioni dell'Antitrust che sta preparando una segnalazione: «Anche i sussidi per il servizio universale sostiene Catricalà - possono essere messi all'asta. Vince chi chiede la compensazione minore a fronte del servizio migliore».

venerdì 15 maggio 2009

LIGURIA: VESCO, ROTTE TRATTATIVE CON TRENITALIA SU CONTRATTO SERVIZIO

(ASCA) - Genova, 15 mag - ''L'ultima proposta che ci ha presentato Trenitalia per il nuovo contratto di servizio e' inaccettabile o viene rivista o diventa inutile la prosecuzione del confronto''. Lo ha detto l'assessore regionale ai Trasporti, Enrico Vesco appena uscito dall'incontro svoltosi in Regione con il presidente, Claudio Burlando e i vertici di Trenitalia che doveva servire ad avvicinarsi alla chiusura del contratto.''La proposta che ci ha presentato Trenitalia - ha continuato Vesco - e' irricevibile, sia per l'eseguita' degli investimenti sul materiale rotabile, sia per la richiesta economica presentata alla Regione Liguria, senza alcun impegno concreto per il miglioramento del pessimo servizio che attualmente stanno fornendo''.

FS: QUI L'INFORMAZIONE DERAGLIA

di Andrea Boitani e Carlo Scarpa 15.05.2009

La campagna di comunicazione di Fs racconta che oggi le "Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività". La verità è che Fs resta l'ultimo monopolista non regolato. Dal 2000 in media ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all'anno da Stato e Regioni. Oltre naturalmente ai contributi in conto capitale per la realizzazione della rete ad alta velocità. Quanto ai biglietti low cost, si tratta di una vera presa in giro. L'aumento dei prezzi non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio.

Su alcuni giornali Fs lancia la campagna di comunicazione sul bilancio del 2008, purtroppo prima che il bilancio sia reso pubblico. Ma questa campagna di comunicazione grida veramente vendetta, almeno su due fronti: i contributi pubblici che Fs tuttora riceve copiosi e i prezzi che pratica.

I SOLDI PUBBLICI: UN POZZO ANCORA SENZA FONDO
Fs scrive che “Le Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività”. La verità è che dal 2000 in media Fs ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all’anno da Stato e Regioni, e il 2008 non è tanto diverso. Il bilancio di Fs è oggi in utile grazie a questi soldi pubblici. A proposito: era stato in utile anche dal 2001 al 2003, sempre per le stesse ragioni.È uno scandalo? In linea di principio no. In Italia si è deciso da parecchi anni che su alcuni servizi nazionali e regionali il prezzo del biglietto non dovesse coprire i costi, al fine di favorire il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma. La differenza tra costi e prezzi deve essere coperta dalla fiscalità generale. Nessuno scandalo, ma perché negarlo?In tali condizioni, avere delle perdite di bilancio significa avere ricevuto trasferimenti troppo bassi oppure, ma questo a Fs non fa piacere sentirlo, aver avuto costi troppo alti. Chi assicura il contribuente italiano che la differenza tra costi e prezzi sia la minima possibile, cioè che il nostro operatore ferroviario operi ai minimi costi possibili? Nessuno lo assicura, naturalmente. Ma è bene ricordarlo quando leggiamo i paginoni pubblicitari di Fs.Oltre tutto, i soldi di cui abbiamo parlato non sono i soli che Fs riceve. Ci sono anche i contributi in conto capitale, i prestiti a tasso agevolato, i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro. Quando vedremo le cifre del 2008 sappiamo già che non saranno troppo diverse.Dicono che le Fs “non gravano più sulla collettività”? I commenti specifici li faremo non appena usciranno i bilanci ufficiali. Qui, comunque, non stiamo discutendo se i soldi trasferiti a Fs siano troppi o troppo pochi. Stiamo additando il fatto che Fs ha avviato una campagna di comunicazione abbondantemente ingannevole, campagna i cui costi – pro quota – gravano anche sugli ingannati, cioè i contribuenti.

