giovedì 29 luglio 2010

Stazioni fantasma, degrado, biglietterie guaste: è ora di fare qualcosa

Leggendo il dossier che, in due puntate (stazioni ponentestazioni levante), un quotidiano genovese ha dedicato alle stazioni ferroviarie della città, sottolineandone il degrado e l’abbandono, oltre alla perdita pressoché completa delle funzioni originarie (vendita biglietti, sala d’attesa, acquisto giornali, servizio bar, servizi igienici, ecc.) sorgono spontanee alcune considerazioni, che vorrei condividere:

1. La decadenza delle stazioni è iniziata dal momento in cui si è cominciato con il togliere le biglietterie e, in generale, il personale. Questo ha lasciato campo libero ai vandali che hanno iniziato la loro opera demolitrice, con gravi conseguenze per gli utenti e rendendo comunque necessarie risorse finanziarie per riparare i danni;

2. Quando RFI disse che le biglietterie sarebbero state sostituite con emettitrici automatiche, il Coordinamento avanzò subito molti dubbi e timori sul pericolo di lasciare incustodite macchine contenenti anche pochi euro, ma in locali del tutti incustoditi. Detto fatto, il servizio lo dimostra chiaramente, questa scelta si è rivelata un fallimento su tutta la linea, tanto che in orari di chiusura delle edicole non è materialmente possibile fare un biglietto a terra;

3. A volte non si può neppure timbrare, dato che anche le obliteratrici sono spesso fuori servizio;

4. RFI dà la colpa ai vandali: sta bene, ma era così difficile prevedere questo disastro? E’ antipatico dirlo, ma non l’avevamo ampiamente previsto, eppure si sono spesi soldi (pubblici) per acquistare queste macchinette sempre mal funzionanti o del tutto inservibili.

5. Appare del tutto ingiusto che a fronte di tali disservizi si continui a chiedere il sovrapprezzo per l’acquisto dei biglietti a bordo treno. Ricordo a tal proposito che sul sito di Trenitalia (http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=2f2df63b758ea110VgnVCM1000003f16f90aRCRD) sono riportati i seguenti casi in cui si possono acquistare o regolarizzare biglietti a bordo treno:
a. treni Regionali in partenza da stazioni in cui il servizio di biglietteria sia mancante qualora non siano presenti punti vendita (aperti, ndr!)
b. essere in possesso di un biglietto da convalidare e partire in stazioni in cui manchino o non funzionino le macchinette obliteratrici;

Per concludere, ci pare che torni e si rafforzi la nostra sempre valida richiesta di veder confermata all’interno del contratto di servizio (che dovrà subire alcuni aggiustamenti) la clausola che permetta di poter acquistare o regolarizzare in treno i biglietti quando sia impossibile acquistarli a terra.

Questa clausola è stata, ad esempio, inserita nel contratto della Lombardia:

“Art. 19 (tariffe)
comma 6 : (......)
- la vendita dei biglietti, per coloro che utilizzano treni in partenza in località ed orari nei quali non è disponibile un servizio di biglietteria attivo e funzionale, a sportello, automatizzato o presso una rivendita commerciale, è consentita a bordo senza sovrapprezzo, previa comunicazione spontanea al capotreno. (......)
- è ammessa la possibilità di regolarizzare a bordo i biglietti, senza sovrapprezzo, quando non è stato possibile obliterarli per mancato funzionamento delle apposite apparecchiature disponibili e raggiungibili dai viaggiatori, previa comunicazione spontanea al capotreno.”

Ci pare ragionevole chiedere che tale clausola sia applicata anche in Liguria, visto che il problema anche da noi è molto serio.

Sempre nell’articolo, si dice che nella stazione di Quarto si indicano Recco e Brignole quali luoghi “più vicini” per acquistare i biglietti!

Genova è una città sempre più frequentata dai turisti, mi chiedo davvero quanto danno di immagine provochi la vista delle nostre stazioni tanto degradate e ancor più l’impossibilità di acquistare normalmente i titoli di viaggio.

