Si è svolto ieri pomeriggio a partire dalle ore 17.00 presso la Regione Liguria l’atteso incontro tra l’Ass. ai Trasporti Enrico Vesco e le Associazioni di Pendolari, Consumatori, Sindacati sul tema della recente rottura della trattativa con Trenitalia per il rinnovo del Contratto di Servizio, contratto largamente scaduto da quasi due anni e non ancora rinnovato.
Presenti molti rappresentanti delle diverse categorie, l’Ass. Vesco ha ribadito la difficoltà del momento ed il clima non certo disteso tra la Regione e Trenitalia, che allontana al momento ogni possibilità di accordo.
La trattativa, riferisce l’Assessore, si è interrotta allorquando Trenitalia , dopo aver proposto un investimento di 50 milioni di euro per 3 anni per l’acquisto di nuovi rotabili (giudicato insufficiente dalla Regione Liguria), si è ripresentata la volta dopo non con una offerta migliore, bensì con la quota di investimenti ridotta a 10 milioni di euro! Una vera e propria provocazione di fronte alla quale giustamente Vesco ha detto no.
Di fronte a questo impasse, pensiamo sia giusto fare sentire la nostra voce e stigmatizare con fermezza il fare arrogante del monopolista Trenitalia che, forte della recente leggina che gli consegna l’esclusiva del trasporto regionale per il prossimi 12 anni, si crede legittimata a fare la voce grossa e strangolare le Regioni chiedendo prezzi altissimi per un servizio di qualità scadente.
Tra le iniziative allo studio, di intensità crescente e condotte congiuntamente tra tutte le associazioni presenti, vi sono:
- manifestazioni presso le principali stazioni alle quali inviteremo a partecipare lo stesso Assessore Vesco e il Presidente Burlando;
- la “renitenza” al controllo del biglietto/abbonamento;
- lo sciopero del biglietto, soluzione estrema ma possibile data la gravità della situazione.
Se dovessimo arrivare a questa decisione, studieremo le cautele e le precauzioni necessarie onde evitare quanto più possibile il pericolo di incorrere in sanzioni. Per questo abbiamo chiesto aiuto e sostegno alla Regione e ai Sindacati dei lavoratori, con i quali abbiamo in più di una occasione solidarizzato nella difesa delle loro rivendicazioni.
Vi sono poi anche altre proposte quali un “immobility day” (tutti a Genova in auto invece che utilizzando il treno) e un evento teatrale di parole e musica con artisti di spicco del panorama genovese.
Le organizzazioni sindacali hanno inoltre lanciato l’idea di una ulteriore consultazione tra associazioni e Trenitalia, per approfondire le ragioni della rottura: fermo restando il fermo appoggio alla linea di condotta decisa dalla Regione, stiamo valutando anche l’eventualità di compiere questo passaggio, in un estremo tentativo di comprendere fino in fondo i fatti e le eventuali possibilità di azione.
Le risorse: il piatto piange
Dei famosi 430 milioni aggiuntivi (per tre anni) stanziati dal Governo ancora non si sa nulla di certo, non sono stati ripartiti tra le varie regioni e quindi si può solo ipotizzare che in Liguria ne arriveranno circa 24 (al lordo dell’IVA).
E qui sta il primo problema: se il contratto è minimo per 6 anni, chi ci dà la certezza che questi soldi saranno messi a disposizione anche per i tre anni successivi? Il Governo dovrebbe a questo punto dare assicurazioni in proposito, altrimenti le Regioni si troverebbero a sottoscrivere un contratto non sapendo con certezza di avere la corrispondente copertura, e commetterebbero un atto illegittimo.
Trenitalia propone una clausola di “livello minimo di servizio” in caso di carenza di risorse: ma questo significherebbe un bel taglio di un terzo (dicasi un terzo!) del servizio.
La Regione è disposta a mettere in campo, occorre dirlo, una cifra considerevole: 100 milioni di euro annui, a fronte però di un impegno forte di Trenitalia in investimenti e migliorie del servizio, oltre al blocco tariffario per almeno due anni.
Una richiesta più che ragionevole dunque, alla quale però Trenitalia risponde picche, ossia con la miseria di 10 milioni di euro per investimenti (in sei anni!), e nessuna garanzia circa il blocco delle tariffe.
Circa il famoso “catalogo” Vesco è stato chiaro: “abbiamo respinto la logica del catalogo”. Sulla stessa linea vi sono anche quasi tutte le altre regioni italiane, che non a caso non hanno ancora firmato (eccettuata l’Emilia Romagna) il rinnovo del contratto. Vesco punta a formare una alleanza tra regioni per portare avanti iniziative comuni e incontrerà a tale scopo gli assessori ai trasporti di Piemonte, Lombardia e Veneto.
Da ultimo, ma non ultimo, Vesco ci ha informato che verrà richiesto al più presto un incontro con Moretti, per vedere di riaprire la difficile trattativa.
Sarà per questo molto importante partecipare il più possibile alle iniziative che verranno messe in atto per manifestare il nostro dissenso nei confronti di Trenitalia per il suo modo di fare arrogante e ricattatorio: siamo tutti chiamati in prima persona a difendere il nostro diritto alla mobilità e a farlo in modo civile ma fermo, da cittadini consapevoli nonché contribuenti e quindi azionisti della stessa Trenitalia, che è nostra, così come Moretti è un nostro dipendente, con tutto il rispetto.