lunedì 25 febbraio 2008

Storica sentenza: Trenitalia condannata per danno biologico

E' con grande piacere che apprendo della rivoluzionaria sentenza del Giudice di Pace di Genova, dott. Claudio Cattani, con la quale Trenitalia è stata condannata non solo a rimborsare il prezzo del biglietto, ma anche a pagare i danni morali (100 euro) ad una signora che, a causa dei ritardi accumulati da un interregionale Genova-Torino, non aveva potuto far fronte ai suoi impegni così come avrebbe voluto (e dovuto!) poter fare.

Secondo i legali della signora, la sentenza è da considerarsi rivoluzionaria in quanto per la prima volta sono state superate dal giudice le interpretazioni fin qui sempre favorevoli a Trenitalia di norme peraltro ormai del tutto obsolete, risalenti ad un regio decreto del ’48.

Lo stato attuale
Trenitalia, a tutt’oggi, al passeggero che acquisti un biglietto “garantisce” unicamente il diritto al trasporto, ossia l’essere portati dalla località A alla località B: sui tempi in cui il viaggio viene effettuato, invece, non vi è alcuna impegnativa, così come non ve ne è sulla pulizia, sul comfort, sulla sicurezza, ecc. L’orario ufficiale stesso è da considerarsi “indicativo” e non vincolante…peccato che sia in base a quell’orario che i passeggeri decidono quale tipo di treno utilizzare, quando partire, e come organizzare il proprio viaggio. Tale organizzazione non è e non può essere indipendente dal rispetto dell’orario indicato, dato che se si verificano dei disguidi che comportano forti ritardi, posso vedere seriamente compromesso lo scopo stesso del viaggio (ad esempio, se arrivo tardi ad un colloquio di lavoro, ne ricevo un danno e vanifico il motivo stesso del viaggio).

Da queste poche considerazioni si può già intravvedere quanto questa sentenza sia importante, poiché per la prima volta l’azione del viaggiare in treno non è vista in modo asettico, sganciata dalla vita reale. Essa viene inserita nel giusto reticolo di cause ed effetti che, per la loro stessa natura, possono avere effetti anche molto importanti sulla nostra vita quotidiana.

Qualità del viaggio, fattore importante della qualità della vita
Nel caso in esame, la causa del disguido è stato il cattivo funzionamento del locomotore, dunque una causa largamente attribuibile alla scarsa manutenzione da parte dell’azienda di trasporto: se si pensa a quanti ritardi sono causati da guasti analoghi, quante soppressioni, quanti disagi in generale, è facile prefigurare la possibile valanga di cause che si potrebbero abbattere su Trenitalia.

Seguendo la linea già tracciata dalla sentenza in oggetto, si potrebbero richiedere risarcimenti anche molto più consistenti, come nei casi in cui il ritardo o la soppressione avesse ad esempio causato il mancato godimento di eventi o ricorrenze non più replicabili (un matrimonio, un battesimo, una laurea, ecc.), o il risarcimento per la perdita di un aereo, di un traghetto, ecc., casi, questi, meno infrequenti di quanto non si pensi.

Il senso di queste azioni non vuol essere la pretesa di eliminare i disguidi, che pure si ammettono, in una misura molto contenuta, ma piuttosto la volontà di ristabilire una situazione di normalità dove il disguido sia l’eccezione e non, come è adesso, la regola.

La reazione di Trenitalia
Trenitalia, a fronte di questa ennesima, pesante tegola, fa spallucce, e già preannuncia che farà ricorso, dopo aver valutato la decisione del giudice. Forte dei suoi 500 milioni di clienti, dice che, si, dopo tutto, qualche disguido ci può stare. Ma è proprio quel “qualche” che occorre respingere, dato che sappiamo tutti come in questi anni si sia fatto a gara per peggiorare il servizio e per aumentare i prezzi dei biglietti.

Recentemente Moretti, in una intervista su Il Sole 24 Ore afferma che sarà il mercato a selezionare i treni di qualità. Peccato che da questo punto di vista in Italia non vi siano concorrenti, e non ve ne saranno ancora per un lungo periodo. In questa condizione, parlare di mercato e di liberalizzazioni non solo è illusorio, ma fuorviante e dannoso.

