mercoledì 30 giugno 2010

Ferrovie, Italia deferita alla Corte Ue. MC: necessaria Authority indipendente

La Commissione Ue ha deferito l'Italia in Corte europea di giustizia, insieme ad altri 12 Stati membri, per non aver ancora applicato correttamente o integralmente la legislazione comunitaria di base per la liberalizzazione dei servizi ferroviari (il cosiddetto 'primo pacchetto ferroviario'). L'Esecutivo comunitario considera che nei paesi deferiti alla Corte non è sufficientemente garantita l'indipendenza dell'organismo di gestione della rete ferroviaria (questo è il rilievo che viene mosso, in particolare, all'Italia) oppure non sono attuate in modo adeguato le disposizioni sulla tarifficazione dell'accesso alla rete, o ancora non è stato creato un organismo regolatore indipendente. In Italia, l'organismo di gestione della rete ferroviaria è la Rfi (Rete ferroviaria italiana), che è controllata dalle Ferrovie dello Stato.

"Da tempo sollecitiamo la creazione di un'Authority indipendente per il settore dei trasporti, visto il fallimento della regolazione ad opera del Ministero dei Trasporti" spiega Monica Multari, responsabile del settore Trasporti del Movimento Consumatori che aggiunge: "Il trasporto ferroviario in Italia è gestito in completa anarchia dall'operatore monopolista, Ferrovie dello Stato S.p.A., a causa del conflitto di interessi esistente per la concentrazione, a livello governativo, delle funzioni di finanziatore, azionista (Ministero dell'Economia e delle Finanze), cliente e regolatore (Ministero dei Trasporti)".

lunedì 28 giugno 2010

Strage di Viareggio, un anno dopo Matteoli: «Non ci sarò, non gradito»

Il ministro assente alle celebrazioni ufficiali dopo le proteste di alcuni familiari delle vittime

VIAREGGIO – La richiesta dei familiari delle vittime era stata netta: “Il ministro Altero Matteoli non venga alla cerimonia di commemorazione della strage. Non è persona gradita”. E il motivo lo avevano spiegato senza giri di parole durante alcune iniziative pubbliche: “E’ stato un difensore dell’Ad delle Ferrovie, Mauro Moretti”, anche lui persona sgradita in città. Adesso alla vigilia delle cerimonie che ricorderanno le 32 vittime a un anno dal disastro (29 giugno) il ministro Matteoli ha annunciato che non sarà a Viareggio e non prenderà parte a nessuna manifestazione.

LA LETTERA - La notizia della rinuncia il ministro alle Infrastrutturel’ha affidata a una lettera scritta al sindaco di Viareggio, Luca Lunardini (Pdl). ''Avevo accolto volentieri il Suo invito alla giornata commemorativa che si tiene domani a Viareggio in occasione del primo anniversario del disastro ferroviario che causò 32 morti, numerosi feriti, danni e distruzioni. – scrive Matteoli -. E doverosamente era mia intenzione parteciparvi in rappresentanza del Governo. Mio malgrado e pur con la coscienza assolutamente tranquilla riguardo ai rilievi che mi vengono mossi, devo tener conto dell'avviso contrario alla mia presenza manifestato da un comitato, seppur minoritario, delle famiglie delle vittime e, pertanto, non sarò presente, nel rispetto di tale valutazione''. Nella lettera Matteoli spiega inoltre di non voler “essere motivo di divisione né di turbamento in un momento in cui devono prevalere i sentimenti di solidarietà per il dolore delle famiglie delle vittime ed il rispetto per il ricordo di chi ha perso la vita”. E infine assicura al primo cittadino di Viareggio l’azione del governo “tesa a far fronte alle conseguenze del disastro e che già ha raggiunto importanti risultati”, che “proseguirà” per completare nei tempi più rapidi il quadro di tutti gli interventi previsti e concordati”. Il sindaco di Viareggio Lunardini ha detto di “apprezzare moltissimo la sensibilità dimostrato dal ministro “frutto dell’affetto che prova per la nostra città”. E ha aggiunto: “Una buon parte dei percorsi positivi della ricostruzione sono merito suo e bisogna essergli riconoscenti”. E la richiesta dei familiari al ministro di non essere presente all’anniversario? “Bisogna capire lo stato d’animo di persone che hanno subito lutti così grave – ha detto Lunardini -. In questo caso l’emotività non può che superare la razionalità degli eventi”.

I PARENTI - Daniela Rombi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, ribadisce: “Matteoli e Moretti non sono persone gradite. Il ministro ha difeso con tutte le sue forze Moretti come amministratore delegato delle Ferrovie e solo per questo non merita la nostra fiducia. Oltretutto ci ha definito comitato minoritario cosa non vera perché siamo un’associazione onlus molto numerosa. E comunque anche la richiesta fosse stata di un solo familiare avrebbe dovuto avere uguale rispetto”.

