mercoledì 27 ottobre 2010

Impiego delle sanzioni a Trenitalia: bonus di un mese agli abbonati, nuovi interni dei treni regionali, wi-fi nelle stazioni, bici al seguito gratis

Si è svolto ieri a Genova, presso la sede della Regione Liguria, il secondo incontro tra l’Ass. Vesco, i Pendolari e le Associazioni dei Consumatori in merito alla definizione dell’utilizzo dei proventi delle sanzioni comminate a Trenitalia. L’incontro avveniva a seguito di una prima proposta avanzata dalla Regione, illustrata nella precedente comunicazione, in base alla quale sono state svolte una serie di considerazioni e consultazioni tra i pendolari che hanno prodotto varie richieste e proposte alternative, delle quali l’Ass. Vesco ha tenuto conto là dove ritenute condivisibili.

L’Ass. Vesco ha, in particolare, sottolineato come le risorse in discussione abbiano quale destinazione loro propria l’insieme degli utenti del trasporto pubblico, non solo alcune categorie: hanno diritto a beneficiarne gli abbonati così come gli utenti occasionali e, in genere, tutti coloro che al bonus non possono o non desiderino accedere. Questa, come si ricorderà, era anche la nostra profonda convinzione, così come siamo convinti che il bonus da solo non migliori significativamente la qualità di un trasporto pubblico che, se ben funzionante, ha un valore ben superiore sia in termini economici, sia in termini di tempi recuperati alla propria vita.

I 6.545 abbonati (tra annuali e mensili) che hanno usufruito l’anno scorso del bonus costituiscono solo una parte, seppur importante, dell’insieme dei viaggiatori ed è giusto che anche agli altri ci si rivolga se vogliamo fare un discorso serio e responsabile, non lobbystico od opportunistico.Si è meno popolari forse, io preferisco dire che si è meno populisti, e di tutto abbiamo bisogno, io credo, tranne che di populismo, che oggi è tanto di moda ma fa anche tanti danni, e crea divisioni e guerre tra poveri, tra chi ha diritto al bonus (e ne vuole sempre di più) e chi non ne ha diritto pur pagando biglietti e abbonamenti.

Gli abbonati, è bene ricordarlo, dispongono anche della Carta Tutto Treno che fu istituita su iniziativa della Regione a seguito della separazione operata da Trenitalia dei treni “regionali” da quelli “passeggeri” (gli IC, a prezzi di mercato) e permette l’utilizzo di tutti i tipi di treno. Per pagare il contributo su tale carta la Regione, nel 2009, ha stanziato 1.020.000 euro. Il costo della carta infatti è solo in parte coperto dai 150 euro annuali (o dagli 80 semestrali) che paga l’abbonato, che ne ha però un notevole beneficio. Chi parte da La Spezia, ad esempio, risparmia più di 500 euro sul costo dell’abbonamento annuo se usa gli IC e gli ES.Anche per questo ci sembra che sia giusto ed equo impiegare parte delle risorse derivanti dalle sanzioni anche per migliorie strutturali delle carrozze e delle stazioni, che vadano a beneficio di tutti quegli utenti che non ricevono il bonus né usano la Carta Tutto Treno.

Le cifre stanziate
620.000 euro : un mese di bonus a dicembre agli abbonati mensili oppure 10% dell’abbonamento annuo. Saranno a breve comunicate le modalità di richiesta del bonus e pianificata la campagna di comunicazione.

200.000 euro: completamento del revamping (nuove foderine, nuovi pavimenti, ecc.) di 70 carrozze a doppio piano (con l’aggiunta di ulteriori risorse da Trenitalia)

200.000 euro: finanziamento del software per il completamento della bigliettazione elettronica

66.000 euro: velocizzazione del treno n° 11378

25.000 euro: finanziamento della connettività wi-fi a libero accesso su 5-6 stazioni da individuare

25.000 euro: finanziamento della libera circolazione delle bici al seguito (sperimentale per un anno)