Una nuova prospettiva per il futuro
Tornando all’episodio in oggetto, che reputiamo una pietra miliare della giurisprudenza, facciamo d’ora innanzi molta più attenzione ad eventuali disguidi e disagi che dovessimo venire a soffrire di qui in avanti, perché abbiamo ora una importante strumento a nostro vantaggio.

E, per cominciare, come risarcirà Trenitalia quei pendolari che, a causa dei tagli ventilati da aprile, dovessero non avere più i collegamenti desiderati, pur avendo già pagato un abbonamento annuale? Verranno risarciti e rimborsati? Non è questa una grave inadempienza contrattuale?

Segnalo a tal proposito altre due lettere di sindaci dell’entroterra di Genova preoccupati dai possibili tagli di aprile: sono pervenute dai Comuni di Campomorone e di Busalla, aggiungendosi a quelle già arrivate dai Comuni di Mignanego e di Isola del Cantone.

Concludo lanciando la proposta che l’orario (che non a caso si chiama “ufficiale”) venga ad essere considerato parte integrante del contratto di servizio, perché è in base ad esso che le persone decidono come e quando servirsi del treno, quali tipi di abbonamento fare, ecc., e per questo non lo si può cambiare unicamente a proprio uso e consumo. Tutte le variazioni devono essere presentate almeno un anno prima in modo che gli utenti possano decidere in modo cosciente se l’offerta di treni è conveniente oppure no, prima di rinnovare l’ abbonamento.

Anche questo può essere un utile mezzo per “incentivare” Trenitalia ad un maggiore rispetto dei propri passeggeri, visto che ad oggi non vi è il contrappeso della concorrenza, che è di fatto inesistente (e, per parte nostra, dubitiamo che potrà mai essere davvero effettiva).

giovedì 21 febbraio 2008

APPELLO PER IL TRASPORTO PUBBLICO A GENOVA

La qualità della vita ed il benessere nella nostra città sono associati alla disponibilità di un sistema di trasporto pubblico sicuro, affidabile, comodo e rapido. Genova vede invece ogni giorno autovetture in fila, ferme o quasi, con il motore acceso a consumare carburanti sempre più costosi ed ad emettere gas di scarico inquinanti.
A ciò si aggiunge la peculiarità di circa il triplo di moto e scooter rispetto alla media nazionale, con i genovesi che si vedono costretti ad investire ulteriore denaro per l'acquisto, l'uso e la manutenzione di questi altri veicoli. Inoltre, tale peculiarità fa aumentare i costi sociali conseguenti agli incidenti stradali ed alle patologie da traffico.
Oramai gli spazi urbani della città non sono più pensati per favorire la socialità e l'incontro delle persone ma in funzione della possibilità di parcheggiare automobili o moto, in superficie ma anche sottoterra.Se non si interverrà con celerità il rischio della congestione fisica e sociale della città diverrà realtà.Il beneficio di alcuni interventi, come la corsia centrale di Corso Europa per l'autobus 17 o la pedonalizzazione di Via S.Lorenzo, un tempo ingrigita e infrequentabile per i pedoni, sono sotto gli occhi di tutti e nessuno tornerebbe indietro rispetto a scelte che hanno aumentato la qualità della vita di tutti e reso più bella Genova.
Per questo crediamo che sia ormai inderogabile costruire anche nella nostra città una mobilità sostenibile, cominciando con il reale sostegno al Trasporto Pubblico Locale.
Tale costruzione passa attraverso:
  • la realizzazione di corridoi di qualità per gli autobus, a partire dalla protezione delle corsie preferenziali onde evitarne l'invasione da parte degli altri veicoli;
  • la pianificazione di una rete tranviaria e di un sistema diffuso di impianti di risalita;
  • l'integrazione tariffaria, per semplificare l'uso e per abbassare i costi dei biglietti;
  • il potenziamento dell'uso della ferrovia in ambito urbano e suburbano;
  • il sostegno alla mobilità ciclabile, anche attraverso la sua integrazione con treni, funicolari, ascensori;
  • il rafforzamento del sistema dei taxi e del car sharing.

I benefici non riguarderanno solo i cittadini genovesi ma anche i pendolari che nella città lavorano, studiano e in generale la frequentano e che, utilizzando il Trasporto Pubblico, riducono in modo drastico l'ingente massa di pendolarismo extraurbano su mezzi privati.

