domenica 28 ottobre 2007

Tariffa Nazionale addio: per i pendolari transregionali una amara sorpresa. E, in prospettiva, una minore integrazione del trasporto

Tariffa Nazionale addio: per i pendolari transregionali una amara sorpresa. E, in prospettiva, una minore integrazione del trasporto?

Dal primo novembre 2007, su tutti i treni del trasporto regionale saranno applicate le tariffe stabilite per legge da ciascuna Regione, anche quando il viaggio inizia in una regione e termina in un’altra. Il prezzo del biglietto, per questi percorsi, sarà calcolato in proporzione alle tratte di competenza. Questo nuovo sistema tariffario interesserà, secondo Trenitalia, meno dell’ 8% dei pendolari. “Per tutti gli altri (oltre un milione), che si muovono quotidianamente all’interno di ogni singola regione, non cambierà nulla.”
Ora, forse quasi 100.000 pendolari possono sembrare pochi, però se si pensa che ciascuno di essi fa parte di una famiglia che deve mettere in preventivo un nuovo esborso annuo di +10% sul costo dell’abbonamento, ebbene, non mi sentirei così in pace con me stessa, fossi nei panni di Trenitalia.
Sempre secondo Trenitalia, i nuovi criteri sarebbero stati determinati su indicazione della Conferenza Stato-Regioni per colmare un vuoto normativo dovuto alla vecchia, gloriosa Tariffa Nazionale, che dopo la regionalizzazione del trasporto pubblico locale (TPL) è rimasta di attualità nelle sole tratte interregionali. Già nel 2005, con l’introduzione del famigerato orario di dicembre, si è visto chiaramente che la direzione verso cui marciava Trenitalia era lo smantellamento di tale tariffa, e per questo si fece una cosa molto semplice: si abolirono di fatto gli interregionali a tutto vantaggio degli IC (e delle relative tariffe maggiorate), provocando una tale ondata di proteste che nel marzo del 2006 gli interregionali furono seppur parzialmente reintrodotti, peggiorati nel servizio e nei tempi di percorrenza. Quello che appariva chiaro fin da allora, era la volontà di separare anche commercialmente il TPL dalla media e lunga percorrenza, individuando in quest’ultima il vero business appetibile anche dai privati (Montezemolo e Della Valle, per fare due nomi).

Quindi, riassumendo, il futuro vede sistemi di trasporto regionali per il TPL, finanziato con risorse pubbliche e un sistema di media e lunga percorrenza (MLP) dove l’infrastruttura resta in mano al pubblico (la linea, per intenderci) e i treni possono appartenere anche a soggetti privati, previo acquisto delle relative tracce a prezzo di mercato.

Come verrà gestita questa commistione? Penso che il punto fondamentale stia proprio qui, dato che un sistema di trasporti come questo che si sta delineando presenta un pericolo evidente e cioè che si tenda a dare maggiori privilegi e garanzie a una tipologia piuttosto che ad un’altra, e che come al solito sia la forza economica a dettare le regole del gioco, più che una organizzazione razionale del servizio nel suo complesso. Come verranno vendute le tracce orarie? RFI, che le gestisce, potrà venderle al migliore offerente, pubblico o privato, e magari al TPL resteranno solo le briciole dopo che i vari Montezemolo e Della Valle (non me ne vogliano) avranno potuto fare shopping accaparrandosi le tracce migliori, quelle più appetibili da pendolari e studenti, ad esempio…non dimentichiamoci che già adesso il cadenzamento dell’orario, da tutti auspicato per la Liguria, non è possibile perché vi sono molte interferenze soprattutto in orari di traffico pendolare con la lunga percorrenza.

Inoltre, dal punto di vista dell’utilizzo dei treni, separare rigidamente le tipologie in base alle compagnie presenti e operanti significa limitare grandemente per gli utenti la libertà di utilizzare un treno piuttosto che un altro, in manifesta contraddizione con il principio di integrazione che faticosamente tutti gli Enti (Regione, Provincie, Comuni) stanno portando avanti, pur tra mille difficoltà. Occorre semmai accelerare il principio di integrazione tariffaria e funzionale di tutti i mezzi di trasporto collettivi, e porre in atto ogni possibile misura per incentivare l’utilizzo di tali mezzi da parte dei cittadini. Trenitalia si sta muovendo in una direzione diversa, e deve essere a questo punto la mano pubblica a farsi carico di ricondurre la frammentazione all’unità, perché è chiaro che se le diverse aziende di trasporti (su ferro, ma anche su gomma, su acqua, ecc.), badano all’utile, una regia complessiva che ponga al centro l’interesse comune la può e deve condurre una Autorità Amministrativa superiore, che presumibilmente è la Regione, in quanto responsabile del trasporto pubblico locale, di concerto con le Province.