Le Osservazioni
Siamo complessivamente soddisfatti del risultato ottenuto in quanto lo riteniamo equilibrato e ripartisce le risorse in modo che una platea la più ampia possibile ne possa usufruire.Un mese di bonus, specie se lo si somma al beneficio della Carta Tutto Treno, costituisce comunque una agevolazione economicamente rilevante.
Tuttavia sappiamo che non è solo la questione economica quella che interessa gli utenti: la qualità del tempo di viaggio e soprattutto la quantità di tempo impiegata nel viaggio sono aspetti altrettanto se non più importanti.Di conseguenza poter contare su materiali rotabili in buone condizioni è un requisito fondamentale, e il voler accelerare il revamping delle carrozze vuole andare in questa direzione.
Sulla bigliettazione elettronica, il cui cespite è stato ridotto rispetto alla precedente proposta, auspichiamo che si concluda al più presto la fase di progettazione del software per poterne constatare finalmente i benefici attesi ormai da anni, sperando che nel frattempo non ci vengano tolte quelle poche integrazioni tariffarie che resistono ancora alle minacce di tagli, Trenitalia e AMT in primis, ma non solo.
Circa la velocizzazione del treno n° 11378 non solo la condividiamo in toto, ma ne abbiamo richieste altre anche per treni sulle linee di Levante e dell’Entroterra, se non con questo con il prossimo orario. Riprendendo il discorso di prima, restituire del tempo alla vita privata accorciando i tempi di viaggio ci sembra un obiettivo tra i più importanti, più del bonus diremmo, poiché al giorno d’oggi non c’è cosa più preziosa del tempo, e quello che molti di noi passano in treno è sempre più interminabile e difficilmente sopportabile.
Sulla connettività wi-fi, la avevamo richiesta già tempo fa e speriamo vivamente che si potrà concretizzare al più presto perché permetterà di accedere alle informazioni sulla circolazione in tempo reale. Si devono risolvere alcuni nodi tecnici ma l’impegno dell’Ass. Vesco è quello di arrivare ad una soluzione.
Sulla libera circolazione delle bici, infine, l’Ass. Vesco ha accolto le nostre perplessità che non volevano assolutamente sminuire l’importanza della possibilità offerta, anche in chiave turistica, ma semplicemente chiedere alla Regione di valutarne gli effetti reali. Sarà necessario fare conoscere questa possibilità agli utenti perché tale offerta abbia successo, di conseguenza Trenitalia si dovrà impegnare a pubblicizzare l’iniziativa.
Infine, rispondendo all’esigenza di rivedere, in una prospettiva futura, il meccanismo di determinazione ed erogazione del bonus, si è anche prospettata la possibilità di calcolarne l’entità in base ai disservizi riscontrati sulle singole linee, invece che sulla Regione nel suo complesso, al fine di “compensare” le maggiori criticità che si venissero a determinare. Ma questo argomento, insieme a quello, spinosissimo, della carenza di risorse dovuta ai tagli governativi, sarà oggetto di prossimi incontri.

sabato 23 ottobre 2010

Il trasporto pubblico all'anno zero mentre il paese è sempre più congestionato dal traffico

Da Affari e Finanza
L' automobile, da sola, è responsabile del 14 per cento delle emissioni serra in Europa (il 12 per cento a livello globale). Sommando gli altri sistemi di trasporto, si arriva a un quarto del totale. Sembrerebbe ovvio che, a fronte degli impegni di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, si vada a un riequilibrio del settore che premi i sistemi più efficienti, cioè quelli che inquinano meno: ferro e trasporto via mare. Ma al momento i numeri mostrano che si viaggia nell'altra direzione.In particolare in Italia.

Partiamo dal settore che è meno spesso al centro delle polemiche ma che risulta determinante per l'andamento complessivo: le merci. Rispetto al 1990, anno di riferimento per avere un pùnto di paragone su cui misurare il taglio dei gas serra, la situazione è peggiorata dal punto di vistadell'equilibrio tra le varie modalità.

Nel 1990 in Italia viaggiava su gomma, cioè utilizzava il sistema più inquinante, il 70,3 per cento delle merci, nel 2008, invece di scendere, siamo saliti al 71,9 per cento (anche se c'è un miglioramento rispetto al picco del 75,9 per cento del 2000). Negli stessi anni il trasporto su ferro è sceso dall'11,3 per cento al 9,8 per cento, mentre quello via acqua restava sostanzialmente fermo (dal 18,4 al 18,3 per cento). Non va meglio se si guarda al trasporto delle persone: nel 2007 le ferrovie italiane potevano contare solo su 50 miliardi di passeggeri a chilometro, contro i 79 miliardi della Germania, gli 80 della Francia, i 345 dell'Unione europea a l5.

