domenica 6 ottobre 2013
6mila chilometri di ferrovie in abbandono
Le ferrovie in abbandono
in Italia superano i 6mila chilometri e sono in continuo aumento. Sono
misconosciute o addirittura vicine alla scomparsa perché costano troppo e
portano pochi passeggeri. In proposito, oggi (venerdì 4 ottobre) a
Rimini si conclude il convegno di CoMoDo, la Confederazione per la mobilità dolce che
tutela l'ambiente e il paesaggio legati al recupero delle ferrovie in
abbandono. Fra queste ricordiamo la Sulmona-Castel di Sangro-Carpinone o
la Alba-Asti in Piemonte oppure la Avellino-Rocchetta Sant'Antonio in
Campania. Secondo i sostenitori di CoMoDo, difendere una ferrovia locale
è mantere in vita un riferimento per le comunità locali e avere una
grande possibilità di rilancio del turismo di pedoni, ciclisti e
appassionati di mobilità. In Europa ci sono già progetti operativi in
Svizzera e in Spagna, con la "Viàs Verdes". Il presidente di CoMoDo, Albano Marcarini.
Ferrovie, l’Europa boccia l’Italia “L’indipendenza non è garantita”
La Corte di Giustizia: Roma svincoli Rfi dal controllo del Ministero dei Trasporti, per ottimizzarne l’utilizzo
La legge italiana non consente di assicurare
l’indipendenza del gestore dell’infrastruttura ferroviaria, affidata a
Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, controllata al 100% dal gruppo Fs. È
quanto sostiene la Corte di giustizia dell’Unione Europea. L’Italia,
secondo la Corte di Lussemburgo, viola e non recepisce correttamente le
diverse direttive comunitarie sulla liberalizzazione del trasporto
ferroviario. L’Italia deve rendere il gestore dell’infrastruttura
ferroviaria Rfi indipendente dal Ministero dei Trasporti, per
ottimizzarne l’utilizzo.
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