Lo scorso 6 agosto 2008 è stato varato il primo Protocollo di Intesa tra Regione Liguria, Organizzazioni Sindacali, Associazioni dei Consumatori e Coordinamento dei Pendolari Liguri.
Il documento, primo in Italia nel suo genere, ha un grande significato politico e simbolico, oltre che pratico, in quanto ha riunito soggetti diversi e portatori di interessi apparentemente divergenti nel settore del trasporto pubblico. Per la prima volta, utenti, istituzioni, lavoratori del trasporto pubblico hanno fatto fronte comune verso il comune “nemico”, che è l’inefficienza e il degrado di un bene pubblico quale il servizio ferroviario. Abbiamo capito che bisognava trovare una soluzione condivisa, magari facendo tutti un passo indietro, ma solo per prendere una rincorsa più ampia e fare un balzo ancora più in avanti. Pensiamo sia questo davvero un grande risultato, e insieme anche un ottimo inizio: dopo due anni di lavoro intenso, avvenuto in piena trasparenza e anche malgrado alcune difficoltà che non sono mancate, il tavolo regionale approda ad un protocollo che mette le basi per un concreto apporto da parte dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, disponendo di risorse che, se non certo ingenti, permetteranno comunque di realizzare interventi puntuali ma importanti, su segnalazione dei diretti interessati, e cioè gli utenti.
Mi preme sottolineare però che questo importante risultato non è in nessun modo interpretabile soltanto sotto il profilo di una vittoria di categoria, sia pure di diverse categorie: è la vittoria dell’impegno (uso una parola un po’ in disuso, me ne rendo conto) sulla logica del qualunquismo, è la vittoria del dialogo sulla sterilità dell’ideologismo preconcetto, è la vittoria dei cittadini su chi voleva trasformarli in clienti, per di più maltrattati. E’ anche la sconfitta della logica del “divide et impera” che per decenni ha tenuto lontani viaggiatori e lavoratori del treno, cittadini ed istituzioni. E’ un risultato che riporta al centro del discorso cosa significa essere consapevole dei propri diritti (e doveri) e come si debbano difendere, senza darli mai per scontati: senza questa assunzione di responsabilità, fatta da ognuno di noi, penso sia difficile realizzare una comunità di cittadini che possa definirsi democratica.
Ed ora, in sintesi i punti toccati dal Protocollo (scaricabile in versione .pdf dal sito http://pendolaritigullio.interfree.it):
1) E’ necessario arrivare al più presto alla definizione di un nuovo Contratto di Servizio, dato che quello attuale è scaduto da parecchi mesi. Appare tuttavia preoccupante che Trenitalia stia lavorando ad un nuovo modello di CdS costruito come un catalogo dove i singoli servizi hanno un prezzo a sé stante (manutenzioni, biglietterie, pulizie, ecc.) e non un prezzo unitario come adesso avviene, inglobato genericamente nel parametro treni*km. Questo approccio ci pare rischioso perché difficilmente gestibile e foriero almeno potenzialmente di gravi sperequazioni tra le stazioni, tra le tipologie di treni, che diventerebbero inevitabilmente di serie A, di serie B, ecc. Chi deciderebbe ed in base a quali criteri se una stazione dovrebbe o no avere la biglietteria, se un treno dovrebbe o no essere pulito una volta al giorno, ecc. Temiamo si vada verso un gioco al massacro dove ancora una volta sarebbero gli utenti ed il servizio ferroviario gli unici a pagare. E’ chiaro che Trenitalia vuole passare la “patata bollente” alla Regione, dandole l’onere di decidere tagli o investimenti. Ancora una volta questa logica appare scorretta e da contrastare decisamente. Se in alcuni, limitati casi, è forse possibile scorporare qualcosa del servizio globale, non si può per questo generalizzare la pratica, e ammettere che il servizio ferroviario, nei suoi aspetti fondamentali, sia soggetto a discrezionalità di questa portata.
2) Trenitalia insiste per adeguare le tariffe degli abbonamenti, come già fatto in altre regioni. La Regione Liguria si è nettamente opposta a questa impostazione, consentendo ad esaminare un eventuale adeguamento esclusivamente per i biglietti di corsa semplice, per permettere il recupero della quota di inflazione programmata degli ultimi anni, in modo da arrivare alla copertura dei servizi ferroviari aggiuntivi rispetto ai 6,9 milioni di treni*km previsti nel CdS attualmente vigente.