IL GIURAMENTO DI IBI - Intanto a Viareggio ci si prepara al ricordo. Con le preghiere e le testimonianze allo stadio comunale, un corteo con fiaccolata per le vie del centro sino a raggiungere via Ponchielli distrutta dall’esplosione e anche un giuramento tutto speciale. Quello di Ibtissam Ayad, detta Ibi, la ragazza marocchina di 21 anni unica superstite della sua famiglia nella strage. A mezzogiorno del 29 giugno la ragazza, che si è appena sposata ed ha ottenuto la cittadinanza italiana, giurerà sulla Costituzione che le è stata donata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nell’esplosione Ibid ha persono padre, madre e due fratelli. Oggi dice di voler ricominciare dalla famiglia ma chiede anche giustizia: “Desidero avere quattro figli e conoscere i responsabili che hanno distrutto la mia famiglia e provocato la morte delle altre persone che abitavano in via Ponchielli”, dice Ibi. In via Ponchielli all'ora dell'esplosione, le 23,48, ci sarà un blackout di un minuto e un treno passerà e suonerà la sirena in ricordo delle 32 vittime.

UN MURO POTEVA SALVARE MOLTE VITE? - Intanto si torna a parlare del muro di recinzione chiesto dagli abitanti delle strade vicine al luogo dell’esplosione alle Ferrovie già dal 2001. Come aveva rivelato il Corriere della Sera il giorno dopo la strage, c’erano state petizioni inascoltate firmate pure da cittadini che sarebbero rimasti uccisi dall’esplosione. Del caso si sta interessando anche la procura di Lucca. Forse il muro se costruito avrebbe potuto salvare qualche vita umana.

Marco Gasperetti

giovedì 24 giugno 2010

La manovra finanziaria taglia il trasporto pubblico e mette le mani nelle tasche dei pendolari: facciamoci sentire!

La manovra finanziaria taglia il trasporto pubblico e mette le mani nelle tasche dei pendolari
Si profilano tagli pesanti ad un settore vitale come quello dei trasporti pubblici, che rischia di essere falcidiato in modo indiscriminato e di lasciare a terra centinaia di pendolari: è ora di farsi sentire manifestando il proprio dissenso nei confronti di chi sta decidendo in questi giorni del nostro destino. Inondiamo ogni giorno Governo e Ministeri dell’Economia e dei Trasporti di e-mail di protesta, stampiamo e diffondiamo il logo anti-tagli: da soli non otterremo nulla, ma se saremo davvero tanti la nostra voce dovrà essere ascoltata!


Riassumendo: fino a poco tempo fa in Italia la crisi non c’era o era già alle spalle, oggi scopriamo invece che è sulle nostre spalle, e che non sono stati i banchieri e i finanzieri furbetti a causare la catastrofe, ma il sistema del welfare che tutto il mondo non europeo ci invidia, ossia i servizi pubblici quali la scuola, la sanità, le pensioni, i trasporti pubblici!!!

E allora? Via con i tagli, che all’improvviso sono diventati urgenti, anzi urgentissimi! Tagli ai servizi, certo, non agli sprechi! Tagli ai trasporti pubblici, ma non ai voli di Stato, che sono invece aumentati negli ultimi anni.

Il fatto è che la manovra che il Governo si accinge a varare colpisce duramente il trasporto pubblico locale. Nel biennio 2011-2012 il taglio stimato dalla Regione Liguria è di ben 131 milioni, e se sarà confermato rischia di mettere a rischio l'intero sistema.

Questi tagli toglierebbero circa il 30% di contributi al trasporto pubblico locale: un colpo “insostenibile”, secondo l'assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco: “Non è possibile razionalizzare i costi tanto da ridurli del 30%”, anche perché, per circa due terzi, pagano gli stipendi del personale”.
Come a dire: i costi fissi sono incomprimibili, si rischia solo di azzerare il servizio agli utenti.

Si tratta, secondo Vesco, di “aumentare le tariffe o tagliare le linee, ma si tratta di misure inaccettabili in Liguria”. Questo lo pensiamo anche noi, anche perchè per coprire le risorse sfilate dalla manovra occorrerebbe aumentare le tariffe di circa il 50%, una vera enormità, specie a parità di (dis)servizio.
L'altra via è sfoltire le linee, che lungo la costa sono indispensabili ai 100.000 utenti che ogni giorno vi transitano. Anche i collegamenti su gomma tra i piccoli centri dell'entroterra e la costa sono già ridotti all'osso e contano poche corse al giorno.

