mercoledì 30 dicembre 2009

Se questo è (ancora) un paese civile

Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
On.le Giorgio Napolitano


Signor Presidente,
oggi, 30 dicembre 2009, leggendo (come penso avrà fatto anche Lei) il quotidiano la Repubblica, ho letto un articolo che riportava l’episodio di un disabile grave e del trattamento ricevuto dal personale di bordo per aver chiesto di acquistare il biglietto direttamente sul treno.

L’episodio, di cui è testimone oculare il giornalista che scrive l’articolo, vede protagonista un disabile privo delle braccia, straniero, che chiedeva di acquistare il biglietto in treno perché a terra non c’era riuscito. Essendo io una pendolare, so per esperienza quanto sia difficile, anche per chi è in perfetta salute, acquistare un semplice biglietto specie nelle piccole stazioni, quasi sempre chiuse e con le emettitrici rotte. Nelle grandi stazioni poi la coda è praticamente costante, specie nelle ore di punta, e non esistono vie preferenziali per chi ha problemi di salute o è anziano e malfermo sulle gambe. E anche se vi fossero emettitrici funzionanti e abbondanti nei dintorni di una biglietteria (cosa, questa, che ho verificato solo poche volte) mi si deve spiegare come una persona priva delle braccia avrebbe potuto utilizzarle. Eppure questo ha detto uno dei controllori che hanno esaminato il caso del malcapitato protagonista della nostra triste storia.

Quello che colpisce, in questa vicenda, è l’accanimento del tutto gratuito nei confronti di una persona indifesa e debole, straniera per di più, la pretesa di applicare su di lui tutti gli assurdi regolamenti che Trenitalia si inventa ogni giorno per meglio vessare chi usa il treno, ossia i cittadini che, da contribuenti paganti, vorrebbero poter contare su di un servizio degno di un paese civile.

Trenitalia, duole dirlo, ormai da tempi tratta tutti (cittadini, utenti, ma anche amministrazioni locali) come fossero questuanti importuni, e non lo scopo stesso della sua esistenza.

Da cittadina italiana devo dire che mi sento profondamente turbata ed offesa per come questa persona sia stata trattata, ferendone la dignità e contando sul fatto che, molto probabilmente, il suo status di straniero avrebbe impedito ogni eventuale protesta. Mi chiedo se il comportamento del personale viaggiante sarebbe stato lo stesso in presenza di ultras scatenati intenti a spaccare un vagone, o se non si sarebbero tenuti ben a distanza. Cosa del resto abbastanza comprensibile, ma perché allora non usare la stessa elasticità nei confronti di una persona che aveva problemi di salute così gravi ed evidenti? Si è chiamata addirittura la Polfer per farlo scendere! Chissà quale pericolo poteva configurare la sua presenza a bordo…ma forse era solo per l’imbarazzo che creava l’episodio in sé…e che tristezza anche l’indifferenza o forse il timore di mettersi nei guai dimostrati dai passeggeri, con l’eccezione di colui che poi ha scritto l’articolo. Forse che gli assurdi regolamenti di Trenitalia ci esimono dal manifestare sentimenti di pietà e di umanità? A tanto siamo giunti?

Signor Presidente, non riesco proprio a riconoscermi in questo Stato che è forte con i deboli e debole con i forti, dove le regole sono fatte per tutelare interessi di pochi a svantaggio di molti, dove neppure prendere il treno è semplice e normale, e dove un disabile è considerato uguale ai “sani” solo quando la cosa va a suo svantaggio, e gli si può applicare una bella sanzione.

Mi piacerebbe che a qualcuno fosse richiesto di rendere conto circa questo e altri comportamenti che ledono diritti elementari delle persone: il diritto ad essere trattati con dignità, il diritto ad essere aiutati se disabili, il diritto a non essere discriminati perché stranieri.

Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente, poiché penso che un Suo intervento presso la Dirigenza del Gruppo FS e presso il Ministero del Tesoro (che detiene il 100% del Gruppo FS) potrebbe almeno ottenere la giuste scuse nei confronti di una vittima (una delle tante) dell’attuale gestione del trasporto ferroviario.

Con ossequio e stima
Sonia Zarino
Coordinamento dei Pendolari Liguri

Senza parole: quel ragazzo senza braccia fatto scendere dal treno

Leggendo questo articolo mi sono chiesta: ma dove stiamo andando? Se non esiste più la comprensione, la pietà, il rispetto della dignità umana, possiamo dirci davvero senza speranza. Se dei regolamenti insensati possono diventare l'alibi per disconoscere ogni umanità, significa che è la nostra civiltà che si avvia al tramonto, e noi stiamo ballando sul Titanic che affonda.

da La Repubblica

CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia. Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni. Si parte. Poco prima della stazione di (...) passa il controllore. Una ragazza di venticinque anni truccata con molta cura e una divisa inappuntabile. Raggiunto il ragazzo senza braccia gli chiede il biglietto. Questi, articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: "No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap". Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi. Sono la cifra esatta per fare il biglietto. Il controllore li conta e con tono burocratico dice al ragazzo che non bastano perché fare il biglietto in treno costa, in questo caso, cinquanta euro di più. Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l'umiliazione ripete "Handicap, handicap". I passeggeri del vagone, me compreso, seguono la scena trattenendo il respiro, molti con lo sguardo piantato a terra, senza nemmeno il coraggio di guardare. A questo punto, la ragazza diventa più dura e si rivolge al ragazzo con un tono sprezzante, come se si trattasse di un criminale; negli occhi ha uno sguardo accusatorio che sbatte in faccia a quel povero disgraziato. Per difendersi il giovane cerca di scrivere qualcosa per comunicare ciò che non riesce a dire; con la bocca prende la penna dal taschino e cerca di scrivere sul tavolino qualcosa. La ragazza gli prende la penna e lo rimprovera severamente dicendogli che non si scrive sui tavolini del treno. Nel vagone è calato un silenzio gelato. Vorrei intervenire, eppure sono bloccato.
La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no. Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione. Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...". Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap. La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante. Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno. Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno. Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.

mercoledì 23 dicembre 2009

OLTRE LE CRITICITA'

A proposito dei disagi dei giorni scorsi a causa del maltempo (pare....) non voglio parlare di ciò che è successo, ma di ciò che non è stato fatto. E' possibile che Trenitalia in caso di interruzioni alle linee liguri non abbia a disposizione un piano di emergenza, quindi attuabile in tempi brevi, ALTERNATIVO alle linee stesse? Molto più semplicemente: perchè Trenitalia non pianifica, già predisposti in caso di bisogno e quindi velocemente attuabili, di collegamenti con autobus con tratte a medio e lungo raggio (Genova-Savona e viceversa/Genova- Ventimiglia e viceversa/Genova-Sestri Levante e viceversa/Genova-La Spezia e viceversa)? Collegamenti da effettuarsi non certo per tutto il giorno ma almeno nelle fascie garantite? Penso che Trenitalia onorerebbe così l'impegno con i suoi abbonati. Perchè non richiedere di discutere e quindi prevedere di inserire un "Piano d'emergenza collegamenti" nei prossimi contratti di programma con la Regione Liguria?

Trenitalia perde la bussola.....

23 Dicembre 2009: il treno 2219 da Genova per Bologna è previsto in arrivo alla stazione di Sestri Levante alle 07.10. Gli annunci e le schermate video lo danno in ritardo fino a 25 minuti. Che succede? il treno arriva pressocchè in orario senza essere preannunciato nè segnalato sui video del recupero del ritardo. La maggior parte dei viaggiatori nell'atrio della stazione per via del maltempo (sui marciapiedi in questa stagione è difficile resitere.....) non sono preavvisati nè con messaggi audio nè con la segnalazione video dell'arrivo del treno che se ne riparte verso La Spezia. Gli stessi riconoscono qualcuno che scende giornalmente a Sestri Levante con il medesimo treno e solo allora si accorgono che è arrivato ma che è anche ripartito.....non ci si spiega come mai, a treno già allontanatosi da Sestri Levante, gli schermi video segnalano ancora il treno in arrivo con ritardo. La dice lunga su come in questi giorni Trenitalia ha proprio perso la bussola.....
Ci si rassegna salendo su un treno regionale che nasce da Sestri Levante per La Spezia e che parte con i suoi 10 minuti di ritardo; si pensa: "si arriverà a La Spezia tardi ma almeno si arriverà.....". E invece no. Arrivati a Bonassola il Capotreno fa il giro delle carrozze annunciando che il treno morirà a Levanto. Ma non potevano dirlo prima di partire da Sestri Levante?

