Sarà un caso, ma quando, a settembre, Trenitalia annunciò in pompa magna lo stanziamento di due miliardi di euro per l’acquisto di nuovi treni per i pendolari, ci siamo subito chiesti: e per l’AV?
Puntualmente, è da pochi giorni giunta la notizia della prossima gara che verrà bandita a novembre per acquistare i nuovi treni ad Alta Velocità.
Con una opportuna scelta di tempi, Moretti mette sul piatto ben 1,5 miliardi di euro allo scopo di acquistare treni “business”: la mossa di aver fatto precedere l’annuncio della gara per i treni regionali “autorizza” in un certo senso, come lo stesso Moretti afferma, la nuova gara per i treni dell’AV.
La gara per i nuovi 50 treni veloci vede già tutta l’industria europea e non (Ansaldo-Breda, Siemens, Alstom, Bombardier) in allerta.
Noi ovviamente siamo più che contenti che l’industria ferroviaria sia coinvolta e benefici di questi ordinativi, ma certo ci si permettano alcune considerazioni:
1,5 miliardi di euro verranno destinati ad un tipo di trasporto che movimenta il 5% di passeggeri, e anche pensando ad una crescita, non è pensabile che questi treni a lunga percorrenza soddisfino una parte consistente di domanda di mobilità, che è prevalentemente a medio e corto raggio.
Ai treni dei pendolari andranno “solo” 2 miliardi di euro, ancora una scelta squilibrata quindi, e proprio in un momento in cui è la flotta dei regionali quella che dovrebbe essere cambiata date le sue pessime condizioni ed i continui incidenti. Mentre nel caso dell’AV si cambiano praticamente tutti i treni, mettendone di nuovi, per il trasporto regionale si cambiano solo alcuni treni, uno qua e uno là, più con l’intento di rabbonire i pendolari che pensando davvero a migliorare la situazione complessiva, che sappiamo tutti essere al collasso.
La scelta di privilegiare ancora una volta l’AV è una scelta politica deliberata, una scelta sbagliata che si gioca sulla pelle dei cittadini e contro la quale diciamo il nostro NO forte e chiaro, alle attuali condizioni.
Oltre a tutto non abbiamo certezze sui tempi di consegna dei nuovi rotabili, come in occasione dell’annuncio dei “2 miliardi” abbiamo richiesto, per cui non ci stupiremmo se le consegne di treni AV precedessero, e di molto, quelle dei regionali. Speriamo di sbagliarci, ovviamente, però siamo purtroppo abituati ai troppi impegni non onorati da parte di Trenitalia.
Molte delle risorse per questa seconda gara provengono non da capacità imprenditoriali di Moretti ma da una ennesima ricapitalizzazione di Trenitalia (ossia immissione di soldi freschi) fatta dallo Stato anche mediante la vendita di beni immobili di RFI, beni pubblici appartenenti a tutti noi che ora serviranno a finanziare i supertreni che useranno i soli fortunati abitanti di alcune metropoli: mentre l’Italia è fatta di cento città, che a parole tutti vorrebbero rivitalizzare e poi nei fatti vengono private di servizi essenziali come le ferrovie.
Certo è forse più facile incanalare il malcontento verso altri obiettivi, parlare d’altro, distrarre l’attenzione dai problemi veri, e continuare a dire che tutto va bene, che questo è il migliore dei mondi possibili. Trenitalia si sta prestando benissimo a questa distorsione della realtà, e con i nostri soldi si propone di far viaggiare bene una esigua minoranza di persone, mentre ai pendolari solo annunci e promesse, ma nessuna certezza concreta.
Chiediamo dunque, ancora una volta, che ci si faccia carico di ridurre questa evidente disparità nell’attribuzione delle risorse, rivedendo radicalmente la quota di investimenti per l’AV rispetto a quella per i treni regionali. Questo lo chiediamo allo Stato, al Ministero del Tesoro, perché è da esso che dipendono le decisioni in tema di investimenti del gruppo FS che è dello Stato al 100%.
Chiediamo che la politica decida e si assuma quelle che sono le sue precise responsabilità: nella fattispecie, se ritiene giusto che la maggior parte delle risorse vadano a soddisfare una parte così limitata di cittadini, o se non ritenga che tali risorse debbano prioritariamente andare a ricostruire una rete ferroviaria che solo se sarà efficiente ed integrata a livello nazionale potrà fornire delle risposte concrete ai pendolari.