Solo se si riuscirà a creare un sistema davvero integrato, dove sarà possibile per il cittadino disporre di biglietti e abbonamenti onnicomprensivi, che prevedano, all’interno di zone territoriali individuate con criteri sensati, la possibilità di utilizzare TUTTI i mezzi di trasporto collettivo (treni locali, IC, battelli, corriere, autobus, metro, ecc.), potremo iniziare ad apprezzare un reale ritorno in termini di competitività con il mezzo privato e un uso massiccio del mezzo pubblico, così come avviene in certe realtà dove, specie nelle città, l’uso dell’auto è reso molto spesso superfluo dall’abbondanza di mezzi pubblici.

Concludo esprimendo la mia solidarietà a quell’8% di pendolari che, dovendo già affrontare lunghi viaggi interregionali per recarsi al lavoro, senza parlare dei ritardi e dei disagi quotidianamente sopportati, si vede appioppare questa ulteriore maggiorazione tariffaria. Vorrei portare solo alcuni esempi riportati dagli amici di vari comitati: Alfio Zorzan, di Acqui Terme, segnala un +40% sul prezzo dell’abbonamento per Torino Porta Nuova, mentre è di +10% l’abbonamento con Genova Brignole e di +20% l’aumento dell’abbonamento tra Ovada e Genova Brignole. Alberto Traverso segnala la progressione degli aumenti degli abbonamenti annui tra Novi Ligure e Genova Brignole: il costo era di 454 euro a novembre del 2006, di 477 euro a settembre del 2007 e sarà di 526 euro da novembre del 2007, alla faccia di chi diceva che i pendolari non avrebbero avuto aumenti (non è vero, ing. Moretti?).

mercoledì 24 ottobre 2007

Prima riunione del comitato tecnico di attuazione del Protocollo tra Regione Liguria, Pendolari, Associazioni di Consumatori, Sindacati

Presso la Regione Liguria, dipartimento Trasporti, si è svolta la prima riunione del comitato tecnico di attuazione del Protocollo firmato in agosto da Regione Liguria, Pendolari, Associazioni di Consumatori e Sindacati.

Il tema era l’utilizzo delle risorse residue derivanti dalle sanzioni comminate dalla Regione a Trenitalia tra il 2003 e il 2005 e non utilizzate per il bonus ai pendolari.

Come previsto nel Protocollo di Intesa, i due primi obiettivi individuati sono stati la ristrutturazione e rimessa in efficienza di un certo numero di convogli, con rifacimento totale degli interni e la sicurezza a bordo treno.

Le somme disponibili ammontano a circa 580.000 euro.

175.000 sono stati messi in preventivo per il progetto sicurezza a bordo. Il progetto (che prevede la possibilità per tutte le Forze dell’Ordine di viaggiare gratuitamente in cambio di una loro collaborazione con il personale viaggiante in caso di necessità) è partito a settembre in via sperimentale e terminerà in questa prima fase a fine dicembre, dopo di che se ne analizzeranno i risultati e l’efficacia.

412.000 sono disponibili per la rimessa in efficienza di convogli.