VESCO: CARTA TUTTO TRENO DAL 2010 ANCHE SEMESTRALE

Comunicato Stampa della Regione Liguria:

Grazie all’accordo raggiunto oggi dall’Assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco con Trenitalia, dal 2010 i pendolari liguri avranno la possibilità di acquistare la Carta Tutto Treno Liguria in versione semestrale oltre che annuale.

“La Carta Tutto Treno”, ricorda l’assessore, “è stata istituita lo scorso anno dalla Regione per consentire ai cittadini residenti in Liguria e possessori di abbonamento a tariffa regionale sia mensile che annuale, di accedere anche ai treni classificati Eurostar City, InterCity e InterCity-plus, arginando la separazione tariffaria (che obbliga i viaggiatori a fare due distinti abbonamenti) e gli aumenti dei biglietti”.

“Con l’accordo raggiunto oggi e da tempo richiesto dagli utenti, dalla fine di quest’anno sarà possibile acquistare la Carta anche in versione semestrale al prezzo di 80 euro”, spiega Vesco “venendo così incontro alle esigenze di chi non ha interesse a stipulare un abbonamento annuale e di chi preferisce ammortizzare le spese spezzandole in due momenti”.

Viaggiatreno e la realtà

Stamani prima di partire di casa ho consultato il sito Viaggiatreno e pareva fosse tutto in ordine con treni puntuali.
Una volta giunto in stazione a Sestri Levante l'amara scoperta: soppressioni, ritardi ritardi ritardi.
Ma dov'è il problema? "il sistema ha retto" o così dicono....

martedì 22 dicembre 2009

Caro AD

Illustrissimo AD
da che mondo e mondo ho sempre saputo che viaggiare su gomma potrebbe essere un problema in caso di maltempo per affidarsi al sicuro trasporto su rotaia. E invece non è più così. L'ho scoperto stamane, l'ho scoperto vedendo che nelle stazioni non circolava un treno, che non vi era nessun annuncio, che in due ore di permanenza nessuno sapesse dire nulla. Ho letto soppressioni, ritardi, cancellazioni, ma nessuna voce, nessun conforto. Ma perchè non dare delle informazioni?

Però poi leggo le sue parole confortanti riportate sul sito di Trenitalia proprio ieri

“Il sistema ha retto. Il nostro impegno è di portare a destinazione i viaggiatori, riducendo al minimo le cancellazioni dei treni”

Ha retto?

Un suggerimento te lo do io, caro AD. Impara a lavorare meglio invece di fare discorsi e se non sei capace di far viaggiare i treni, forse è meglio che cambi mestiere. I tuoi utenti, che sono spesso dei lavoratori, se commettessero tante mancanze quanto le ferrovie sarebbero a casa da tempo, licenziati senza appello.
Cordialmente
Alessandro


ps
Ma trovo altre chicche sulla lettera ai viaggiatori che riporto per coloro i quali magari non hanno avuto la fortuna di leggere: (trovate il testo integrale QUI )

“E’ un quadro di rara eccezionalità – ha esordito l’ad di FS - quello in cui si colloca oggi l’Europa, e che ha coinvolto anche il nostro Paese. In Italia il maltempo ha colpito in modo particolare l’area centro-nord, causando i rallentamenti, i ritardi e le cancellazioni che si stanno registrando in questi giorni. L’eccezionale fenomeno delle precipitazioni ghiacciate è alimentato da temperature che nella notte sono scese sino ai -13 di Torino e Bologna, ai -10 di Milano, ai -11 di Rimini, e ai -2 e -7, rispettivamente, di Roma e Firenze. Punte che si sono costantemente mantenute intorno ai -13 tra Bologna e Firenze, vale a dire su una delle tratte che, attraversando il valico appenninico, risulta tra le più critiche della rete. Nella mattinata – ha poi aggiunto - intorno alle 9, il recupero di temperatura non è poi andato oltre livelli pur sempre a carattere straordinario, che non hanno superato i -6 in tutta la Val Padana e nel Nord in generale. Per trovare riscontri analoghi alla situazione odierna occorre risalire a gennaio 1985 e a febbraio 1986, quando, diversamente però da quello che sta avvenendo oggi, su gran parte delle linee si registrò il blocco totale della circolazione”.

In più di vent'anni che passi avanti abbiamo fatto a fronte degli investimenti??? Ah no, ora ricordo, abbiamo tolto scambi per risparmiare, ridotto le linee, per risparmiare, lasciato le carrozze di trent'anni fa per non spendere troppo, abbandonato la pulizia dei convogli per reintegrare le perdite.....

Moretti non ha trascurato di spiegare anche quali siano i problemi che interessano le sottocasse dei treni, dove “si formano blocchi di ghiaccio e pietrisco che, oltre a sollecitare in modo anomalo organi, cavi e condotte, quando si staccano li vanno a colpire come proiettili e a danneggiare. Queste anormalità sono la causa di molte fermate impreviste, anche lungo linea e, in presenza di danni più seri, costringono a prevedere l’intervento di locomotive di soccorso. Senza contare che il materiale scagliato in velocità va anche a cadere sugli scambi, non permettendone il regolare funzionamento”.

Qui ha chiaramente dimenticato di citare le cavallette e le api assassine che secondo me esercitano un ruolo importante nei ritardi.

Moretti ha poi voluto fare un confronto fra la situazione ferroviaria italiana ed europea e quella delle altre modalità di trasporto. “La nostra rete è l’unica a non aver interrotto parti di linee, al contrario di quanto è avvenuto per le strade, le autostrade, i servizi aerei e quelli marittimi.

Eh????? Il paragone, aereo, nave con il treno è fantasmagorico. Ma nessuno glielo ha fatto notare? Perchè?

Avere pazienza, capire che stiamo facendo il possibile per far arrivare tutti a destinazione soprattutto in questo periodo natalizio in cui moltissime persone si spostano da Nord a Sud per raggiungere le proprie famiglie. Suggerisco di partire preparati, magari portando con sé acqua, qualche panino in più e anche qualche indumento di scorta nel caso in cui manchi la corrente e, di conseguenza, non funzioni il riscaldamento”.

E qui l'apoteosi. Ma cosa sta dicendo??????????????????????? Portarmi dei panini e coperte?? Ma stiamo scherzando?? Pago un biglietto per avere un servizio. Se non sei in grado di darmelo fai dell'altro nella vita. Persino mio padre, che non ride mai, a questa esternazione ha fatto un ghigno. In che mondo siamo? Tra un po' ci diranno che se si guasta il treno, quelli più forzuti, dovrebbero spingere......
Provate andare a farvi riparare un elettrodomestico e a sentirvi dire "sono 200 euro, però gli attrezzi del mestiere non li ho o si potrebbero rompere, sa se mi portasse da casa i suoi......"

Moretti ha concluso ricordando che le FS stanno dando tutte le informazioni possibili sui treni e nelle stazioni ma anche sul sito internet, dove FSNews e FSNews Radio riportano in tempo reale tutti gli aggiornamenti necessari. Alla stampa, infine, un caloroso invito a sostenere lo sforzo di informazione del Gruppo “nel modo più efficace per la gente”.

Ma presentati in una stazione, magari di quelle piccole che sono più numerose, ogni tanto, caro Moretti e poi vedi che quelle cose che dici sono fantasie. Io agli organi di stampa, chiedo anche di far domande serie a questa persona che prende uno stipendio che non è certo il mio, ma che sicuramente si può permettere di non andare a lavorare a differenza del sottoscritto o di tanti altri com'è successo stamani.

Meno pubblicità, meno proclami e più fatti. Qui si deve difendere l'interesse dei viaggiatori!