L’ULTIMO MONOPOLISTA NON REGOLATO
Il secondo tema è quello del costo dei biglietti. Su quelli regionali e su pochissimi servizi nazionali il prezzo è determinato da una contrattazione tra Fs e diverse autorità pubbliche. Per il resto (Intercity, Eurostar), Fs si sente libera di fare quello che vuole, e nessuno le dice nulla. Se questo sia corretto o meno, dipende da un sistema di norme poco chiaro, pensato per un mondo nel quale le Fs dipendevano in modo molto stretto dal governo, tanto che non c’era bisogno di regole scritte e trasparenti. Era comunque ovvio che nulla si sarebbe mosso senza l’assenso dell’autorità pubblica.

Questo mondo non c’è più. Fs è ormai uno staterello nello Stato, gode di sostanziale autonomia rispetto a un potere politico sempre più debole. Intendiamoci, nessuna nostalgia per il pesante clientelismo del passato (che forse in realtà rimane anche oggi) ma se il potere politico facesse il suo mestiere e almeno intervenisse sulle questioni strettamente “Politiche” (con la P maiuscola) sarebbe meglio. Di recente, poi, Fs ha fatto registrare un buon successo (dal suo punto di vista).

Ad esempio, la maggioranza dei parlamentari italiani si è convinta che era bene garantire alla stessa Fs un bel prolungamento della durata dei contratti di servizio regionali in essere o ancora da sottoscrivere: si passa da un massimo di 9 anni a un minimo di 12 (6 rinnovabili per altri 6). Poi, Fs ha convinto un manipolo di parlamentari a proporre una deroga alle norme che prevedono l’affidamento tramite gara degli stessi servizi ferroviari regionali. Deroga resa giuridicamente possibile grazie a un regolamento europeo (1370/2007), fortemente voluto dagli interessi costituiti franco-tedeschi, a cui gli italiani si sono accodati di buon grado. E così Fs è e rimarrà di fatto un monopolista per il traffico passeggeri (e anche nelle merci non c’è gran concorrenza) e fa i prezzi e le politiche di prodotto di un monopolista interessato solo ai suoi profitti (fatti salvi i servizi regionali, per i quali le tariffe sono decise dalle Regioni… per ora).

LA PRESA IN GIRO CONTINUA
Uno stato di cose a dir poco irritante. E le ragioni di irritazione sono due. La prima è l’assenza o la presenza fin troppo servizievole della politica. Da anni si parla di avere nei trasporti, come già nell’energia, regole chiare e un regolatore indipendente. E nessuno lo fa. Non il passato governo, che pure lo aveva scritto a chiarissime lettere nel suo programma, non quello attuale, che non pare nemmeno interessato alla cosa.La seconda è, di nuovo, il fatto che Fs prenda per il fondelli la gente. Sempre nella sua campagna di comunicazione, sbandiera i “biglietti low cost”. Ma stiamo scherzando? Prima si sopprimono i treni a basso costo. Poi si fanno esplodere i prezzi anche degli Eurostar. E infine si fa uno sconto su questi prezzi, e si chiama tutto ciò “un biglietto low cost”. Per favore…Si dirà: ma il servizio è molto migliore perché ora siamo ad alta velocità. Vero: peccato che l’intero costo dell’Alta velocità sia direttamente a carico dello Stato. L’aumento del biglietto non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio.