Penso che una seria riflessione andrebbe fatta anche su questo, e mi rivolgo alle diverse Amministrazioni (Regione, Provincia, Comune) che molto investono sulla promozione dei nostri territori per attirare visitatori e dare lavoro a molti: non andranno in parte vanificati questi sforzi promozionali?

Ed infine, non sarebbe meglio che fossero gli enti locali a gestire e curare le stazioni RFI, chiedendo allo Stato di assegnare a loro direttamente le risorse necessarie? Credo che i Comuni, in particolare, essendo più vicini alle esigenze dei territori, curerebbero maggiormente la manutenzione e la funzionalità delle stazioni, e non le lascerebbero, come ora, in quel triste stato di abbandono che tutti possiamo ogni giorno vedere.

domenica 25 luglio 2010

Consultare orari e percorsi dei mezzi pubblici della Liguria è oggi possibile anche in mobilità, sul proprio telefonino. Ecco come.

L’integrazione dei mezzi di trasporto pubblico è uno dei principali fattori di efficienza: il tempo-viaggio lo si deve calcolare dalla soglia di casa fino all’arrivo a destinazione, comprendendo i tempi di attesa, gli interscambi di mezzo, e tutti quegli episodi che compongono lo spostamento nel suo complesso.

Molti sono i fattori de tenere in considerazione nell’elaborare un efficiente piano della mobilità, alle varie scale territoriali (urbana, extra-urbana, provinciale, regionale, ecc.) e tra essi riveste molta importanza la possibilità di disporre delle informazioni circa gli orari e le corse dei mezzi disponibili nel territorio meta del nostro viaggio, per poter ottimizzare i nostri spostamenti in termini di tempo, e anche di denaro.

Da tempo andiamo sottolinenando l’importanza dell’integrazione tra i mezzi pubblici, e per questo abbiamo accolto con molto favore il nuovo servizio lanciato dalla Regione Liguria, e che consiste nella possibilità di consultare via internet, anche sul proprio cellulare, gli orari e i tempi di percorrenza di tutti i mezzi pubblici disponibili, siano essi bus, treni, metropolitana, battelli, funicolari.

Il servizio è in cinque lingue, e si prefigge di dare, in prospettiva, notizie in tempo reale sull’arrivo dei mezzi alle fermate.

Per usare il servizio basta disporre della connessione web e collegarsi all’indirizzo http://m.orariotrasportiliguria.it. Il funzionamento è semplice: bisogna inserire come origine e destinazione le stazioni ferroviarie, le fermate dei bus, gli indirizzi (via, numero civico, località) o punti di particolare interesse del territorio quali ospedali, musei, teatri e sedi della pubblica amministrazione. Il sistema fa il resto, elabora il percorso, segnala le coincidenze e rileva i tempi di percorrenza.
L'utilizzo e la fotografia scattata con il telefonino ai QR Codes affissi alle fermate permetterà in futuro, mediante software scaricabili gratuitamente sul proprio cellulare da Internet di conoscere l'orario di passaggio dei mezzi.

A tal proposito, segnaliamo che questo servizio “in tempo reale” è già fornito da alcuni anni su Genova per AMT da Google Maps, il cui software si può scaricare gratuitamente (http://maps.google.it/intl/it/mobile/maps/index.html ) sul proprio telefono portatile.
Con Google Maps si possono ottenere indicazioni di trasporto pubblico dettagliate, trovare fermate dei mezzi di trasporto pubblico nella zona in cui ci si trova, consultare informazioni e orari dei mezzi di trasporto pubblico.

E’ particolarmente utile, ad esempio, poter scegliere tra itinerari pedonali, su auto oppure con mezzi pubblici. Di tutti viene indicato il tempo di percorrenza, e per i mezzi pubblici gli orari di passaggio alle fermate e gli eventuali cambi

E’ possibile anche visualizzare i percorsi prescelti sulla mappa e usare il telefonino come una cartina virtuale.