I FIRMATARI DI QUESTO APPELLO CHIEDONO ALLE ISTITUZIONIDI ATTUARE CON RESPONSABILITÀ LA VALORIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PER NON CADERE SEMPRE PIÙ IN BASSO NEGLI ABISSI DELL'INQUINAMENTO, DELL'INVIVIBILITÀ URBANA, DELLA MOBILITÀ INSOSTENIBILE, DELL'INEFFICIENZA ENERGETICA ED ECONOMICA, CONSAPEVOLI CHE IL POTENZIAMENTO DEL TRASPORTO PUBBLICO È UNO DEGLI ASSI STRATEGICI DA PERSEGUIRE PER UNO STILE DI VITA SOSTENIBILE ED UNA MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA.

I PENDOLARI LIGURI ADERISCONO ALL'APPELLO PER IL TRASPORTO PUBBLICO A GENOVA...PENSANDO ALLA LIGURIA

Invitiamo ad aderire a questa iniziativa promossa da: WWF Liguria - Movimento Difesa del Cittadino Vittorio - Legambiente Liguria - Adiconsum - Amici della Bicicletta

domenica 17 febbraio 2008

Preoccupazione dei Sindaci dell'entroterra di Genova circa i possibili tagli al trasporto ferroviario

Mi giungono voci sempre più insistenti e preoccupate dai pendolari della linea di Mignanego e Ronco Scrivia, dove, secondo le prime indiscrezioni, verrebbero soppressi a partire dal 1 aprile treni ritenuti vitali per molti pendolari. Ci riferiamo in particolare a due treni del primo mattino, che partono da Ronco Scrivia rispettivamente alle 4.41 (R 11201) e alle 5.47 (R 6103) , e sono utilizzati dai lavoratori diretti a Genova, in particolare da quelli del primo turno mattutino. I due treni partono da Ronco e fermano in tutte le stazioni della linea (Borgo Fornari, Busalla, Piano Orizzontale, Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo, Sampierdarena, Principe), raccogliendo molti pendolari. A Busalla è anche in corso una raccolta di firme per chiedere che questi treni non siano soppressi, perché davvero sono necessari per centinaia di persone che devono recarsi al lavoro e verrebbero messi in serie difficoltà da questa decisione.

Anche i sindaci dei Comuni di Mignanego e di Isola del Cantone hanno inviato preoccupate richieste di chiarimenti in proposito a Trenitalia, alla Regione Liguria, ai colleghi dei Comuni limitrofi, alle associazioni dei Pendolari.

Ecco quanto scrive in proposito il Sindaco di Mignanego, Michele Malfatti:

“Oggetto: Soppressione corse pendolari.

Abbiamo appreso nei giorni scorsi, con molta preoccupazione, l’intenzione di Trenitalia di sopprimere alcune corse sulla linea Busalla – Isola del Cantone a partire dal prossimo mese di aprile.
Le corse oggetto della possibile riduzione sarebbero tutte concentrate nelle prime ore del mattino ed in tarda serata, orari fondamentali per i pendolari che per ragioni di lavoro o studio usano il mezzo pubblico e che sono già pesantemente penalizzati.

Con la presente siamo a richiedere chiarimenti in merito e, nell’eventualità che tale informazione fosse fondata, chiediamo con forza che non venga abolita alcuna corsa che collega Genova con l’entroterra.

Ribadiamo quanto già espresso a più riprese ed in sedi diverse come il trasporto pubblico, sia esso su rotaia o su gomma, risulti fondamentale per la sopravvivenza dell’entroterra i cui Cittadini affrontano quotidiane difficoltà e sacrifici per gli spostamenti verso la città.

In attesa di un pronto riscontro, porgiamo distinti saluti.”

A cui fa eco il Sindaco di Isola del Cantone, Giulio Assale:

“Abbiamo ricevuto e letto con preoccupazione la comunicazione del Sindaco di Mignanego dott. Malfatti, avente per oggetto soppressione corse pendolari.
Sollecitiamo a nostra volta un chiarimento urgente in merito alla questione.
Ci dichiariamo fin d’ora disponibili ad ogni possibile incontro e porgiamo distinti saluti.”

Pare evidente come si renda sempre più urgente la riunione del tavolo tecnico allargato, come già in passato, agli Amministratori Pubblici, per discutere sui provvedimenti in materia ed in particolare sul rinnovo del Contratto di Servizio, che sia in grado di assicurare le risorse necessarie, almeno, al mantenimento degli attuali livelli minimi di servizio.


