giovedì 29 dicembre 2011

Pendolari e Adircons: la Regione Liguria mantenga gli impegni presi e non tagli i treni

Comunicato congiunto: Il Coordinamento dei Pendolari Liguri e le Associazioni di Consumatori che fanno parte di Adircons chiedono che la Regione, a fronte dello stanziamento delle risorse per il trasporto ferroviario da parte del Governo mantenga gli impegni presi con i Pendolari e non venga meno alla parola data.

Qualche mese fa, all’epoca del fu governo Berlusconi, per il trasporto pubblico locale la finanziaria tremontiana stanziò la miseria di 400 milioni di euro, provocando giustamente l’allarme di tutti gli assessori regionali e provinciali d’Italia. Anche il nostro Assessore, Enrico Vesco, non è stato da meno, arrivando a sollecitare ampie manifestazioni da parte degli utenti interessati a non vedersi ledere il diritto alla mobilità.

Taglieremo il 75% dei treni, disse, la mobilità ferroviaria sarà messa in ginocchio. Ci fu subito una mobilitazione generale, appelli (raccolti da decine di comitati e associazioni in tutta Italia) e manifestazioni, tanto che anche a livello Parlamentare qualcosa si mosse e furono approvate diverse mozioni che esprimevano la volontà che il Governo rettificasse una scelta tanto nefasta e mettesse a disposizione le necessarie risorse economiche per far funzionare i trasporti pubblici.

Poi, il colpo di scena: il nuovo governo Monti, nuovamente sollecitato da varie parti politiche e sociali, ha deciso di reintegrare almeno in parte le risorse per il trasporto pubblico, arrivando, a varie riprese, alla cifra di 1600 milioni di euro.

Un bel passo avanti, non c’è che dire, anche se questo stanziamento coprirebbe ad oggi solo il fabbisogno del ferro, ma non arriverebbe a coprire anche quello della gomma.

In Liguria, tra parentesi, si sta discutendo dell’azienda unica su gomma proprio per vedere se si riescono a riequilibrare i passivi accumulati in quest’ultimo comparto, riducendo le spese globali.
Nel frattempo Vesco annunciava per il 2012 aumenti tariffari (+5% gli abbonamenti e +10% i biglietti singoli, oltre all’aumento di 30 euro per la Carta Tutto Treno, che permette l’uso degli IC, ECity, ecc. ai possessori di abbonamento regionale) e ulteriori tagli al servizio, ossia la riduzione di corse.

In occasione del bilancio di previsione la Regione Liguria ha approvato la conferma del servizio attuale fino a marzo, ma con la possibilità di tagliare anche in modo consistente il servizio in mancanza di risorse da parte del Governo.
Nei giorni scorsi il Governo ha di fatto reintegrato le somme per il trasporto su ferro, ma Vesco ha confermato i tagli di marzo, adducendo il fatto che mancano per il trasporto pubblico (e pensiamo si riferisca alla gomma) ancora 30 milioni.
Da un lato, questa affermazione conferma quello che noi andiamo dicendo da tempo, ossia che il trasporto pubblico locale regionale va visto in una prospettiva integrata, mettendo le risorse in comune tra tutti i tipi di trasporto.

Dall’altra, obiettiamo che però in assenza di una programmazione seria e credibile del trasporto pubblico nel suo complesso questi trasferimenti di fondi da un comparto all’altro sono dei meri tappabuchi che non riescono a ottimizzare nè il servizio reso ai cittadini nè la spesa in un'ottica di lungo periodo.

Crediamo sia venuto il momento di adottare una seria programmazione, che sappia tener conto di tutte le tipologie di trasporto pubblico.
Nel frattempo, però, chiediamo alla Regione di mantenere gli impegni presi circa il trasporto ferroviario, non facendo ricadere sui cittadini la carenze di programmazione e di integrazione del servizio.

Chiediamo quindi che la Regione Liguria ritiri tutte le ipotesi di taglio al servizio ferroviario, e auspicabilmente anche gli aumenti tariffari che, alla luce del ripristino delle risorse, non appaiono più così necessari, se non per un eventuale miglioramento e potenziamento del servizio.

sabato 24 dicembre 2011

Trasporto ferroviario regionale: il 2012 comincerà con qualche certezza in più



Nell’imminenza del Natale i Pendolari Liguri hanno appreso con grande soddisfazione del ripristino totale, da parte del Governo Monti, delle risorse da destinare ai Contratti di Servizio 2012 per il trasporto ferroviario regionale.