Più o meno lo stesso quadro si ottiene passando dal trasporto su grandi distanze al trasporto urbano. In Italia ci sono 6 miliardi di passeggeri a chilometro contro i 10 del Regno Unito, i 13 della Francia, i 16 della Germania, i 63 dell'Europa a 15. Pochi? Non c'è da stupirsi se si pensa che tra il 1970 e il 2007 il sistema italiano delle tranvie è sceso dai 665 ai 455 chilometri, mentre quello delle metropolitane, pur quintuplicando la sua estensione, si ferma a quota 145, molto meno della rete metropolitana di una grande capitale come Londra o Parigi.

L'altra faccia di questa situazione è la crescita abnorme del numero di auto. Nel 1991 in Italia eravamo a 501 automobili per ogni 1.000 abitanti. Lo smog era già un problema molto grave e gli urbanisti avevano avvertito: macchine più pulite non bastano, bisogna rilanciare il trasporto pubblico. Mentre gran di città del centro Europa (da Zurigo a Stoccolma, da Friburgo a Copenaghen) seguivano questi suggerimenti e allentavano la morsa degli ingorghi, nei nostri centri urbani il nodo del traffico continuava a stringersi. Nel 2006 si amo arrivati a 598 macchine ogni 1.000 abitanti. Peggio di noi solo Stati Uniti (760), Lussemburgo (659), Malesia (640) e Australia (610). La media dei ventisette paesi dell'Unione si attesta a quota 463.

Non va meglio nelle città. A New York ci sono 20 macchine ogni 100 abitanti, a Copenaghen 27, a Madrid 32, a Berlino 35, a Londra 36, a Los Angeles 57, a Mi-lano 63,a Roma 76. E'una bulimia di possesso che paghiamo cara anche in termini di spazio oltre che di salute. La Legambiente ha calcolato la superficie occupata dalle 820 mila auto dei milanesi e dalle 800 mila auto dei pendolari: sono 16 milioni di metri quadrati. L'equivalente di 2.250 campi di càlcio: il 10 per cento del territorio cittadino sacrificato a un oggetto che resta inutilizzato per la maggior parte del tempo.

Sarà per questo che, secondo una ricerca realizzata da IBM nel giugno scorso sui problemi degli automobilisti pendolari e la correlazione tra traffico e stili di vita, su un campione di 8192 automobilisti in 20 tra le più importanti città a livello mondiale, è emersa una percezione generalizzata (49 per cento globale) del peggioramento del traffico negli ultimi 3 anni. Tuttavia migliorare non è impossibile: lo dimostra quello che succede a Stoccolma, Londra, New York e Los Angeles. Perfino a Pechino, assediata dal boom delle nuove auto (più 23,8 per cento nei primi 4 mesi del 2010) la situazione viene percepita in miglioramento grazie agli investimenti che stanno rafforzando il servizio pubblico e porteranno a raddoppiare entro il 2015 la rete metropolitana. A Stoccolma solo il 14 percento degli automobilisti intervistati afferma che il traffico stradale ha influito negativamente sulle prestazioni lavorative o scolastiche contro una media globale del 29 per cento.

Per quanto riguarda Milano (l'unica città italiana nel gruppo), il 41 per cento degli intervistati dice che il traffico è un problema serio e quasi il 60 per cento dei pendolari sostiene che la situazione è peggiorata negli ultimi tre anni. Per due milanesi su tre il traffico ha un'influenza negativa sulla propria salute; è la percentuale più alta tra le città dell'Unione Europea incluse nel sondaggio.

Del resto in buona parte delle città italiane si va spesso più lenti di una bici e per chi prende il mezzo pubblico la velocità quasi si dimezza: 12 chilometri all'ora a Roma, 15 a Genova. Un disastro che, come spiega Marcello Panettoni, presidente di Asstra, l'associazione delle aziende di trasporto pubblico locale, ha ragioni molto precise: «A Vienna ci sono 600 chilometri di corsie preferenziali e i mezzi pubblici viaggiano a 20 all'ora. A Roma ti sono 109 chilometri di corsie preferenziali e i mezzi pubblici viaggiano a 12 all'ora. Serve un'altra prova?