A Genova, si parla di un taglio al trasporto pubblico locale di 15-20 milioni di euro: “Per i mezzi pubblici la manovra significa 3.400 chilometri di percorso in meno sui 30 mila chilometri attuali”, ha spiegato la sindaco Marta Vincenzi, “il taglio di 560 giovani autisti e di 380 impiegati di Amt. In pratica licenziamo tutti", ha concluso Vincenzi, che ha sottolineato che così sparirebbero i comuni "come imprese e come fornitori di servizio rischiando di ridursi, se va bene, a fornitori di qualche documento". Intanto qualcuno già parla di un possibile aumento del prezzo del biglietto a 2,80 euro.Amt ha annunciato nei giorni scorsi tagli alle corse da lunedì 11 gennaio, soprattutto delle linee costiere. Questo è quanto prevede il nuovo orario invernale di Amt.

Che fare?
Come appare evidente, la manovra così concepita metterà pesantemente le mani delle tasche degli italiani, che dovranno farsi carico in prima persona dei tagli ai servizi e spendere molto di più per andare a lavorare o mandare a scuola i figli.

A questo punto occorre mandare un messaggio forte e chiaro a chi si accinge a prendere decisioni gravi sul nostro futuro, e far sapere a chi di dovere la nostra contrarietà di cittadini e di utenti del trasporto pubblico a questa manovra che chiede sacrifici ai soliti noti, mentre non taglia gli sprechi e tanto meno taglia risorse all’alta velocità che è usata, come sappiamo, da manager e politici mentre è pagata da tutti noi.

Facciamoci sentire: anche un piccolo gesto, se ripetuto da tanti, può ottenere dei risultati veri
Mobilitiamoci, non restiamo passivi di fronte al disastro che si sta profilando all’orizzonte. Iniziamo con alcune azioni semplici e coinvolgiamo le nostre famiglie, gli amici, tutti coloro che hanno a cuore uno stato sociale che funzioni veramente: un modo concreto per fare la nostra piccola e grande battaglia di civiltà.

  1. Una e-mail al giorno toglie i tagli di torno!
    Mandiamo ogni giorno una e-mail al Presidente del Consiglio Berlusconi, al Ministro dell’Economia Tremonti, al Ministro dei Trasporti Matteoli per chiedere di non tagliare il trasporto pubblico. Basta un testo anche molto semplice, ad esempio:

    “Signor Primo Ministro, Signor Ministro dell’Economia, Signor Ministro dei Trasporti, siamo i milioni di pendolari che ogni giorno utilizzano il trasporto pubblico.
    Poter contare su un servizio efficiente è per noi un indispensabile aiuto economico che la minaccia dei tagli verrebbe a far pesare in modo intollerabile sulle nostre economie domestiche, già provate dalla crisi.
    Chiediamo che il Governo Italiano non tolga le indispensabili e già scarse risorse al trasporto pubblico, e tagli gli sprechi ma non i livelli di servizio ai cittadini.”

    Firmato (Nome e Cognome)

    Gli indirizzi a cui mandare l’e-mail sono:
    redazione.web@governo.it
    ufficio.stampa@tesoro.it
    segr.cg.iafolla@mit.gov.it

    2. Stampa, ritaglia, incolla! L’adesivo anti-tagli.
    Abbiamo predisposto un logo speciale contro i tagli, lo potete scaricare e stampare su carta adesiva e appiccicare su borse, magliette, ecc., oppure su un semplice foglio di carta da distribuire ad amici e parenti ed esporre ovunque sia visibile.

Noi non abbiamo (né vogliamo) sovvenzioni da nessuno, per cui chiediamo l’aiuto di tutti per realizzare questa forma di protesta e di richiesta di attenzione intorno ad un problema che riguarda tutti i cittadini.
Diamoci una mano! C’è bisogno di tutti, e soprattutto non stanchiamoci di chiedere che i nostri diritti siano rispettati: noi lavoratori paghiamo le tasse, non è giusto che siamo solo noi a pagare gli errori e gli sprechi di chi non ha saputo amministrare la Cosa Pubblica!

sabato 19 giugno 2010

"....la stazione è sorvegliata da telecamere...."




Stazione Sestri L. 18-6-10.Una persona è a terra nell'atrio, davanti all'accesso al bar. Nell'arco di tempo tra le 7 e le 7.30 (il 2291 aveva da Ge Principe accumulato un ritardo di ben 20'...) nessun addetto preposto alla sicurezza interviene. Preciso che con altri pendolari ci siamo da subito accertati che il soggetto non fosse in pericolo di vita. Abbiamo voluto "testare" il grado di controllo e di intervento in caso di emergenza e necessità in una stazione di una certa entità. Non sappiamo da quando il soggetto fosse in quella posizione e per quanto ci è rimasto ancora. Sicuramente dalle 7 alle 7.30 (orario di grande afflusso di pendolari).

giovedì 17 giugno 2010

Manovra, tagli al trasporto ferroviario pendolare

Legambiente: “A rischio un treno su due per i pendolari.
Saltano i contratti di servizio in tutte le Regioni”.