L’ing. Roggero, Responsabile del Trasporto Regionale di Trenitalia, ha fatto un quadro della situazione attuale dicendo che esiste un piano di riqualificazione di tutte le carrozze per la media distanza, la cui gara si concluderà tra qualche mese.
Per il “nostro” progetto sono stati individuati dei convogli di tipo Ale 801 (che sono in tutto 18), di età piuttosto avanzata (circa 30 anni) ma considerati da Trenitalia ancora efficienti dal punto di vista meccanico e in grado di svolgere ancora per 6-7 anni il loro lavoro.
Questo specifico aspetto è stato oggetto di discussione, poiché a diversi presenti (tra cui la sottoscritta) pareva un’età piuttosto avanzata e si temeva che l’utilizzo delle risorse non fosse appropriato su mezzi che rischiavano di andare rapidamente fuori servizio. Così non sarebbe, stando alle assicurazioni di Trenitalia, che per bocca del Direttore Regionale ha asserito che l’orizzonte temporale di utilizzo di questi mezzi sarebbe comunque di sei-sette anni. Tra l’altro, l’arrivo di mezzi interamente nuovi, come sappiamo, oltre ad essere molto più costosa comporta dai due ai tre anni di attesa, come si è visto nel caso dei Vivalto, ordinati nel 2005 e dei quali solo uno è in servizio da qualche mese, mentre i prossimi arriveranno, se tutto va bene, nei primi sei mesi del 2008.
Per questa serie di considerazioni, la soluzione prospettata da Trenitalia ci è sembrata percorribile al fine di ottenere nel giro di qualche mese dei convogli totalmente rinnovati e messi in condizione di erogare un buon comfort ai passeggeri, fatto salvo però che oltre alla rinnovazione di pavimenti, foderine, tendine, pellicolazione, bagni, porte, ecc., occorre anche porre in essere quelle manutenzioni e sostituzioni di pezzi di ricambio che ne assicurino l’efficienza scongiurando il più possibile i ritardi o peggio soppressioni dovuti a rotture e guasti vari.

L’ing. Roggero ci ha illustrato brevemente alcune ipotesi, più o meno economiche, per rinnovare ad esempio le foderine dei sedili, che hanno come ben sappiamo molto spesso bisogno di essere sostituite per essere lavate e igienizzate.

Con i circa 412.000 euro attualmente messi a disposizione Trenitalia ha proposto di realizzare il rifacimento di 3 treni completi + 3 treni a spese di Trenitalia (Pendolari, Associazioni e Sindacati hanno chiesto di arrivare almeno a 4 + 4, e Trenitalia e Regione si sono dimostrati disponibili ad ottenere questo risultato).

Nell’ipotesi di realizzare gli interventi nel modo più economico (pur se soddisfacente dal punto di vista qualitativo) ogni convoglio rinnovato costerebbe circa 110-115.000 euro (4 carrozze compresa la motrice).

Non ci sembra quindi irrealizzabile l’obiettivo di fare il restyling di 4+4 convogli, ottenendo 8 treni completamente “ristrutturati” e al servizio delle principali tratte regionali, sia sulla costa sia nell’entroterra.

A questo punto, convenuto sul fatto di dare corso a questo progetto di radicale rifacimento e riqualificazione, le domande successive sono state fatte in ordine ai seguenti punti:

Quali tempi sono previsti per l’intervento
Quali convogli verranno individuati, scegliendoli in base alle maggiori frequentazioni ed utilizzo, le linee e gli orari
Necessità di individuare con chiarezza lo stato attuale dei convogli, anche mediante documentazione fotografica, per poterne in seguito constatare l’effettiva ristrutturazione

Trenitalia fornirà entro fine ottobre un progetto contenente questi parametri e su tale progetto svolgeremo le nostre considerazioni e osservazioni in proposito.

L’augurio è naturalmente che tutte le tappe del progetto vengano percorse con celerità allo scopo di ottenere al più presto che i treni ristrutturati circolino sulle nostre linee e vengano utilizzati dal maggior numero possibile di pendolari, dato che le risorse utilizzate per ripristinarli vengono dalle sanzioni destinate ai pendolari sotto forma di bonus, e che per una serie di motivi non sono state da essi recuperate. Per inciso, quest’anno il recupero del bonus sta raggiungendo livelli decisamente più alti che in passato, questo grazie anche al lavoro di concertazione con Pendolari e Associazioni dei Consumatori che la Regione e Trenitalia hanno posto in atto nella stesura del “piano” di corresponsione dei bonus ai pendolari: maggiore flessibilità delle condizioni di recupero del bonus, maggiore informazione e segnalazioni anche sonore nelle stazioni, ecc., tanto per citare alcuni esempi.

A questo punto, aspettiamo di vedere il piano di intervento, sul quale ci riserveremo di fare le nostre considerazioni.

martedì 16 ottobre 2007

Supermulte in treno: Federconsumatori denuncia Trenitalia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Da settembre, come sappiamo, sono in vigore le nuove, salatissime sanzioni, per coloro che viaggiano senza biglietto o senza averlo timbrato. Già in passato abbiamo più volte rilevato la crescente difficoltà di acquistare il titolo di viaggio, causata da:

· Chiusura delle biglietterie
· Quando esse sono ancora funzionanti, orari ridotti a poche ore giornaliere
· Distributori automatici di biglietti limitati nelle funzioni, di non facile utilizzo e spesso non perfettamente funzionanti o peggio, più spesso, completamente fuori uso
· Punti vendita non sempre presenti vicino alla stazione e, quando presenti, aventi orari di apertura fortemente limitati (effettuano gli orari dei negozi)
· Difficoltà di acquistare biglietti da e per l’estero, fatta eccezione per le principali città

Abbiamo chiesto che si potesse tornare a fare il biglietto in treno perché è obbiettivamente impossibile prevedere con esattezza quando si avrà bisogno di usare il treno, pendolari a parte, e di quanti chilometri sarà il viaggio (diversamente dalle tariffe dei bus, molto più omogenee). Abbiamo chiesto anche, in subordine, di poter pagare il biglietto usando il telefonino per poi esibire un sms di ritorno quale ricevuta.

Federconsumatori ha raccolto questa nostra rimostranza e ha ravvisato gli estremi per denunciare Trenitalia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le “condizioni ingiustificatamente gravose” che Trenitalia ha adottato in tema di sanzioni per chi viaggia senza biglietto o con biglietto non valido, perché in contrasto con le disposizioni di cui all’art.3 della legge 287/90 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato).

Ecco cosa dice la legge all’articolo in questione:
Art.3.Abuso di posizione dominante
1. è vietato l'abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante all'interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, ed inoltre è vietato:
a) imporre direttamente o indirettamente prezzi di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose; (…)

Federconsumatori ha ritenuto anche di allegare come documentazione la nostra segnalazione circa la problematica in oggetto, dove si evidenziavano da un lato le difficoltà crescenti nell’acquisto dei biglietti, e dall’altro la sproporzione delle multe applicate, anche a chi non aveva potuto, pur volendolo, effettuare l’acquisto del biglietto (ricordo ancora i casi del “viaggio a Camogli” da Genova Prà e dei turisti tedeschi da Camogli a Rapallo).

Trenitalia, si legge nella denuncia, “ha abusato della sua posizione dominante per applicare condizioni non eque perché “esagerate” rispetto al valore economico della prestazione fornita”. Di fatto, Trenitalia “sfrutta la possibilità che offre al sua posizione dominante per trarre vantaggi commerciali, che la stessa di certo non sarebbe riuscita a procurarsi in caso di concorrenza normale e sufficientemente attiva”.

La denuncia si conclude con la richiesta all’Autorità di dichiarare la contrarietà delle nuove sanzioni rispetto all’art. 3 della legge 287/90 e l’ingiustificata gravosità delle stesse; conseguentemente di inibire a Trenitalia ogni ulteriore utilizzazione delle stesse e disporre nei confronti della stessa Trenitalia l’adozione di ogni ulteriore misura idonea ad eliminare gli effetti lesivi di tali sanzioni.

Per concludere, il nostro plauso va all’iniziativa di Federconsumatori nella speranza che alla denuncia segua ben presto la condanna di Trenitalia e l’avviamento di un serio tavolo di lavoro con le parti interessate allo scopo di risolvere concretamente le difficoltà evidenziate per i passeggeri, adottando misure volte in primis a ristabilire la possibilità per tutti di acquistare facilmente i titoli di viaggio, dato che si è visto come moltissime delle sanzioni elevate dipendano non già dalla volontà di non pagare da parte degli utenti, ma dalla oggettiva impossibilità di procurarsi il biglietto stante la scarsità di punti vendita aperti, cosa particolarmente grave in un territorio a vocazione turistica come l’Italia, e come la Liguria in particolare.