Care Fs, siete monopolisti. Non avete davanti alcune regole chiare. Non avete davanti un sistema politico degno di questo nome, e quindi fate quello che volete. Ma almeno non aggiungete le beffe al danno…

giovedì 14 maggio 2009

Trenitalia: continua la presa in giro ai danni degli italiani e contribuenti

Da la Voce.info:
La campagna di comunicazione di Fs racconta che oggi le "Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività". La verità è che Fs resta l'ultimo monopolista non regolato. Dal 2000 in media ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all'anno da Stato e Regioni. Oltre naturalmente ai contributi in conto capitale per la realizzazione della rete ad alta velocità. Quanto ai biglietti low cost, si tratta di una vera presa in giro. L'aumento dei prezzi non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio.
Su alcuni giornali Fs lancia la campagna di comunicazione sul bilancio del 2008, purtroppo prima che il bilancio sia reso pubblico. Ma questa campagna di comunicazione grida veramente vendetta, almeno su due fronti: i contributi pubblici che Fs tuttora riceve copiosi e i prezzi che pratica.

I SOLDI PUBBLICI: UN POZZO ANCORA SENZA FONDO
Fs scrive che “Le Ferrovie dello Stato oggi non gravano più sulla collettività”. La verità è che dal 2000 in media Fs ha ricevuto in conto corrente circa 3 miliardi di euro all’anno da Stato e Regioni,e il 2008 non è tanto diverso. Il bilancio di Fs è oggi in utile grazie a questi soldi pubblici. A proposito: era stato in utile anche dal 2001 al 2003, sempre per le stesse ragioni. È uno scandalo? In linea di principio no. In Italia si è deciso da parecchi anni che su alcuni servizi nazionali e regionali il prezzo del biglietto non dovesse coprire i costi, al fine di favorire il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma. La differenza tra costi e prezzi deve essere coperta dalla fiscalità generale. Nessuno scandalo, ma perché negarlo? In tali condizioni, avere delle perdite di bilancio significa avere ricevuto trasferimenti troppo bassi oppure, ma questo a Fs non fa piacere sentirlo, aver avuto costi troppo alti. Chi assicura il contribuente italiano che la differenza tra costi e prezzi sia la minima possibile, cioè che il nostro operatore ferroviario operi ai minimi costi possibili? Nessuno lo assicura, naturalmente. Ma è bene ricordarlo quando leggiamo i paginoni pubblicitari di Fs. Oltre tutto, i soldi di cui abbiamo parlato non sono i soli che Fs riceve. Ci sono anche i contributi in conto capitale, i prestiti a tasso agevolato, i conferimenti di capitale da parte dello Stato in quanto azionista, e altro ancora; tanti contributi giustificati soprattutto, ma non solo, dalla realizzazione della rete ad alta velocità, i cui costi gravano sulla collettività pur passando attraverso il bilancio di Fs. Per esempio, nel 2007, lo Stato per gli investimenti ha trasferito a Fs altri 4,2 miliardi di euro. Quando vedremo le cifre del 2008 sappiamo già che non saranno troppo diverse. Dicono che le Fs “non gravano più sulla collettività”? I commenti specifici li faremo non appena usciranno i bilanci ufficiali. Qui, comunque, non stiamo discutendo se i soldi trasferiti a Fs siano troppi o troppo pochi. Stiamo additando il fatto che Fs ha avviato una campagna di comunicazione abbondantemente ingannevole, campagna i cui costi – pro quota – gravano anche sugli ingannati, cioè i contribuenti.