Per Legambiente, la protesta delle Regioni contro i tagli per i treni pendolari contenuti nella manovra del Governo non solo è comprensibile, ma addirittura insufficiente a far comprendere l’effetto che le decurtazioni avrebbero per i cittadini italiani che ogni giorno prendono il treno per ragioni di lavoro o di studio. L’associazione ambientalista ha analizzato i numeri della manovra che riguardano i pendolari che viaggiano in treno, e questi dati sono semplicemente scioccanti: rispetto all’anno in corso, il taglio complessivo delle risorse per il servizio ferroviario è del 53%, quello a Trenitalia del 67%.

Infatti, il taglio in materia di “Servizi ferroviari di interesse regionale e locale in concessione”, previsto all’allegato 1 della manovra, è pari a 1.223 milioni di euro per l’anno 2011, di cui 1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari. Se si considera che per questa voce del bilancio dello Stato, che garantisce i treni in circolazione nelle Regioni, la cifra nel 2010 era pari a 2.287 milioni di cui 1.748 milioni a Trenitalia e 539 agli altri concessionari, si comprende come quella che si profila è una vera e propria ecatombe del servizio ferroviario pendolare nel nostro Paese.

“Ma Tremonti e Matteoli hanno idea dell’effetto che la manovra provocherà a partire dal 2011 nelle città italiane? - chiede Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente. Il Governo deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro o di studio quali soluzioni alternative hanno in mente per loro. Con meno di metà delle risorse rispetto a quest’anno come si può pensare di far funzionare il servizio?”.

Legambiente lancia un allarme rivolto a tutti i pendolari d’Italia per far sentire forte la protesta contro una decisione che determinerebbe degli effetti sociali e ambientali drammatici, perché meno treni significa più auto in circolazione, città più congestionate e inquinate, ancora più disagi per i pendolari che già troppi ne soffrono su treni spesso vecchi e affollati.

Inoltre, nella manovra questi tagli sono definiti con chiarezza per le singole voci per il 2011, ma è già previsto che continueranno per il 2012 e 2013. Per i pendolari è un’autentica beffa, perché a partire da quest’anno si dovevano cominciare a vedere i miglioramenti, tanto attesi nelle città e nelle Regioni italiane, che i nuovi Contratti di servizio con 6 anni di durata dovevano garantire. Ma con i tagli rischiano di essere cancellati tutti gli accordi già firmati. E Legambiente evidenzia come altri tagli siano spalmati su diverse voci che riguardano il servizio di Trasporto Pubblico Locale, per un totale di ulteriori 217 milioni di Euro, mentre nessuna risorsa è tolta ai finanziamenti della Legge Obiettivo. “Una scelta semplicemente assurda – aggiunge Zanchini -. Si cancellano i treni in circolazione nelle città mentre si continua a finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche nuove autostrade e strade. Non sono certo questi gli investimenti che servono a portare l’Italia fuori dalla crisi, tantomeno quando si tagliano i servizi essenziali”.

Il Governatore del Piemonte Cota si è detto rassicurato da Tremonti, che garantirebbe attenzione alle Regioni virtuose, invitandole a coprire gli eventuali buchi. Per Legambiente le “rassicurazioni” di Tremonti sono un modo di mischiare le carte: con questi numeri a disposizione semplicemente sarà impossibile, anche in Piemonte, garantire il servizio attuale, figuriamoci i miglioramenti che queste si sono impegnate a realizzare con i contratti di 6 anni firmati nel 2010 quasi ovunque con Trenitalia.

I contratti di servizio in vigore e i tagli del DDL dal 2011


Nella tabella è riportato l’ammontare del contratto di servizio per le Regioni italiane con Trenitalia nel 2010 e quelle a disposizione nel 2011 secondo la manovra del Governo. I tagli alle Regioni sono calcolati secondo i parametri di proporzionalità stabiliti con la Legge di trasferimento dei poteri in materia di trasporto ferroviario alle Regioni (la cosiddetta Legge Bassanini, la Legge 59 del 1997).