Post Scriptum:
la newsletter era pronta per la spedizione, quando ho aperto e letto una lettera il cui contenuto mi sembra un’ottima sintesi di quanto sinora detto, per cui vi lascio con questa storia:
“Sabato 6 ottobre u.s., alle ore 22.50 vado in stazione a Chiavari per prendere il treno regionale delle ore 23.15 per Genova. E’ da tempo che non viaggio e non ho più l’esperienza di quando facevo il pendolare, per questo non mi sono ricordato che, ora, la biglietteria chiude alle 20.00. Non ci sono problemi, ho pensato, ci sono i distributori automatici. Ho studiato e operato davanti al distributore per quasi 20 minuti: prima non accettava le monete che cambiavo regolarmente, poi finalmente le ha accettate ma, nonostante premessi il pulsante “ok” il biglietto non è stato emesso. (N.B. non ci sono istruzioni). Meno male che mi ha reso le monete. Faccio presente che la tariffa richiesta dal display era di euro 2.55 per la tratta Chiavari-Ge.Brignole, mentre sul treno ho scoperto che era di euro 2.70 (tariffa week-end). All’arrivo del treno, che non era il regionale delle 23.15 ma un altro che aveva un’ora (sic) di ritardo, cerco subito il controllore e spiego il fatto. Mi dice che il biglietto me lo deve fare con l’aggiunta di euro 5.00. Sostengo che non mi sembra giusto perché era il servizio Trenitalia in difetto. Mi risponde che allora il biglietto me lo può fare alla tariffa prevista però con la mia dichiarazione che il distributore non aveva funzionato. Però se al controllo di Trenitalia fosse risultato che il biglietto non era stato emesso per mia incapacità, avrei potuto ricevere una multa di euro 200.
Poi mi suggerisce “in stazione a Recco c’è il distributore sul marciapiede. Scendiamo assieme e facciamo il biglietto”. Nel frattempo eravamo arrivati a Santa Margherita. Vediamo il distributore sul marciapiede e decidiamo di farlo lì. Il controllore fa tutte le operazioni, io metto le monete ma la macchina le rifiuta. Lui prova a sfregare le monete sulla lamiera del distributore, ma questa continua a rifiutarle. Arriva il capotreno che ci “intima” di salire perché avevano già un’ora di ritardo. Non vi dico quanto erano imbestialiti i passeggeri. Appena ripartiti da Santa Margherita ci si avvicina un giovane che fa presente al controllore di essere senza biglietto perché il distributore di Rapallo non aveva funzionato. Nel frattempo arriviamo a Camogli. Quando il controllore ritorna ci dice “le disposizioni dicono che quando tre utenti lamentano il malfunzionamento di un distributore, si possono emettere i biglietti senza “multa”. Faccio presente che noi siamo due. “Pazienza, vuol dire che un biglietto lo pago io”. Ovviamente rifiuto una simile soluzione. Il controllore va via e ritorna dopo alcuni minuti e ci fa un biglietto normale con l’annotazione “l’utente dichiara che il distributore non ha funzionato”. E così siamo arrivati a Genova Brignole. La morale di questo racconto è che forse “Trenitalia” ed i suoi dirigenti dovrebbero darsi una regolata, altrimenti ci sono poche speranze che i cittadini riprendano la buona abitudine di usare i mezzi pubblici con tutto vantaggio per la nostra economia e per l’ambiente.
Inoltre voglio ringraziare i lavoratori di Trenitalia (macchinisti, capitreno, controllori, manutentori, impiegati) per la loro pazienza. Lavorare in queste condizioni è veramente impossibile e stressante”.

Guido Rizzi (pensionato)

lunedì 1 ottobre 2007

Extragettito dei porti liguri per finanziare solo il Terzo Valico? Speriamo di no!

Tempo di finanziaria, tempo di decidere le priorità cui destinare le risorse economiche. La bozza presentata dal Governo Prodi appare ricca di contenuti interessanti, aiuta le imprese (soprattutto le piccole e le micro), semplificando burocrazia e adempimenti e aiuta i proprietari di prima casa, abbattendo l’ICI in modo considerevole. Sul fronte delle infrastrutture, la Liguria ottiene un importante risultato, e cioè che, come avevano richiesto il Presidente Burlando e l’Assessore Merlo, l’extragettito proveniente dai porti resterà per l’80% almeno a disposizione della Regione per realizzare nuove infrastrutture, al servizio della portualità ma anche di tutto il territorio.

Come cittadini, oltre che pendolari, non possiamo che rallegrarci per questo risultato, che si configura oltre tutto come un primo esempio di federalismo fiscale, e dimostra come la ricchezza prodotta da un territorio, pur salvaguardando le esigenze di solidarietà con le altre regioni italiane, possa e debba contribuire al benessere di quei territori che l’hanno prodotta.

Vorremmo a questo punto esprimere un auspicio molto sentito e molto pressante, e cioè che una parte almeno di queste risorse andassero anche al miglioramento del trasporto locale: sul Terzo Valico molto si è detto e molto si è dibattuto. C’è chi lo reputa indispensabile e chi lo reputa inutile, però non si è visto ancora, o per lo meno non si è data adeguata diffusione, nessun studio autenticamente comparativo sui costi ed i benefici di quest’opera. E’ certo che il problema è far circolare le merci in modo fluido e poco impattante sull’ambiente, quindi la rotaia è indiscutibilmente il metodo migliore. E tuttavia qui si fermano le certezze, dato che è da dimostrare che una merce necessiti di essere trasportata a 200 all’ora per poi magari giacere due o tre giorni in deposito.