Aggiungo. Questa mattina bastava un piccolo e significativo annuncio: "non siamo in grado di far viaggiare i treni, ci scusiamo".

Ma perchè vi stupite?

Lo dico a tutti quei viaggiatori (si fa per dire....) che stamani ho incontrato in due stazioni diverse (Riva Trigoso e Sestri Levante), perchè vi stupite se i treni non circolano affatto? Perchè vi stupite se non vengono annunciati i ritardi? Perchè vi stupite se non potete andare a lavorare e non sapete come fare?

I treni hanno ritardi, malfunzionamenti, soppressioni quando ci sono giornate di sole. Figuriamoci i momenti in cui per due o tre giorni avviene qualche rovescio atmosferico imprevisto (anche qui si fa per dire visto che erano preannunciatissimi).

Chissà come faranno in Austria o in Norvegia, in Polonia a viaggiare in treno...mah...

Ma a ben vedere tutto questo è una ovvia conseguenza della ristrutturazione, di tagli di personale (quello che lavora non quello che fa discorsi!!), di abbandono delle stazioni, di appalti degli appalti. La cosa pubblica deve restare pubblica, magari migliorata, ma il treno deve restare un servizio per tutti.

Però ora abbiamo il Freccia Rossa........

lunedì 21 dicembre 2009

Linea Acqui-Genova? Una ennesima Caporetto ferroviaria

Questa mattina la stazione di Acqui Terme era praticamente isolata per una successione di eventi: un treno ha tranciato la linea aerea nel tirare su i pantografi, creando di fatto il blocco della stazione. Treni soppressi e/o deviati via Alessandria con forti ritardi. Inoltre i primi treni del mattino non sono partiti perche' avevano difficolta' a "mettersi in moto" a causa del freddo della notte appena trascorsa.

I viaggiatori diretti a Torino sono stati deviati via Alessandria arrivando a destinazione con 25 minuti di ritardo. La peggio l'hanno avuta i viaggiatori diretti a Genova deviati via Alessandria dove avrebbero dovuto prendere da Alessandria l'IC503 delle 7.32 che aveva ben 110 minuti di ritardo, attendendo il successivo alle 8.33.........!!!

Chi da Ovada e dalla Valle Stura andava verso Genova il primo treno transitato e' stato il 6157 partito alle 8.25 anziche' alle 7.55, mentre che partiva da Acqui, Visone, Prasco e Molare si e' dovuto letteralmente "arrangiare". Siamo arrivati ormai alla Caporetto ferroviaria, il collasso che prevedevo e' arrivato, Trenitalia non e' stata in grado di fronteggiare i primi rigori del generale inverno che inizia oggi, e anche le nuove linee AV tanto decantate sono in difficolta' come tutto il traffico ferroviario del Nord.

Per oggi sono previste ancora nevicate, dovremo ancora rassegnarci o qualcuno riuscira' a darci delle assicurazioni per il prossimo futuro? I pendolari italiani devono avere delle certezze, e' il momento che a livello di governo centrale qualcuno intervenga, e l'AD del gruppo FS ing. Moretti dovra' urgentemente riferire in parlamento la situazione e rassicurare i cittadini per il futuro, ma non solo per le linee AV, ma anche e soprattutto per quelle regionali che sono quelle piu' in difficolta'.

Cordiali saluti
Alfio Zorzan
Presidente Associazione Pendolari dell'Acquese

Ferrovie siciliane: i pendolari palermitani chiedono il rispetto degli impegni

Gli amici Pendolari Palermitani fanno il punto sull'anno ferroviario che si avvia a conclusione: un bilancio largamente passivo, che delude i cittadini e richiama alle proprie responsabilità una classe politica troppo lontana e insensibile alle legittime istanze dei cittadini. Una lettera amara, la cui dignità e compostezza speriamo farà riflettere i responsabili del trasporto ferroviario che, in Sicilia come nel resto d'Italia, necessita di una seria presa in carico da parte dell'amministrazione centrale e locale.

Ancora una volta assistiamo al balletto di competenze sulla questione del Contratto di Servizio in Sicilia. Ci chiediamo: come mai l'Assessore ai Trasporti della Regione Sicilia non ha firmato il Contratto di Servizio il 7 Settembre a Roma insieme alle altre Regioni? Forse perché prima, come si evince dalle nostre innumerevoli richieste, voleva convocarci per discutere i punti da noi proposti per inserirli nel nuovo Contratto?
Tante promesse, ma nessun incontro con i Comitati dei Pendolari. Non si cerca di capire quali siano le nostre esigenze basilari, non si fa niente per cercare di costruire un sistema di trasporto migliore!!! Tante parole, tanti proclami. Dall'annuncio del nuovo "Memorario" con insieme Regione e Trenitalia in pompa magna, alla denuncia di "sparizione dei Minuetti", al confronto del nostro sistema ferroviario con il povero, ma degno di rispetto, "Congo".
Parole, proclami. Non ultimo l'attacco a Trenitalia, riportato dai giornali, da parte del nostro Governatore,nella lettera inviata al neo comitato Intercomunale, che si è riunito per la prima volta Sabato 19. Il Presidente della Regione, nel suo documento, ha espresso viva solidarietà per l'iniziativa del comitato popolare interpendolare, intrapresa a supporto delle necessità del territorio e che "rispecchia la volontà della Regione Siciliana per una rapida soluzione della vertenza che Trenitalia S.p.A. ha deciso di aprire con l'utenza siciliana e quindi col suo Governo".
Belle dichiarazioni, ma i fatti dove sono? Quando noi denunciavamo l'atteggiamento di Trenitalia, chiedendo supporto dalla Regione, dov'erano i nostri politici? Come mai se c'é in atto una vertenza con Trenitalia, la Regione non ha prospettato un'alternativa, una gara, un servizio alternativo? Siamo noi a dover collaborare con la Regione per un servizio migliore. Non la Regione a mostrare "solidarietà" nei nostri confronti. La Regione deve essere parte attiva. Certo è comodo attuare lo "scaricabarile" tra Stato e Regione. Alla fine a pagare sono sempre pendolari.
E la prova è il nuovo orario ferroviario, che sta portando notevoli disagi a tutti. Buchi paurosi nell'orario tra un treno ed il successivo. Fermate eliminate. Paesi tagliati fuori. Se prima per esempio la tratta da Palermo a Cefalù era servita da 23 corse giornaliere, oggi ne contiamo solo 16!!! Come mai la Regione non si è attivata per attuare l'offerta A, proposta da Trenitalia? L'attuale offerta B prevede tagli, cercando di mantenere un servizio per lo meno essenziale, pur con le sue sbavature e le necessarie correzioni da apportare.
Cosa ci prospetta il mese di Febbraio? Ulteriori tagli... I mesi passano ma musica è sempre la stessa. Latitanza della politica regionale, ma anche della politica locale. Corriamo il rischio di perdere anche il "treno" dell'acquisto dei nuovi treni per i pendolari promesso dall' A.D. Trenitalia Moretti. E viaggeremo su treni sempre più vecchi, più inaffidabili, più fatiscenti. Certo ci sono altri problemi, gravi, impellenti. Ma fa male vedere litigare i nostri politici per questioni che nulla hanno a che vedere con i problemi della gente comune.
Come detto in altre occasioni, spesso siamo viaggiatori "per forza", ci spostiamo quotidianamente per lavoro o per studio, percorrendo centinaia di chilometri e passando parecchio tempo sui treni. Per i pendolari la soppressione di una fermata, o il semplice mutamento di orario, anche di pochi minuti, vuol dire spesso, stravolgere la loro quotidianità, generando spiacevoli ripercussioni per loro e per i cari.
E' ormai risaputo che il sistema ferroviario siciliano è obsoleto e non al passo con le potenzialità di sviluppo di questa bellissima terra. Siamo pendolari per necessità. Ma l'essere pendolare potrebbe essere un piacere. Il popolo dei pendolari è un popolo in viaggio, un popolo di donne e di uomini, di ragazze e ragazzi. Nei dondolii dei treni si nascondono tante emozioni, nascono tante cose, si riesce a parlare, quel parlare che ormai manca nelle nostre case, anche per colpa dei ritardi, perché si arriva già esausti a casa dopo una dura giornata di lavoro o studio e con l'aggravante dello stress che si subisce a causa dei treni.
Chi sale in treno viene catapultato nell'universo stanziale, fuori dal mondo vagante di gran parte degli italiani. Il treno 1234 diventa il "mio" treno. Nasce il lessico del pendolare, sintetico, puntuale, sbrigativo, che contamina i discorsi di viaggio. Folle sui treni che intimidiscono quelle degli stadi. Caldo e freddo diventano problemi che è difficile superare.
Altro che adeguamento agli standard europei. I ritardi vengono inglobati nell'allungamento dei tempi di percorrenza... Un artificio che contraddistingue l'italico ingegno. A questo però si aggiungono i nuovi ritardi. Ma noi pendolari chiediamo un servizio serio, a misura d'uomo. Con mezzi di trasporti decenti si avrebbe la situazione ideale per "crescere senza dimenticare". La ricchezza deriva dal vivere nel contesto familiare e lavorare nel contempo nel contesto di chi guarda avanti ed è in continua evoluzione, di chi arricchisce l'esistenza e cambia il significato della parola provincia. Andare e tornare rinvigorisce non solo i viaggiatori, anche la città che all'alba diventa matrigna.
Problemi di affitto, crisi economica. Allora meglio il treno. Meglio di un terzo luogo dove sopravvivere. Due vite anziché una sola. Due vite che potrebbero diventare piacevoli. Per questo chiediamo che la firma del contratto di servizio non diventi l'ennesima occasione di "assistenzialismo" cui siamo abituati. Chiediamo una maggiore giustizia sociale. La Regione deve aver garantito un servizio efficiente al di la delle penali. Non sono le penali che devono far paura. Ci devono essere, ma devono rappresentare un evento raro per un servizio ottimo. Ma chiediamo anche che la politica sia presente al di la dei facili proclami, al di la delle facile promesse. Siamo stanchi di illuderci.
Cogliamo l'occasione per porgere distinti saluti e auguri di Buon Natale
Palermo, 21 Dicembre 2009
Giacomo Fazio
Comitato Pendolari Siciliano