Precisazione
Per finire, una piccola ma doverosa precisazione. Nell’ultima comunicazione abbiamo denunciato il caso del nostro amico di Rapallo che, avendo comprato un abbonamento su Internet, ha scoperto di non poter usare quel titolo di viaggio per salire su IC, EC, ecc., pur avendo l’IC Pass, e a dover subire una multa per essere salito su di un IC. Tale notizia, che comprensibilmente ha suscitato l’interesse della stampa, è stata riportata in bella evidenza su alcuni quotidiani e siti di informazione e, nel riportare la notizia, in un caso è scappata una piccola imprecisione, che il nostro amico mi ha pregato giustamente di rettificare, per dovere di cronaca. La multa che gli è stata comminata non era di 50 euro, ma di 1,8 euro: forse lo stesso controllore, comprensibilmente imbarazzato di dover multare un pendolare abbonato che si era fidato della novità (ricordiamo, l’abbonamento via Internet), ha applicato il minimo della “pena” possibile…Tra l’altro, facendo l’abbonamento via Internet e stampandoselo in proprio non si ha nessuno sconto: costa proprio come quello fatto in stazione, ma “vale” di meno. Anche per questo, ribadiamo, no alla chiusura delle biglietterie.

Preoccupazione dei Sindaci dell'entroterra di Genova circa i possibili tagli al trasporto ferroviario

Mi giungono voci sempre più insistenti e preoccupate dai pendolari della linea di Mignanego e Ronco Scrivia, dove, secondo le prime indiscrezioni, verrebbero soppressi a partire dal 1 aprile treni ritenuti vitali per molti pendolari. Ci riferiamo in particolare a due treni del primo mattino, che partono da Ronco Scrivia rispettivamente alle 4.41 (R 11201) e alle 5.47 (R 6103) , e sono utilizzati dai lavoratori diretti a Genova, in particolare da quelli del primo turno mattutino. I due treni partono da Ronco e fermano in tutte le stazioni della linea (Borgo Fornari, Busalla, Piano Orizzontale, Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo, Sampierdarena, Principe), raccogliendo molti pendolari. A Busalla è anche in corso una raccolta di firme per chiedere che questi treni non siano soppressi, perché davvero sono necessari per centinaia di persone che devono recarsi al lavoro e verrebbero messi in serie difficoltà da questa decisione.

Anche i sindaci dei Comuni di Mignanego e di Isola del Cantone hanno inviato preoccupate richieste di chiarimenti in proposito a Trenitalia, alla Regione Liguria, ai colleghi dei Comuni limitrofi, alle associazioni dei Pendolari.

Ecco quanto scrive in proposito il Sindaco di Mignanego, Michele Malfatti:

“Oggetto: Soppressione corse pendolari.

Abbiamo appreso nei giorni scorsi, con molta preoccupazione, l’intenzione di Trenitalia di sopprimere alcune corse sulla linea Busalla – Isola del Cantone a partire dal prossimo mese di aprile.
Le corse oggetto della possibile riduzione sarebbero tutte concentrate nelle prime ore del mattino ed in tarda serata, orari fondamentali per i pendolari che per ragioni di lavoro o studio usano il mezzo pubblico e che sono già pesantemente penalizzati.

Con la presente siamo a richiedere chiarimenti in merito e, nell’eventualità che tale informazione fosse fondata, chiediamo con forza che non venga abolita alcuna corsa che collega Genova con l’entroterra.

Ribadiamo quanto già espresso a più riprese ed in sedi diverse come il trasporto pubblico, sia esso su rotaia o su gomma, risulti fondamentale per la sopravvivenza dell’entroterra i cui Cittadini affrontano quotidiane difficoltà e sacrifici per gli spostamenti verso la città.

In attesa di un pronto riscontro, porgiamo distinti saluti.”

A cui fa eco il Sindaco di Isola del Cantone, Giulio Assale:

“Abbiamo ricevuto e letto con preoccupazione la comunicazione del Sindaco di Mignanego dott. Malfatti, avente per oggetto soppressione corse pendolari.
Sollecitiamo a nostra volta un chiarimento urgente in merito alla questione.
Ci dichiariamo fin d’ora disponibili ad ogni possibile incontro e porgiamo distinti saluti.”

Pare evidente come si renda sempre più urgente la riunione del tavolo tecnico allargato, come già in passato, agli Amministratori Pubblici, per discutere sui provvedimenti in materia ed in particolare sul rinnovo del Contratto di Servizio, che sia in grado di assicurare le risorse necessarie, almeno, al mantenimento degli attuali livelli minimi di servizio.