Prendiamo l'uso dei mezzi pubblici nel 2009: complessivamente è sceso del 5 per cento, ma nelle tratte protette non c'è stata flessione e spesso si è registrato un aumento. La terapia anti ingorghi è semplice: dare ossigeno ai mezzi pubblici. Peccato che in Italia si faccia il contrario. Nelle ultime due finanziarie non c'è stato un euro sugli investimenti».

Risanare il sistema a livello nazionale comporterebbe un investimento annuale di un miliardo di euro. Ma eviterebbe spese da congestione calcolate in 10 miliardi di euro solo nelle principali città.

In Italia, secondo l'Aci, il disastro traffico costa 30 miliardi all'anno in termini di ore di lavoro perse, ricoveri ospedalieri, turisti in fuga, investimenti persi, danni al patrimonio artistico. E a livello europeo l'Oms calcola che il traffico uccide ogni anno 100 mila persone e ne ferisce 2,4 milioni, mentre l'inquinamento dell'aria toglie, in media, 9 mesi di vita a ogni abitante dell'Europa a 25.

mercoledì 20 ottobre 2010

Revocato lo sciopero del 21 e 22 ottobre

Ultime notizie:
Lo sciopero del 21 e 22 ottobre è stato revocato e riprogrammato per il 18 e 19 novembre.

martedì 19 ottobre 2010

Trenitalia blinda il monopolio e noi paghiamo

Trenitalia e la sfida di Montezemolo
di Carlo Stagnaro

Separare la rete ferroviaria dall'azienda dei trasporti e introdurre un regolatore indipendente, come si è fatto per l'energia e le telecomunicazioni. La richiesta di Luca di Montezemolo al governo riflette naturalmente le speranze di Ntv, la società con cui l'ex presidente di Confindustria intende competere con Trenitalia. Ma, come spesso accade, il nuovo entrante è portatore di qualcosa di più che il suo mero tornaconto: creare condizioni finalmente concorrenziali nel trasporto ferroviario è indispensabile per garantire ai cittadini un'offerta plurale e, dunque, in prospettiva, un miglioramento di qualità e prezzi Tanto più che la questione, che solo oggi si impone con prepotenza nel dibattito politico, era da tempo oggetto di tensione, specie nel trasporto merci, dovei più piccoli competitor del monopolista pubblico lamentano una penalizzante disparità di trattamento. Il trasporto ferroviario, come altri settori, è caratterizzato dalla coesistenza di un servizio che può essere offerto a condizioni competitive, e un monopolio tecnico. Mentre la rotaia è unica, i treni che vi corrono possono appartenere a società diverse che, con differenti strategie commerciali, tentano di accaparrarsi la clientela. Il problema sorge perché la società della rete, Rfi, e quelle che erogano il servizio, Trenitalia e le sue controllate, appartengono alla holding Ferrovie dello Stato, a sua volta in mano al Tesoro. Questo crea un conflitto di interessi e una distorsione degli incentivi. Teoricamente, l'obiettivo della rete dovrebbe essere la massimizzazione del traffico; mentre Trenitalia massimizza il suo profitto ottimizzando i costi e aumentando i passeggeri e le merci trasportate. Tuttavia, mettendo assieme questi due soggetti, si apre una nuova e più seducente scorciatoia: Rfi potrebbe essere gestita in modo tale da sbarrare la strada alla concorrenza, garantendo a Trenitalia di mantenere il suo monopolio e aumentare i profitti (o limitare o nascondere le perdite) pur fornendo un servizio sub-ottimale. Per impedire che ciò si verifichi è necessaria un'attività regolatoria molto intrusiva e pesante, ma l'assenza di un'autorità indipendente la rende sostanzialmente impossibile. Non solo: a prescindere da lfatto che Trenitalia approfitti o no della sua condizione privilegiata (come sostengono alcuni concorrenti), la semplice possibilità che ciò accada agisce da deterrente. Sicché non è ridotta solo la concorrenza attuale, ma pure quella potenziale, con conseguenze negative per i viaggiatori. Ciliegina sulla torta: Trenitalia gode di un'immensa quantità di sussidi, che falsano ulteriormente il gioco concorrenziale. Tra il 2006 e il 2009, i trasferimenti pubblici a favore dell'azienda pubblica di trasporto sono cresciuti da 3,5 a 4,1 miliardi di euro, la maggior parte dei quali imputabili ai contributi di programma e al trasporto regionale (i liguri ne sanno qualcosa). La richiesta di separare la rete e liberalizzare il servizio non è dunque una fissazione da liberisti fuori tempo massimo. E l'evidenza stessa a mostrarne i benefici. Nei Paesi europei che hanno percorso questa strada, il servizio è migliorato e la domanda è aumentata di conseguenza: tra il 1995 (anno di avvio delle liberalizzazioni in Europa) e il 2009, in Italiai passeggeri sono cresciuti di poco più del 5 per cento, in Svezia di circa il 50 e in Gran Bretagna addirittura del 70 per cento. Le richieste di Montezemolo, insomma, esprimono senza dubbio la legittima ambizione di un imprenditore, ma incontrano l'interesse pubblico nel senso che fanno dissolvere un'illusione ottica. Fino a ieri, in fondo, nessuno era sceso in campo contro Trenitalia ed era facile liquidare la separazione della rete e la creazione di un'Authority come una faccenda di forma e non di sostanza. Oggi il re è nudo.