Gli stanziamenti aggiuntivi delle Regioni per il Contratto di servizio

Nella tabella sono indicate le cifre che le Regioni hanno stanziato come risorse aggiuntive rispetto al Contratto di Servizio 2010. Come è evidente nessun intervento da parte delle Regioni potrà recuperare i tagli. Non è quindi un caso che le Regioni abbiano definito in maniera unanime il Decreto “incostituzionale perché vengono tolti i soldi ma non le funzioni e questo contraddice quanto disposto dalla Corte Costituzionale”.

mercoledì 16 giugno 2010

I pendolari scrivono a Napolitano: ingiusta la nomina di Moretti a cavaliere del lavoro

Appresa la notizia della nomina dell'ing. Moretti a cavaliere del lavoro, molti comitati di pendolari si sono chiesti: ma cosa ha fatto questo signore di tanto significativo a beneficio della comunità? Ha risanato le ferrovie ma al prezzo di smantellare il trasporto dei pendolari, chiudendo stazioni e biglietterie, tagliando linee e riducendo le risorse per manutenzioni e pulizie. Potremmo dire che l'operazione è riuscita, ma il paziente è in coma. E allora, lo scopo del gruppo FS (posseduto al 100% dallo Stato, ossia da tutti noi) è quello di fare utili o di trasportare i cittadini, con costi accettabili e senza sprechi? Non sarebbe più giusto offrire il cavalierato a chi riuscisse ad offrire agli utenti un trasporto pubblico davvero efficiente? Insieme ad altri comitati, abbiamo inviato una lettera al Presidente Napolitano per significargli il nostro sconcerto e il senso di rinnovata ingiustizia da noi provato.

Lettera aperta dei pendolari italiani al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Presidenza della Repubblica Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 Roma

Milano, 10 giugno 2010
Illustrissimo Presidente,
Abbiamo appreso con grande stupore che lo scorso 1° giugno l’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato SpA ing. Mauro Moretti è stato da Lei nominato Cavaliere del Lavoro.

Non discutiamo i risultati ottenuti da Moretti riguardo al risanamento del bilancio di FS SpA e all’avvio dell’alta velocità, ma crediamo che siano ben note a tutti le condizioni del trasporto ferroviario universale, ovvero quei treni regolamentati dai vari Contratti di Servizio stipulati con le regioni (treni regionali) o dal Contratto Nazionale per il trasporto universale a media lunga distanza (treni IC).

Nei tre anni di gestione Moretti i treni utilizzati da milioni di pendolari ferroviari italiani (il 90% dell’intero traffico ferroviario nazionale) hanno subito peggioramenti in termini di condizioni di viaggio, puntualità, tempi di percorrenza, pulizia, decoro e prezzi.

Nel nostro Paese, purtroppo, ormai viaggiano due Italie: una coccolata sulla rete ad alta velocità e un’altra vessata sulle linee tradizionali. A noi tutto ciò appare come una grave ingiustizia e, contestualmente, la nomina di Moretti a Cavaliere del Lavoro ci sembra incongruente con la finalità che dovrebbe essere alla base del conferimento dell’onorificenza, ovvero aver realizzato qualcosa a beneficio dell’intera comunità nazionale.

RibadendoLe l’infinita stima che riponiamo nella Sua figura e nel Suo ruolo, ci rimettiamo ad un Suo cortese riscontro per meglio capire le motivazioni che l’hanno indotta a tale nomina.
Ossequiosi saluti.


Abbonati Genova-Milano


Coordinamento dei Pendolari Liguri


Associazione Pendolari Novesi


Associazione Pendolari Piacenza


Associazione Pendolari dell'Acquese


Comitato Spontaneo Torino-Milano


Associazione Pendolari della Valdarda


Coordinamento Pendolari di Pavia e Provincia (Oltrepò, Lomellina, Pavese)


Il Pollo Nord (sito di resistenza pendolare)


Pendolari Napoli-Roma


Coordinamento dei Comitati Pendolari Regione Lombardia


Comitato Pendolari Siciliani


Coordinamento Pendolari Messina, Catania, Siracusa

lunedì 14 giugno 2010

Restyling delle carrozze, ma cosa c'è "sotto"?

Recentemente Trenitalia ha presentato alla Regione Liguria e ai Pendolari il piano per il restyling (l'ennesimo!) delle carrozze attualmente in servizio, in attesa dei nuovi, sospirati convogli.

Un collega pendolare, letta la notizia, ci ha mandato alcune interessanti foto che documentano il cattivo stato di conservazione di molte carrozze di treni regionali circolanti tra Liguria e Piemonte (ma il problema esiste anche in altre regioni), che presentano lamiere arrugginite e ammalorate. Il restyling è costoso, e il dubbio è che sia davvero efficace se praticato su parti metalliche tanto deteriorate...ad esempio, la famosa pellicola "anti-caldo" servirà davvero o la ruggine sottostante ne vanificherà l'effetto?