Precisazione
Per finire, una piccola ma doverosa precisazione. Nell’ultima comunicazione abbiamo denunciato il caso del nostro amico di Rapallo che, avendo comprato un abbonamento su Internet, ha scoperto di non poter usare quel titolo di viaggio per salire su IC, EC, ecc., pur avendo l’IC Pass, e a dover subire una multa per essere salito su di un IC. Tale notizia, che comprensibilmente ha suscitato l’interesse della stampa, è stata riportata in bella evidenza su alcuni quotidiani e siti di informazione e, nel riportare la notizia, in un caso è scappata una piccola imprecisione, che il nostro amico mi ha pregato giustamente di rettificare, per dovere di cronaca. La multa che gli è stata comminata non era di 50 euro, ma di 1,8 euro: forse lo stesso controllore, comprensibilmente imbarazzato di dover multare un pendolare abbonato che si era fidato della novità (ricordiamo, l’abbonamento via Internet), ha applicato il minimo della “pena” possibile…Tra l’altro, facendo l’abbonamento via Internet e stampandoselo in proprio non si ha nessuno sconto: costa proprio come quello fatto in stazione, ma “vale” di meno. Anche per questo, ribadiamo, no alla chiusura delle biglietterie.

giovedì 14 febbraio 2008

La delusione (con multa) degli abbonamenti acquistati su Internet

Forse ricorderete che, un po’ di tempo fa, ci fu annunciata la novità del biglietto ferroviario fatto via internet e stampato in casa. La novità, udite udite, era estesa agli abbonamenti mensili, che potevano essere fatti evitando code agli sportelli (sempre più rari, invero, quelli aperti e funzionanti).

Un nostro amico pendolare, Paolo Marchi, abitante a Rapallo, è salito su di un treno IC, munito di IC Pass naturalmente (la carta di ammissione agli IC), e del suo abbonamento mensile fatto via Internet e stampato “in proprio”, come prevede il regolamento. Tutto OK, direte voi? Nemmeno per sogno, dato che un controllore, facendo notare nella ricevuta cartacea esibita dal nostro una piccola noticina in basso, ha eccepito che tale tipologia di abbonamenti non permette l’uso di IC, EC, ecc.

Ma come? Ma è possibile dal punto di vista regolamentare che un abbonamento regionale “via internet” consenta di fare meno cose rispetto ad un abbonamento regionale acquistato in stazione? Qual è la differenza, dato che entrambi sono abbonamenti mensili regionali? Questa strampalata regola appare come un vero e proprio sopruso e anche una trappola per coloro che si sono fidati della promozione fatta a suo tempo circa questa novità che poteva anche avere i suoi lati positivi, ma non certo al prezzo di limitare l’utilizzo dell’abbonamento ai soli regionali.

Ecco, nelle parole del nostro amico Paolo, tutta la sua giusta indignazione per il torto subito:

“Non credo sia corretto scaricare sull’utenza le complessità aziendali di Trenitalia: ho pagato un abbonamento a Trenitalia sul sito di Trenitalia, sono salito su un convoglio Trenitalia, sono stato multato da un controllore (che mi ha detto “Lei è senza biglietto!” … “Io non posso controllare con il palmare l’abbonamento elettronico!”) che vestiva la divisa con lo stemma di Trenitalia. Per l’utenza tutto ciò non è facilmente comprensibile.

Il risultato: non comprerò più un biglietto elettronico – sono un tecnico del mondo web, ho realizzato siti bancari con i quali i clienti comprano titoli e fanno bonifici, la mia banca personale è virtuale, tutta la tariffazione (telefono, luce, etc.) oramai mi arriva in formato elettronico, vivo sul web 10 ore al giorno, lavoro con le mail, mi aggiorno con piattaforme di e-learning etc. etc. – cosa che per me è oramai quasi innaturale.”

Chiediamo che la Regione Liguria, responsabile del tpl e della vigilanza sulla corretta applicazione della relativa tariffazione, si faccia carico di sanare questa palese ingiustizia e chieda l’immediata parificazione del titolo di viaggio fatto via internet con quello acquistato in biglietteria, facendo eliminare la clausola vessatoria.

martedì 12 febbraio 2008

Assemblea Nazionale dei Pendolari: Moretti conferma possibili tagli al servizio

il 31 marzo si avvicina, il Contratto di servizio e relativo catalogo restano avvolti nel mistero e Moretti conferma: o le Regioni pagano le cifre (doppie rispetto alle attuali) richieste per il rinnovo del Contratto oppure verranno tagliate decine di treni.