Entrambi i servizi presentano aspetti favorevoli e rivelano delle potenzialità davvero notevoli, ne auspichiamo perciò lo sviluppo e l’estensione, specie per quel che riguarda la fornitura di informazioni in tempo reale (orari di transito, ma anche informazioni sul traffico, incidenti, blocchi, ecc.).

Il giudizio finale? Da provare, senza alcun dubbio!

sabato 24 luglio 2010

Annunci contraddittori: tra una corsa e l'altra un anziano cade e si ferisce

Torno a scriverle per raccontare l’avventura di cui sono stata protagonisti ieri pomeriggio con i colleghi pendolari della linea Acqui Terme - Genova.

A parte il fatto che da un po’ di tempo il diretto delle ore 17,04 da Genova Brignole per Acqui Terme è in ritardo, ieri sembrava che nessuno sapesse da quale binario farlo partire.

Ci hanno fatto trasferire quattro o cinque volte (ho perso il conto) dal binario 5 al binario 2 perché ogni minuto l’altoparlante annunciava il treno su un binario diverso!!!!!!

E “finalmente” è successo: un signore anziano, durante un passaggio tra marciapiedi, è caduto sulle scale mobili, ha subito un trauma per fortuna non eccessivo ma è stato necessario chiamare il 118 e la polizia ferroviaria.

Ormai l’arrabbiatura mi è passata però sarei felice di sapere che il responsabile dei servizi informazione ai treni ha “pagato” in qualche modo per il danno arrecato ai “clienti” che non si accontentano più di un semplice “.. ci scusiamo per il disagio..”.

Cordiali saluti

T. S.

P.S.
Poi siamo finalmente partiti, in ritardo, ma non ricordo da che binario…………..

sabato 17 luglio 2010

Il treno nuovo? Ha già 4 anni di ritardo.

"È inammissibile il ritardo di Trenitalia nella consegna del quartoVivalto finanziato dalla Regione che doveva essere immesso in servizio nel 2006. Soprattutto alla luce delle carenze dell'attuale servizio. Purché ci venga consegnato immediatamente e sia ad alta capacità siamo disponibili a ricevere anche un altro tipo di treno" scrive l'assessore regionale ai trasporti, Enrico Vesco, a nome dellaRegione Liguria in una lettera indirizzata a Giancarlo Laguzzi e aMarco Pagani, responsabili della divisione passeggeri regionale di Trenitalia, a seguito del protrarsi dei ritardi nella consegna del convoglio ad alta capacità destinato alle tratte più frequentate della Liguria.

"I quattro Vivalto, frutto di una convenzione siglata tra Regione Liguria e Trenitalia nel 2005 - scrive Vesco - dovevano essere consegnati nel 2006, ma sono passati 4 anni e parte della fornitura non è ancora stata conclusa".

I 4 treni a doppio piano per un totale di 20 carrozze avrebbero dovuto essere operativi nel 2006, ma il primo è stato consegnato soltanto nel 2007, mentre il secondo e il terzo Vivalto nel 2009 a fronte di un pagamento puntuale del contributo regionale previsto di 5,3 milioni di euro per la totalità dei convogli pari al 25% del costo complessivo di circa 20 milioni e un finanziamento a convoglio di circa 1,4 milioni di euro.

"Di fronte a queste inadempienze da parte di Trenitalia - spiegaVesco - chiediamo che venga immesso in servizio al più presto l'ultimo treno Vivalto, perché un ulteriore ritardo nella consegna non solo continuerà a penalizzare l'utenza con un servizio di scarsa qualità, ma vanifica anche gli impegni finanziari della Regione".

Proprio per velocizzare la consegna l'assessore Vesco sottolinea inoltre come "per chiudere la lunga procedura siamo disponibili anche a prendere in considerazione un altro tipo di treno diverso dal Vivalto, a patto che venga mantenuta la caratteristica dell'alta capacità".

Treni come forni, un esposto all’Asl

Sui convogli in partenza da Ventimiglia l’aria condizionata non funziona almeno sino a Taggia, per problemi alle centraline elettriche, e con il caldo di questi giorni la situazione è insopportabile. Esposto del consigliere regionale Scibilia all’Asl.