A tal proposito, insistiamo nel dire come a questi eventuali aumenti debba corrispondere in modo immediato e tangibile un miglioramento effettivo del servizio, in particolare della puntualità, della pulizia, della sicurezza, del decoro delle stazioni, ecc., che anche recenti indagini giornalistiche dimostrano essere ai minimi termini per un paese civile.
3) Viene confermato il meccanismo con cui si riconosce uno sconto sul rinnovo dell’abbonamento (annuale o mensile), con alcuni ampliamenti e semplificazioni burocratiche rispetto agli anni precedenti. Vi è anche l’impegno da parte della Regione Liguria a richiedere a Trenitalia, su nostra proposta, il rimborso anche per gli utenti che non rinnovano l’abbonamento. Dal 5 settembre sarà possibile presentare i moduli di domanda di rimborso alle biglietterie Trenitalia. Occhio anche alle locandine che verranno esposte nelle stesse biglietterie, dove sono elencate caso per caso le modalità di rimborso previste e la documentazione che occorre produrre.
4) I firmatari concordano sulla necessità di sostenere con forza la richiesta che nell’ambito della revisione del Contratto di servizio a livello nazionale, la Carta dei Servizi del trasporto ferroviario regionale venga concordata anche con le associazioni dei Consumatori e il Coordinamento dei Pendolari.
5) Concordano altresì che le somme residue dopo il pagamento dei rimborsi previsti vengano destinate per interventi a favore del miglioramento della sicurezza a bordo dei treni e nelle stazioni, ad interventi di pulizia radicale di convogli scelti tra quelli maggiormente utilizzati dai pendolari, e a progetti per il miglioramento dei servizi ferroviari con particolare attenzione alle piccole stazioni, presentati congiuntamente dai firmatari del Protocollo. Attualmente sono disponibili i residui delle penali 2003-2005, che verranno destinati al ripristino di alcuni treni e al miglioramento delle sicurezza a bordo, tramite la stipula di una convenzione sperimentale con i comandi regionali delle forze dell’ordine che darà libero accesso alle stesse fdo in cambio di una attiva collaborazione con il personale di bordo nella sorveglianza e, nel caso, nella repressione di episodi di criminalità a bordo treno e in stazione. I residui che eventualmente rimarranno dalle penali del 2006 verranno destinati anche a progetti di risistemazione delle piccole stazioni che come ben sappiamo versano in uno stato di abbandono davvero deplorevole.
A tal fine verrà istituito un Comitato tecnico composto da un rappresentante di ogni parte, con il compito di monitorare l’attuazione di quanto concordato.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto del Protocollo. Pensiamo che sia una buona base di partenza per l’avvio di un esperimento davvero innovativo di gestione partecipata di un servizio pubblico così importante come il trasporto ferroviario. Di questo diamo atto alla Regione Liguria, al Presidente Burlando, cui ci rivolgemmo ormai più di due anni fa con una petizione ed una raccolta di firme, e all’Assessore Merlo che da subito ha avviato la formazione di un tavolo con tutte le parti in causa: pendolari, sindacati, associazioni di consumatori. Devo dire che in questi ultimi mesi abbiamo registrato anche un netto cambiamento di atteggiamento da parte di Trenitalia, che si è dimostrata più recettiva e disponibile nei confronti delle istanze avanzate dagli utenti, e più aperta ad un dialogo che, lo abbiamo dimostrato, vuole essere costruttivo e non limitarsi allo sterile “mugugno”. Grazie a tutti, quindi, e grazie soprattutto a tutti i pendolari che hanno contribuito con la loro presenza a riunioni e manifestazioni, con lettere, telefonate, e-mail, idee e segnalazioni a far crescere e a maturare questo fenomeno partecipativo, così prezioso, io credo, perché dimostra concretamente cosa si possa fare dedicando una parte del proprio tempo e delle proprie energie a difendere un’idea, un diritto, non solo per sé ma per tutta la comunità.
Non pensiamo però di aver concluso il nostro impegno: siamo ora più che mai chiamati a far sentire la nostra voce, a segnalare, a documentare, a proporre. Se il trasporto pubblico sarà migliore e finalmente in linea con le nostre giuste aspettative, dipende anche da noi, da quanta forza e determinazione sapremo mettere nel rivendicarne il funzionamento e l’efficienza.