Assemblea Nazionale dei Pendolari
A Milano, venerdì 8 febbraio, sotto l’egida di Legambiente si è svolta la 2a Assemblea Nazionale dei Pendolari. All’affollata riunione, presso la Camera del Lavoro, erano presenti Anna Donati, Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, Francesco Ferrante, della Commissione Ambiente e Territorio del Senato, l’ing. Mauro Moretti, AD del Gruppo FS, Sergio Veroli, Vicepresidente Nazionale di Federconsumatori, diversi Assessori Regionali e Provinciali ai Trasporti, alcuni Sindaci, esponenti dei sindacati, e naturalmente decine di rappresentanti di Comitati di Pendolari da tutta Italia.

Un futuro sempre più incerto, tagli sempre più probabili
Molte le testimonianze dei Comitati dei Pendolari a documentare, cifre e foto alla mano, le ormai storiche inefficienze e carenze del trasporto ferroviario. Ritardi, sporcizia, materiale rotabile in condizioni precarie: tra gli intervenuti, Cesare Carbonari, dei pendolari Torino-Milano; Ettore Fittavolini, dei pendolari di Piacenza; Giorgio Dahò, dei pendolari Lombardi, e molti altri, tra cui la sottoscritta. Non potevamo sprecare l’occasione di rivolgerci direttamente all’ing. Moretti non solo per denunciare, ma anche e soprattutto per porre domande circa il futuro del trasporto ferroviario.
Futuro che si annuncia, se possibile, peggiore dell’oggi. Il nuovo Contratto di servizio continua ad essere un mistero per i pendolari che pure da tempo chiedono di poterne vedere almeno le bozze. La stessa senatrice Donati ha confermato che i tavoli Regionali sono scossi da forti tensioni e non vi è accordo sulle nuove, altissime cifre, che le Regioni dovrebbero corrispondere a Trenitalia per ottenere la stipula.
Secondo questa impostazione le Regioni si troverebbero a pagare anche il doppio per avere lo stesso (scadente) servizio, e in mancanza della cifra richiesta Trenitalia ha già in serbo i tagli al servizio, cioè ai treni, a partire dal 1 aprile (data quanto mai appropriata, non c’è che dire).
Moretti come di consueto è stato molto chiaro, e senza giri di parole ha confermato quello che va dicendo da tempo, e cioè che il suo Gruppo deve fare degli utili.

La liberalizzazione incompiuta
Quando, per ottemperare le direttive comunitarie, si avviò la liberalizzazione del trasporto, dice Moretti, non si è definito con chiarezza la separazione del “servizio universale” a carico della fiscalità generale dal servizio “a mercato” (IC, EC, ES, ecc.), in grado di pagarsi da solo. Questo avrebbe causato, secondo l’AD, il dissesto dei conti e l’attuale deficit di Trenitalia.

Io però mi chiedo se questo ragionamento abbia davvero poi un fondamento, dato che di norma si liberalizzano mercati dove la pluralità dei soggetti riesce a far calare le tariffe e migliorare il servizio. Nel caso delle ferrovie (ma non è l’unico, invero) questi obbiettivi non sono stati raggiunti, e l’esasperata separazione dei tipi di servizio stanno danneggiando l’utilizzo integrato del trasporto, che è uno degli elementi che ne aumenta di molto l’efficienza complessiva.

Separazione invece che integrazione
Tutto il trasporto locale a medio raggio verrà presumibilmente ancora più penalizzato e separato dal trasporto veloce, distruggendo tutte le sinergie che i due tipi di trasporto dovrebbero avere, se fosse la logica a prevalere e non unicamente un miope interesse commerciale.
In un sistema correttamente impostato, infatti, tutti i mezzi (ferro, gomma, nave, metropolitana, ecc.), si integrano e si supportano reciprocamente, con l’obiettivo di migliorare la mobilità dei cittadini in modo economico e sostenibile. La “cura Moretti” rinnega completamente tali sinergie, e separa in modo esasperato treni veloci e treni lenti, introducendo progressive rigidità nel loro uso combinato (es.: chi ha il biglietto IC non può prendere un regionale, o anche l’assurdo che se si perde un treno prenotato, si perde anche il diritto a prendere l’IC successivo).