I treni? Da Ventimiglia almeno sino a Taggia, complice il caldo di questi giorni ma anche a problemi di alimentazione dell'energia elettrica mai risolti, sono dei veri e propri forni. Lo denunciano da tempo passeggeri ed addetti ai lavori, che temono addirittura possibili malori da parte degli utenti. E lo contesta con forza anche il consigliere regionale del Pd Sergio Scibilia, il quale nelle scorse ore ha scritto all'Asl sollecitando controlli ed un intervento presso le Ferrovie: «Perché qui non solo si fornisce un disservizio - sottolinea - ma viene a mancare la tutela dell'igiene e della salute pubblica. Con responsabilità che, a questo punto, potrebbero essere anche di natura penale».

A spiegare che cosa succede e cosa trasforma in veri e propri forni i vagoni ferroviari, con gravi rischi soprattutto per chi soffre di alcune patologie, sono gli stessi addetti ai lavori, che il problema lo denunciano da anni. Di fatto, semplificando la questione tecnica, la responsabilità di quanto accade è legata al fatto che le linee italiane e francesi sono alimentate in modo diverso. Quelle italiane funzionano a tremila volt, quelle francesi a 1500. Da qui, l'inghippo. Perché i treni che partono da Ventimiglia, ricevono la tensione necessaria a far funzionare gli impianti, dell'aria condizionata ma anche del riscaldamento, solo dopo alcuni chilometri. E, di fatto, iniziano a funzionare solo una volta arrivati all'altezza della stazione di Bordighera. Ovvio che se all'interno delle vetture ci sono oltre 45 gradi, prima che l'aria diventi respirabile devono passare diversi minuti.
«Ma la cosa più grave - accusano ancora gli utenti - è che negli anni Novanta si sono spesi fior di milioni per allestire alla stazione di Ventimiglia delle colonnine a 3000 volt che potrebbero benissimo risolvere il problema. Il fatto è che in tutti questi anni non sono mai stati usati o tantomeno revisionati. E oggi sono praticamente inutilizzabili».
cr_banner('32');
Da qui la decisione del consigliere regionale del Pd Sergio Scibilia di intervenire direttamente presso la Asl, con un dettagliato esposto: «Chiedo all'Asl, chiamata a vigilare sulla salute pubblica, di intervenire anche sui treni. Noi sappiamo che per una serie di problemi tecnici, tutti i treni che partono da Ventimiglia non riescono ad entrare a regime, a causa di questioni legate all'alimentazione elettrica, se non dopo diversi chilometri. Il risultato? Spesso gli effetti del raffreddamento si sentono solo alle porte d'Imperia. Le temperature sono altissime. La gente si sente male. Per non parlare dei cronici problemi legati alla pulizia dei convogli, che ovviamente vengono ulteriormente peggiorati con il caldo».
L'esposto si rifà al fatto che i treni sono un servizio pubblico e che queste disfunzioni di fatto lo mettono a repentaglio: «Come si può parlare di servizio pubblico in queste condizioni? Di fatto si mette a rischio la salute della gente. E per questo occorre un intervento mirato che obblighi Trenitalia a rispettare il contratto che ha stipulato».
Oltre agli utenti, risente dei disagi anche il personale delle Ferrovie. Senza contare che, complici i problemi di alimentazione elettrica, eventuali guasti agli impianti rischiano di essere scoperti solo quando il treno è ormai partito.

giovedì 15 luglio 2010

Manovra, la stretta sui pendolari: 740 mila senza bus e treni

da La Repubblica

Indagine della Associazione trasporti dopo i sacrifici imposti alle Regioni. Rischiano di scomparire tra i 10 mila e i 20 mila posti di lavoro.
L'alternativa ai tagli: biglietti più cari del 36%


di LUCIO CILLIS

ROMA - Meno bus e metro o aumenti di biglietti e abbonamenti compresi tra il 36 e il 72%. La manovra che stringe il collo agli Enti locali, rischia di ridurre ai minimi termini il trasporto pubblico e lascia solo due alternative alle aziende: la riduzione del servizio o un ritocco record delle tariffe.