Pertanto i pendolari e cittadini liguri auspicano che quanto prima la Regione Liguria confermi il programma di esercizio ora limitato a marzo fino a dicembre 2012 e destini gli aumenti tariffari 2012 al ripristino dei più significativi treni tagliati nel corso del 2011, assicurando, in questo modo, un servizio dignitoso ai propri cittadini.

Il ripristino dei fondi da destinare ai contratti di servizio per il trasporto ferroviario regionale permetterà ai pendolari e ai cittadini liguri di vivere un 2012 meno drammatico di quanto prospettato negli scorsi mesi, ma, purtroppo, non risolverà tutte le problematiche proprie del trasporto ferroviario della nostra regione.

Un trasporto ferroviario purtroppo frutto di accavallarsi di scelte sbagliate nel corso degli anni, di limitate risorse e di assenza di programmazione integrata.

I pendolari e cittadini liguri auspicano quindi che, superata la situazione emergenziale degli ultimi mesi, sia dato vita ad un serio tavolo di confronto con la Regione finalizzato ad serio ripensamento del contratto di servizio firmato nel 2009 ed alla riscrittura del piano di esercizio ferroviario 2013.

Un contratto di servizio che incentivi Trenitalia a miglioramenti progressivi nella qualità del servizio erogato e che metta in discussione i costi e soprattutto i tempi di percorrenza autocertificati da Trenitalia, confrontandoli con quelli che sono i livelli prestazionali europei, e che si ponga come obiettivo un’integrazione modale e tariffaria tra i vari mezzi a livello regionale ed extraregionale.

Un piano di esercizio che tenga conto delle differenti esigenze di mobilità presenti nella nostra regione mettendo in offerta diverse tipologie di treni: suburbani per l’area metropolitana genovese, regionali di bacino con capillarità di fermate nel territorio e regionali veloci per unire in tempi limitati il capoluogo di regione alle più importanti città liguri e delle regioni limitrofe, riequilibrando un’offerta di servizio insufficiente in termini di copertura temporale e territoriale.

E ultimo ma non ultimo, serie politiche di investimenti e di pianificazione che abbiano come obiettivo l’adozione di un piano regionale dei trasporti che programmi un progressivo miglioramento del servizio e l’adozione di un proprio fondo regionale trasporti che fornisca risorse certe e continuative per gli investimenti.

Con l'occasione, auguriamo a tutti serene feste e soprattutto che le problematiche del trasporto pubblico diventino davvero uno dei punti qualificanti del governo nazionale e locale.

domenica 18 dicembre 2011

Trasporti: Legambiente, 2011 'Annus horribilis' pendolari

'Piu' treni e migliori servizi'. Domani giornata di mobilitazione.


(ANSA) - ROMA, 18 DIC - Il 2011 e' stato l''Annus horribilis' dei trasporti pendolari con tagli di una dimensione che mai si erano visti per le linee ferroviarie italiane. E' quanto rileva Legambiente, che domani presentera' il suo annuale rapporto ''Pendolaria'' e che per l'occasione lancia una giornata di mobilitazione, con iniziative nelle principali citta' italiane, per chiedere piu' treni per i pendolari, nuove carrozze e migliori servizi.''I tagli ai trasferimenti operati dal ministro Tremonti, e solo in parte recuperati dal nuovo Governo - afferma in una nota l'associazione -, stanno mettendo in ginocchio il sistema ferroviario pendolare nelle principali citta'. I cittadini che utilizzano i treni ogni giorno per raggiungere i luoghi di lavoro o studio sono le vittime di queste scelte tanto scellerate quanto insopportabili perche' si continuano a regalare invece miliardi di euro agli autotrasportatori e a finanziare grandi opere, con uno strabismo nei confronti del traffico su gomma che riguarda sia il Governo che le Regioni''.Legambiente sottolinea in particolare che la manovra del governo Monti ''recupera un miliardo di euro all'anno per l'autotrasporto per rimborsare l'accisa sui carburanti, che sara' dunque pagata da tutti gli automobilisti, compresi i pendolari che usano l'auto. Per le infrastrutture, il Cipe ha previsto 4,8 miliardi di investimenti pubblici in grandi opere, come la Tav sulla linea Milano-Genova e Brescia-Treviglio, il Mose, il Tunnel del Brennero, la statale Jonica e altri interventi Anas. L'unica infrastruttura urbana inserita nell'elenco e' la metropolitana di Napoli''.''Senza nuovi interventi e senza una nuova politica dei trasporti che abbia al centro le ferrovie - conclude Legambiente - nel 2012 saranno inevitabili ulteriori tagli da parte delle Regioni che ricadranno su Trenitalia e quindi ancora sui pendolari''.(ANSA).