Da Il Secolo XIX, 18 ottobre 2010

lunedì 18 ottobre 2010

Scioperi ferrovie 21 e 22 ottobre

I sindacati confermano il fermo dei convogli passeggeri e merci e del trasporto pubblico locale, nell'ambito del contratto nazionale mobilità. Salvo revoche all'ultima ora, i treni italiani saranno fermi per lo sciopero proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast dalle ore 21 del 21 ottobre alle ore 21 del 22 ottobre 2010.
Le modalità d'attuazione dello sciopero sono le seguenti:
Personale esercizio ferroviario: dalle ore 21:01 del 21 ottobre alle ore 21:00 del 22 ottobre
Personale dei servizi automobilistici, lagunari, lacuali, impianti di risalita del TPL: intera prestazione del 22 ottobre (nel rispetto delle fasce orarie di servizio garantito secondo quanto comunicato a livello locale)
Impianti fissi e amministrativi di tutte le imprese: intera prestazione del 22 ottobre
Personale d'esercizio di tutte le imprese ferroviarie: dalle ore 21:01 del 21 ottobre alle ore 21:00 del 22 ottobre
Pulizie vetture e prestazioni connesse, impianti e locali: turno mattina del 22 ottobre, intera prestazione; turno pomeridiano del 22 ottobre, intera prestazione; turno giornaliero del 22 ottobre, intera prestazione; turno notturno dalle 21:01 del 21 ottobre, intera prestazione.
Manutenzioni rotabili: prestazioni giornaliere del 22 ottobre, intera prestazione.
Accompagnamento notte: personale viaggiante, dalle ore 21:01 del 21 ottobre alle ore 21:00 del 22 ottobre; personale sedentario, intera prestazione.
Ristorazione a bordo treno: personale viaggiante, dalle ore 21:01 del 21 ottobre alle ore 21:00 del 22 ottobre, durata del viaggio di andata e ritorno; personale sedentario: intera prestazione.

Lo sciopero dei mezzi di trasporto pubblico locale avverrà venerdì 22 ottobre 2010, con modalità diverse secondo le località. Ma questa non è l'unica agitazione prevista ad ottobre nel settore dei trasporti. Lunedì 25 ottobre ci saranno disagi per chi vola con le compagnie del gruppo Cai (Alitalia e AirOne), per uno sciopero proclamato per l'intera giornata da Filt Cgil, Ipa ed Avia. Ed il 29 ottobre si fermerà l'intero comparto del trasporto, con uno sciopero degli aerei e dei trasporti pubblici locali per 24 ore e delle ferrovie per otto ore.

sabato 16 ottobre 2010

Quanti abbonati hanno usufruito del bonus nel 2009

Ecco i dati forniti dalla Regione Liguria circa il numero di abbonati che hanno usufruito del bonus nel 2009:

Numero abbonati che hanno beneficiato del BONUS nell'anno 2009:

