giovedì 31 marzo 2011

Trasporti, da Roma 50 milioni

Ripristinato mezzo miliardo del Fondo nazionale: rientreranno anche i tagli? Intanto gli aumenti sono stati effettuati, è lecito quindi aspettarsi consistenti migliorie nel servizio. Cerchiamo di vederci chiaro, dopo il balletto di cifre: sono stati annunciati 63 milioni di tagli, poi ridotti grazie alla Regione che li ha però sottratti da altre poste (quali?). Anche Trenitalia si era impegnata a ridurre le proprie richieste, poi gli aumenti di abbonamenti e biglietti, e infine i tagli. Ora l'annuncio di questi soldi (ma arriveranno davvero?) quello che è certo è che non vi sono certezze...o forse sì: i tagli e gli aumenti.

da Il Secolo XIX

Genova - «Per il trasporto, arriverà una decina di milioni. Saremo più precisi la settimana prossima, alla prima giunta utile». Stanco ma felice l’assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco, che insieme ai colleghi di tutt’Italia (e a quasi tutti i presidenti di Regione, incluso Claudio Burlando) è riuscito a farsi restituire dal Governo 50 milioni per il Fondo del trasporto pubblico regionale; una somma ingente in tempi di tagli, sacrifici e rinunce. E appena partito da Roma, è pronto a gettare acqua sul fuoco dei probabili entusiasmi e delle facilmente prevedibili richieste di denaro da comuni, relative aziende di trasporto pubblico locale e sindacati. Vesco tiene a precisare: «per salvare il trasporto locale abbiamo già fatto una manovra di bilancio con grandi sforzi, togliendo somme ad altri assessorati che con grande responsabilità hanno accettato di rinunciare a soldi che erano loro di diritto. E avevamo già detto che, se i fondi per il trasporto fossero tornati, li avremmo restituiti agli assessorati “sacrificati”». In altre parole, il grosso del “malloppo” non andrà a sostenere il trasporto ma le altre poste del bilancio regionale (particolarmente penalizzati, negli ultimi mesi, gli aiuti alle imprese, al lavoro e a una parte dei servizi sociali, che otterranno indietro il maltolto). I dettagli della ripartizione saranno definiti nei prossimi giorni, nella prima riunione di giunta utile allo scopo, per quello che Vesco definisce la stesura di un “bilancio vero”.


Ma sono da aspettarsi, nei prossimi giorni, agli uffici della Regione vere e proprie processioni di amministratori locali speranzosi di ottenere qualche milione in più per salvare i propri bus o treni locali. E resta poi un’incognita: «bisogna capire se, nonostante le dichiarazioni contrarie di alcune Regioni, come la Lombardia, il Governo riconoscerà ugualmente l’intesa», ha chiosato l’assessore.

mercoledì 30 marzo 2011

Trasporto pubblico, venerdì sciopero di 24 ore

da Il Secolo XIX
Genova - Venerdì 1 aprile sarà una giornata nera per chi deve spostarsi con i mezzi pubblici. È stato infatti proclamato lo sciopero nazionale del trasporto pubblico di 24 ore. A fermarsi non solo gli autobus ma anche i treni. I lavoratori protestano per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro della mobilità per gli addetti al trasporto locale, ferroviario e servizi. L’astensione dal lavoro è stata proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast. A Genova il personale viaggiante di Amt, l’azienda di trasporto pubblico, si asterrà dal lavoro per l’intera giornata. Gli autobus saranno garantiti in due fasce: dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 17.30 alle 20.30. Il restante personale (compreso il personale delle biglietterie e del servizio clienti) si asterrà dal lavoro per l’intero turno. Per quanto riguarda la ferrovia Genova Casella il personale viaggiante si asterrà dal lavoro per l’intera giornata mentre il servizio sarà attivo dalle 6.30 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 20.30. Per tutte le informazioni è possibile chiamare al numero verde di Amt 800-085311. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario lo sciopero inizierà alle 21 di domani 31 marzo. Durante lo sciopero circolerà comunque il 73% degli oltre 520 treni a lunga percorrenza previsti in orario e tutti i treni regionali necessari a garantire la mobilità nelle fasce di maggiore domanda, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 del 1° aprile. Il programma completo dei treni nazionali in circolazione, messo a punto da Ferrovie dello Stato, è consultabile sul sito www.ferroviedellostato.it nonché al numero verde gratuito 800 892021, attivo dalle 14 di oggi 30 marzo fino alle 9 del 2 aprile.

sabato 12 marzo 2011

La Regione sollecita Trenitalia ad accelerare il completamento del rinnovo degli arredi interni delle carrozze, come da noi più volte richiesto

Abbiamo ricevuto dall’assessore Vesco la lettera in allegato che fa riferimento all’impegno assunto da Trenitalia di proseguire l’opera di sostituzione delle sedute, di resinatura dei pavimenti e di sostituzione dei gradini che risulta ad oggi bloccata.