Dopo il danno, la beffa
Un’altra preoccupante affermazione dell’ing. Moretti è stata quella secondo la quale il costo di un treno è proporzionale alla sua lentezza. Un treno, più è lento, più costa. Dopo aver allungato artificialmente i tempi di percorrenza, ora si vogliono far pagare più soldi ai treni più lenti! Siamo al colpo di genio: l’inversione della causa con l’effetto. Prima ti peggioro il servizio per pagare meno multe alla Regione, poi ti faccio anche pagare di più perché il treno è troppo “lento”. Complimenti per la bella pensata!

Con chi devono inc…..i pendolari?
Trenitalia stipula il Contratto di servizio con le Regioni, che sono le responsabili del tpl. Le Regioni devono ottenere i soldi dallo Stato, mediante varie fonti. L’Ass. ai Trasporti della regione Emilia Romagna asserisce di essere un semplice “passacarte” che prende i soldi dallo Stato e li gira a Trenitalia.
Trenitalia d’altronde appartiene al Gruppo Ferrovie dello Stato che appartiene al Ministero del Tesoro.
Come possa questa azienda considerarsi una qualunque impresa che “sta sul mercato” dice Moretti, me lo chiedo da tempo.

Amministrazione o speculazione?
Trovo invece molto discutibile confondere quella che dovrebbe essere la buona amministrazione di una cosa pubblica come il trasporto ferroviario (ed il trasporto pubblico in genere) con la concezione aziendalistica del dover a tutti i costi generare utili spaziali. Per farne cosa? Per pagare premi di produzione ai dirigenti? Penso che i premi si dovrebbero pagare, al limite, quando si ottenessero servizi graditi dagli utenti, e questo in tutti i servizi pubblici, sia chiaro.

Regione Liguria, diviso in due l’Assessorato ai Trasporti
A Milano doveva esserci anche l’Ass. Merlo, che però non era presente in quanto passato nel frattempo all’Autorità Portuale. Gentile Dott. Merlo, cogliamo qui l’occasione per ringraziarla per l’impegno profuso in questi anni a favore del trasporto ferroviario. In lei abbiamo avuto un interlocutore attento e sensibile. Ci auguriamo che il tavolo regionale (pendolari, consumatori, sindacati) andrà avanti e continuerà l’opera iniziata, dando piena attuazione ai progetti in corso. Pur capendo la necessità di ridurre i costi della politica, siamo tuttavia piuttosto preplessi nel constatare come un assessorato importante come quello ai Trasporti sia stato di fatto cancellato e le deleghe suddivise tra due altri assessorati. Non è certo questo un giudizio di merito sui due Assessori che si occuperanno, rispettivamente, di infrastrutture (Ruggeri) e di ferrovie e porti (Vesco), ma piuttosto una osservazione sul significato politico di questa scelta, fatta in un momento delicatissimo, come si è visto.

Attendiamo la sollecita riconvocazione del tavolo da parte della Regione, per proseguire il buon cammino intrapreso, e che confidiamo non verrà interrotto.

domenica 3 febbraio 2008

Nuovo Contratto di Servizio, rischio taglio di treni, cambi al vertice nell’Assessorato ai Trasporti

Negli ultimi tempi una serie di eventi potenzialmente molto destabilizzanti per il trasporto pubblico ferroviario ligure (ma non solo) si stanno verificando e non possiamo sottacere la nostra preoccupazione al riguardo.

Contratto di Servizio “à la carte”
Il Contratto di Servizio che regola la fornitura dei servizi di trasporto pubblico regionale da parte di Trenitalia alla Regione è scaduto nel 2007, e dopo un anno sofferto, tra proroghe e segnali di preoccupazione espressi dallo stesso Assessore ai Trasporti Luigi Merlo, siamo al 2008, in attesa di conoscere la nuova tipologia di contratto che dovrebbe costituire il famoso “Catalogo” dei servizi, un tpl “à la carte”, per così dire, dove tutte le componenti costituenti il servizio vengono “esplose” e prezzate singolarmente. Come a dire, ti vendo il modello base (e di cosa è composto?), poi devi aggiungere gli optional, e pagare di conseguenza. Il motivo? Rendere trasparenti i costi, a dire di Trenitalia. Il risultato? Temiamo una grande disuguaglianza tra le Regioni ricche e le Regioni povere, che dovranno tagliare servizi considerati “opzionali” come le biglietterie, le pulizie, ecc. Tutto ha un prezzo, specialmente i servizi pubblici, verrebbe da dire: senonchè essi fanno parte (o almeno dovrebbero) di un sistema di welfare il cui scopo è dare a tutti i cittadini una piattaforma comune di servizi sociali.