sabato 17 dicembre 2011

Regione Liguria: mettere a bilancio le necessarie risorse per il TPL significa scegliere di investire nello sviluppo economico

Ieri è andata in scena la simulazione di quello che potrebbe accadere se, domani, scelte politiche sbagliate dovessero confermare lo smantellamento del trasporto pubblico. A seguito dello sciopero di bus e treni le città sono state per tutto il giorno paralizzate da ingorghi e code chilometriche, tanto che a Genova non potevano quasi circolare neppure le moto, ma analoghe difficoltà si sono riscontrate in tutte le città italiane.

Questa paralisi generale è avvenuta nonostante i trasporti funzionassero in alcune fasce orarie per garantire ai pendolari un minimo di servizio, e possiamo quindi immaginare cosa sarebbe potuto accedere se neppure questa possibilità fosse stata concessa a coloro che si devono spostare quotidianamente.

Ci auguriamo che scene di questo genere facciamo riflettere attentamente coloro che giudicano poco strategica la salvaguardia e lo sviluppo del trasporto pubblico, e soprattutto coloro che, in questi giorni, si accingono a stanziare somme di bilancio. Il riferimento obbligato, in questo caso, è alla Regione Liguria, e soprattutto dopo un test come questo che ha dato l’occasione di poter valutare concretamente l’importanza di una mobilità ben organizzata, a fronte di quello che potrebbe diventare un caos permanente e paralizzante una città già fortemente penalizzata dalla difficoltà dei collegamenti con quella che dovrebbe diventare, e forse a breve, la sua area metropolitana.

I soldi che, speriamo presto, arriveranno dal Governo per essere utilizzati a vantaggio del trasporto pubblico, non possono essere in alcun modo stornati (come qualcuno già inizia a ventilare) poiché costituiscono un necessario supporto dell’economia regionale e tagliare fondi al trasporto pubblico significa dare un ulteriore colpo alla sua parte sana e produttiva, così come le tante rivendicazioni di utenti e lavoratori del TPL dimostrano a fronte dei tagli alla mobilità.

Investire nel TPL, lo ripetiamo da tempo, non è solo una necessaria componente di welfare, ma è anche un investimento economico di primaria importanza poichè permette quella circolazione di forza lavoro che garantisce alla aziende di un dato territorio la disponibilità di capitale umano necessaria al loro buon funzionamento.

mercoledì 14 dicembre 2011

Venerdì sciopero di bus e treni in Liguria, le modalità

Venerdì prossimo si terrà lo sciopero generale del trasporto persone terra, ossia bus e treni.

Lo sciopero si articolerà su 24 ore. Le Segreterie sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Orsa Trasporti, Faisa, Fast hanno proclamato per lo sciopero nazionale a sostegno della vertenza per il CCNL della Mobilità.

Queste saranno le modalità in Liguria:

Treni - dalle 21.00 di giovedì 15 dicembre 2011 alle ore 21 di venerdì 16 dicembre 2011.

Genova e Provincia A.M.T. Personale viaggiante da inizio servizio alle 5.30 e dalle 09.30 alle 17.00. Dalle 21.00 a fine servizio.

Ferrovia Genova Casella - personale viaggiante - da inizio servizio alle 6.30 e dalle 09.30 alle 17.30. Dalle 20.30 a fine servizio.

A.T.P. Carasco (provincia di Genova) - personale viaggiante - da inizio servizio alle 6.00 e dalle 09.00 alle 17.00. Dalle 20.00 a fine servizio. Biglietterie - dalle 9 alle 16.30.