  • beneficiari annuali 1.254 (su circa 2.500 effettivi)
  • beneficiari mensili 5.291 (su circa 16.000 effettivi)
  • totale beneficiari 6.545

n° totale di utenti/giorno: 110.000 circa in Liguria (abbonati che possono accedere al bonus, utenti con abbonamento integrato Trenitalia-AMT, abbonati che vengono da fuori regione e utenti occasionali)

giovedì 14 ottobre 2010

Pendolari: non è il "bonus" che fa un migliore servizio per tutti gli utenti

Fin da quando fu istituito il “bonus” per i disservizi ferroviari, il Coordinamento dei Pendolari Liguri fu tra quelli che, pur valutandone positivamente l’istituzione, disse a chiare lettere che l’obiettivo da perseguire non era la restituzione (e neppure a tutti gli utenti, come diremo dopo) di pochi spiccioli, ma piuttosto il ritorno a livelli accettabili del servizio di trasporto pubblico.

Le risorse che la Regione utilizza per erogare tale bonus agli abbonati provengono come sappiamo dalle sanzioni comminate a Trenitalia per i tanti disservizi subiti dall’utenza, e possono per legge essere destinate unicamente ad azioni in favore del trasporto pubblico ferroviario.

Obiettivo vero quindi è sempre stato, almeno per noi pendolari, vedere investiti efficacemente i denari per ottenere concreti miglioramenti del servizio ferroviario, ed è per questo che, oltre al bonus, sono state promosse altre azioni, come ad esempio il monitoraggio delle pulizie (a seguito del quale sono stati rifatti tutti i contratti di appalto) o il revamping di decine di vecchie carrozze.
Ci sembra equilibrato dunque mantenere il bonus, ma anche insistere perché sempre maggiori risorse vengano spese (bene!) nel rinnovo e mantenimento del parco rotabile e delle stazioni.

Oggi che la Regione ha annunciato quali pesanti tagli governativi si abbatteranno nei prossimi mesi sull’insieme della mobilità pubblica, tagli che arriveranno a metterne in discussione gli stessi livelli minimi, ci sembra che sia prioritario spendere ogni risorsa in un piano di salvaguardia che sia valido per tutti gli utenti, nessuno escluso.

E’ importante sottolineare quest’ultimo aspetto, poiché il bonus non va a beneficio di tutti gli utenti del treno, ma solo di una parte: restano fuori ad esempio coloro che hanno gli abbonamenti integrati treno-autobus dell’area genovese, i pendolari che provengono da fuori regione, così come coloro che usano il treno da utenti “occasionali” ma non per questo sono meno colpiti dai disservizi.

Sono migliaia di persone che non possono ottenere neppure quel simbolico risarcimento, e che pur tuttavia non hanno meno diritto degli altri a vedersi in qualche modo riconosciuti i disagi patiti.

Il Coordinamento dei Pendolari Liguri non si è mai comportato come una lobby, in difesa di interessi particolaristici, ma ha sempre avuto ben presente l’ interesse comune di tutti i cittadini-utenti, ossia il diritto a disporre di un servizio di trasporto pubblico efficiente ed economico. Vogliamo salvaguardare il trasporto pubblico nel suo complesso, perché crediamo che sia questo il vero interesse per tutti noi.

Ottenere un mese o magari due di abbonamento gratuito può fare piacere nell’ immediato, certo, ma è davvero nel nostro interesse sottrarre risorse ad un sistema che è già in affanno? Dovremmo piuttosto chiedere che chi è preposto a fare funzionare questo sistema, lo faccia bene, impiegando con oculatezza le risorse e soprattutto esercitando le sue funzioni di indirizzo e di controllo sui gestori, Trenitalia in primis. Non ci sembra nell’interesse degli utenti focalizzare le richieste principalmente sulla corresponsione di un bonus che va a beneficio di una parte soltanto, e non, come dovrebbe essere, di tutti.

Ecco perché responsabilmente abbiamo deciso di appoggiare la proposta avanzata dalla Regione di erogare un bonus da un mese (e non due, come l’anno scorso). In cambio, chiediamo che la Regione si impegni a spendere le risorse aggiuntive derivanti dalle sanzioni per interventi di manutenzione e miglioramento dei rotabili. A titolo di esempio si potrebbe velocizzare la sostituzione dei copri sedili con guaine impermeabili che ancora non ha raggiunto la totalità delle carrozze in circolazione, o sostituire le finestre e le porte che non si aprono, o ancora rinnovare gli interni dei tanti wc ancora inagibili.

martedì 12 ottobre 2010

La Regione: bonus ai pendolari, ma si profilano pesanti tagli al servizio nei prossimi mesi

Genova – L’Ass. Vesco ha incontrato oggi pomeriggio Pendolari e Consumatori per illustrare le proposte della Regione Liguria circa l’utilizzo dei proventi delle multe a Trenitalia causate (purtroppo!) da ritardi, soppressioni e disservizi vari e con l’occasione ha anche tracciato un quadro molto preoccupante delle probabili diminuzioni di servizio dovuti al taglio delle risorse per il trasporto pubblico operato dal governo nella recente manovra finanziaria.