Tagli al servizio in vista dopo il 31 marzo
Le risorse sono un altro punto dolente, dato che la Finanziaria non ha soddisfatto Trenitalia, e l’AD, ing. Mauro Moretti, ha minacciato pesanti tagli ai servizi, poi congelati sino al 31 marzo grazie anche alle proteste di noi utenti e all’intervento deciso dell’Ass. Merlo e dello stesso Presidente Burlando. Il 31 marzo è però dietro l’angolo, e l’attuale situazione politica, con la crisi di Governo e le elezioni alle porte, si presenta quanto mai confusa ed incerta, temo anche distratta rispetto alle quotidiane vicende che travagliano il Paese.

Luigi Merlo, nuovo Presidente del Porto di Genova
L’Ass. Merlo è stato nel frattempo chiamato all’importante incarico di Presidente dell’Autorità Portuale, mentre è ancora in itinere una trattativa cruciale come la definizione del nuovo Contratto di Servizio e l’attuazione del Protocollo di Intesa firmato lo scorso Agosto con i Pendolari, Associazioni di Consumatori e Sindacati che ha ulteriormente perfezionato il meccanismo dei bonus agli abbonati, e ha messo le basi per l’attuazione di tutta una serie di progetti di miglioramento del materiale rotabile e delle pulizie.

In questo momento di particolare incertezza occorre più che mai riprendere il filo degli avvenimenti e incidere attivamente nei processi in atto. Pensiamo che sia giunto il momento di poter prendere parte alle trattative per il rinnovo del Contratto di Servizio.

Del resto, la nuova legge Finanziaria 2008 prevede all’art. 2 Comma 461 la tutela dei diritti dei Consumatori e degli Utenti dei servizi pubblici per garantirne la qualità, l’universalità e l’economicità delle relative prestazioni, tanto che “le Associazioni di Consumatori sono chiamate a concorrere alla redazione della Carta della qualità dei Servizi contenente gli standard di qualità e di quantità relativi alle prestazioni erogate così come determinate dal Contratto di servizio, nonché le modalità di accesso alle informazioni garantite, quelle per proporre reclamo e quelle per adire le vie conciliative e giudiziarie nonché le modalità di ristoro dell'utenza, in forma specifica o mediante restituzione totale o parziale del corrispettivo versato, in caso di inottemperanza”.

Questo passaggio è fondamentale e chiediamo quindi all’Ass. Merlo che il tavolo tecnico regionale sia convocato il prima possibile per
  • prendere visione del nuovo Contratto di Servizio, dato che l’adozione del nuovo modello “a catalogo” costituirà una innovazione senza precedenti e dalle ricadute ad oggi del tutto imprevedibili sull’utenza.
  • fare il punto sullo stato di attuazione del Protocollo di Agosto (ricordo ad oggi che i punti realizzati sono la corresponsione del “bonus” agli abbonati, la sperimentazione di incentivi volti a migliorare la sicurezza a bordo, il monitoraggio dei livelli di pulizia dei treni fatti dal RINA)
  • capire cosa succederà dopo il 31 marzo, e se verranno garantiti gli attuali livelli di servizio
  • capire cosa avverrà dell’Assessorato ai Trasporti dopo il passaggio di consegne del Dott. Merlo.

La Finanziaria ha sancito le buone pratiche da noi inaugurate in questi anni di lavoro, riconoscendo alle Associazioni di Consumatori e Utenti un ruolo di stimolo e di proposta, che ora vorremmo ulteriormente sviluppare e rendere sempre più incisivo, ad esempio dando il nostro contributo nella stesura della Carta dei Servizi che andrà a corredo del nuovo CdS.

Speriamo vivamente di poter continuare a collaborare con la Regione così come è avvenuto in questi anni, e che le scelte verranno sempre più condivise con gli utenti, il cui giudizio è, a mio avviso, il più importante e significativo parametro che dovrebbe essere tenuto in considerazione nella valutazione della bontà del servizio reso.

Condividi