Imperia dalle ore 8.30 alle ore 17.30 e dalle ore 20.30 a fine servizio.

Savona dalle 8.30 alle 17.30 e dalle ore 20.00 a fine servizio.

La Spezia si garantisce il trasporto dalle ore 6 alle ore 9.00 e dalle ore 17.00 alle ore 20.00.

domenica 11 dicembre 2011

Regionali veloci, regionali locali, regionali metropolitani: per le ferrovie regionali è venuto il momento di riprogettare l’offerta di TPL.

Prima hanno soppresso i regionali veloci (o interregionali), poi ci hanno obbligato a pagare di più per salire sugli IC, ora ci tolgono le fermate e trasformano tutti gli IC in Frecce (banche, rosse, argento, ecc.). La soluzione? Progettare un mix di regionali in grado di soddisfare le reali esigenze dell’utenza, senza necessità di pagare dei sovrapprezzi.

Il 2005, l’anno della scomparsa degli interregionali e dei regionali veloci
Come forse si ricordano tutti i pendolari “storici”, esistevano neppure tanto tempo fa i treni interregionali che di fatto svolgevano il ruolo di “regionali veloci” e collegavano le località più importanti all’interno di una stessa regione e anche all’esterno, spingendosi nelle regioni contigue. Erano integrati dal punto di vista tariffario ed orario con i regionali “locali” (che si fermavano in tutte le stazioni) e non davano luogo quindi a particolari spese aggiuntive. Tali treni erano finanziati per la maggior parte con risorse pubbliche e inoltre con le tariffe pagate dagli utenti (circa il 35-40% del costo, come da legge Burlando).

A partire dal 2005 la scelta fatta a livello governativo è stata di fatto, quella di indebolire e depotenziare grandemente il Trasporto Regionale, sottraendovi i treni economicamente più redditizi (in particolare, gli interregionali) che sono stati degradati a treni locali di più breve percorso, minor velocità commerciale e, di conseguenza, assai minore resa economica.

Al loro posto sono stati imposti solo treni Intercity molto più costosi, (e, a partire dal 2006, non più integrati con i regionali, quasi si trattasse di due società diverse e tra loro incomunicabili) seguendo una tendenza già da tempo in atto al livello immediatamente superiore (sostituzione degli Intercity con Eurostar).

Alcune Regioni (tra cui la Liguria) hanno scelto di sopperire alla mancanza di integrazione tra treni “lenti” e treni “veloci” finanziando l’introduzione di “card” che consentono agli abbonati regionali di salire anche sui treni IC ed ES. Questa soluzione tuttavia fra non molto potrebbe non essere più efficace, dato che tutti gli IC ed ES diventeranno a breve delle “Frecce” che, per abbattere i tempi di percorrenza verso i poli nazionali più importanti, non fermeranno più in molte stazioni. E’ il caso del Tigullio, che si vede sempre più depauperato di fermate e non sarà più in grado di offrire ai pendolari regionali i collegamenti veloci con i capoluoghi quali Genova e La Spezia.

La conseguenza della "dipendenza" dagli IC per le Regioni: minori introiti e quindi maggiori oneri
La sostituzione di treni ordinari con treni "commerciali" non si è tradotta solo in un maggior costo per il viaggiatore, peraltro assai sensibile (dell'ordine del 60% per viaggi a medio raggio già nel 2005). Infatti ai danni delle Regioni si è generato uno spostamento di utenza da treni sussidiati a treni "di mercato", con il risultato di compromettere il delicato equilibrio tra sussidio e ricavi da traffico che oggi si rispecchia nel vincolo di legge del 35% come rapporto tra ricavi e costi per il trasporto pubblico locale (DLgs 422/97).

In altre parole, l'orizzonte del Trasporto Regionale si configura come quello di un servizio via via più "povero", con crescente necessità di sussidio e verosimilmente confinato a poche aree metropolitane: le sole che sarebbero in grado di garantire un livello accettabile di introiti, venuto meno l'apporto dei più redditizi servizi interpolo. Né va dimenticato che le Regioni hanno finito per perdere la possibilità di gestire e controllare la maglia portante di tutti i loro servizi, che era rappresentata proprio dai collegamenti interregionali.