Il documento, primo in Italia nel suo genere, ha un grande significato politico e simbolico, oltre che pratico, in quanto ha riunito soggetti diversi e portatori di interessi apparentemente divergenti nel settore del trasporto pubblico. Per la prima volta, utenti, istituzioni, lavoratori del trasporto pubblico hanno fatto fronte comune verso il comune “nemico”, che è l’inefficienza e il degrado di un bene pubblico quale il servizio ferroviario. Abbiamo capito che bisognava trovare una soluzione condivisa, magari facendo tutti un passo indietro, ma solo per prendere una rincorsa più ampia e fare un balzo ancora più in avanti. Pensiamo sia questo davvero un grande risultato, e insieme anche un ottimo inizio: dopo due anni di lavoro intenso, avvenuto in piena trasparenza e anche malgrado alcune difficoltà che non sono mancate, il tavolo regionale approda ad un protocollo che mette le basi per un concreto apporto da parte dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, disponendo di risorse che, se non certo ingenti, permetteranno comunque di realizzare interventi puntuali ma importanti, su segnalazione dei diretti interessati, e cioè gli utenti.
Mi preme sottolineare però che questo importante risultato non è in nessun modo interpretabile soltanto sotto il profilo di una vittoria di categoria, sia pure di diverse categorie: è la vittoria dell’impegno (uso una parola un po’ in disuso, me ne rendo conto) sulla logica del qualunquismo, è la vittoria del dialogo sulla sterilità dell’ideologismo preconcetto, è la vittoria dei cittadini su chi voleva trasformarli in clienti, per di più maltrattati. E’ anche la sconfitta della logica del “divide et impera” che per decenni ha tenuto lontani viaggiatori e lavoratori del treno, cittadini ed istituzioni. E’ un risultato che riporta al centro del discorso cosa significa essere consapevole dei propri diritti (e doveri) e come si debbano difendere, senza darli mai per scontati: senza questa assunzione di responsabilità, fatta da ognuno di noi, penso sia difficile realizzare una comunità di cittadini che possa definirsi democratica.
Ed ora, in sintesi i punti toccati dal Protocollo (scaricabile in versione .pdf dal sito http://pendolaritigullio.interfree.it):
1) E’ necessario arrivare al più presto alla definizione di un nuovo Contratto di Servizio, dato che quello attuale è scaduto da parecchi mesi. Appare tuttavia preoccupante che Trenitalia stia lavorando ad un nuovo modello di CdS costruito come un catalogo dove i singoli servizi hanno un prezzo a sé stante (manutenzioni, biglietterie, pulizie, ecc.) e non un prezzo unitario come adesso avviene, inglobato genericamente nel parametro treni*km. Questo approccio ci pare rischioso perché difficilmente gestibile e foriero almeno potenzialmente di gravi sperequazioni tra le stazioni, tra le tipologie di treni, che diventerebbero inevitabilmente di serie A, di serie B, ecc. Chi deciderebbe ed in base a quali criteri se una stazione dovrebbe o no avere la biglietteria, se un treno dovrebbe o no essere pulito una volta al giorno, ecc. Temiamo si vada verso un gioco al massacro dove ancora una volta sarebbero gli utenti ed il servizio ferroviario gli unici a pagare. E’ chiaro che Trenitalia vuole passare la “patata bollente” alla Regione, dandole l’onere di decidere tagli o investimenti. Ancora una volta questa logica appare scorretta e da contrastare decisamente. Se in alcuni, limitati casi, è forse possibile scorporare qualcosa del servizio globale, non si può per questo generalizzare la pratica, e ammettere che il servizio ferroviario, nei suoi aspetti fondamentali, sia soggetto a discrezionalità di questa portata.
2) Trenitalia insiste per adeguare le tariffe degli abbonamenti, come già fatto in altre regioni. La Regione Liguria si è nettamente opposta a questa impostazione, consentendo ad esaminare un eventuale adeguamento esclusivamente per i biglietti di corsa semplice, per permettere il recupero della quota di inflazione programmata degli ultimi anni, in modo da arrivare alla copertura dei servizi ferroviari aggiuntivi rispetto ai 6,9 milioni di treni*km previsti nel CdS attualmente vigente.