domenica 20 dicembre 2009

Salgono i prezzi, diminuiscono le fermate: Trenitalia rischia di “deragliare”

di Alberto Francavilla

Dal 14 dicembre sono entrate in vigore le nuove norme di Trenitalia: con l'avvento dell'Alta Velocità sono aumentate le tariffe e sono state soppresse molte fermate "di provincia" - I treni continuano però ad accumulare ritardi e sono cambiate anche le regole per i rimborsi - Ecco come cambia la geografia delle rotaie.
Anno nuovo, orari nuovi, tariffe nuove, ma anche lamentele nuove. La ristrutturazione 2010 di , entrata in vigore a partire da metà dicembre, non pare aver incontrato il favore da parte del viaggiatore “medio” italiano: tante le contestazioni che sono già arrivate alle Ferrovie dello Stato, soprattutto per quanto riguarda il rialzo dei prezzi e la soppressione di alcune corse e di alcune fermate. Un brontolio generalizzato che non rappresenta certo una novità.

Le nuove norme di cambiano di fatto la “geografia dei treni”italici. Quasi sempre svantaggiando gli utenti, specie quelli di provincia.
Qualche esempio. Se abitate nelle Marche, le vostre possibilità di scelta si riducono drasticamente: San Benedetto del Tronto, sulla linea Adriatica, si trova improvvisamente senza l’ delle 11,50 e senza quello delle 14,23. Solo in direzione Nord, perché se prendiamo la tratta inversa sono state soppresse le fermate dell’ delle 15,28 e delle 17,28.

Queste “defezioni” sono l’effetto del ridimensionamento di due linee “cruciali” per la Dorsale Adriatica, ossia la e la . Per far tornare sui binari il treno che collega il capoluogo piemontese con il lontano Salento è dovuto scendere in campo nientemeno che il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto. Ma non tutti ovviamente possono vantare uno sponsor istituzionale così rilevante. Per le stesse tratte altri disagi sono stati segnalati a , Faenza, Forlì e . E stiamo parlando solo delle località in cui le associazioni dei consumatori hanno alzato la voce.

tra l’altro ha subito più di un “taglio”, visto che è stata cancellata anche dalla . A farle compagnia ci sono e Asti: una situazione che ha spinto il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, a liberalizzare il trasporto delle linee locali, aprendo ai privati. Una soluzione, quest’ultima, presa in considerazione anche in Emilia – Romagna.

Ma la riorganizzazione non finisce qui: tra i più danneggiati, ci sono indubbiamente i viaggiatori che percorrono la strada tra e Roma (3 via e uno in meno passando per ); chi invece da vuole cercare di arrivare a Venezia o Trieste l’ se lo può proprio dimenticare. Disagi anche per chi vuol raggiungere la capitale da , visto che è stato eliminato l’unico diretto: adesso c’è l’obbligo di cambio a Verona.

La verità è che arrivare a Roma diventa sempre più un’impresa titanica: soppressi, tra gli altri, gli provenienti da e Bergamo. Uno sconsolato utente ternano si chiede invece perché con l’Alta Velocità sarà possibile spostarsi da Roma a in 3 ore, quando per arrivare nella capitale dalla città della confinante Umbria ci vogliono 2 ore e 10. Già, perché?

Questi sono solo alcuni dei risultati che derivano dall’istituzione dei nuovi treni ad Alta Velocità: una novità che ha avuto tra gli “effetti collaterali” anche la revisione dei prezzi, naturalmente al rialzo.

L’incremento dei costi raggiunge picchi del 33%: ad esempio viaggiare da a sarà molto più veloce (37 minuti invece che un’ora), ma costerà 24 euro anziché 18,10 euro. Analogo è il caso -: 22 minuti in meno di viaggio costano il 30% in più (7 euro abbondanti). L’ da Reggio Emilia a Roma Termini in seconda classe costava 37,18 euro: ora ne costa 44, con un rialzo del 18,34%. Il - passa da 37,10 a 41 euro nello stesso lasso di tempo, e anche il Roma-Napoli passa da 39,90 a 44 euro, con un risparmio di ben 11 minuti.

Almeno, penserà ingenuamente il cliente, ci sarà un vantaggio in termini temporali, visto che i nuovi treni puntano forte (già nel nome) sulla velocità. Sarà, ma il debutto dell’Alta Velocità non è stato dei più felici: nel primo giorno di vita, l’ – Roma ha accumulato fino a 24 minuti di ritardo, suscitando le vivaci proteste dei viaggiatori. Così come anche il suo “fratellino” Roma – è “approdato” nella città lombarda ben 26 minuti dopo. E la pazienza dei clienti ha cominciato a “deragliare”.

Come se non bastasse, ha pensato bene di modificare anche le regole per quel che riguarda i per i : prima che entrassero in vigore le nuove norme, il rimborso per l’ scattava dopo i 26 minuti di ritardo. Adesso, invece, il rimborso scatta dopo un’ora: di fatto, è stato equiparato a quello degli Intercity. Ma non dovevano essere più veloci?