E' già la seconda o terza volta che chi si parla di restyling, noi vorremmo però vedere i promessi treni nuovi e dato che i mesi passano ci aspetteremmo che essi inizino ad arrivare con una cadenza un po' più serrata. Ci risulta che ne manchino ancora all'appello di quelli già finanziati negli anni passati, ma come al solito si va per le lunghe e si fanno restyling. Ok, meglio di nulla, si dirà, però non vorremmo che così facendo si spendessero tutti i soldi su carrozze ormai troppo vecchie per ottenere dei risultati davvero soddisfacenti e duraturi.

Ad ogni modo, ecco le foto, con molti ringraziamenti a chi ce le ha fornite















































































domenica 13 giugno 2010

Trenitalia taglia ancora sui servizi ai passeggeri: i sindacati non ci stanno, noi nemmeno

Il Contratto di Servizio che la Regione Liguria ha recentemente firmato con Trenitalia garantisce tra la altre cose che rimangano (almeno!) inalterati gli attuali servizi di biglietteria. Le organizzazioni sindacali dei ferrovieri ci informano che il nuovo piano di ristrutturazione del settore vendita/assistenza vedrà l'accorpamento e la riduzione dei due servizi, con conseguenti riduzioni di orario e di numero di addetti agli sportelli. Ci chiediamo come sia possibile che quanto previsto nel contratto di servizio venga disatteso a pochi mesi dalla firma, e chiediamo all'Assessore Vesco di attivarsi al fine di scongiurare l'ulteriore depauperamento dei servizi di vendita e assistenza ai passeggeri, e di vigilare sul rispetto del contratto di servizio. Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa che ci è pervenuto dall'ORSA, e che nel denunciare la situazione in atto proclama 8 ore di sciopero per il giorno 25 giugno.

Mentre i pendolari, attraverso le loro associazioni, protestano con manifestazioni pubbliche contro il degrado in cui versa il trasporto ferroviario in Liguria; mentre l’Assessore ai Trasporti della Regione Liguria presenta esposti per le continue riduzioni di vetture al treno IC 504, che costringono decine di pendolari ad estenuanti viaggi in piedi e stipati come sardine, la risposta di Trenitalia è un ulteriore taglio ai servizi attualmente garantiti ai “clienti”.

Il giorno 8 giugno u. s. la dirigenza di Trenitalia Divisione Passeggeri N/I ha presentato alle OO.SS. un progetto di riorganizzazione del settore Vendita/Assistenza, con accorpamento degli Uffici Assistenza di Genova Brignole, La Spezia e Savona alle rispettive Biglietterie, nonché una fortissima riduzione degli organici di entrambi i settori.

La copertura del servizio di assistenza/informazioni sarebbe garantita da un turno giornaliero di 7 ore contro gli attuali tre turni di 14 ore a Genova Brignole; un turno giornaliero di 7 ore contro gli attuali due turni di 14 ore a La Spezia e Savona.

Il settore Vendita andrebbe incontro ad una fortissima riduzione di sportelli in tutte le biglietterie della Liguria (Genova Principe, Genova Brignole, Rapallo, Chiavari, Savona, Imperia, Sanremo, Ventimiglia); la riduzione di personale tra Assistenza e Vendita sarebbe complessivamente di più di quaranta agenti.Questo è il biglietto da visita che Trenitalia presenta agli utenti del trasporto ferroviario in Liguria, residenti e turisti, ove già attualmente, grazie ad organici ampiamente insufficienti, sono costretti a lunghe ed estenuanti attese per acquistare un titolo di viaggio o per ricevere un’adeguata assistenza.

L’ORSA, congiuntamente alle altre Organizzazioni Sindacali, viste le continue e progressive riduzioni dei livelli di produzione in Liguria, con la cancellazione di collegamenti ferroviari Nord/Sud, con l’abbandono pressoché completo del trasporto merci malgrado una ripresa dei traffici da e per i Porti Liguri, anche a seguito di questa ultima prospettata riduzione dei servizi di Vendita/Assistenza, ha proclamato una prima azione di sciopero di 8 ore di tutto il personale di Trenitalia (Divisione Passeggeri, Divisione Trasporto Regionale, Divisione Cargo) che si terrà venerdì 25 giugno dalle ore 9.01 alle ore 17.00.