Lo abbiamo già detto, lo ripetiamo: il punto nodale è la fluidità della circolazione di merci e persone, non la velocità delle singole tratte. Per questo vorremmo vedere una pianificazione complessiva del circolo delle merci dal loro arrivo in porto fino alla loro destinazione finale. In assenza di una chiara visione di tutto questo movimento, anche la più avveniristica opera rischia di incappare nei classici colli di bottiglia che spesso abbiamo visto nella realizzazione delle infrastrutture.

Per quel che riguarda il trasporto locale, invece, sappiamo perfettamente cosa non va: il materiale rotabile è vecchio ed obsoleto. Il bel Vivalto sul quale abbiamo viaggiato, invitati per il viaggio inaugurale, è una goccia nel mare e molti altri ne abbisognano. Così come le stazioni lungo tutto la costa e anche quelle dell’entroterra, hanno bisogno urgente di essere risistemate e rilanciate per tornare ad essere centri nevralgici del turismo sostenibile, arricchite di nuove funzioni al servizio del territorio, e nuovamente parti integranti del sistema turistico complessivo. Pare strano che, nel momento in cui si parla di Sistemi Turistici Integrati, proprio le stazioni ferroviarie siano tra i punti di maggiore criticità, loro che sono sempre state le porte da cui sbarcavano i turisti. Oggi è l’auto a farla da padrone, ma il sistema così com’è ad ogni anno dà segni di cedimento sempre più evidenti: autostrade in tilt, strade cittadine sempre più soffocate da gas e auto in sosta, con il risultato che viene meno proprio quella qualità della vita che il turista non trova più da noi, tanto da rivolgersi purtroppo altrove.
Infine, ma non certo ultima per importanza, la questione del nodo di Genova, che una volta realizzato dovrebbe liberare linee e permettere la divisione dei flussi di corto e di lungo raggio.

Concludiamo dicendo che, se è vero che tutti i problemi, e specialmente quelli legati alla mobilità, sono tra di loro collegati, ci sembra di fondamentale importanza che al trasporto locale venga data l’attenzione che merita in una regione come la Liguria che è tra quelle maggiormente interessate dall’uso del treno da parte dei passeggeri. Chiediamo pertanto che l’utilizzo delle risorse provenienti dall’extragettito venga pianificato in un quadro complessivo che dia risposte e alle esigenze portuali e alle esigenze dei pendolari, e più genericamente dei viaggiatori in transito in Liguria.

Chiediamo quindi che al pari del Terzo Valico si considerino prioritarie, dando loro il massimo impulso, il nodo di Genova, la risistemazione e il potenziamento delle stazioni (di tutte, non solo di quelle maggiori), l’acquisto di nuovi rotabili: se dobbiamo, è vero, far circolare le merci su rotaia, altrettanto importante è che anche le persone trovino nella ferrovia la giusta risposta alle loro esigenze di mobilità, per questo abbiamo, io penso, tutte le carte in regola per chiedere che una parte di quelle risorse vada a beneficio del trasporto locale dei passeggeri.

Buone notizie dalla finanziaria: detraibilità del 19% delle spese degli abbonamenti

Dal sito di Repubblica del 1° ottobre 2007:

Sconti per metro e bus - Mobilità è una delle parole d'ordine del partito democratico. Il governo si fa interprete di una necessità sotto gli occhi di tutti e introduce la detraibilità del 19% delle spese, fino a 250 euro, per l'acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale ed interregionale. Per il 2008, ciò comporterà un minor gettito per 93 milioni, che salirà a 163 nel 2009.

Un veloce commento: finalmente quello che veniva richiesto da migliaia di pendolari e da centinaia di comitati di Pendolari è stato seppure in parte recepito. Fa solo un po' sorridere che alcuni se ne attribuiscano in toto il merito, anche in questo caso ci si vuole distinguere dalla "massa"...come se non fossimo tutti sullo stesso treno!!! ;)

Tornando alle cose serie, speriamo che tale norma sia confermata (e semmai rinforzata), e ringraziamo fin d'ora quei parlamentari che si sono fatti portavoce di queste giuste istanze, e che ancora si impegneranno perchè la finanziaria contenga in via definitiva questo importante provvedimento.

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