Due incidenti: cadono un macchinista e un operaio

da Il Manifesto

di Francesco Piccioni
Due morti in un giorno solo. In due regioni molto distanti tra loro. Un macchinista e un operaio della manutenzione, accomunati dall’essere entrambi molto esperti e dipendenti dalla stessa azienda: le Ferrovie dello stato. Di tutto si dovrebbe parlare, meno che di «tragica fatalità». E invece è proprio questa la prima reazione del gruppo guidato dall’ex sindacalista Mauro Moretti, nonché di qualche solerte (e poco competente) amministratore locale.
Ma andiamo con ordine. Intorno alla mezzanotte tra venerdì e sabato, tra Piedimonte San Germano e Cassino (in provincia di Frosinone, più o meno dalle parti dello stabilimento Fiat), due operai erano al lavoro per riparare un guasto a un semaforo. I treni in direzione sud erano stati fermati, e un «merci » stazionava nella zona del guasto.
L’intercity proveniente da Reggio Calabria, invece, non era stato avvertito e procedeva a velocità di crociera, ossia molto alta. Un attimo e Armando Iannetta, 57 anni, tecnico di manutenzione della Zona Is di Roccasecca, abitante a Castrocielo, è stato investito in pieno mentre si muoveva sul binario; probabilmente il rumore del motore del merci non gli ha fatto sentire il sopraggiungere del convoglio.
L’altro operaio, appena sfiorato, è rimasto a lungo in stato di choc. I macchinisti dell’intercity si sono immediatamente fermati, disperati a loro volta.
In Sardegna, invece, ieri mattina, poco dopo le sei, il treno che andava da Chilivani a Sassari è deragliato urtando alcuni massi caduti sulla linea a causa di una frana. Quel modello è un’automotrice – una vecchia littorina diesel – con la cabina del macchinista particolarmente angusta («quattro dita davanti alla pancia, e basta»), senza barre indeformabili sul frontale. Al minimo urto rimani schiacciato.
Così è andata a Giuseppe Solinas, 49 anni, di Ploaghe, che aveva tentato la frenata disperata vedendo l’ostacolo all’ultimo secondo, dietro la curva. Per questo episodio l’azienda ha subito fatto presente che la frana «si è staccata da un’area demaniale, non di proprietà né di pertinenza, quindi, ferroviaria».
E l’assessore regionale ai trasporti, Liliana Lorettu (Pdl), tra tante scontate frasi di circostanza, è riuscito a piazzare anche un «adesso è il momento del silenzio».
E’ il momento dell’esatto contrario, invece. Il silenzio moltiplica gli incidenti e la vittime, mette una pietra sopra le responsabilità aziendali e individuali. Il silenzio è dei complici; e, in questo caso, complici di una causa davvero pessima. Entrambi gli incidenti di ieri sono copie esatte di molti altri, spiegano i ferrovieri. Se è vero, indubbiamente, che la frana sarda non era «di competenza» delle Fs, certamente lo erano i sistemi di sicurezza che quasi ovunque vengono installati per prevenire eventualità del genere (davvero non «imprevedibili » in un territorio geologicamente dissestato e poco curato come quello italiano). Niente di particolarmente costoso: semplici «filetti » elettrici piazzati all’interno delle «reti deboli» in prossimità dei muri paramassi: se scende una frana si spezzano subito, interrompendo il circuito e facendo scattare il rosso sui semafori più vicini. Una banalità da poche decine di euro, insomma. Ancora peggio per quanto riguarda l’episodio di Cassino. Qui l’«effetto fotocopia» immortala il cinismo imprenditoriale di un’azienda che di «pubblico» ha ormai solo i finanziamenti. 10 dicembre 2007: Anthony Forsythe, 26 anni, apprendista, viene travolto da un eurostar nella stazione di Torricola (Roma). 15 novembre 2006, Massimo Romano subisce lo stesso destino sulla linea Roma- Orte. Pochi giorni fa lo stesso accade all’esperto Bruno Pasqualucci, a Maccarese, e al giovanissimo Ricco, a Firenze Rifredi. Tutti lavoravano nella manutenzione, in piena notte, senza che nessuno si sia mai preoccupato – se non di fermare – quantomeno di rallentare la circolazione ferroviaria.
«E’ ovvio che se c’è un guasto bisogna ripararlo il prima possibile; ma non è ammissibile che, per risparmiare cinque o dieci minuti di ritardo a treni che – come l’Intercity dalla Calabria – già ne portano a decine, si metta la gente in condizione di farsi ammazzare». Le «regole auree» della manutenzione sulle rotaie, elaborate ormai da oltre un centinaio di anni, dicono che qualsiasi operazione si deve fare con una «protezione» a monte e a valle del punto in cui si lavora. Ovvero con un uomo per ogni lato, il cui compito è solo avvertire dell’arrivo di un convoglio. «Nessuno dice che le tecniche antiche siano ancora le migliori; ma non è che, al tempo dei satellitari, si possano ancora mandare uomini sui binari – di giorno e ancor meno di notte – senza che niente li protegga”.

sabato 19 dicembre 2009

Ferrovie: in arrivo 600 nuove carrozze per il traffico regionale

da RomagnaOggi.it

Trenitalia ha aggiudicato la gara per 600 nuove carrozze a doppio piano per i servizi di trasporto regionale per l'intero Paese. Sara' Ansaldo Breda a realizzarle, per un importo complessivo della commessa 829 milioni di euro. Mentre i pendolari dell'Emilia-Romagna si lamentano con l'assessore regionale alla Mobilita', Alfredo Peri, il sindaco di Forli' Roberto Balzani sale sui treni con gli utenti e da tutta la Regione arrivano proteste per i nuovi orari, Trenitalia annuncia la novita'.

L'azienda ha anche sottoscritto, lo scorso 20 novembre, il contratto con Bombardier per la fornitura di 100 nuovi locomotori E 464, con l'opzione per altri 50. La linea di produzione e' gia' aperta e la consegna dei locomotori proseguira' senza pause, spiega una nota di Trenitalia.

Nelle scorse settimane e' stata aggiudicata anche la gara per la fornitura dei kit di arredi interni e nuovi finestrini per ristrutturare 2.334 carrozze media distanza. L'attivita' di ristrutturazione e ammodernamento delle carrozze e' gia' stata avviata e sara' condotta direttamente da Trenitalia. Gia' consegnate alcune vetture alle prime Regioni.

mercoledì 16 dicembre 2009

L’ira dei pendolari dopo l’Alta Velocità

da Il Corriere della Sera
di Alessandra Mangiarotti

Occupazioni a Bergamo e Firenze, raccolta di firme a Cremona. «Pronti allo scontro»