La soluzione: regionali veloci, regionali locali e regionali metropolitani opportunamente interconnessi tra di loro (e con gli altri mezzi pubblici!).
Il processo iniziato con la rivoluzione del 2005 si è concluso con un sostanziale fallimento per quel che riguarda gli effetti sul servizio offerto agli utenti, che si sono trovati a dover pagare via via di più per un servizio via via più scadente.

La Liguria, in particolare, ha visto la riduzione delle categorie di treni regionali offerti all’utenza ai soli treni locali e metropolitani, con rarissime eccezioni ottenute dopo dure battaglie da parte dei pendolari. I regionali che possiamo, con qualche approssimazione, definire “veloci” si contano, di fatto, sulla punta delle dita, mentre un sistema ben progettato richiederebbe cadenze almeno orarie di regionali veloci inframmezzate da regionali che fermano anche nelle località minori e da metropolitani sull’area di Genova per offrire corrispondenti possibilità di interscambio nelle stazioni più piccole.

Una proposta in questo senso l’avevamo avanzata già dai tempi dell’Ass. Merlo, e permane immutata la sua attualità. Nel frattempo le previsioni negative fatte in occasione del cambio di orario del 2005 si sono purtroppo avverate con impressionante puntualità, con le conseguenze che tutti possiamo constatare.

Questa problematica, che diverse Regioni hanno da qualche tempo iniziato ad affrontare in modo più incisivo rispetto alla nostra (Toscana, Lombardia), meriterebbe anche una riflessione approfondita da parte della nuova Autorità Nazionale per il Trasporto, e non mancheremo di rappresentarla al Ministro Passera, così come alla Commissione Trasporti di Camera e Senato, perché riteniamo che da un opportuno ridisegno del sistema dei trasporti ferroviari sia possibile ottenere consistenti efficientamenti e risparmi che potrebbero essere riutilizzati per potenziare (e non per tagliare!) il servizio.

Nuovo Orario ligure: troppo scarsa l'offerta del mattino da Genova verso La Spezia

Riceviamo ad Genova-Milano Newsletter

Se i pendolari genovesi che lavorano a Chiavari da lunedì dovranno alzarsi mezzora prima, quelli che lavorano alla Spezia un'ora prima: la regione Liguria continuerà a ignorare il problema?

Ieri abbiamo ricevuto la segnalazione degli iscritti alla newsletter residenti a Genova che lavorano a Chiavari (rileggi la newsletter 7.375), oggi riceviamo la segnalazione di iscritti genovesi che lavorano alla Spezia.
Per loro la sitruazione è ancora peggiore:

Fino ad oggi pendolari genovesi che lavorano a Spezia potevano contare aull'Escity 9761 (ribattezzato 35261 durante i lavori alla galleria Ruta) che partendo alle 6.51 durante i lavori alla galleria Ruta e alle 7.00 a lavori conclusi, permetteva solo di arrivare alla Spezia alle 8.04.
Da lunedì il 9761 non esisterà più.
Da lunedì per questi lavoratori si apriranno scenari infernali.
Per riuscire ad arrivare alla Spezia attorno alle 8 dovranno alzarsi un'ora prima e prendere o il FB 9761 alle 6.00 del mattino che arriva alla Spezia alle 6.49, o il R 11239 che parte da Brignole alle 6.15 e arriva alla Spezia alle 7.50.
Il R 2041 (Genova Brignole 7.20, La Spezia 9.06) arriva infatti drammaticamente troppo tardi per le esigenze di lavoro del 99% di loro.
Lo abbiamo già detto più volte: quando un treno dipendente dal trasporto universale (IC) o da strategie di mercato di Trenitalia (FB) viene soppresso il sistema dei trasporti regionali liguri va in tilt, evidenziando drammaticamente la propria inadeguatezza.

Ci sconcerta però il silenzio assoluto della Regione Liguria relativamente alla scomparsa dall'offerta del treno veloce delle 7.00.
I FB non dipendono dalla Regione. è evidente, ma i lavoratori liguri che ogni mattina si recano al lavoro da Genova alla Spezia sì.
Se la moral suasion della Regione su Trenitalia riguardo al ripristino del FB delle 7.00 cancellato è fallita, beh la Regione dovrebbe porsi come dovere la ricerca di finanziamenti per istituire un RV che parta da Brignole alle 7.00 e arrivi alla Spezia non oltre le 8.15.

sabato 10 dicembre 2011

Dal nuovo Governo alcuni importanti segnali positivi per il TPL, ma occorrono altri decisi passi in avanti

Ripristinate in parte le risorse per il TPL, decisa una accisa sui carburanti per finanziare i trasporti collettivi e istituita l’Authority nazionale dei trasporti.