Saranno complessivamente 4 i miliardi per il trasporto pubblico locale che le Regioni si vedranno sottratti. Dalle prime stime la Liguria perderà dai 120 ai 150 milioni di euro, una cifra enorme in mancanze della quale il tpl rischia davvero il collasso.

Le Regioni hanno chiesto un incontro a Tremonti, che però ancora non è stato fissato, ed è molta l’inquietudine non solo tra gli utenti, ma anche tra i lavoratori delle aziende di trasporto.

I tagli al servizio, del resto, costituiscono un risparmio molto ridotto, poiché i costi delle aziende di trasporto sono costituite in primis dagli stipendi degli addetti. Per quante linee si taglino, restano i costi fissi, poco o nulla comprimibili. Salvo licenziamenti, certo: cosa davvero poco auspicabile, a nostro avviso.

La verità è che i tagli mettono in discussione gli impegni sottoscritti da Regione e Trenitalia un anno fa con il Contratto di Servizio, che verrà per questo disdettato e rinegoziato al ribasso. Questo significherà, come minimo, tagli ai treni notturni e festivi, oltre a una minore integrazione con gli altri mezzi di trasporto pubblico, che a loro volta verranno ridotti.

Il bonus nel 2009
L’anno scorso furono corrisposti 2 mesi di bonus e furono erogati 350.000 euro per acquistare emettitrici di biglietti il cui appalto è ancora in corso e che ci auguriamo verranno al più presto consegnate. Altri 350.000 euro sono stati usati per il revamping di carrozze (rifacimento rivestimenti sedute, pavimenti, pellicolature, ecc.)
Era anche stata richiesta la dotazione di connessione internet Wi-fi nelle principali stazioni, ma per ora non se ne è fatto nulla.

Sono stati in totale 637.000 gli euro di rimborsi restituiti ai pendolari abbonati, titolari di abbonamenti mensili o annuali.

Quest’anno
Sono disponibili 571.000 euro di penali+ 731.00 euro di detrazioni + 65.000 euro di residuo dell’anno scorso.

Le proposte della Regione:

  • Bonus di un mese con le stesse modalità dell’anno scorso per gli abbonamenti regionali del 2009 con le tariffe 40a e 40b; Hanno diritto al bonus tutti coloro che iniziano il viaggio in Liguria, anche se il tragitto prosegue in un’altra regione;

Le somme derivanti dalle detrazioni verrebbero usate per

  • Libera circolazione delle biciclette (ora è a pagamento) sui convogli abilitati. Somma dedicata: 50.000 euro l’anno per 4 anni, per un totale di 200.000 euro;
  • Ulteriore investimento per lo sviluppo della bigliettazione elettronica (estensione della tessera BELT dagli autobus alla ferrovia). Somma impegnata: 300.000 euro;
  • Velocizzazione del treno 11378 verso il Ponente (con il prox cambio di orario) con soppressione delle fermate metropolitane e inserimento di un treno sostitutivo. Somma impiegata: 66.000 euro.

Le nostre osservazioni
Non possiamo non condividere le preoccupazioni espresse dall’Ass. Vesco circa la vastità e gravità della sottrazione di risorse al trasporto pubblico operata dal governo. Se sarà necessario operare dei tagli, cosa altamente negativa in un sistema integrato di mobilità, raccomandiamo almeno che essi vengano effettuati avendo presente la globalità dell’offerta di trasporto pubblico, per agire su eventuali “doppioni”, ma salvaguardando e anzi potenziando gli interscambi modali, per non perdere l’effetto rete che è in grado di moltiplicare i positivi effetti e la percezione di efficienza del servizio da parte degli utenti.