MILANO — L’Italia della pro­testa che viaggia sui binari ha due facce. Il volto del manager del Frecciarossa Mi-To che ieri mattina è partito da Porta Nuo­va con venti minuti di ritardo causa assalto al vagone risto­rante in cerca di posti a sedere. E quello dell’impiegata del Frec­ciabianca Genova-Livorno che, tra ritardi e vagoni gelidi, ha af­fidato la sua delusione a un sms inviato al comitato dei pen­dolari liguri: «Sono sul Freccia­bianca, medesimo treno di sempre, solo più costoso».
Fermate cancellate. Eurostar City e Intercity soppressi. Re­gionali rallentati «per dare la precedenza all’Alta Velocità». Ma anche biglietti rincarati. A tre giorni dall’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia, cresce il malcontento dei pen­dolari dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia alla Puglia, quelli dei regionali ma soprat­tutto quelli delle medio-lun­ghe percorrenze.
E prende cor­po nelle forme più diverse: rac­colte di firme (in difesa del Pen­dolino Bergamo- Cremona- Ro­ma o delle fermate a Follonica e Cecina), lettere al governo (l’ha inviata la Regione Piemon­te, orfana di collegamenti diret­ti con il Nord Est e il Sud). E an­cora: occupazioni dei binari (l’hanno organizzata i pendola­ri della Firenze-Orvieto-Ro­ma), occupazioni degli uffici dei capistazione (è successo a Bergamo), litigi agli sportelli per il nuovo sistema di rimbor­si (25% per i ritardi tra i 6o e i 119 minuti, 50 oltre i 119).
Ma anche vertici in prefettura per scongiurare, come dice un ca­popopolo di vecchia data, che «la protesta si trasformi in un problema di ordine pubblico». «Ridateci i nostri treni», hanno chiesto l’altra sera i pendolari al prefetto di Torino. Da Treni­talia però replicano: «I treni dei pendolari, quelli regionali e quelli con sovvenzione pubbli­ca, non sono stati praticamen­te toccati. Per gli altri, in regi­me di libero mercato, sono sta­te introdotte molte più corse, più veloci, che giustificano i nuovi prezzi. Prezzi che sono comunque ancora tra i più bas­si in Europa».
Ieri la protesta è andata in scena sul Frecciarossa in par­tenza alle 7.40 da Torino. Tre­no affollatissimo. Prima e se­conda classe. Anche perché, co­me denuncia Altroconsumo, la differenza tra un biglietto e l’al­tro è di un euro: «E quindi, con­siderato il giornale e il caffè gra­tis, la prima conviene, è più economica della seconda rinca­rata del 30%». Un treno così af­follato che in molti, per non sta­re in piedi, hanno preso posto nel vagone ristorante. «Tutti fuori o non si parte, chiamo la polizia», ha avvertito il capotre­no. La Polfer è arrivata, il treno è rimasto fermo per 20 minuti. Poi è ripartito con la carrozza ri­storante al completo e, dicono da Trenitalia, «molti posti nel­l’ultima liberi».
L’altro giorno in piedi sul Mi-To sono rimasti in 98. «Guariniello ci aiuti lei», hanno chiesto i pendolari al procuratore aggiunto presente sul Frecciarossa. Ma sempre l’altra mattina la protesta è scoppiata anche tra i pendolari dell’Intercity delle 6.05 partito in ritardo e con le carrozze geli­de. Tuona Cesare Carbonari, portavoce dei pendolari della Torino-Milano: «Hanno sosti­tuito gli Eurostar con Intercity scassati, hanno ridotto le car­rozze, 210 posti in meno a tre­no. Ci hanno tolto tutti i colle­gamenti diretti con il Nord Est e la Puglia. Tutto per invogliare la gente a viaggiare sull’Alta Ve­locità ».
Parole che ricalcano la relazione inviata dall’assessore regionale ai Trasporti Borioli al ministro Matteoli: soppressi in tutto 22 treni Eurostar City, nessun collegamento diretto con Venezia e Trieste, Bari e Lecce, nessuna fermata a Verba­nia e Arona.
Come il Piemonte anche la Liguria si dice «isolata e abban­donata».
«Abbandonata come le tante regioni e le tantissime città non toccate dall’Alta velo­cità », afferma la portavoce dei comitati liguri Sonia Zarino. Il nuovo orario: «Genova guada­gna alcuni collegamenti con Milano e Roma ma perde i di­retti con Firenze e ben nove da e per Torino. Il Tigullio è sem­pre più isolato». Le tariffe: «Prendiamo il Roma-Chiavari con un Es City in 2a classe, dai 45,60 euro si è passati a 50,50, con un risparmio di tempo di ben cinque minuti. Quasi un euro a minuto». I collegamenti con la Francia: «Una vergogna. Causa il mancato accordo tra le due ferrovie, obbligo di cam­bio a Ventimiglia e impossibili­tà di consultare un orario uni­co o comperare un biglietto per Nizza. Ma queste sono le ferrovie di un Paese civile?».

martedì 15 dicembre 2009

Nuovo Regolamento Europeo per la tutela degli utenti del treno

I viaggiatori che utilizzano il treno per i loro spostamenti all'interno dell'Unione europea sono oggi più tutelati: è, infatti, entrato in vigore, il 3 dicembre 2009, il Regolamento CE 1371/2007 che stabilisce i diritti fondamentali delle persone che viaggiano e impone una serie di obblighi alle società ferroviarie.
  • Le persone disabili o con mobilità ridotta devono vedersi garantire il loro diritto al trasporto, perciò le imprese ferroviarie e i gestori delle stazioni devono predisporre un'adeguata assistenza e un accesso non discriminatorio ai treni;
  • viene rafforzato il diritto dei passeggeri a ottenere un risarcimento quando i loro bagagli vengono smarriti o danneggiati, o nel caso in cui il loro viaggio venga cancellato o subisca un ritardo. Il risarcimento minimo ammonta al 25% del prezzo del biglietto per ritardi da una a due ore e al 50% del prezzo del biglietto per ritardi superiori alle due ore;
  • i passeggeri delle ferrovie devono essere informati in maniera esauriente prima e durante il loro viaggio, ad esempio in merito ad eventuali ritardi;
  • deve essere reso più agevole l'acquisto dei biglietti ferroviari;
  • le società ferroviarie e i gestori delle stazioni devono garantire la sicurezza personale dei passeggeri nelle stazioni ferroviarie e sui treni;
  • gli Stati membri devono garantire ai passeggeri la possibilità di presentare una denuncia ad un organo indipendente, quando questi ultimi ritengano che i loro diritti non siano stati correttamente applicati.
  • Imprese ferroviarie, gestori delle stazioni e tour operator devono informare i passeggeri in merito ai diritti e agli obblighi previsti dal Regolamento.
    Dossier "Viaggi in treno, da un Regolamento europeo più garanzie per i cittadini "

Trentino batte Liguria 2-0

Ho preso un treno di Trenitalia da Levico Terme a Trento. Arrivo alla stazione ed è in ristrutturazione, linea non elettrificata, ma tutto in ricostruzione ed in crescita. La timbratrice stranamente funziona e non sento alcun lamento da parte dei passeggeri in attesa. Il convoglio che arriva è un Minuetto diesel. Che spettacolo! Comodo, climatizzato, abbastanza spazioso, con informazioni a bordo delle varie fermate. Arrivo a Trento dove ci sono parecchie indicazioni: che paradiso! Il ritorno è altrettanto confortevole, funzionavano i bagni sia all'andata che al ritorno. Il personale di bordo era gentilissimo, con tanto di sorrisi.
Ho notato la sensibile differenza con la Liguria (sigh!)

Freccia Bianca

Ricevo e pubblico un sms appena ricevuto da una pendolare Ligure-Toscana che stamani è seduta sul famigerato Freccia Bianca diretta a Livorno: "Sono sul freccia bianca, medesimo treno di sempre, solo più costoso".
Poche parole, ma significative. Non credo ci sia da aggiungere altro.

domenica 13 dicembre 2009

Liguria sempre più isolata. E le nuove ditte di pulizia? Ancora al palo.

Trenitalia prosegue nella sua politica di tagli: la Liguria sempre più isolata. Intanto le nuove ditte di pulizia non sono pronte ad entrare in servizio…se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è da stare molto allegri.

Oggi, 13 dicembre 2009, parte il nuovo orario ferroviario, e se per i treni regionali non vi sono sostanziali modifiche, ve ne sono, e di negative, per quel che riguarda i collegamenti della Liguria con le altre regioni e con l’estero. Inoltre, si profilano difficoltà nell’entrata in servizio delle nuove ditte di pulizie, che dovevano subentrare ieri e che invece non sono pronte. Quali le cause? Quali le responsabilità?

Trenitalia persevera nella sua politica basata sul marketing e cambia per l’ennesima volta nome (e soprattutto prezzi) ai treni EurostarCity, che diventano Frecciabianca e costano oltre il 10% in più senza quasi nessun miglioramento del servizio.
Ad esempio, se da Roma a Chiavari si pagano, oggi 45,60 € in 2° cl con un ES City, da domani se ne pagheranno ben 50,50, con un risparmio di tempo di ben…5 minuti! Quasi 1 euro a minuto!
Da La Spezia a Genova B. si pagano oggi 11,40 €, mentre saranno 12,50 € domani, e qui il tempo di percorrenza è lo stesso. Moretti dice che però i servizi sono migliori...in che modo, è tutto da dimostrare, ma tanto nessuno mai gli chiede conto delle sue affermazioni, pare che gli stessi Ministri tremino come foglie solo a sentirlo nominare.

Se sommiamo tutti gli aumenti, tra palesi e surrettizi, che soprattutto a partire dal 2005 hanno funestato i viaggiatori italiani, si scopre che gli italiani oggi pagano molto di più del doppio rispetto a quella data, per viaggiare più lenti, e dovendo cambiare treno più spesso. Questo si è verificato con la prima ondata di soppressioni degli interregionali, nel 2005 appunto, per proseguire poi in questi anni e ancora in occasione di questo cambio Trenitalia ha ulteriormente spezzato tratte un tempo uniche, coperte da interregionali ed oggi percorse da treni o infinitamente più lenti o infinitamente più costosi, e sempre con obblighi di cambi che allungano i tempi di percorrenza. Quali i vantaggi per i cittadini? Nessuno, è ovvio!