L’ULTIMO MONOPOLISTA NON REGOLATO
Il secondo tema è quello del costo dei biglietti. Su quelli regionali e su pochissimi servizi nazionali il prezzo è determinato da una contrattazione tra Fs e diverse autorità pubbliche. Per il resto (Intercity,Eurostar), Fs si sente libera di fare quello che vuole, e nessuno le dice nulla. Se questo sia corretto o meno, dipende da un sistema di norme poco chiaro, pensato per un mondo nel quale le Fs dipendevano in modo molto stretto dal governo, tanto che non c’era bisogno di regole scritte e trasparenti. Era comunque ovvio che nulla si sarebbe mosso senza l’assenso dell’autorità pubblica. Questo mondo non c’è più. Fs è ormai uno staterello nello Stato, gode di sostanziale autonomia rispetto a un potere politico sempre più debole. Intendiamoci, nessuna nostalgia per il pesante clientelismo del passato (che forse in realtà rimane anche oggi) ma se il potere politico facesse il suo mestiere e almeno intervenisse sulle questioni strettamente “Politiche” (con la P maiuscola) sarebbe meglio. Di recente, poi, Fs ha fatto registrare un buon successo (dal suo punto di vista). Ad esempio, la maggioranza dei parlamentari italiani si è convinta che era bene garantire alla stessa Fs un bel prolungamento della durata dei contratti di servizio regionali in essere o ancora da sottoscrivere: si passa da un massimo di 9 anni a un minimo di 12 (6 rinnovabili per altri 6). Poi, Fs ha convinto un manipolo di parlamentari a proporre una deroga alle norme che prevedono l’affidamento tramite gara degli stessi servizi ferroviari regionali. Deroga resa giuridicamente possibile grazie a un regolamento europeo (1370/2007), fortemente voluto dagli interessi costituiti franco-tedeschi, a cui gli italiani si sono accodati di buon grado. E così Fs è e rimarrà di fatto un monopolista per il traffico passeggeri (e anche nelle merci non c’è gran concorrenza) e fa i prezzi e le politiche di prodotto di un monopolista interessato solo ai suoi profitti (fatti salvi i servizi regionali,per i quali le tariffe sono decise dalle Regioni… per ora).

LA PRESA IN GIRO CONTINUA
Uno stato di cose a dir poco irritante. E le ragioni di irritazione sono due. La prima è l’assenza o la presenza fin troppo servizievole della politica. Da anni si parla di avere nei trasporti, come già nell’energia, regole chiare e un regolatore indipendente. E nessuno lo fa. Non il passato governo, che pure lo aveva scritto a chiarissime lettere nel suo programma, non quello attuale, che non pare nemmeno interessato alla cosa. La seconda è, di nuovo, il fatto che Fs prenda per il fondelli la gente. Sempre nella sua campagna di comunicazione, sbandiera i “biglietti low cost”. Ma stiamo scherzando? Prima si sopprimono i treni a basso costo. Poi si fanno esplodere i prezzi anche degli Eurostar. E infine si fa uno sconto su questi prezzi, e si chiama tutto ciò “un biglietto low cost”. Per favore… Si dirà: ma il servizio è molto migliore perché ora siamo ad alta velocità. Vero: peccato che l’intero costo dell’Alta velocità sia direttamente a carico dello Stato. L’aumento del biglietto non serve a coprire costi che sono comunque dello Stato. Serve solo a far quadrare un bilancio. Care Fs, siete monopolisti. Non avete davanti alcune regole chiare. Non avete davanti un sistema politico degno di questo nome, e quindi fate quello che volete. Ma almeno non aggiungete le beffe al danno…

martedì 12 maggio 2009

Nuovo Contratto di Servizio Regione-Trenitalia: qualche passo avanti, ma restano molti punti critici

Apprendiamo, nuovamente dalla stampa, l’avanzamanto delle trattative tra Regione Liguria e Trenitalia per il rinnovo del Contratto di Servizio ferroviario della nostra regione.
Rispetto alle notizie precedenti, notiamo alcuni miglioramenti, che tuttavia ci sembrano ancora insufficienti rispetto alle precise richieste avanzate insieme alle altre 22 associazioni che si riconoscono nel “Documento dei 10 punti” e relativi allegati.

Tariffe bloccate per 2 anni
E’ una notizia positiva, che non vorremmo però celasse la contropartita di una ulteriore caduta qualitativa del servizio: abbiamo detto molte volte che il costo dei biglietti e degli abbonamenti potrebbe anche aumentare, ma a fronte di ben certificati e quantificati miglioramenti dei parametri da noi indicati nel documento: diminuzione tempi di percorrenza, aumento della puntualità, aumento del numero di passeggeri effettivamente trasportati, miglioramento della pulizia, ecc. (si veda il punto 1 del documento stesso).