Circa il bonus, il ritorno al rimborso di un mese può deludere qualcuno, rispetto all’anno passato, ma la gravità della situazione ci invita, io credo, a compiere un atto di responsabilità nel cercare di salvaguardare, il più possibile, il patrimonio comune costituito dal trasporto pubblico.

Circa la “liberalizzazione” del trasporto di biciclette sui treni, esprimiamo qualche perplessità in merito al progetto non perché non sia apprezzabile o utile, ma perché l’emergenza dei tagli ci spinge a utilizzare ogni centesimo per le cose davvero indispensabili e irrinunciabili: manutenzione, pulizie, pezzi di ricambio, ecc.

Sulla bigliettazione elettronica, speriamo che il progetto, in corso ormai da diversi anni, si concluda in tempi rapidi in modo da poter finalmente usufruire della famosa “tessera” con microchip che, ad oggi, è disponibile solo per i bus cittadini. Non vorremmo che, a progetto finito, taglia e taglia, ci rimanesse in mano solo la tessera.

Quanto alla velocizzazione del treno 11378, la giudichiamo molto positivamente e ci auguriamo che per altri treni diretti verso le zone “estreme”della Liguria sia possibile effettuare la stessa miglioria.

In conclusione: in tempi di vacche magre, occorre concentrare le risorse per far funzionare le parti essenziali della “macchina” della mobilità:

  • razionalizzazione e integrazione (non solo tagli!) dei percorsi e delle linee, curandone la manutenzione e la riparazione;
  • pulizia, nuove foderine, informazioni, integrazione tra mezzi, ecc.: che sono poi le richieste che risultano dal sondaggio che abbiamo realizzato appena l’anno scorso

L’auspicio è che, nonostante tutto, siano salvaguardati il servizio e gli utenti, che sono poi lo scopo del trasporto pubblico stesso, anche se purtroppo esso viene ogni momento messo in discussione e presentato come un lusso, invece che come un diritto di tutti i cittadini.

domenica 10 ottobre 2010

Indagine Commissione Camera su trasporto ferroviario

MERCOLEDI' 6 OTTOBRE 2010
(Il Sole 24 Ore Radiocor)

Roma, 06 ott - Verificare se l'attuale quadro di regole e' "idoneo per governare il processo di liberalizzazione", approfondire le "piu' appropriate modalita' di gestione dell'infrastruttura ferroviaria" e "valutare in quali condizioni il gruppo Ferrovie dello Stato si accinga ad affrontare la concorrenza nel settore del trasporto di passeggeri sulle tratte a lunga percorrenza". Sono gli obiettivi dell'indagine conoscitiva decisa ieri dalla commissione Trasporti della Camera sul trasporto ferroviario di merci e passeggeri.

Nel corso dell'indagine, che dovra' concludersi entro il prossimo giugno, saranno ascoltati i ""soggetti istituzionali" responsabili del settore; i rappresentanti di Regioni ed ; gli operatori a partire dalla Fs, l'Antitrust, associazioni dei consumatori ed esperti.

lunedì 4 ottobre 2010

Confcommercio: "Biglietti venduti sui binari, grazie alle Ferrovie dello Stato”

Bene l'iniziativa di Trenitalia, ma perchè non permettere l'acquisto dei biglietti direttamente in treno, quando non ci sono biglietterie aperte a terra? E poi perchè questo solo nel fine settimana? Lo ribadiamo: quando le biglietterie sono chiuse, fare il biglietto in treno è un diritto, non un favore!

La Spezia. “Ringraziamo le Ferrovie dello Stato per aver approntato un servizio di vendita biglietti ferroviari nel corso del week end appena trascorso nelle località delle Cinque Terre direttamente sui binari, una operazione che ha permesso a turisti e visitatori di non soffrire fastidiosi disagi per salire sui treni senza incorrere in sanzioni.

Continuiamo comunque a sperare che la situazione torni presto alla normalità: normalità che per la nostra opinione significa possibilità di acquisto dei tagliandi -in tutte le stazioni attraverso biglietterie funzionanti- sia per gli abitanti, sia per chi opera nelle e con le Cinque Terre sia per chi sceglie di passare qui qualche giorno o anche solo qualche ora di relax.
Il disservizio dipendente da un blocco della vendita dei biglietti sarebbe infatti di dimensioni incalcolabili”.

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