Genova guadagna alcuni collegamenti con Milano e con Roma ma perde i collegamenti diretti con Firenze e ben nove da e per Torino: una sostanziale penalizzazione.
Permane la penalizzazione di territori turisticamente importanti come il Tigullio, che vedono confermato il diradamento delle fermate dei treni diretti a Roma, e questo nonostante la problematica sia stata più volte portata all’attenzione di Trenitalia da parte della Regione.

La vera politica di Trenitalia
Trenitalia ha più volte illustrato il fatto che solo alcune tratte in Italia sono remunerative, e su quelle sta investendo: le tratte dell’AV. Su tutte le altre sta disinvestendo, non mollando però, si badi bene, il monopolio sul trasporto universale, quello sovvenzionato dal pubblico. In altre parole, se Moretti dice che lui non è interessato al trasporto locale perché pagato troppo poco dalle Regioni, nei fatti, e grazie alla recente leggina che si è fatto approvare dall’attuale Governo, mantiene il monopolio su di esso usando le risorse delle Regioni per finanziare l’AV. Non solo, fa ben di peggio: dando mandato ai suoi dirigenti di “convogliare” i passeggeri sui treni dell’AV fa modificare gli orari e le tracce in questo senso, ossia mettendo negli orari più appetibili per i pendolari e i viaggiatori in genere i treni “commerciali” (AV, IC, ES, ecc.) e relegando gli altri regionali, già pagati dalle Regioni, in orari meno appetibili. Così a volte viaggiano semivuoti, mentre quando ce ne sarebbe davvero bisogno o prendi il regionale strapieno e magari lento e sporco oppure l’IC e paghi il doppio. E fortuna che in Liguria c’è la carta Tutto Treno, almeno per ora, che consente una buona flessibilità di utilizzo dei diversi tipi di treno.

Al palo le nuove ditte per la pulizia dei treni
L’aveva promesso Vincenzo Soprano in persona, l’AD di Trenitalia che era lo scorso 20 novembre a Genova per un convegno sulle ferrovie: “il 12 partono le nuove ditte di pulizia.” Noi ci siamo rallegrati e attendevamo con fiducia questa data, che è arrivata e ha portato l’ennesima delusione nei confronti di Trenitalia. L’ennesima promessa non mantenuta, si dirà: e, come di consueto, senza avvertire nessuno, men che meno la Regione che aveva già convocato la riunione del Tavolo Tecnico con i Pendolari per presentare le nuove ditte, ed ha dovuto disdirla per rimandarla a data da definire. Mi chiedo se questa sia la credibilità più volte vantata da Trenitalia, se è questo il modo di costruire un rapporto di fiducia con la Regione e i cittadini, o non piuttosto una tragica spia di una situazione ormai fuori controllo, e che segnala una pericolosa deriva del trasporto pubblico così come lo conosciamo.

Il ruolo della Regione
Trenitalia ha più volte mostrato la poca considerazione in cui tiene la Regione, non consultando l’Assessorato e neppure informandolo, spesso, delle variazioni di orario e del servizio che si apprestava a varare. Riteniamo che su un tema così delicato quale la mobilità non si possa lasciare mano libera ad una singola società, per quanto importante. Occorre rimettere in discussione il ruolo di Trenitalia e del modo in cui essa deve rispondere ai soggetti istituzionalmente chiamati a governare il territorio.
Chiediamo pertanto ai nostri rappresentanti liguri in Parlamento e alla Regione di attivarsi presso il Ministero e nella Conferenza Stato-Regione perchè si inizi un percorso serio in questo senso. Chiediamo un intervento diretto del Presidente Burlando perchè sensibilizzi i Ministri competenti in questo senso: Il Ministro Matteoli, il Ministro Tremonti (il gruppo FS appartiene per il 100% al Tesoro) ma anche il Ministro Scajola, autorevole rappresentante ligure del Governo nonchè titolare del dicastero dello Sviluppo Economico.

Le aziende fornitrici di servizi non possono avere compiti di programmazione, che spettano unicamente alle Regioni. E’ tempo che la Regione si riappropri di questo ruolo, e che lo Stato fornisca alle Regioni la necessaria autonomia finanziaria per far sì che tale obiettivo possa realizzarsi.

Rimettere in discussione il Contratto di Servizio: perché no?
Alla luce dei recenti avvenimenti, riteniamo che anche il Contratto di Servizio (che non è stato ancora firmato) possa tornare al centro della trattativa, in quanto Trenitalia dimostra la sua chiara volontà di non rispettare gli impegni presi e anzi prefigura possibili ulteriori tagli di servizi e aumenti tariffari al di fuori di tale contratto. Pensiamo che questa pretesa sia del tutto infondata, anche perché si vorrebbe per una volta ricevere, prima di pagare qualsiasi ulteriore richiesta, un piano industriale seriamente concepito e in cui fossero indicati tempi e investimenti, per poter valutarne il grado di avanzamento.
Senza dimenticare che le gare restano, ad oggi, lo strumento che solo potrebbe riportare un minimo di concorrenza e di trasparenza. Siamo davvero sicuri che non vi sia più spazio per metterla in piedi, magari in collaborazione con il Piemonte?

Non è più tempo di promesse non mantenute, e soprattutto non è più il tempo di assegni in bianco, per nessuno.

lunedì 7 dicembre 2009

Un normale lunedì mattina

Quando sento le dichiarazioni dell'AD Moretti, vorrei tanto che fosse presente in una giornata come oggi!
Prendo il treno a Riva Trigoso alle 6.49 (più o meno..c'era un po' di ritardo strano eh?). Scendo a Sestri Levante per tentare di salire sul 7.01 diretto a Savona. Peccato che alla ripartenza del treno su cui ero appena sceso annunciassero 70 minuti di ritardo del convoglio che avrei voluto prendere.... Dirlo prima? Far ritardare un attimo la partenza del Torino Porta Nuova?
Ma il siparietto più bello (si fa per dire) è stato ascoltare la voce elettronica che diffondeva ritardi incredibili, per essere poi corretta, con una costruzione sintattica tremenda, dall'intervento umano che ai microfoni smentiva tentando di chiarire il tutto. Possibile che con tutte ste diavolerie elettroniche non riescano neppure a sincronizzare gli annunci? E meno male che la stazione è presidiata, pensate al caos se non ci fosse stato nessuno come succede ahimè in tantissimi scali....
Buon lunedì a tutti quelli che sono al lavoro :)

ah ah ah ah

Se cliccate sul titolo potrete leggere lo scambio di vedute tra pendolari e l'AD.
Tra un po' arriveranno a dirmi che sono alto e biondo.....e guai se riferirò il contrario!

domenica 6 dicembre 2009

Torino, 5 dicembre 2009: “Per noi pendolari non c’è mai niente da inaugurare”

Pendolari della bassa velocità, associazioni dei disabili, associazioni dei consumatori, alcuni rappresentanti dei comitati pendolari del Piemonte e di altre regioni del Nord Italia, sono stati i protagonisti di una originale festa in Piazza San Carlo a due passi da Porta Nuova dove poche ore dopo in pompa magna Silvio Berlusconi ha inaugurato la partenza del primo Frecciarossa Torino – Milano che in poco meno di 1 ora raggiungerà da oggi il capoluogo lombardo trasportando 800 passeggeri benestanti e pendolari privilegiati, grazie alle tasse che tutti i cittadini lavoratori, pagano ogni mese allo Stato Italiano.
Peccato però che lo Stato di cui questi cittadini fanno parte, si sia dimenticato di loro, investendo grandi risorse solo sulle linee ad Alta Velocità per i treni superveloci. Da oltre 15 anni, i pendolari della bassa velocità continuano a lanciare appelli, perché i loro treni diventano sempre più vecchi, più sporchi e sempre più in ritardo.
A nome di tutti i pendolari della bassa velocità, ringrazio tutti coloro i quali il giorno 5 dicembre 2009 a Torino, sono venuti in Piazza San Carlo a visitare la nostra mostra fotografica intitolata “Per noi pendolari non c’è mai niente da inaugurare” Immagini che parlano da sole e che dovrebbero far riflettere chi ancora oggi continua a restare sordo agli accorati appelli del 90% degli utenti che ogni giorno utilizzano i treni regionali per recarsi a scuola e la lavoro. Dalle domande da noi fatte ai moltissimi visitatori che ieri sono passati nella piazza, studenti, impiegati, gente comune, è emerso che il 70% degli italiani, non sono a conoscenza che queste grandi opere sono realizzate anche con denaro pubblico.
Cesare Carbonari - Portavoce comitato spontaneo pendolari Torino Milano (Bassa Velocità)