Secondo l'Asstra, associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico, potrebbero scendere dagli autobus, dalle metropolitane, dalle ferrovie locali oltre 270 milioni di passeggeri ogni anno, pari a circa 740mila persone al giorno.

In gran parte sono pendolari e studenti che di fronte ai tagli e ai rincari, potrebbero scegliere di abbandonare i mezzi pubblici preferendo quelli privati, andando così ad ingrossare il già folto esercito degli automobilisti che ogni giorno si infilano nel traffico contribuendo all'inquinamento delle grandi aeree urbane.

Se il dimagrimento previsto dalla manovra imporrà a regime una riduzione pari al 10% delle risorse per il trasporto pubblico girate alle Regioni (e a cascata a Comuni e Province), si potrebbe arrivare ad un calo parallelo di 196 milioni di km in meno percorsi all'anno per autobus e metro e di 3,9 milioni di treni/chilometro in meno per le ferrovie regionali, esclusa Trenitalia. Ma la sforbiciata al settore potrebbe essere molto più pesante e rendere plausibile una diminuzione delle risorse del 20% per il servizio oggi offerto alla collettività.

In questo caso la rimodulazione delle linee registrerebbe un saldo negativo di 392 milioni di chilometri offerti nel trasporto locale e meno 7,8 milioni di treni/chilometro. "I tagli previsti dalla manovra sono la condanna a morte del sistema dei trasporti pubblici locali come lo conosciamo oggi in Italia" spiega Marcello Panettoni, presidente di Asstra, "la nostra è una previsione né fosca, né terroristica, né tantomeno politica, ma solo realistica e concreta affinché la politica e i cittadini sappiano a cosa si va incontro".

In queste ore le aziende stanno pensando ad un piano "B" che non penalizzi i passeggeri: ma l'unica strada praticabile passa per un aumento delle tariffe. E che aumento: se la manovra ridurrà le risorse del 10%, le aziende saranno costrette a incrementare le tariffe del 36%. Ad esempio, un biglietto a tempo che oggi costa 1,04 euro schizzerebbe a 1,40.

Un abbonamento mensile passerebbe, (nell'ipotesi di un taglio del 10%) da 32 a 43,50 euro con un aggravio pro-capite di 130 euro l'anno. Tutti valori che potrebbero raddoppiare nell'ipotesi di una riduzione delle risorse al 20%.

Ma l'impatto della manovra potrebbe avere anche delle ripercussioni sul personale in forza delle aziende: se le risorse caleranno del 10% ci saranno 9.860 dipendenti in meno a livello nazionale, dei quali 8.120 addetti alla guida. Il doppio, nel caso di un taglio del 20%. Il dimagrimento forzato degli autoferrotranvieri sarebbe del 7,2% nei servizi urbani e dell'8,9% nei servizi extraurbani e ferroviari. Nel dettaglio, rischiano il posto tra i 40 e gli 80 addetti a Bari, fino a 256 a Firenze e sono a rischio licenziamento fino a 1100 dipendenti Atm e fino a 750 lavoratori delle Ferrovie Nord a Milano. A Roma (Cotral) nel mirino ci sono dai 271 ai 542 addetti, tra i 422 e gli 880 a Torino e tra i 242 e i 511 a Napoli.

lunedì 5 luglio 2010

parti dopo per...arrivare allo stesso momento

Non è la prima volta che mi accorgo di questa stranezza, ma è assai fastidiosa. Stamani il treno 11258 diretto a savona è stato annunciato con 10 minuti di ritardo che, cronometro non FS alla mano si sono trasformati in 20 (ovviamente non dichiarato da alcun avviso). L'arrivo alla stazione di Genova brignole è stato alle 7.58....esattamente come quando si parte alle 7.01....
Hanno accorciato il percorso e non lo sappiamo?
Il treno ha preso una scorciatoia?
Oppure è davvero possibile diminuire la velocità della tratta senza tanti discorsi??

Condividi