In attesa di conoscere i contenuti definitivi della manovra proposta dal Governo Monti, proviamo a fare qualche considerazione a partire dalle informazioni di cui disponiamo.

Nuove risorse in arrivo per il TPL
Sarebbero in arrivo per il 2012 risorse aggiuntive rispetto ai circa 440 milioni di euro della precedente manovra Tremonti: 800 milioni di euro in più che porterebbero quindi la dotazione complessiva per il TPL in Italia a 1 miliardo e 240 milioni di euro, che pur essendo molto più di quanto stanziato in precedenza, sono sempre un miliardo in meno rispetto al fabbisogno stimato di 2,2 miliardi. Di positivo c’è il fatto che sono risorse strutturali e non “una tantum” come in precedenza, sono soldi cioè sui quali le Regioni possono sempre contare per stipulare i loro contratti di servizio.

A partire dall’anno 2013 vi saranno inoltre altre risorse derivanti dalle accise aggiuntive che le Regioni avranno la possibilità di richiedere sui carburanti per autotrazione.

Queste misure si leggono, in particolare, all’art. 30 “Esigenze indifferibili” che recita: “Il fondo di cui all’articolo 21, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, è incrementato di 800 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012. A decorrere dall’anno 2013 il fondo è alimentato da una compartecipazione al gettito derivante dalle accise di cui all’articolo 15 del presente provvedimento; l’aliquota della compartecipazione è stabilita entro il 30 settembre 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze.”

Istituita l’Autorità dei Trasporti
E’ positiva la decisione del governo di inserire nel decreto-manovra l'istituzione di una Autorità dei trasporti indipendente che regoli il comparto e ne favorisca la piena liberalizzazione. Perché tuttavia limitare la sua competenza ai settori ferroviario, aereo e marittimo con l'esclusione di strade e autostrade?
Il sistema dei trasporti va visto in modo integrato, non appare opportuno né logico limitarne la sorveglianza escludendone degli importanti segmenti.Tale decisione si pone in contrasto con l'esigenza di una riorganizzazione dell'intero sistema che favorisca l'intermodalita' del trasporto passeggeri e merci, la programmazione degli investimenti e un rapporto corretto fra gestori delle reti ed utenti.

Una immediata verifica che la nuova Autorità dovrebbe in ogni caso effettuare è quella in merito alla effettiva rispondenza del nuovo orario ferroviario ai contratti di servizio con Trenitalia sia sulla rete regionale sia su quella nazionale a media e lunga percorrenza e per controllare l'equita' dell'evoluzione tariffaria nei vari comparti assistiti da contratti o concessioni in presenza di un generale inasprimento dei costi a carico dei cittadini e soprattutto dei pendolari.

Sarebbe opportuno, a questo punto, considerare l’ipotesi di riconnettere molto da vicino le attività dell’Autorità alle problematiche del trasporto regionale, chiedendo in particolare una rivisitazione completa ed approfondita del modello di contratto di servizio attualmente imposto da Trenitalia, con poche variazioni, alle Regioni italiane, in un senso maggiormente favorevole alle reali esigenze dell’utenza. Sarebbe necessario un completo ribaltamento dell’ottica, mettendo finalmente al centro il punto di vista del cittadino-utente.