Roberto Cesario
(Segretario Regionale ORSA Ferrovie Liguria)

venerdì 11 giugno 2010

La scure s'abbatte sui trasporti locali: 3,5 miliardi in meno per i pendolari

Lombardia, Puglia e Toscana rischiano i tagli più pesanti per effetto delle misure contenute nella manovra. Che si faranno sentire già nel 2010

ROMA - Un fendente che taglia circa 3,5 miliardi di euro nel trasporto locale in Italia. Se la percentuale della riduzione secca dei trasferimenti alle Regioni verrà confermata e andrà ad alleggerire le risorse destinate a bus, metro e ferrovie locali, già dai prossimi mesi si vedranno i primi effetti negativi. La seconda parte del 2010 e il 2011 saranno lacrime e sangue, soprattutto per pendolari e studenti che rischiano di vedere scomparire fino ad un quarto dei servizi di trasporto oggi esistenti su strade e ferrovie.

Gli studenti di alcune regioni, come la Puglia, saranno forse costretti a rinunciare al contributo che li aiuta a contenere i costi degli abbonamenti. Di sicuro i passeggeri dei convogli regionali di gran parte dello Stivale dovranno fare a meno dei (promessi) treni che dovevano andare a rinforzare il parco dei mezzi riservati ai pendolari e migliorare la qualità del viaggio. In molti altri casi saranno orari, corse, mezzi, il cosiddetto parco rotabile, a dover subire le modifiche più significative e dannose per chi prende i mezzi pubblici. Con la riduzione della frequenza nei passaggi dei pullman che collegano più province o di autobus e metropolitane nei comuni.

La scure che sta per abbattersi sugli Enti locali, però, non colpirà tutti allo stesso modo. Lombardia (e Milano) il Lazio (e Roma), la Puglia, la Campania (e Napoli) in particolare soffriranno una diminuzione pesantissima, con fondi bloccati e rinnovamento del parco macchine rinviato sine die. Nel caso della Sicilia, potrebbero materializzarsi degli aggiustamenti sui prezzi dei biglietti in alcuni capoluoghi e sarà più difficoltoso raggiungere l'entroterra utilizzando le ferrovie. La Campania dovrà fare a meno di circa 420 milioni di euro tra 2011 e 2012 solo per il trasporto pubblico.

La Liguria, per contro, subirà minori tagli rispetto ad altre Regioni meno fortunate. Tra queste la tartassata Toscana, che dei 500 milioni trasferiti fino ad oggi da Roma per il Tpl ne vedrà arrivare solo 300 dopo un taglio di 200 milioni. Un blocco pari al 40% del totale. A rischio anche gli attuali livelli tariffari. In Emilia Romagna, infine, la riduzione dei trasferimenti è prossima ad un quarto rispetto ad oggi.

giovedì 10 giugno 2010

Lettera all'Assessore Vesco

Ieri si è svolta una riunione indetta alcuni giorni fa dall'Ass. Vesco per informare pendolari e associazioni di consumatori circa il nuovo orario (in vigore dal 14 p.v.) e i lavori sulla linea Genova-Ronco Scrivia. Avendo ricevuto in copia questa lettera da parte degli Abbonati Genova-Milano, la giriamo a nostra volta poichè ne condividiamo i contenuti e le proposte che vorremmo avere la possibilità di discutere concretamente con l'Assessore.

Carissimo Assessore,
A nome di tutti gli abbonati ti ringraziamo per quanto hai potuto fare nel corso della riunione di ieri. Se di concreto nulla abbiamo portato a casa, quantomeno credo che l'occasione di ieri ci possa insegnare parecchie cose per il futuro:

  1. E' scandaloso che RFI abbia accettato un incontro pubblico su un tema di così rilevante importanza (i lavori nella galleria Ronco e l'allungamento dei tempi di percorrenza dei treni) per migliaia di lavoratori liguri, piemontesi e lombardi e per migliaia di turisti diretti in Liguria per le vacanze solo 3 giorni prima dello startup dei lavori e del cambio dell'orario.
  2. Crediamo infatti che avvenimenti di tale portata vadano discussi pubblicamente almeno 2 mesi prima dell'avvio dei lavori in modo tale da permettere alle istituzioni e alle rappresentanze dei pendolari di controbattere con consulenti tecnici a quanto predisposto da RFI.
  3. La scarsa partecipazione dei pendolari registrata ieri è dovuta esclusivamente ad un fattore: i pendolari si sono sentiti presi in giro e hanno ritenuto che non avesse alcun senso sprecare tempo e ferie per ascoltare una "pappa pronta" senza alcuna possibilità di opporre argomentazioni tecniche e organizzative adeguate.

Comunque attenderemo dai tuoi Uffici il verbale della riunione per contrapporre, punto a punto, le nostre osservazioni rispetto alle motivazioni addotte da RFI per giustificare l'allungamento dei tempi di percorrenza degli IC 679 e 685 e del Reg 2195.

