L'Ass. Vesco insieme a Pendolari e Consumatori a colloquio con il Presidente della Commissione ai Trasporti del Senato, Luigi Grillo. Gli verrà consegnata la piattaforma di richieste avanzate al Governo ed una copia del "Libro Nero delle Ferrovie" realizzato con il contributo di decine di comitati italiani.
Ritorno a Genova su Eurostar (con ritardo!): da sinistra Sonia Zarino (Pendolari Liguri), Alfio Zorzan (Pendolari dell'Acquese), Enrico Vesco (Ass. ai Trasporti della Liguria )
La cronaca (e qualche osservazione a consuntivo)
Pioggia? Vento? Noi pendolari siamo abituati a ben altri disagi, e nonostante il tempo atmosferico non fosse clemente, la manifestazione si è svolta come da programma di fronte a Montecitorio.
Giovedì 5 febbraio ci siamo ritrovati in tanti, provenienti da diverse regioni d’Italia, tutti uniti per dire no allo smantellamento del trasporto ferroviario regionale, no ai treni carretta dove viaggia il 95% dei passeggeri, no alla separazione tra lunga percorrenza e trasporto regionale; si all’integrazione di tutti i mezzi di trasporto pubblico, alla semplificazione tariffaria, alla diminuzione dei tempi di percorrenza e al rinnovo urgente del parco rotabile.
La giornata è iniziata all’alba per i molti pendolari che dalla Liguria, dal Piemonte, dalla Toscana, dall’Umbria, dalle Marche si sono mossi alla volta della Capitale. Noi della Liguria, con i colleghi del Piemonte abbiamo fatto il viaggio insieme ai rappresentanti dei Consumatori e all’assessore Vesco che, non appena giunto nella stazione di Roma Termini ha srotolato un lungo striscione dove campeggiava la scritta: “Governo Berlusconi: più risorse per il trasporto ferroviario regionale”.
Arrivati a piazza Montecitorio, abbiamo allestito il presidio insieme ai colleghi delle altre regioni a loro volta dotati di striscioni, cartelli e megafoni. Presenti al presidio con tanto di gonfalone anche diverse amministrazioni provinciali e comunali, gomito a gomito con i pendolari armati di fischietto e campanacci: istituzioni più composte certo ma non meno determinate a richiedere risorse per il trasporto pubblico.
Sono state numerose anche le attestazioni di solidarietà giunte alla manifestazione: Legambiente ha partecipato con una delegazione, altri come il sindacato di base dei ferrovieri hanno inviato per e-mail la loro adesione. Presenti sul posto anche i vertici nazionali di associazioni di Consumatori quali Federconsumatori ed Assoutenti, nonché personalità del mondo della politica e del sindacato.
Un primo risultato è stato l’incontro dei manifestanti con alcuni rappresentanti della Commissione Trasporti della Camera. Gli on.li Mario Lovelli e MarioTullo (PD) e Sandro Biasotti (PDL) hanno informato i presenti circa l’approvazione di tre distinte mozioni che chiedono al Governo di adoperarsi perché vengano, almeno, mantenute le risorse previste per i Contratti di servizio, perché l’Alta velocità non significhi il peggioramento del trasporto regionale e perché non vengano ulteriormente tagliate le tracce dei treni locali negli anni futuri.
A dare manforte all’Ass. Vesco era presente “sulle barricate” anche l’Ass. ai Trasporti della Regione Piemonte, Daniele Borioli, che ha sottolineato come sia urgente procedere al riparto delle risorse tra le varie regioni. Anche per Vesco è urgente conoscere l’esatto ammontare delle disponibilità finanziarie per poter procedere alla definizione dei Contratti di Servizio che sono scaduti da più di un anno e in carenza dei quali non vi è certezza sul mantenimento degli attuali livelli, già alquanto scarsi. Le risorse stanziate sono, è vero, insufficienti rispetto alle richieste, però si proceda almeno ad un riparto veloce tra le regioni, che hanno da tempo quantificato le loro richieste.