Là dove il revamping è stato eseguito, abbiamo constatato un miglioramento deciso del livello di pulizia e di decoro, mentre i vecchi sedili di stoffa continuano ad essere difficilmente pulibili e sono sempre più impresentabili.

Proseguire con queste operazioni è molto importante anche per consentire alle ditte che eseguono le pulizie di poter lavorare meglio e più velocemente, offrendo agli utenti un risultato migliore e più soddisfacente. E’ prioritario che le famigerate foderine di stoffa siano al più presto tutte sostituite da quelle in materiale sintetico, più facili da pulire con buoni detergenti e disinfettanti.

Ringraziamo l’assessore per questa iniziativa, che ci auguriamo troverà una risposta positiva e tempestiva da parte di Trenitalia.

venerdì 11 marzo 2011

Moretti chiede risorse per il trasporto merci e passeggeri, ma Matteoli risponde picche

“Prima di tutto merci in treno e basta camion”. Con queste parole l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha rilanciato l’idea dello sviluppo del settore cargo. Una sfida che si unisce a quella dei pendolari nelle grandi città, per i quali, secondo Moretti ci vogliono risorse maggiori. Intervenendo alla presentazione del Treno Verde 2011 di Fs e Legambiente, l’ad di Ferrovie dello Stato ha escluso lo spacchettamento del cargo. “Il Paese ha bisogno che le merci vengano portate in treno”, ha detto Moretti, “e questo deve avvenire non nei tratturi, ma attraverso i grandi corridoi europei e i grandi centri modali. Ci stiamo attrezzando con il Piano di sviluppo sulle merci con una visione europea e faremo la nostra battaglia”.“Il Piano non c’è, ancora lo stiamo costruendo”, ha detto Moretti, spiegando che quando sarà pronto verrà presentato a tutti. “A differenza di quello che è venuto fuori dalle prime indiscrezioni, ci sono due punti su cui stiamo focalizzando l’attenzione. Il primo problema sono le merci in treno e su questo proporremo anche le condizioni, perché se avessimo le stesse regole che hanno in Francia e Germania potremmo aumentare sensibilmente le merci in treno. Se saremo in molti è probabile che questa sfida la potremo vincere. L’altro problema sono i pendolari delle grandi città, che hanno bisogno di più servizi e ci vogliono più risorse”, ha aggiunto Moretti senza precisare da dove devono arrivare le risorse. “Noi siamo pronti con molto di quello che possiamo fare come impresa, però ci vogliono anche più soldi. Se riusciamo a vincere queste due sfide, avremo fatto un grosso passo avanti per il Paese”, ha sottolineato Moretti, puntualizzando che tutti gli attori coinvolti devono fare la propria parte. “Vedremo chi ci dà una mano. Non possiamo tutti volere lo sviluppo delle merci in treno e nessuno che poi fa un passo”.
Ma il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti gela le proposte di Moretti: “Non me la sento di prendere un impegno forte sulla funzionalità delle ferrovie nel trasporto merci”. Lo ha detto Altero Matteoli, in audizione in commissione Lavori pubblici del Senato aggiungendo che “è difficile tornare al trasporto su rotaie”, soprattutto dopo averne parlato anche con alcuni omologhi ministri europei. Matteoli ha detto di credere “molto nelle autostrade del mare e non averle incentivate in questi anni è stato sbagliato”. Comunque, ha rilevato, “pedaggiare alcune strade può favorire” il trasferimento del trasporto delle merci. Le parole di Matteoli hanno immediatamente provocato una serie di reazioni. Assoferr, l’associazione degli operatori ferroviari e intermodali, ha espresso “profondo sconcerto e preoccupazione” per le frasi del ministro dei Trasporti. “Speriamo in una pronta rettifica da parte del ministro poiché, in una situazione in cui le ferrovie merci hanno già perso 24 milioni di treni/km in tre anni, si tratterebbe di una totale resa verso la necessità di un riequilibrio modale necessario invece per dare al Paese un sistema logistico e trasportistico moderno ed ecologicamente sostenibile. Assoferr auspica al contrario un impegno forte da parte Governo nel completamento del processo di liberalizzazione del mercato ferroviario e nella creazione di tutte le condizioni che lo rendano effettivo, con ogni necessaria garanzia di trasparenza e sicurezza”.Anche Giacomo Di Patrizi, presidente di FerCargo, l’associazione che riunisce le imprese private italiane di trasporto ferroviario merci, ha risposto alle parole di Matteoli: “Siamo sorpresi e increduli”, ha detto Di Patrizi, “di fronte alle parole pronunciate dal ministro dei trasporti Altero Matteoli. Dire che il trasporto merci su ferro è una modalità da abbandonare è antieconomico, miope dal punto di vista ambientale, ed è senza dubbio un danno per il sistema logistico del Paese e per le strade italiane, già al collasso. Il ministro ha deciso di smentire se stesso, non si spiega altrimenti perché negli ultimi due anni abbia sempre sostenuto il contrario di quanto dichiarato ieri (mercoledì, ndr)”, afferma Di Patrizi, sottolineando che “a differenza dell’Italia, Paesi come Francia, Svizzera e Germania, stanno investendo pesantemente nel trasporto su ferro, registrando tassi di crescita notevoli, anche del 15 per cento annuo. E questa è esattamente la direzione indicata dall’Unione Europea. Ci auguriamo che quanto dichiarato dal ministro non si traduca in atti e azioni concrete verso lo smantellamento del sistema ferroviario del trasporto delle merci: sarebbe devastane non solo per il comparto, ma soprattutto per l’industria, l’ambiente, e per la competitività dell’intero sistema Paese”.