Frattanto chiediamo il tuo appoggio alla nostra proposta volta a individuare forme di risarcimento adeguate ai disagi che migliaia di abbonati (non solo i Genova/Milano ma anche tutti gli altri interessati dall'allungamento dei tempi di percorrenza di Reg e IC transitanti sulla linea succursale Genova/Ronco/Arquata.

Nel concreto chiediamo che da luglio a dicembre gli abbonamenti regionali e multiregionali interessati (linea Ge/Mi, Ge/To) siano scontati del 20% e che sia predisposto un rimborso equivalente al 10% dell'importo pagato dai titolari di abbonamento annuale delle tratte interessate.

Esiste una letteratura al riguardo. Anche recentemente Trenitalia (linea Foggia/Benevento) ha concesso sconti su titoli di viaggio interessati a chiusura linea/deviazioni/allungamento dei tempi di percorrenza.

Il risarcimento economico non risolverà i disagi (enormi) che subiranno gli abbonati ma è nei fatti l'unica richiesta etica che si può porre.
Inoltre la scontistica rappresenterà un ulteriore motivazione affinché RFI concluda i lavori nei tempi pattuiti e Trenitalia accorci contestualmente i tempi di percorrenza ai treni, esattamente come nella situazione attuale.

Attendo un tuo cortese riscontro.

I miei più cordiali saluti.

Enrico Pallavicini

venerdì 4 giugno 2010

Ritardi a raffica: lavori sul nodo???

Oggi ritardi e soppressioni mattina e pomeriggio per "problemi sulla linea...un assaggio dei disagi per i lavori sul nodo??? Staremo a vedere! Intanto segnalo che il treno delle 18.28 da Principe è arrivato, sporco marcio, con 40 minuti di ritardo....
Sent from my BlackBerry® wireless device

Treni roventi addio, c'è la vernice magica

da Il Secolo XIX

Lavori in corso sulle carrozze dei pendolari. Avviati gli interventi di manutenzione.
Trenitalia sperimenta una speciale pellicola isolante.

di Elena Romanato

Savona. A partire da luglio i liguri viaggeranno su treni rimessi a nuovo. L'assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco, accompagnato dal direttore regionale di Trenitalia Marco Pagani, ieri ha fatto un sopralluogo alla stazione Mongrifone di Savona per verificare il lavoro delle nuove imprese che si sono aggiudicate l'appalto delle pulizia dei convogli ferroviari (Fulgens e Compass Gruoup) e vedere i risultati dei primi lavori di restyling dei treni impegati sulle linee liguri. «Entro luglio saranno in circolazione le prime carrozze sottoposte a restyling - ha spiegato Pagani - si tratta di 236carrozze (160 di media percorrenza e 76 dette Ale- Automotrici leggere elettriche) sulle quali sono stati fatti diversi interventi».

I lavori hanno riguardato il rivestimento dei sedili (per la maggior parte rivestiti in una simil-pelle resistente alle scritte di pennarello), della pavimentazione e delle alzate; gli interventi prevedono inoltre per i treni a due piani il rivestimento del soffitto con una particolare pellicola prodotta da un'azienda tedesca che isola l'abitacolo e, in estate, riduce di cinque gradi la temperatura all'interno del treno rispetto a quella esterna.

Rimangono da fare ancora i lavori su 70 carrozze a due piani. Il costo complessivo del restyling è di un milione di euro circa, 300mila circa saranno messi a disposizione dalla Regione. «Non abbbiamo ancora definito i nostri dettagli - ha detto l'assessore Vesco - ci incontreremo nei prossimi giorni per discuterne. Intanto sono stati messi a disposizione 100 milioni di euro di investimento per il nuovo parco mezzi, 50 dalla Regione e 50 da Trenitalia, già dal 2011 saranno a disposizione i treni secondo il contratto di servizio».

Insomma, Trenitalia sembra darsi da fare per rendere i vecchi treni più accoglienti e forse i pendolari non dovranno più fare le pulizie per protesta ma è curioso che quello che dovrebbe essere un fatto ordinario in un paese civile, cioè avere dei treni puliti, sia un evento da presentare a stampa, comitati di pendolari e associazioni di utenti.

Altro nodo critico è l'orario estivo adottato senza consultare i comitati di pendolari, imbufaliti, e penalizzati degli slittamenti orari di alcuni treni. «È vero. C'è stato un cambio di orario non concordato con i pendolari - ha spiegato Vesco - . Ma a guardare bene sono state fatte solo piccole modifiche di orario e non c'è stata nessuna soppressione di treni». Ma sul trasporto ferroviario in Liguria il Pdl punta il dito contro la giunta regionale: il vice capogruppo Marco Scajola annuncia un'interrogazione sui disservizi della tratta Ventimiglia- Genova. «Il problema - sostiene- è il Contratto di Servizio del 2009 che va modificato».

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