Più integrazione nel sistema dei trasporti e per il rilancio dell’economia industriale
Il Governo, e il Ministero dei Trasporti in particolare, devono porre al centro una seria ed incisiva azione volta a realizzare l’integrazione e il riequilibrio modale dei trasporti su gomme e ferro che nel nostro Paese vengono offerti in maniera alquanto disordinata. Occorre fare decisi passi in avanti mettendo al centro delle politiche governative il trasporto pubblico locale che rischia di essere gravemente azzoppato per effetto dei tagli del precedente Governo. Apprezziamo in questo senso che una delle prime misure del Governo appena insediato sia stato il recupero di parte dei fondi sottratti alle Regioni per il Tpl, anche se serve piu' coraggio per investire nel rinnovo del materiale rotabile che per il Paese significa anche lavoro per le aziende ferroviarie.Occorre mettere in campo un meccanismo virtuoso che offra ai pendolari treni sicuri, efficienti e piu' moderni per farli viaggiare in condizioni dignitose. Le regole europee non possono valere solo per l'alta velocita'. Nel trasporto per i pendolari siamo diventati la cenerentola d'Europa. Si possono coniugare crescita e sviluppo sostenibile solo se si sostengono politiche industriali in favore dell'industria ferroviaria, della cantieristica navale e dell'aeronautica per sollevare dalla crisi e dall'incertezza aziende storiche come Ansaldo Breda o Fincantieri.

giovedì 8 dicembre 2011

Manovra economica, trasporti. Nel 2012 tagli ai treni in tutte le Regioni. Legambiente: “Per i pendolari una manovra da bocciare".

"Coperto solo in parte il buco delle risorse. Ben altra attenzione per autotrasporto e cantieri grandi opere”

Legambiente boccia la manovra approvata dal governo Monti alla voce trasporto ferroviario regionale. Il decreto prevede, infatti, di recuperare solo una parte del taglio effettuato dal governo Berlusconi. Mancano 400 milioni di euro per chiudere i bilanci 2011 e altri 400 per il 2012 se si vogliono garantire almeno i treni in circolazione. Per il 2013 si prevede una compartecipazione all’accisa, ancora tutta da chiarire e che sembra interamente destinata alla spesa per la sanità.

“Non si può essere contenti per quanto riguarda il trasporto ferroviario pendolare - ha dichiarato Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente -. Si profila una stagione di tagli e, inevitabilmente, di stop agli investimenti nei nuovi treni per via delle incertezze. Ben altra attenzione è stata riservata invece, come sempre, agli autotrasportatori e ai cantieri delle grandi opere”.La manovra recupera, infatti, un miliardo di euro all’anno per l’autotrasporto per rimborsare l’accisa sui carburanti, che sarà dunque pagata da tutti gli automobilisti (compresi i pendolari che usano l’auto).

Per le infrastrutture, il Cipe ha previsto 4,8 miliardi di investimenti pubblici in grandi opere, come la Tav sulla linea Milano-Genova e Brescia-Treviglio, il Mose, il Tunnel del Brennero, la statale Jonica e altri interventi Anas. L’unica infrastruttura urbana inserita nell’elenco è la metropolitana di Napoli.“In questo - ha continuato Zanchini - la continuità tra i nostri governi è perfettamente lineare. Vi è uno strabismo nel premiare i cantieri delle grandi opere a scapito della mobilità urbana e pendolare che accomuna Lunardi, Di Pietro, Matteoli e Passera.

L’augurio è che, con una manovra che ci dovrebbe permettere di rimanere in Europa, impariamo dagli altri Paesi a investire nelle città e nella mobilità sostenibile, aiutando così anche le famiglie”.Legambiente, nell’ambito della campagna Pendolaria, ha monitorato i tagli al servizio ferroviario e gli aumenti tariffari già realizzati in molte Regioni nel 2011, che appaiono assai rilevanti e che, purtroppo, senza un nuovo intervento, si aggraveranno nei prossimi mesi.

Per questi motivi l’associazione lancia una giornata di mobilitazione, con iniziative nelle principali città italiane, il 19 Dicembre, per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e migliori servizi. Nell’ambito delle iniziative verrà anche presentato il nuovo Rapporto Pendolaria 2011 con tutti i dati sulle politiche e i finanziamenti di governo e Regioni per il trasporto ferroviario.

sabato 3 dicembre 2011

velocizzazione R 11295 (attuale 6213)

Si segnala che dal giorno 11 dicembre 2011 verrà effettuato il seguente nuovo servizio tra Voltri e Sestri Levante, che corrisponde ad un regionale velocizzato:
Ci auguriamo che a questo primo servizio di velocizzazione dei regionali ne seguano altri tali da costituire una valida alternativa al servizio di treni della Divisione Passeggeri (IC, Frecciabianca, Eurostar, ecc.) che comportano una spesa aggiuntiva notevole (Carta Tutto Treno).







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