giovedì 10 marzo 2011

Treni soppressi da Savona al levante, mattinata infernale: rivolta dei pendolari

da Genova24.it


Genova. Non è certo cominciata bene la giornata per chi utilizza il treno come mezzo di spostamento dal ponente al levante. Il regionale 11247, proveniente da Savona e diretto a Sestri Levante, è stato infatti soppresso a causa di un guasto a una delle carrozze.
Il problema, però, a quanto raccontano i pendolari, è che la cancellazione del convoglio è avvenuta senza nessun avviso vocale, ma solo tramite un foglio di carta appeso in stazione. Una cancellzione che ha provocato notevoli disagi perché si sono accumulati ritardi sugli altri treni. Uno in particolare, poi, quello delle 7.26 da Savona per Genova (11363), si è trasformato in locale, effettuando tutte le fermate, e arrivando a Genova Brignole con oltre 30 minuti di ritardo.
Una mattinata infernale, quindi, per i pendolari, che si sono letteralmente infuriati perché hanno dovuto viaggiare stipati in carrozze piene all’inverosimile. “Basta una piccolezza per creare una situazione di grave disagio – spiega Sonia Zarino, portavoce dei pendolari – La carenza di manutenzione derivante dai tagli è sempre più evidente. Una volta i controlli venivano effettuati con regolarità e prima della partenza, ora vengono invece effettuati durante il viaggio e questo non consente di poter correre ai ripari in caso di necessità”.

sabato 5 marzo 2011

Intercity soppressi, i pendolari: “Di questo passo Liguria sempre più isolata”

Regione. Due nuovi treni si vanno ad aggiungere alla “black list” dei convogli soppressi in Liguria. Questa volta a cadere sotto la “scure” di Trenitalia, saranno gli Intercity 514 e 517, in servizio tra Genova e Torino. Una decisione, condivisa con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che ha fatto sobbalzare i pendolari liguri e l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Vesco, che proprio lo scorso 7 febbraio aveva scritto alla Direzione Passeggeri Nazionale di Trenitalia per scongiurare la soppressione, sottolineando in particolare come nella tratta Alessandria-Genova non esistessero valide alternative al 517.
“Avevo evidenziato anzi la necessità – spiega Vesco -di sostenere lo sviluppo dei collegamenti InterCity ed Eurostar City per agevolare la mobilità dei cittadini sulla direttrice Ventimiglia-Genova-La Spezia e su quella che collega il nostro capoluogo con Milano e Torino”. Oggi, invece, dai vertici di Trenitalia è arrivata la comunicazione: gli Intercity 514 e 517, rispettivamente in partenza da Genova Brignole alle 18.53 con arrivo a Torino Porta Nuova alle 20.55 e in partenza da Torino alle 16.05 con arrivo a Genova Brignole alle 18.08 saranno tagliati.
“Anche questa volta – commenta Sonia Zarino, portavoce Pendolari Liguri – assistiamo a una dimostrazione di insensibilità rispetto alle reali necessità di chi usa il trasporto pubblico. Invece di aiutare i cittadini, aumentando i servizi, si adotta una politica contraria, creando di fatto le condizioni per far spendere di più”. Mezzo privato, soprattutto di questi tempi, significa fare i conti con il caro benzina e le tariffe autostradali in aumento. “Senza contare che alla fine un vero guadagno economico non c’è: tagliando i servizi, aumentano i costi sociali. Vien da pensare – sottolinea Zarino – che il Governo voglia spingere all’utilizzo dell’auto perchè, tra tasse e accise, può guadagnare meglio”.
Nel frattempo la regione, già a forte rischio isolamento infrastrutturale, subisce un altro piccolo colpo. “Di questo passo, continuando a tagliare i treni, tutta la Liguria sarà sempre più isolata – spiega la portavoce dei Pendolari Liguri – una scelta certo non lungimirante. Del resto a quanto vediamo anche per le altre problematiche, sembra che sul trasporto pubblico si navighi a vista, senza un reale programma a lungo termine. Non ci crede nessuno, né a livello nazionale né a quello locale – conclude Zarino – quando invece, con un’adeguata politica di investimenti sulla mobilità, si otterrebbe un duplice riscontro positivo: per i cittadini, in termini di servizi, e per l’economia, in termini di nuove opportunità di lavoro e proprio nel momento in cui l’industria dell’auto è in crisi”.

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