A tal proposito, insistiamo nel dire come a questi eventuali aumenti debba corrispondere in modo immediato e tangibile un miglioramento effettivo del servizio, in particolare della puntualità, della pulizia, della sicurezza, del decoro delle stazioni, ecc., che anche recenti indagini giornalistiche dimostrano essere ai minimi termini per un paese civile.
3) Viene confermato il meccanismo con cui si riconosce uno sconto sul rinnovo dell’abbonamento (annuale o mensile), con alcuni ampliamenti e semplificazioni burocratiche rispetto agli anni precedenti. Vi è anche l’impegno da parte della Regione Liguria a richiedere a Trenitalia, su nostra proposta, il rimborso anche per gli utenti che non rinnovano l’abbonamento. Dal 5 settembre sarà possibile presentare i moduli di domanda di rimborso alle biglietterie Trenitalia. Occhio anche alle locandine che verranno esposte nelle stesse biglietterie, dove sono elencate caso per caso le modalità di rimborso previste e la documentazione che occorre produrre.
4) I firmatari concordano sulla necessità di sostenere con forza la richiesta che nell’ambito della revisione del Contratto di servizio a livello nazionale, la Carta dei Servizi del trasporto ferroviario regionale venga concordata anche con le associazioni dei Consumatori e il Coordinamento dei Pendolari.
5) Concordano altresì che le somme residue dopo il pagamento dei rimborsi previsti vengano destinate per interventi a favore del miglioramento della sicurezza a bordo dei treni e nelle stazioni, ad interventi di pulizia radicale di convogli scelti tra quelli maggiormente utilizzati dai pendolari, e a progetti per il miglioramento dei servizi ferroviari con particolare attenzione alle piccole stazioni, presentati congiuntamente dai firmatari del Protocollo. Attualmente sono disponibili i residui delle penali 2003-2005, che verranno destinati al ripristino di alcuni treni e al miglioramento delle sicurezza a bordo, tramite la stipula di una convenzione sperimentale con i comandi regionali delle forze dell’ordine che darà libero accesso alle stesse fdo in cambio di una attiva collaborazione con il personale di bordo nella sorveglianza e, nel caso, nella repressione di episodi di criminalità a bordo treno e in stazione. I residui che eventualmente rimarranno dalle penali del 2006 verranno destinati anche a progetti di risistemazione delle piccole stazioni che come ben sappiamo versano in uno stato di abbandono davvero deplorevole.
A tal fine verrà istituito un Comitato tecnico composto da un rappresentante di ogni parte, con il compito di monitorare l’attuazione di quanto concordato.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto del Protocollo. Pensiamo che sia una buona base di partenza per l’avvio di un esperimento davvero innovativo di gestione partecipata di un servizio pubblico così importante come il trasporto ferroviario. Di questo diamo atto alla Regione Liguria, al Presidente Burlando, cui ci rivolgemmo ormai più di due anni fa con una petizione ed una raccolta di firme, e all’Assessore Merlo che da subito ha avviato la formazione di un tavolo con tutte le parti in causa: pendolari, sindacati, associazioni di consumatori. Devo dire che in questi ultimi mesi abbiamo registrato anche un netto cambiamento di atteggiamento da parte di Trenitalia, che si è dimostrata più recettiva e disponibile nei confronti delle istanze avanzate dagli utenti, e più aperta ad un dialogo che, lo abbiamo dimostrato, vuole essere costruttivo e non limitarsi allo sterile “mugugno”. Grazie a tutti, quindi, e grazie soprattutto a tutti i pendolari che hanno contribuito con la loro presenza a riunioni e manifestazioni, con lettere, telefonate, e-mail, idee e segnalazioni a far crescere e a maturare questo fenomeno partecipativo, così prezioso, io credo, perché dimostra concretamente cosa si possa fare dedicando una parte del proprio tempo e delle proprie energie a difendere un’idea, un diritto, non solo per sé ma per tutta la comunità.
Non pensiamo però di aver concluso il nostro impegno: siamo ora più che mai chiamati a far sentire la nostra voce, a segnalare, a documentare, a proporre. Se il trasporto pubblico sarà migliore e finalmente in linea con le nostre giuste aspettative, dipende anche da noi, da quanta forza e determinazione sapremo mettere nel rivendicarne il funzionamento e l’efficienza.