giovedì 3 dicembre 2009

Linea Acqui-Alessandria, ancora forti disagi

Settimana di forti disagi sulla linea Acqui-Alessandria.Questa mattina il r. 10270 è partito regolarmente dalla stazione di Acqui ma purtroppo ha terminato la corsa nella stazione di Cassine causa problemi alla motrice.
Perchè si è deciso di far partire un treno visto che si sapeva già che aveva problemi alla motrice? Infatti pare che sia stato utilizzato il materiale del r. 10442. Si ringrazia solo il personale di bordo che prontamente ci ha avvisato che il treno avrebbe terminato lo corsa a Cassine. Abbiamo atteso il r 10272 che è arrivato con 30 minuti di ritardo.
Nella stazione di Cassine gli annunci vocali sono totalmente inesistenti. Ieri mattina il r. 10270 è stato soppresso causa mancanza materiale, ma è stato sostituito con 2 bus. Lunedì 30 novembre un treno che viaggiava da Acqui ad Alessandria è rimasto bloccato in linea, quindi si è deciso di non far partire il r. 10289 in orario.
Il r. 10275 sarebbe dovuto partire in orario ma è stato soppresso all'ultimo minuto. Una volta salita sul treno r. 10275 mi sono accorta che iniziava ad aumentare il ritardo in partenza, alle 17.50 con alcuni pendolari sono scesa per cercare il capotreno e chiedere informazioni ma ci siamo accorti che se ne era andato e che i macchinisti erano scesi, fortunatamente abbiamo sentito un annuncio vocale che comunicava che il primo treno utile per Acqui era il 10289 (che è partito alle 18.05!).
Ma perchè il capotreno se ne è andato e non ci ha avvisato di scendere ed avviarci sul binario 9 per prendere il r. 10289? Il treno r. 4617 stamattina aveva un ritardo di 35 minuti. Vorrei ricordare che i treni vengono ulitizzati principalmente da pendolari lavoratori che timbrano l'ingresso al lavoro e da studenti che quasi tutte le mattine sono costretti a giustificarsi perchè entrano in ritardo a scuola.

Ancora soppressioni, la sera sono un vero problema

L'1 dicembre nel monitor di Pegli l'11310 risultava "cancellato" (chissà cosa cambia...);

sono casualmente riuscito a prendere l'11385 per Sestri e da lì l'11390 diretto per alassio, che era in ritardo di 15 minuti.

Il giorno dopo invece era "soppresso" l'11385 e in ritardo di 20 minuti l'11310, che risulta essere, su viaggiatreno, riprogrammato con partenza da Brignole. Peraltro in versione monopiano. Che stiano ammortizzando i due mesi di abbonamento bonus?

martedì 1 dicembre 2009

Genova sturla: poker di soppressioni


Stazione di Genova Sturla: tra ritardi e soppressioni


Cartoline da Cervo (nota località turistica)

ciao! solo per segnalare una (immagino) normale giornata di consueti disservizi ferroviari. Per me si trattava della prima giornata nuovamente da (quasi)pendolare (pendolerò tra genova e cervo uno o due volte a settimana).
regionale 11363, 6:05 a cervo. arrivo in stazione alle sei. unico passeggero. silenzio assoluto, a parte la pioggia battente (nessuna pensilina; la sala d'attesa è al binario uno dove non ferma alcun treno e per raggiungere il secondo binario occorre fare un lungo giro intorno alla stazione; in tal modo si perde il treno... oppure si attraversano i binari...). il silenzio dura per quaranta minuti, allorché viene annunciato un treno in transito. passato il quale me ne torno a casa a prendere la macchina, pensando che il mio treno fosse ormai soppresso.

per altre vicissitudini, macchina indisponibile. me ne torno in stazione con calma: il treno seguente è alle sette e quaranta. il bello è che quando arrivo trovo il mio treno delle sei con un'ora di ritardo; riesco a prenderlo attraversando i binari a piedi davanti al treno! alcune annotazioni: alla fermata di cervo (controllata da non so dove) nessun annuncio di ritardo per cinquanta minuti; e nessun eventuale numero da chiamare per avere qualche informazione; a savona il treno era dato con cinquanta minuti di ritardo, quando aveva già oltre un'ora (un'ora e venti all'arrivo); mi dicono che a sestri era annunciato inizialmente con cinque minuti di ritardo! se il buon giorno si vede dal mattino... in compenso il mare in burrasca era molto bello e pensavo a quando la linea passerà tutta all'interno... ciao marco

Regionale 2053: se questo è un treno per i pendolari

Ormai da molti mesi il treno n. 2053 alla sera, da Savona per La Spezia è veramente fatiscente (lurido a dir poco), un treno a due piani (non ricordo il nome del materiale) dove a Ge-Principe e in particolare a Brignole salgono una marea di pendolari per il levante.
Non esiste porta pacchi, quindi tutto sulle ginocchia dei pendolari, ti immagini con l’inverno in arrivo dove mettere i capotti, giacche, ecc. e quando piove gli ombrelli tutti bagnati. Un caos completo.

Non è possibile chiede di rimettere il “vecchio treno”, cioè quello con il vagoni in ferro ?

Ieri sera è stato veramente un caos, una “guerra” tra poveri, per trovare un posto a sedere e dove mettere la giacca, ecc.

p.s.

qualche settimana fà hanno soppresso un treno da La Spezia per Torino, un amico ferroviere a Moneglia ha telefonato all’ufficio movimento (credo che si chiami così) dove dirigono i traffico dei treni, per chiedere lumi, sai cosa gli ha risposto il suo collega: “cosa volete voi a Moneglia, dopo tutto siete quattro gatti”, questi signori lo stipendio lo prendono in orario tutti i mesi pagato da noi contribuenti. E’ bene ricordare che “lor signori” quando rientrano i ufficio in ritardo no succede nulla, mentre nelle Aziende devi coprire il ritardo con dei permessi, ferie o detrazioni in busta paga.
Il sottoscritto in 36 anni di pendolare da Moneglia a Genova Sestri Ponente se dovesse addebitare i ritardi subiti a carico di Trenitalia faccio 10 mesi gratis di ferie a loro carico.

Linea Acqui-Genova interrotta per frana, e i bus sostitutivi non ci sono!

Buongiorno,
sono una pendolare della linea Acqui Terme - Genova interrotta in questi giorni a causa di una frana alla stazione
di Acquasanta.
questa mattina mi sono recata in stazione a Campo Ligure per prendere il treno delle ore 6,47.
alle ore 6,50 è stato annunciato che l'unica possibilità data dalle ferrovie per arrivare a Genova era il tragitto
Campo Ligure-Ovada-Alessandria-Genova (minimo due ore di viaggio tra Piemonte e Liguria)
dove erano gli autobus sostitutivi?
sono stata "fortunata" perchè mi è stato dato un passaggio in auto fino a Voltri dove poi ho preso un treno per Genova
(ho timbrato alle ore 8,30!)
ma chi non ha trovato un passaggio?
e stasera ci sarà il treno? ci sarà l'autobus?
o dovrò andare dinuovo a Voltri aspettando l'autobus locale che fa servizio fino a Campo Ligure oppure chiamare che mi vengano a prendere?
chissà!!!
l'avventura è l'avventura e non c'è bisogno di andare lontano: è qui dietro l'angolo sulla tratta ferroviaria Genova - Acqui Terme!!!!

T. S.


P.S.
se le ferrovie rivogliono il 20% del biglietto annuale che mi hanno restituito sarò ben lieta di darlielo ma pretendo garanzia
di servizio adeguato e rispettoso del "cliente".

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