Il Governo sta attuando una politica di tagli a servizi fondamentali come il trasporto pubblico, che rischiano però di aggravare la crisi economica e sociale del paese.
E’ infatti dimostrato che tagliare i servizi pubblici comporta un aumento delle ingiustizie sociali dato che viene meno nella società l’azione perequativa che dovrebbe essere garantita da un efficace sistema di redistribuzione delle entrate fiscali.
Questo si traduce in un aggravamento delle condizioni di vita di milioni di cittadini, le cui difficoltà si tradurranno in una sempre minore spinta propulsiva per l’economia del paese, che infatti non riesce a ripartire con il dovuto vigore e cresce in misura molto inferiore agli altri Paesi Europei.
Tagliando il servizio di trasporto pubblico, molte persone che oggi lo usano saranno costrette a usare i mezzi privati. Questo porterà con molta probabilità ad un incremento dei costi socio-sanitari legati all'aumento di incidenti, dei costi sociali ed ambientali legati a traffico ed inquinamento, ma ancor di più dei costi economici diretti insostenibili per le famiglie.
Del resto, la crisi attuale si inserisce in un contesto di incertezze finanziarie che da tempo gravano sul trasporto pubblico. Le Regioni, che in base alla legge vigente hanno la responsabilità di pianificare e gestire il trasporto locale, non dispongono di fonti di finanziamento certe e strutturali, e devono ogni anno fare la fila presso il Governo per chiedere le risorse che spesso non arrivano e comunque non sono mai sufficienti per avviare una seria pianificazione.
Anche quest’anno le risorse arriveranno (se arriveranno) con difficoltà, dopo che l’annuncio di tagli molto ingenti ha provocato aumenti dei prezzi e tagli del servizio che non sono per ora rientrati, conservando così tutti gli effetti negativi sui cittadini. Tutto ciò premesso…
Gli enti locali possono comunque intervenire per mitigare le conseguenze dannose per i cittadini? In particolare possono la Regione Liguria e gli Enti Locali mettere in campo iniziative non solo per evitare tagli ad un settore così importante per la nostra regione ma addirittura avviare un percorso di rilancio?
Si, la Regione e gli Enti locali hanno degli strumenti per poter intervenire, diretti ed indiretti.
Certo è che la Regione, le Province ed i Comuni devono finalmente fare delle scelte coerenti con la più volte affermata volontà di dare la precedenza allo sviluppo del trasporto pubblico. La prima cosa da sottolineare è, che a monte di qualsiasi intervento dovrebbero esserci piani precisi, chiari e ben delineati, siano essi per il trasporto pubblico, per la viabilità, per le infrastrutture, urbanistici o quant'altro, nonché coordinati fra i vari enti in modo da avere finalità comuni e lavorare tutti per uno stesso scopo finale.
Senza una pianificazione ragionata e rivolta al futuro non si possono avere buoni risultati! Pensiamo che invece a causa della mancanza di programmi chiari e condivisi e di scelte realmente a favore di un miglioramento della qualità della vita dei cittadini si sia giunti ad una situazione di confusione che penalizza il TPL nel suo complesso. Non si può continuare ad affrontare il problema solo di fronte alle emergenze, anzi sono le emergenze che dovrebbero essere preventivate e riassorbite all'interno di uno schema di funzionamento collaudato. A tale proposito vale la pena ricordare che la Liguria è tra le poche regioni italiane che non hanno ancora adottato un Piano Regionale dei Trasporti. Senza un piano come è possibile definire quanti soldi servono per l'esercizio e lo sviluppo del servizio?
Le proposte rivolte alla Regione Liguria
Le proposte rivolte al Comune di Genova (e ai Comuni in genere)
- Utilizzare una quota dei proventi derivanti dai parcheggi per finanziare il TPL (almeno 2 milioni di euro solo a Genova)
- Utilizzare una quota delle sanzioni amministrative per finanziare il TPL (almeno 6 milioni di euro solo a Genova)
- Predisporre corsie preferenziali vere e funzionanti per il trasporto pubblico (almeno 5 milioni di euro solo a Genova)
- Politica della sosta che disincentivi l’afflusso delle auto private al centro là dove è disponibile anche il trasporto pubblico
- Pianificazione urbanistica che ponga tra gli obiettivi prioritari la mobilità con mezzi collettivi
- Tassa di scopo su progetti ben definiti e quantificati nei tempi e nei modi
Tutte queste proposte verranno illustrate più in dettaglio nelle prossime newsletters. Per ora ci limitiamo ad enunciarle, non pretendendo che esse siano le sole possibili. Ci auguriamo anzi che altre ne giungeranno. Il nostro scopo è dimostrare che esistono alternative concrete ai tagli e agli aumenti di tariffe, e vorremmo che di tali proposte si discutesse con pacatezza e serietà, nell’interesse dei cittadini e nella convinzione che un trasporto pubblico ben pianificato e ben finanziato si riveli un ottimo affare per tutti. Per scaricare il documento completo, cliccate qui.