Circa il problema dell’acquisto dei nuovi rotabili, abbiamo avuto notizia dell’avvenuta presentazione di un disegno di legge (firmatari: Meta, Lovelli, Velo, Tullo, Boffa, Bonavitacola, Carra E., Fiano, Merlo G., Sarubbi, Martino, Trappolino, Ceccuzzi) che ha lo scopo di finanziare i famosi “1000 treni” mai realmente messi in programma nonostante le promesse dei Governi di ogni colore. Se si pensa poi che occorrono tre anni dall’ordine alla consegna del treno, appare chiaro che occorre anche in questo caso agire con una estrema urgenza. Se non temessimo di apparire irrispettosi delle procedure legislative, non esiteremmo a richiedere, per questo motivo, l’utilizzo del decreto legge: ci pare che in questo caso, come e più di tanti altri, i motivi dell’urgenza sussistano eccome!
Una delegazione di pendolari e consumatori, guidata dall’Ass. Vesco, ha poi incontrato anche il presidente della commissione Trasporti del Senato, Luigi Grillo, al quale è stata consegnata la piattaforma rivendicativa della manifestazione e una copia del “Libro nero delle ferrovie”, il dossier recentemente realizzato grazie alla collaborazione di numerosi comitati di pendolari. L’auspicio è che la lettura di questo dossier possa costituire un utile punto di partenza per le decisioni che il Governo dovrà assumere, speriamo presto, in tema di trasporto pubblico.
La manifestazione è stata un successo: tante persone, sacrificando un giorno di ferie e a loro spese si sono recate fino a Roma per chiedere il rispetto di quello che è un loro diritto, ossia una mobilità degna di un Paese civile. Manifestanti e gonfaloni, cittadini e istituzioni per una volta insieme a richiedere non privilegi, non vantaggi di casta o di categoria, ma il rispetto di quello che una volta si sarebbe chiamato un patto sociale, e la difesa di un servizio pubblico che, come tanti altri in questi ultimi anni, non si è mai smesso di demolire, svilire, depauperare. Un bell’esempio di impegno civile, prezioso in questi tempi cupi dove a dominare è l’egoismo e il particolarismo.
E’ stato davvero un bel segnale: chiaro, pulito, come i visi dei nostri colleghi costretti a viaggiare su carrette indecorose, senza informazioni, senza assistenza: vite sospese tra un treno in ritardo e uno che non arriva, costrette a rinunciare a ore e ore di vita e di lavoro macinate nei ritardi, nelle soppressioni, nei disagi continui di cui Trenitalia si “scusa per il disagio”, non sapendo di alimentare, così facendo un risentimento ancora più esacerbato.
E ora, in attesa di vedere se le promesse si realizzeranno davvero, che fare, come proseguire nella nostra azione di stimolo e di controllo, di denuncia ma anche di proposta? Intanto mi pare importantissimo continuare a fare rete, tutti insieme, troviamo le forme, troviamo i modi, cerchiamo di diffondere intanto il nostro lavoro, il “Libro Nero delle Ferrovie”, stampiamone una copia e doniamolo ai nostri sindaci, ai nostri consiglieri regionali, agli assessori e deputati: chiediamo di discutere, magari in pubbliche assemblee, dei problemi dei pendolari, cerchiamo di fare opinione e chiediamo che il problema sa messo al centro dell’azione amministrativa, locale e centrale.
Diffondiamo anche presso i media le notizie di quanto facciamo, creiamo opinione e cerchiamo il consenso in torno ai temi del trasporto pubblico: già il fatto di diffondere i dati del disastro, mettere in guardia sulle conseguenze nefaste di un crollo del servizio pubblico è una cosa essenziale, che deve vederci tutti protagonisti in prima persona.
Teniamoci in contatto, scambiamoci idee per azioni fattibili contemporaneamente in tante diverse realtà, per dare un significato più ampio a rivendicazioni che si cerca sistematicamente di minimizzare, di regionalizzare, di ridurre alla dimensione di protesta di comitato e quasi di quartiere. La questione del trasporto pubblico regionale deve diventare, sempre di più, una questione nazionale: accanto agli altri grandi temi del lavoro, dello stato sociale (di cui è parte integrante) della sanità, della scuola.