Il contributo della Regione
Trenitalia chiede di applicare al contratto l’indicizzazione Istat, questo significa che la Regione dovrebbe pagare 10 milioni in più in sei anni, arrivando alla non trascurabile cifra di 102 milioni.
Come si ricorderà, chiediamo di legare una parte del corrispettivo al raggiungimento degli obiettivi da noi indicati, almeno il 20-30% del totale. Anche questo è un punto fondamentale per responsabilizzare il gestore sui livelli di qualità del servizio che sono considerati soddisfacenti da noi utenti.

Gli investimenti di Trenitalia
Si era parlato di 3,5 miliardi per il rinnovo del parco italiano, ora siamo già scesi di quasi la metà, a 2 miliardi di euro, che saranno solo 50 milioni per la Liguria. Una cifra decisamente bassa, se si pensa che già qualche anno fa si stimava in 500 milioni di euro il fabbisogno per la sola Liguria, che ne ha estremo bisogno data la vetustà del materiale rotabile. Questa marcia indietro non è giustificabile anche perché la recentissima legge che porta a sei anni la durata minima del contratto di servizio era stata varata proprio perché Trenitalia chiedeva tempi più lunghi per ammortizzare gli investimenti. Passata la legge, si tagliano le previsioni di investimento, ribadendo la scarsa propensione di Trenitalia ad onorare le promesse e a procedere verso un concreto miglioramento del servizio offerto: se questo è il modo in cui Trenitalia onora le promesse, non c’è proprio da stare allegri, anzi, c’è da stare molto in campana!

Gradimento da parte degli Utenti
La soddisfazione degli utenti circa il servizio prestato costituirà un parametro in base al quale potranno scattare delle sanzioni. Questo è un punto molto positivo, riprende una nostra precisa richiesta, e tuttavia la domanda sorge spontanea: chi rileverà tale grado di soddisfazione? Certo non dovrà farlo Trenitalia, che già certifica ritardi e soppressioni con esiti per lo meno discutibili, ma un organismo terzo, indipendente, che rilevi periodicamente il grado di soddisfazione sulla base di questionari costruiti con l’apporto delle associazioni di pendolari e consumatori.
Anche questo è un punto di estrema delicatezza ed importanza, dato che le rilevazioni devono corrispondere davvero a quello che pensano gli utenti del livello di servizio.

Cosa manca:
Il documento dei 10 punti riguardava molti altri aspetti che, al momento, non ci sembra abbiano trovato risposta, come ad esempio la possibilità di tornare a fare il biglietto in treno in caso di chiusura delle biglietterie e dei punti vendita a terra, o la possibilità di salire sul primo treno utile in caso di ritardo di oltre 15 minuti. Manca una più stretta integrazione tra tutti i tipi di treni che vada al di là della Tutto Treno Card. Anche il problema delle multe, in molti casi eccessive e sproporzionate, va riconsiderato e riportato nei termini di una effettiva volontà di colpire i reali evasori, non chi è impossibilitato ad acquistare il biglietto o, magari, a timbrarlo. Confidiamo che nei dettagli del contratto queste e altre proposte vengano integrate poiché si tratta di richieste che mirano a limitare i disagi creati dal gestore stesso (chiusure delle biglietterie, ritardi, soppressioni…).

Concludiamo tornando a richiedere di poter prendere parte al processo di definizione del contratto stesso tramite un urgente incontro con la Regione Liguria e con l’Ass. Vesco, non vorremmo trovarci di fronte al fatto compiuto ed essere chiamati a ratificare un documento senza averne potuto analizzare a fondo i contenuti.

Coordinamento dei Pendolari Liguri, Associazione dei Pendolari dell’Acquese, Federconsumatori, WWF Liguria, Casa del Consumatore, Adoc Genova, Associazione Pendolari Novesi, Associazione Pendolari Alta Valle Scrivia

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