venerdì 7 giugno 2013

L'odiessea dell'11254

Vi narro un punto di vista, non la verità assoluta, poichè eravamo centinaia, ed ognuno potrebbe raccontare aspetti interessanti e differire dalla mia narrazione.
Si parte puntuali a Sestri Levante.
Una volta superata la stazione di Santa Margherita Ligure un treno Freccia Bianca che ci incrocia strombazza in maniera anomala, il nostro convoglio risponde e dopo pochi istanti inchioda. Ok, talvolta succede.
 
Come accade di solito tra i passeggeri, dopo alcuni minuti di tranquillità, iniziano a serpeggiare le ipotesi più disparate, dal tragico "Abbiamo buttato sotto qualcuno" al più scherzoso "avremo bucato!". 
L'attesa si protrae, l'altoparlante del convoglio annuncia una pronta ripartenza alle 7.35. I passeggeri si placano un poco, ma mancando pochi minuti il fremito è palpabile. 
All'ora preannunciata non accade nulla, ma pochi istanti dopo si ascolta un nuovo avviso, quello che Trenitalia sta intensificando i controlli sui biglietti. Scoppia l'ilarità, vista la situazione, ma è solo un momento. 

L'orologio corre implacabile, e non accade nulla. Molti si spazientiscono, ci viene comunicato di non scendere, ma con i finestrini bloccati, l'aria condizionata spenta, insomma, si soffoca. Viene richiesto l'intervento urgente di un medico in ultima carrozza, accorrono tantissime persone. Tutti dottori? No, solo alcuni, gli altri erano solo curiosi (complimenti). Dopo altra, lunga attesa l'altoparlante blatera ancora, ovvero che si sta preparando una discesa sicura.
Siamo fermi in un punto dove la massicciata crea un bel dislivello rispetto all'ultimo gradino dei vagoni e quindi bisogna stare molto attenti durante la fase di discesa. L'attesa si fa snervante e molti perdono il controllo e seguono la massa. Quindi si vedono fiumi di persone che vaga avanti ed indietro.
 
A questo punto è chiaro, lampante che in una situazione di emergenza, un solo capotreno (o controllore se siete legati alle vecchie nomenclature) è impotente ed in gravissima difficoltà per verificare tutto e tutti. Già avrà avuto i problemi legati al materiale rotabile, un contatto telefonico continuo con la centrale operativa ed in più quel migliaio di passeggeri da controllare e non tutti sereni. Mi domando cosa sarebbe successo nel caso di un'emergenza più rilevante, tipo un incendio. Meglio non pensarci?? Con questo non voglio assolutamente colpevolizzare il capotreno che, a quanto so, si è attivato sia per la persona che non stava bene, sia per imporre l'ordine, solo che non poteva essere in ogni luogo contemporaneamente. 

Ci è stato intimato di non scendere verso monte, poichè si sarebbe sbarcati dal lato in cui transitavano i treni.
Una volta arrivati i vigili del fuoco è iniziata la discesa "ufficiale" in sicurezza  dall'ultima carrozza, con i ragazzi in divisa pronti a prendere in braccio tutti i meno agili e sicuri affinchè non si facesse male qualcuno. Tuttavia si vociferava che una persona, scendendo probabilmente da un'altra porta (giacchè erano tutte aperte o apribili) sia caduta malamente con ovvie conseguenze. 

E poi via tutti in fila indiana sul ghiaione per raggiungere il marciapiede dei binari di Santa Margherita. Nel frattempo arrivava anche un ambulanza. Il passeggero che si era sentito male in ultima carrozza quanto ha dovuto attendere? Mezz'ora? Non ho preso il tempo perfettamente, ma di certo è stato troppo!

Che dire una volta giunti "in salvo"? Gli annunci degli altoparlanti della stazione non si sentivano forti e chiari...anzi! Dove si sale? Ecco un treno notte fermo, pronto per essere assaltato. 

Mi fiondo in coda e salgo dall'ultima porta disponibile. Tre gradini e poi una calca allucinante e comprensibile. Finestrini chiusi ed un'odore di chiuso piuttosto intenso. Ok, le sardine ci sono quasi tutte e si parte, ma poi ci si riferma. Si soffoca, qualcuno preme il tasto dell'apertura porte, vedendo una passeggera in piedi sbiancare al limite dello svenimento. Apriti cielo. Dopo un attimo arriva un controllore pronto a battagliare. Inizia una scaramuccia verbale, salgono i toni, il treno non parte, poi si avvia piano piano. A mano a mano le discussioni tra le opposte fazioni si placano e si giunge a destinazione stressati, sudati e frustrati perchè consapevoli che queste situazioni, grazie a tagli tagli tagli ed ancora tagli, soprattutto con l'approssimarsi del gran caldo, peggioreranno divenendo più frequenti.




Condividi