Dopo le penalizzazioni delle tracce orarie dei regionali causati dall'ingresso dell'AV, gli aumenti degli abbonamenti IC, la fine dell'integrazione tra treni regionali e di lunga percorrenza, ecco un'altra bella (si fa per dire) sorpresa targata Trenitalia: l'aumento di circa il 10% degli abbonamenti sovraregionali.
Come si sa, la tariffa sovraregionale è da tempo nel mirino di Trenitalia perchè considerata troppo "conveniente": a volte conviene (ormai, conveniva?) persino fare l'abbonamento partendo dalla prima stazione fuori della propria regione, perchè con la tariffa sovraregionale si paga (o, forse, si pagava) di meno rispetto alla tariffa regionale.
Trenitalia ha deciso di ridurre fino ad azzerare questo piccolo ma importante vantaggio, retaggio della defunta tariffa nazionale, e già nel 2007 aveva chiesto un aumento secco del 30% per questa tariffa, aumento che, a seguito di un accordo sottoscritto in sede di Conferenza delle Regioni si decise di spalmare su 3 anni. Questo che sta arrivando è la seconda tranche di quell'aumento, ciò significa che se ne prevede ancora una!!!
Certo, se nel frattempo si fosse dimostrato di utilizzare quei denari in più per migliorare il servizio regionale ed interregionale, forse ci sarebbe maggiore disponibilità ad accettare questo ennesimo aumento: ma nella attuali condizioni, è davvero difficile da digerire. Il servizio è, se non da orario, ridotto nei fatti: le soppressioni rendono, specie su certe tratte, persino incerto l'arrivo del treno. Chi ha i dati dovrebbe mostrarli e denunciare la situazione, non è accettabile passare sopra a mancanze di una tale gravità.
Le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di dire che grazie all'AV il Paese è più moderno ed avanzato...e allora perchè il PIL cala? Non è solo perchè c'è la congiuntura, anche prima eravamo agli ultimi posti. Il PIL cala perchè non si ha la minima nozione di come realmente si sostiene una economia: non di certo concentrando gli sforzi su pochi costosissimi progetti, mentre l'effetto moltiplicatore lo si ottiene piuttosto innervando tutto il territorio di infrastrutture non necessariamente faraoniche, ma sufficienti per fare arrivare ossigeno a tutti i tessuti produttivi.
Noi in Italia facciamo esattamente il contrario: deprediamo i tanti per favorire i pochi, anzi i pochissimi: e questo hanno il coraggio di chiamarlo progresso. Un famoso capitalista come H.Ford diceva esattamente il contrario, ossia che c'è vero progresso solo quando è per tutti e io sono d'accordo con questa affermazione.
Non ci sembra giusto, pertanto, che tali aumenti vengano messi in atto, poichè troppe sono state negli ultimi tempi le tegole che si sono abbattute sui pendolari e sugli utenti del TPL: chiediamo per questi aumenti una ulteriore proroga di almeno un anno. Che il Governo, proprietario al 100% di Trenitalia, si faccia carico di questa misura volta ad alleggerire almeno in minima parte le casse dei pendolari e le Regioni portino avanti questa richiesta, motivata dalle tante novità negative che hanno caratterizzato il TPL negli ultimi mesi. Questi aumenti non sono giustificati da nulla, e in specie da miglioramenti del servizio che non si sono verificati, ad onta delle promesse fatte a suo tempo.
Anche per questo è importante fare sentire la nostra voce e portare la propria testimonianza di presenza e di iniziative.
Due gli appuntamenti da ricordare e da diffondere il più possibile:
- 30 gennaio a Milano, presentazione del "libro nero" delle ferrovie: Casa della Cultura, via Borgogna 3, ore 15.00
- 4 febbraio a Roma, dalle 12.00 manifestazione davanti a Palazzo Chigi per chiedere al Governo impegni concreti sulle risorse da dedicare al TPL e al rinnovo dei Contratti di Servizio